Vernaccia di San Gimignano
vino DOCG toscano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La Vernaccia di San Gimignano è un vino bianco, prodotto in una ristretta zona della Toscana tra Siena, Pisa e Firenze coincidente con il territorio comunale di San Gimignano, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. È controllato e garantito dal marchio di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) ed è stato il primo vino italiano a ricevere il marchio di Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1966 e nel 1993 ha avuto la DOCG.
Vernaccia di San Gimignano | |
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Una bottiglia e un bicchiere pieno di vino Vernaccia di San Gimignano | |
Dettagli | |
Stato | Italia |
Resa (uva/ettaro) | 90 q |
Resa massima dell'uva | 70,0% |
Titolo alcolometrico naturale dell'uva | 10,5% |
Titolo alcolometrico minimo del vino | 70,0% |
Estratto secco netto minimo | 15,0‰ |
Riconoscimento | |
Tipo | DOCG |
Istituito con decreto del | 03/03/1966 |
Gazzetta Ufficiale del | 06/05/1966, n 110 |
Vitigni con cui è consentito produrlo | |
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«Questi, e mostrò col dito, è Bonagiunta. Bonagiunta da Lucca: e quella faccia di Ià da lui più che l'altra trapunta ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l'anguille di Bolsena e la Vernaccia»
L'origine del nome Vernaccia è piuttosto incerto, probabilmente prende il nome dal latino vernaculum (=del posto), altre ipotesi, come quella del poeta seicentesco Marchio Lucidi, farebbero discendere il nome da Verno, gelido. Secondo il Vocabolario Treccani deriva invece dal toponimo Vernazza, borgo delle Cinque Terre, ove veniva prodotto un vino dallo stesso nome sin dal Medioevo.[1] Questo vino affonda le sue radici in tempi molto lontani, come dimostrano vari documenti storici, opere letterarie e atti ufficiali. L'inizio della sua produzione viene collocato intorno al 1200 per mano di un certo Vieri de' Bardi e dei suoi figli. Il primo documento ufficiale risale invece al 1276, e si tratta degli Ordinamenti della Gabella del Comune di San Gimignano, che dimostrano come il commercio di questo vino fosse già fiorente e redditizio: si obbligava infatti al pagamento di una tassa di tre soldi per ogni soma di Vernaccia esportata fuori dal comune. Risulta evidente come alla fine del XIII secolo la Vernaccia fosse già un vino di pregio, presente sulle migliori tavole dei nobili dell'epoca. Lo stesso Dante Alighieri nella sua Divina commedia aggirandosi tra i golosi del Purgatorio, incontra Papa Martino IV reo di essere stato vinto troppo spesso dalla voglia di Vernaccia "Questi e, mostrò col dito, è Bonagiunta. Bonagiunta da Lucca: e quella faccia di Ià da lui più che l'altra trapunta ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l'anguille di Bolsena e la Vernaccia" (Purg. XXIV,19-24)
Un giudizio lucido arriva ai nostri giorni tramite "Della natura dei vini e dei Viaggi di Paolo III", in cui si legge che il bottigliere personale del Papa, nella lettera d'ordine di 80 fiaschi al Comune di San Gimignano, si rammaricava della sua insufficiente produzione: "... è una perfetta bevanda da Signori et è gran peccato che questo luogo non ne faccia assai..." (da "Della natura dei vini e dei Viaggi di PAOLO III, descritti da Sante Lancerio, suo bottigliere").
Citata anche da Giovanni Boccaccio nel suo Decameron, specificatamente nella descrizione del paese di Bengodi in una delle novelle.
Nel 1468 la Vernaccia va ad allietare gli invitati al banchetto di nozze dei Medici-Rucellai, poi i pasti di Lorenzo il Magnifico documentati dalle continue richieste scritte che faceva al Comune di San Gimignano.
La zona di produzione di questo pregiato vino è molto ristretta, caratteristica della sua esclusività, e coincidente con il territorio del Comune di San Gimignano (SI)
Non è consentito l'impiego dei vitigni: Traminer, Müller-Thurgau, Moscato Bianco, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana, Incrocio Bruni 54. I vitigni Sauvignon e Riesling possono concorrere nella misura massima (da soli o congiuntamente) del 10%.
Primi piatti di salse bianche, fritture varie, piatti di pesce, uova e carni bianche (coniglio). Perfetto l'abbinamento con spezie locali, (specifico per la tipologia Riserva), come lo zafferano (risotto allo zafferano). Ottimo anche come aperitivo o da accompagnamento agli antipasti: Antipasti:
Provincia, stagione, volume in ettolitri
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