San Sebastiano al Vesuvio
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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San Sebastiano al Vesuvio (San Bastiane in napoletano[4]) è un comune italiano di 8 632 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.
San Sebastiano al Vesuvio comune | |
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Il santuario di San Sebastiano Martire | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Città metropolitana | Napoli |
Amministrazione | |
Sindaco | Giuseppe Panico (lista civica San Sebastiano 2030) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 40°50′28.39″N 14°22′14.99″E |
Altitudine | 175 m s.l.m. |
Superficie | 2,65 km² |
Abitanti | 8 632[1] (31-8-2023) |
Densità | 3 257,36 ab./km² |
Comuni confinanti | Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Napoli, San Giorgio a Cremano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80040 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063070 |
Cod. catastale | I151 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 273 GG[3] |
Nome abitanti | sansebastianesi |
Patrono | san Sebastiano martire |
Giorno festivo | 20 gennaio |
Cartografia | |
Posizione del comune di San Sebastiano al Vesuvio nella città metropolitana di Napoli | |
Sito istituzionale | |
Situata sulle pendici del complesso vulcanico Somma-Vesuvio, confina con Ercolano, Massa di Somma, Cercola, San Giorgio a Cremano e Napoli, rientrando nell'area metropolitana di quest'ultima. Ha un'altitudine che va da 75 a 475 m s.l.m. mentre 175 m s.l.m. è la misurazione effettuata nei pressi del palazzo comunale. Ha classificazione sismica Zona 2: sismicità media, PGA fra 0,15 e 0,25 g.
Il suo nome riflette il culto di san Sebastiano, patrono della piccola comunità fin dalla sua costituzione, mentre la storia del territorio comunale si identifica con le vicende dei popoli stanziatisi anticamente all'ombra del vulcano Somma-Vesuvio, che furono assorbiti dalla civiltà osca nel suo periodo di massima diffusione.
Nel Medioevo il feudo appartenne dapprima al Castrum Summae; in seguito conobbe la giurisdizione del monastero di San Sebastiano, ai cui monaci si deve appunto la costruzione della chiesa intorno alla quale si coagulò il primo nucleo dell'attuale abitato, spesso vittima della furia distruttrice del Vesuvio (peraltro particolarmente rovinosa in occasione delle eruzioni del 1855, 1872 e del 1944). Difatti, l'eruzione del marzo del 1944 distrusse circa il 40% dell'agglomerato urbano, che fu soggetto ad opere di ricostruzione negli anni successivi. Al giorno d'oggi, San Sebastiano presenta un aspetto ordinato e moderno; nel 1953 dal territorio comunale venne scorporata, e costituita in comune autonomo, la frazione di Volla[5]. Domina il centro del paese l'imponente cupola maiolicata, dell'antica chiesa Madre, progettata nel XVII secolo. Il tempio, l’unico dell’arcidiocesi di Napoli ad essere dedicato a San Sebastiano martire, fu elevato a dignità’ di Santuario Diocesano, il 21 gennaio del 2007, dall’arcivescovo di Napoli: il cardinale Crescenzio Sepe. Il vecchio edificio comunale, ubicato di fronte al Santuario e progettato nel I quarto del XIX secolo, nel 2023, in occasione dei 270 anni dalla sua nascita a San Sebastiano al Vesuvio, è stato dedicato al cavalier Gaetano Filangieri[6]. Al suo interno ha ospitato la sede del Ente Parco Nazionale del Vesuvio dal 1995 fino alla fine del 2008. Attualmente la sede principale del Parco Nazionale del Vesuvio è sita nel Palazzo Mediceo in Ottaviano. Figlio illustre di questa terra è il noto giurista e illuminista Gaetano Filangieri cavaliere dei principi d'Arianiello.
Lo stemma e il gonfalone del comune di San Sebastiano al Vesuvio sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 aprile 1998.[7]
«Di azzurro, al Vesuvio di verde, uscente dai fianchi e fondato in punta, con la vetta posta a sinistra, innevata di argento, infiammata di rosso, con il monte Somma posto a destra della detta vetta, esso Vesuvio caricato della fenice d'oro, linguata di rosso, allumata dello stesso, posta sulla sua immortalità di rosso, questa fondata in punta, la sommità dell'ala destra della fenice attraversante sull'azzurro. Ornamenti esteriori da Comune.»
La fenice è simbolo della ricostruzione e della rinascita del paese dopo la distruzione causata dalla violenta eruzione del vulcano del 1944.
Il gonfalone è un drappo di giallo.
Dal 1861, anno in cui si tenne il primo censimento della storia italiana, al 2001 il comune di San Sebastiano al Vesuvio ha fatto registrare un costante aumento della popolazione. Nel censimento del 2011 si è registrata, per la prima volta, una netta diminuzione della popolazione, passata dai 9 849 abitanti del 2001 ai 9 167 abitanti. La variazione negativa è pari, pertanto, al 6,9%.
Abitanti censiti[9]
Risultano insistere sul territorio del comune 146 attività industriali con 664 addetti pari al 31,66% della forza lavoro occupata, 213 attività di servizio con 332 addetti pari al 15,83% della forza lavoro occupata, altre 178 attività di servizio con 516 addetti pari al 24,61% della forza lavoro occupata e 41 attività amministrative con 585 addetti pari al 27,90% della forza lavoro occupata.
Risultano occupati complessivamente 2.097 individui, pari al 21,29% del numero complessivo di abitanti
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1955 | 1990 | Raffaele Capasso | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1990 | 1993 | Angelo Anacleria | Partito Socialista Italiano | Sindaco | |
1993 | 2001 | Giuseppe Capasso | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | |
2001 | 2006 | Silvio Carpio | Democratici di Sinistra | Sindaco | |
2006 | 2015 | Giuseppe Capasso | L'Unione-PD | Sindaco | |
2015 | 2016 | Ferdinando Santoriello | Commissario prefettizio | ||
2016 | 2021 | Salvatore Sannino | Partito Democratico | Sindaco | |
2021 | in carica | Giuseppe Panico | Lista Civica San Sebastiano 2030 | Sindaco |
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