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politico, avvocato e imprenditore statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Rudolph William Louis Giuliani, detto Rudy (New York, 28 maggio 1944), è un politico, avvocato e imprenditore statunitense, sindaco di New York per il Partito Repubblicano dal 1º gennaio 1994 al 31 dicembre 2001.
Rudolph Giuliani | |
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Rudy Giuliani nel 2019 | |
107° Sindaco di New York | |
Durata mandato | 1º gennaio 1994 – 31 dicembre 2001 |
Predecessore | David Dinkins |
Successore | Michael Bloomberg |
Dati generali | |
Partito politico | Repubblicano (dal 1980) In precedenza: Liberale (NY) Indipendente (1975-1980) Democratico (prima del 1975) |
Titolo di studio | |
Università |
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Professione | Avvocato, procuratore distrettuale, imprenditore |
Firma |
Durante il suo mandato ha attuato una politica di repressione del crimine definita tolleranza zero [1][2], che gli ha permesso di accreditarsi come l'uomo che aveva ridotto il numero di crimini commessi migliorando la situazione newyorkese[3].
Giuliani è stato l'avvocato personale ed uno dei consiglieri più stretti di Donald Trump durante le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2020, perse da quest'ultimo. Per il suo ruolo nei molteplici tentativi di ribaltare la vittoria di Joe Biden è attualmente oggetto di diversi procedimenti disciplinari e giudiziari.
Rudolph Giuliani nasce il 28 maggio 1944 ad East Flatbush, un quartiere di Brooklyn (N.Y.), figlio di Harold Angelo Giuliani (1908–1981), un gestore di case da gioco clandestine statunitense figlio di immigrati italiani (Rodolfo ed Evangelina Giuliani) originari di Marliana (PT), e di Helen D'Avanzo (1909-2002), una casalinga statunitense anch'ella figlia di immigrati italiani (Luigi e Adelina D'Avanzo).
Dopo aver svolto vari lavori, riesce a diplomarsi e poi a laurearsi due volte: al Manhattan College, e alla "Law School" dell'Università di New York (laurea in legge). A 27 anni ottiene l'incarico di Procuratore distrettuale di Manhattan; fa presto carriera giuridica: diviene capo della sezione narcotici e poi assistente del viceministro della giustizia, trasferendosi a Washington.
Nel 1977 torna a New York acquisendo notorietà come avvocato. Nel 1981 è nominato assistente del procuratore generale, terza carica per importanza nel Dipartimento di giustizia. Nel 1983 Ronald Reagan lo nomina procuratore federale del South District di New York. Qui si occupa tenacemente della lotta alla droga e al crimine organizzato, guadagnandosi l'appellativo di "Procuratore di ferro". In questo periodo collabora anche con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nelle indagini sulla mafia e il narcotraffico.
Incomincia la cosiddetta "ripulitura di New York", che lo fa soprannominare ironicamente "lo Sceriffo". Inoltre si pone come obiettivo di eliminare la corruzione nei grossi ambienti finanziari. Nel 1989 lascia la carica per candidarsi come Sindaco per il Partito Repubblicano, ma viene sconfitto dal democratico David Dinkins. Nel 1993 verrà invece eletto. La politica di "tolleranza zero" diventa una sua costante, attirandosi pesanti critiche per l'eccessiva severità su reati minori e la violenza attuata da alcuni poliziotti, tuttavia gli omicidi e la violenza delle strade newyorkesi si riducono.
Giuliani viene rieletto nel 1997. Si candida per il Senato degli Stati Uniti contro Hillary Clinton ma si ritira a causa della scoperta d'esser malato di tumore, dal quale guarirà, e dei sondaggi che lo vedono in netto svantaggio. Nello stesso periodo, la moglie, la giornalista Donna Hanover, chiede il divorzio a causa di un tradimento; Giuliani va a vivere temporaneamente con due amici e questo causa malumori in elettori conservatori e clamore nell'opinione pubblica. Dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, Giuliani si pone in prima linea per far ripartire la città, e viene eletto "Uomo dell'Anno" dal Time.
Dopo aver lasciato la carica di sindaco, alla scadenza del mandato, nel 2002 fonda Giuliani Partners (consulenza),[4] acquisisce e successivamente vende Giuliani Capital Advisors (investimenti bancari) e si unisce a una società del Texas mentre apre un ufficio a Manhattan per la società ribattezzata Bracewell & Giuliani (servizi legali). La lascerà nel gennaio 2016 con un accordo amichevole,[5][6] lo studio tornerà a chiamarsi Bracewell LLP.
Nel 2008 si candida alle elezioni primarie per la Presidenza degli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali di quell'anno. La sua tattica elettorale, snobbare gli stati piccoli per concentrarsi su quelli più popolosi, non porta buoni frutti e dopo la disfatta in Florida (in cui ottiene solo il 15%, senza ottenere delegati), cioè lo stato in cui aveva maggiormente concentrato i suoi sforzi, si ritira dalla competizione elettorale per appoggiare John McCain,[7] che otterrà la nomination repubblicana ma verrà poi sconfitto da Barack Obama.
Il 7 aprile 2016 dichiara il suo endorsement al miliardario newyorkese Donald Trump alle primarie dello Stato di New York. Giuliani, secondo la stampa, sarebbe divenuto uno dei più stretti collaboratori del candidato dei repubblicani.
Nel gennaio 2017 viene nominato Consigliere per la sicurezza informatica della Casa Bianca dal presidente Donald Trump. Nell'aprile 2018 Giuliani diventa uno degli avvocati personali di Trump.[8] Da allora è apparso nei media in difesa di Trump. Nel settembre 2019 Giuliani è coinvolto nella vicenda legata alla controversia Trump-Ucraina che ha portato all'indagine sull'impeachment contro Donald Trump.[9]
Giuliani è considerato un liberista e la sua visione politica si può riconoscere nel conservatorismo liberale. La sua politica è stata incentrata principalmente sulla lotta al crimine. Tuttavia le sue idee sono ritenute generalmente moderate e non eccessivamente conservatrici o reazionarie. Nel 2011 ha appoggiato la corsa al Senato statunitense di Linda McMahon.
Nel suo primo mandato come sindaco, Giuliani, in collaborazione con il commissario Bill Bratton del Dipartimento di polizia di New York, adottò una strategia che prevedeva forti deterrenti basata su una ricerca di James Q. Wilson e George Kelling. Questo comprese anche forti azioni repressive nei confronti di reati minori come graffiti, turnstile jumping (il salto dei tornelli della metro), e squeegeemen (i lavavetri ai semafori), con l'idea di mandare un chiaro messaggio alla criminalità in generale e che la città sarebbe stata "ripulita".
Giuliani inoltre diresse il Dipartimento di polizia di New York in forti indagini contro aziende che potessero avere collegamenti con la mafia, come il Fulton Fish Market e il Javits Center nel West Side (attività della famiglia Gambino). Così facendo la città riuscì a salvare un guadagno di 600 milioni di dollari. Nella lotta alla famiglia mafiosa dei Gambino (oltre che a quella degli Inzerillo), Giuliani ebbe modo di collaborare col magistrato Giovanni Falcone sin dal 1988: l'operazione anti-crimine è nota come "Iron Tower".
Le parti più conservatrici dei repubblicani (soprattutto la componente religiosa della destra evangelica) hanno riserve su di lui, specialmente a causa delle posizioni liberali su aborto (Giuliani non si dichiara esplicitamente contrario) e coppie di fatto (è favorevole al riconoscimento legale delle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali). È inoltre tendenzialmente favorevole alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Nel periodo delle elezioni presidenziali del 2020 Giuliani è stato l'avvocato personale ed uno dei più stretti consiglieri dell'allora Presidente Donald Trump e ha condotto diversi sforzi, a vari livelli, per evitare che il legittimo vincitore della tornata elettorale, il democratico Joe Biden, divenisse Presidente degli Stati Uniti. Giuliani non ha mancato di compiere false dichiarazioni e diffondere teorie complottistiche nel tentativo di delegittimare la vittoria di Biden [10].
Per queste sue azioni, nel 2021 è stato sospeso dall'Ordine degli Avvocati dello Stato di New York [11], mentre nel luglio 2023 l'Organo disciplinare dell'Ordine degli Avvocati di Washington ha chiesto che Giuliani venga bandito definitivamente dall'esercizio della professione forense nel Distretto di Columbia.[12]
Il 14 agosto 2023 la Procuratrice distrettuale della Contea di Fulton (Georgia) Fani Willis, ha annunciato l'incriminazione di Giuliani, insieme ad altri tra cui l'ex Presidente Donald Trump e l'ex Capo di Gabinetto della Casa Bianca Mark Meadows, per aver cospirato nel tentativo di ribaltare le elezioni presidenziali del 2020 nello Stato della Georgia, vinta per meno di mezzo punto percentuale da Biden [13].
Il deputato Benedetto Della Vedova ha creato Italians for Rudy Coalitions una coalizione di politici e cittadini in accordo col suo programma che appoggiava la sua corsa per la Casa Bianca.
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