Per Praefectus classis (dal latino Classis = flotta) si intendeva il comandante in capo di una delle tante flotte dislocate nel Mediterraneo o nel Ponto Eusino o lungo i grandi fiumi europei, facente parte dell'esercito romano. Apparteneva all'ordine equestre e faceva parte delle prefetture romane. Il suo più stretto collaboratore, ed in casi particolari suo sostituto era il subpraefectus classis.[5]
Praefectus classis | |
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Stato | Repubblica romana Impero romano Impero bizantino |
Organizzazione | Marina militare romana |
Tipo | Comandante delle flotte provinciali |
Istituito | 260 a.C. |
da | Repubblica romana |
Soppresso | V secolo d.C. |
da | Fine dei domini romani sul mare |
Impiegati | 1 per flotta |
Sede | Miseno ( Classis Misenensis ),[1] Classe ( Classis Ravennatis ),[2] Forum Iulii (Gallia Narbonense),[3] Gesoriacum (Britannia), Castra Vetera - Colonia Agrippina (Germania sup. ed inf.), Aquincum (Pannonie), Sexaginta Prista-Noviodunum (Mesie), Trapezus (Ponto Eusino), Alexandria (Egitto).[4] |
Storia
Durante il periodo repubblicano, il comando della flotta era affidato ad un magistrato o ad un promagistrato, normalmente di rango consolare o pretorio.[6] Durante le guerre puniche per esempio, un console comandava la flotta, mentre l'altro l'esercito di terra. Nelle successive guerre condotte in Oriente, i pretori assunsero il comando della flotta. Tuttavia, poiché questi uomini avevano incarichi politici, la gestione effettiva delle flotte o di squadre navali fu affidata ai loro subordinati, i legati certamente più esperti. Fu quindi durante le guerre puniche che apparve, per la prima volta la figura del praefectus classis.[7]
Durante il periodo imperiale, con Augusto il praefectus classis divenne procurator Augusti, a capo di ciascuna flotta permanente. Le due maggiori flotte erano a Ravenna e Miseno.[8] Questi posti furono inizialmente occupati da coloro che appartenevano all'ordine equestre, o a partire da Claudio, dai suoi liberti, garantendo così il controllo imperiale diretto sopra le varie flotte.[9] Con la dinastia dei Flavi, la condizione di praefectus fu affidata ai soli cavalieri con esperienza militare, che avevano fatto carriera nelle militiae equestri.[9][10] Anche in questo caso il prefetto, seppure dotato di esperienza militare, era comunque un politico con scarse conoscenze navali, tanto da affidarsi a dei subordinati.[11]
Gerarchia
Vi era una sostanziale differenza di grado, importanza nel cursus honorum tra prefetti della flotta, che si rifletteva inevitabilmente anche sullo stipendium tra gli alti gradi del comando:
- i prefetti delle due flotte praetoriae (Misenensis e Ravennatis), erano inquadrati come procuratores ducenarii, ovvero percepivano 200,000 sesterzi annui;
- il prefetto della Classis Germanica, della Classis Britannica e più tardi della Classis Pontica erano invece procuratores centenarii (percependo 100,000 sesterzi);
- gli altri prefetti erano denominati anche procuratores sexagenarii (ovvero guadagnavano 60,000 sesterzi).[12]
La carriera prefettizia, comprese quelle collegate alle flotte romane, faceva parte di un più ampio cursus honorum dell'ordine equestre come qui sotto illustrato:
- Milizie equestri: praefectus cohortis, prefetture a Roma (vigili, coorti urbane, coorti pretorie) praefectus alae, praefectus legionis (da Settimio Severo);
- Prefetture: di flotta, dell'annona, d'Egitto, del pretorio; tali prefetture costituivano il cosiddetto Fastigium equestre, cioè l'apice della carriera di un cavaliere;
La carriera equestre si divideva essenzialmente in tre categorie di rango; C (centenario), CC (ducenario), CCC (tricenario), che corrispondevano al reddito annuo percepito: 100.000, 200.000 o 300.000 sesterzi.
Note
Bibliografia
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