Radical chic
espressione idiomatica mutuata dall'inglese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Radical chic è un'espressione inglese utilizzata per definire gli appartenenti alla borghesia medio-alta o al mondo della cultura e dello spettacolo che per vari motivi (seguire la moda, esibizionismo, ricerca di consenso o per inconfessati interessi personali) ostentano idee e tendenze politiche affini alla sinistra radicale o comunque opposte al loro vero ceto di appartenenza, senza per questo rinunciare al loro elevato tenore di vita. Per estensione, la definizione di radical chic comprende anche uno stile di vita e un modo di vestirsi e comportarsi.
Un atteggiamento frequente è l'ostentato disprezzo del denaro o il non volersene occupare in prima persona quasi fosse tabù, quando in realtà si sfoggia uno stile di vita che indica un'abbondante disponibilità finanziaria o improntato al procacciamento dello stesso con attività che, qualora osservate in altri, un radical chic non esiterebbe a definire in modo sprezzante come volgarmente lucrative. Più di recente il fenomeno si manifesta con prese di posizione di aperta adesione all'ideologia woke.
Inoltre, tale atteggiamento si identifica sovente con una certa convinzione di superiorità culturale e/o morale, nonché con l'ostinata esibizione di questa cultura "elevata" o la curata trasandatezza nel vestire e, talora, con la ricercatezza nell'ambito di scelte gastronomiche e turistiche; considerando, insomma, come segno distintivo l'imitazione superficiale di atteggiamenti che erano propri di certi artisti controcorrente e che, ridotti a mera apparenza, perdono qualsiasi sostanza, denotando l'etichetta snobistica.
Dal 2008 è attestato in Italia il neologismo sinistra al caviale[1], calco del francese gauche caviar. Con lo stesso significato è utilizzata anche l'espressione partito delle ZTL, proposta il 27 giugno 2018 dall'allora consigliere regionale della Toscana in quota PD Antonio Mazzeo[2] a commento del ballottaggio delle elezioni comunali in cui il centrosinistra perse Massa, Pisa e Siena[3], con riferimento alle zone a traffico limitato, ossia ai centri storici delle principali città dove abitano i ceti più abbienti che spesso votano a sinistra[4][5].