Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo
riserva naturale regionale della provincia di Brescia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo è un'area naturale protetta posizionata sul versante orientale della media Val Camonica in provincia di Brescia e si sviluppa attraverso i tre comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo.
Riserva naturale Incisioni rupestri di Capo di Ponte, Ceto, Cimbergo e Paspardo | |
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Tipo di area | Riserva naturale regionale |
Codice WDPA | 83375 |
Codice EUAP | EUAP0305 |
Class. internaz. | Categoria IUCN V: paesaggio terrestre/marino protetto |
Stati | Italia |
Regioni | Lombardia |
Province | Brescia |
Comuni | Ceto, Cimbergo, Paspardo |
Superficie a terra | 290 ha |
Provvedimenti istitutivi | D.C.R. IV/938, 02.03.88 |
Gestore | Ente di Diritto Pubblico Riserva Naturale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo |
Presidente | Marco Lanzetti |
Mappa di localizzazione | |
Sito istituzionale | |
È stata istituita dalla Regione Lombardia come area naturale protetta nel 1988, sebbene già segnalata come biotopo dal 1977. La gestione è affidata all'Ente di diritto pubblico Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. L'Ente è amministrato da due organi: la Comunità della Riserva, che comprende i tre sindaci (o loro delegati) dei comuni che la compongono, e dal Consiglio di Gestione, composto di cinque membri tra i quali il rappresentante della Regione Lombardia, che si occupa dell'ordinaria amministrazione.[1]
La Riserva è una vasta area naturale protetta, in gran parte boschiva, che si estende per circa 290 ha. Al suo interno conserva almeno 420 superfici rocciose riportanti incisioni rupestri, dichiarati Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1979.[1]
La riserva è stata istituita dalla Regione Lombardia nel 1983 su indicazione dei tre comuni interessati[2][3]. Nel 2011 è stato sottoposto a revisione il suo statuto che ha trasformato l'ente gestore Consorzio in Ente di diritto pubblico.
Nella riserva le specie spontanee sono state largamente sostituite da specie introdotte. Le formazioni boschive prevalgono all'interno dell'area: buona parte del territorio è costituito cerro, tiglio e acero, cui si sovrappongono castagneti e formazioni boschive a betulla e nocciolo.
Le iscrizioni rupestri presenti nel territorio della riserva, individuate nel 1975[4], risalgono a un periodo compreso tra il V millennio a.C. e l'Età Moderna[5] (fino al XX secolo). Ritenute particolarmente significative le iscrizioni dell'Età del Bronzo (II millennio a.C.) e quelle del periodo di influenza etrusca[6].
L'accesso privilegiato alla Riserva è presso il Museo didattico che sorge nel comune di Ceto, frazione Nadro, all'interno di un antico complesso del XVI secolo. Sono qui presenti delle sale espositive con ricostruzioni, pannelli, librerie dedicate all'arte rupestre della Valle Camonica.
I percorsi di visita sono molteplici, i principali sono:[7]
La Riserva è percorsa da sentieri sterrati e strade agro-silvo-pastorali. Presso l'area di Foppe di Nadro si più visitare il Villaggio Preistorico, con ricostruzione di riparo mesolitico, capanna neolitica e abitazione alpina dell'età del ferro. All'interno dei boschi della Riserva si trovano delle baite ristrutturate denominate Foresterie che consentono l'alloggio di turisti.
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