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religioso, archeologo e bibliotecario italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paolo Maria Paciaudi (Torino, 23 novembre 1710 – Parma, 1º febbraio 1785) è stato un religioso, archeologo, bibliotecario e antiquario italiano.
Studiò all'Università di Torino e nel 1738 vestì l'abito dei chierici regolari dell'ordine di S. Gaetano da Thiene. Dopo un anno di noviziato a Venezia pronunciò i voti. Studiò poi filosofia, fisica e matematica all'Università di Bologna.
Fu per diversi anni un predicatore in varie città italiane, per poi dedicarsi a studi archeologici, trovando un amico e sostenitore in Apostolo Zeno. Andò a Napoli, all'epoca al centro degli studi archeologici, dove fu ospite per sette anni del cardinale Giuseppe Spinelli. Lasciata Napoli, andò a Roma, dove ottenne la protezione di papa Benedetto XIV, al quale dedicò l'opera Antichità cristiane. Nel 1753 venne nominato procuratore generale del suo ordine religioso e nel 1757 procuratore dell'Ordine di Malta.
Dopo aver viaggiato a lungo in Francia nel 1761 si stabilì a Parma, alla corte del duca Filippo di Borbone, col titolo di bibliotecario e antiquario. Nella città ducale svolse anche i ruoli di archeologo, epigrafista e letterato. Divenne stretto collaboratore del primo ministro Guillaume du Tillot.[1]
Fu direttore della Reale Biblioteca di Parma (ora Palatina), dalla fondazione sino al 1774. Paciaudi, primo in Italia, utilizzò il sistema di catalogazione per autori d'ispirazione francese. Fino ad allora i titoli dei libri venivano riportati su un registro rilegato in volume. Paciaudi utilizzò delle schede su cui annotò oltre ad autore, titolo e note tipografiche, anche note bibliografiche speciali sull'autore stesso, sul valore del contenuto e dell'edizione. La scheda riportava inoltre le informazioni sulla collocazione fisica del libro[2].
A Parma Paciaudi allestì il Museo d'Antichità con reperti rinvenuti nel sito archeologico di Velleia e fece una riforma dell'ordinamento dell'Università di Parma. Propose di far guidare la Reale stamperia al giovane Giovanni Battista Bodoni.
A Parma gli è dedicata "via Paolo Maria Paciaudi", una strada che collega via Verdi con viale Toschi.
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