Storia della moda 1795-1820
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La storia della moda nel periodo 1795-1820 in Europa e nei paesi influenzati dalla moda europea conobbe il trionfo dello stile informale rispetto al periodo precedente ed a tutto il XVIII secolo. Dopo la Rivoluzione Francese, in generale, la popolazione tendeva a distanziarsi dagli antichi costumi dell'aristocrazia e le persone iniziarono ad utilizzare il vestito come una forma di espressione individuale piuttosto che come un'indicazione del proprio status sociale.[1] Katherine Aaslestad disse a tal proposito: «la moda incarnava i nuovi valori sociali ed emergeva come un punto focale di confronto tra tradizione e cambiamento».[2]
Per gli abiti femminili, l'abito quotidiano è composto da gonna e giacca risultò più pratico, richiamando gli abiti delle donne della classe lavoratrice.[3] La moda femminile seguì gli ideali del classicismo, con corsetti abbandonati in favore di una forma più naturale.[4] La figura visibile del seno era parte di questo aspetto classico del costume, visto come elemento di grande estetica e sensualità.[5]
In Gran Bretagna l'era della Reggenza in Inghilterra coprì gli ultimi anni di regno di re Giorgio III e la reggenza tenuta da suo figlio, appunto, il principe di Galles prima della sua ascesa come re Giorgio IV. Al di là della storia, ad ogni modo, la definizione del periodo si applica oggi sovente alla moda, all'architettura, alla cultura ed alla politica inglese di quel periodo che si fa tradizionalmente iniziare con lo scoppio della rivoluzione francese nel 1789 e che perdura sino all'ascesa della regina Vittoria. Personalità che segnarono la moda e il costume di quest'epoca furono indubbiamente Napoleone Bonaparte e la moglie Josephine, Madame Récamier, Jane Austen, Percy Bysshe Shelley, Lord Byron, Beau Brummell, Lady Emma Hamilton, la regina Luisa di Prussia, suo marito e molti altri. Beau Brummell introdusse l'uso dei pantaloni, semplici e in tinta unita, senza decorazioni, come capo principale della nuova moda maschile dell'epoca (dandismo).
Anche in Germania, le città-stato di tradizione repubblicana abbandonarono il loro stile modesto e tradizionale per abbracciare la moda francese e quella inglese.[6] La moda americana tentò di emulare quella francese, seppur con alcune varianti.[7] Ad ogni modo, in Spagna, i membri dell'aristocrazia come pure i cittadini delle classi più basse, uniti, si ribellarono agli ideali dell'illuminismo francese e alla moda di Parigi ed esibirono lo stile dei majos come orgoglio del proprio essere spagnoli.[8]
Col finire del secolo, vennero abbandonati completamente gli ideali dell'"Ancien Régime" nei quali era più importante l'identità di classe che l'identità del secolo; con la nuova moda, quindi, il modo di vestire acquisì un'importanza fondamentale per la definizione del sé rispetto agli altri anche all'interno della medesima classe sociale.[9]
Si svilupparono parallelamente i nuovi concetti di sé esterno e sé interno. Nella società precedente l'abito si conformava all'occasione, per la quale erano prescritte regole precise non solo a livello comportamentale ma anche e soprattutto di aspetto esteriore.[9] Con il nuovo concetto di "naturalezza" nel vestire, invece, si dava maggiore importanza alla comodità del vestire, come una maggiore enfasi nell'igiene, e anche per questo i vestiti divennero più leggeri e più ad atti a essere cambiati e lavati di frequente. Anche le classi più elevate iniziarono a vestire abiti più comodi e meno decorati rispetto al passato. Nel periodo della Reggenza inglese, inoltre, all'abbigliamento si aggiunsero elementi orientaleggianti come simbolo di esotismo e di amore per i viaggi.
Ancora una volta la moda femminile venne in parte influenzata da quella maschile, e anche per le dame iniziarono a diffondersi giacche e giustacorpi.[10] Fu sempre in questo periodo che iniziarono a diffondersi notevolmente le prime riviste e giornali di moda.[11]