Rastrellamento del Quadraro
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Il rastrellamento del Quadraro, nome in codice operazione Balena (in tedesco Unternehmen Walfisch), fu un'operazione militare tedesca, effettuata il 17 aprile 1944, ai danni della popolazione del quartiere, situato alla periferia sud di Roma, durante la seconda guerra mondiale.
Rastrellamento del Quadraro | |
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Tipo | Deportazione |
Data | 17 aprile 1944 |
Luogo | Quadraro (Roma) |
Stato | Repubblica Sociale Italiana |
Obiettivo | popolazione |
Responsabili | Truppe tedesche, coadiuvate dalla Gestapo, dalle SS e dalla Banda Koch |
Motivazione | Annientare le frange ribelli che si annidavano nel quartiere |
Il quartiere popolare del Quadraro era noto come covo di partigiani, di renitenti alla leva, di sabotatori e di oppositori al regime. Le truppe tedesche dapprima assediarono il quartiere e, dopo un rastrellamento in cui vennero arrestate circa duemila persone, ne deportarono nei campi di concentramento in Germania almeno 683, come risulta dall'unico elenco attendibile dei deportati, all'epoca compilato dal parroco Don Gioacchino Rey[1].
I tedeschi progettarono inizialmente l'eliminazione dei prigionieri, ripiegando successivamente sulla loro deportazione in Germania. Questi prigionieri, trasformati in “lavoratori volontari”, furono ricordati successivamente come "gli schiavi di Hitler"[2].
L'episodio, a Roma, in quanto a dimensioni, è paragonabile al rastrellamento del Ghetto del 16 ottobre 1943, che comprese 1.259 arrestati[3], di cui 1.023 appartenenti alla comunità ebraica[4].