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ceramografo attico attivo in Atene tra il 440 e il 410 a.C. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pittore di Eretria (fl. 440 a.C. / 410 a.C.) è il nome convenzionale assegnato ad un ceramografo attico attivo in Atene; la denominazione deriva dall'attribuzione della decorazione di un epinetron rinvenuto ad Eretria e conservato al Museo nazionale di Atene.
Gli vengono attribuiti circa centocinquanta vasi, che ebbero una vasta esportazione a giudicare dalle zone dei ritrovamenti; dipinse principalmente vasi di piccole dimensioni, decorati a figure rosse o a fondo bianco. Si presume sia stato un contemporaneo del pittore di Shuvalov.
Benché circa la metà della sua produzione sia relativa a kylikes, sulle quali dipinge temi convenzionali relativi ad atleti, satiri e menadi, molte delle sue opere migliori sono dipinte su oinochoai e lekythoi. Presenta uno stile minuto e virtuosistico, affollato di figure, che adatta a composizioni di tipo polignoteo; si veda ad esempio la lekythos ariballica conservata a Boston, la cui amazzonomachia sembra risalire a tradizioni megalografiche.[1] Il manierismo post-fidiaco si evidenzia nel trattamento dei panneggi e dei volti. Sia i soggetti mitologici sia quelli tratti dal quotidiano sono frequentemente collegabili al mondo femminile. L'epinetron eponimo è decorato sulla parte superiore da un busto di donna (forse Afrodite), mentre sul corpo riporta le nozze di Alcesti, quelle di Peleo e Teti e quelle di Armonia;[2] i fregi del Pittore di Eretria si adattano alla particolarità della forma e ai rilievi plastici. L'epinetron è chiaramente un dono nuziale. Ha decorato con scene mitilogiche un kantharos di Epigene.
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