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Autobomba
macchina imbottita internamente di materiale esplosivo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Un'autobomba identifica un autoveicolo (generalmente un'autovettura) al cui interno viene collocato un ordigno e/o altro materiale esplosivo (per es. il tritolo), la cui detonazione viene realizzata a distanza (di solito attraverso un radiocomando) o all'impatto.

Può essere considerato un veicolo da combattimento di fabbricazione artigianale, spesso utilizzato come arma dal terrorismo o dalla criminalità organizzata per uccidere persone vicino al luogo dell'esplosione o per danneggiare edifici o altre proprietà.
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Tipologie
Le autobombe possono essere suddivise in due categorie principali: quelle utilizzate principalmente per uccidere gli occupanti del veicolo e quelle utilizzate come mezzo per uccidere, ferire o danneggiare persone ed edifici all'esterno del veicolo. Quest'ultimo tipo può essere parcheggiato (il veicolo maschera la bomba e consente all'attentatore di allontanarsi), oppure il veicolo può essere utilizzato per sganciare la bomba (spesso nell'ambito di un attentato suicida).
Le autobombe vengono attivate in vari modi, tra cui l'apertura delle portiere del veicolo, l'avviamento del motore, la detonazione a distanza, la pressione dei pedali dell'acceleratore o del freno o semplicemente l'accensione di una miccia o l'impostazione di un timer. La benzina nel serbatoio del veicolo può rendere l'esplosione della bomba più potente disperdendo e accendendo il carburante.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Il carro imbottito di dinamite e pezzi di metallo utilizzato dall'anarchico italiano Mario Buda nell'attentato di Wall Street del 1920 è considerato il prototipo della moderna autobomba.[1] Probabilmente Buda trasse "ispirazione" dal fallito attentato della rue Saint-Nicaise ai danni di Napoleone Bonaparte (24 dicembre 1800): la deflagrazione di un barile carico di esplosivo posizionato su un carro che fece 22 morti e 140 feriti ma non centrò l'obiettivo[1][2]. Tuttavia l'autobomba come noi oggi la conosciamo fece la sua comparsa ufficiale il 12 gennaio 1947 a Haifa, in Palestina, quando la Banda Stern, un gruppo terroristico sionista di destra, fece esplodere un camion carico di esplosivo contro una stazione di polizia britannica, uccidendo quattro persone e ferendone 140.[1][2] Presto anche il terrorismo palestinese impiegò quest'arma, come dimostrò l'attentato di via Ben Yehuda a Gerusalemme (22 febbraio 1948), che fece 58 morti e un centinaio di feriti.[1] In seguito, negli anni sessanta, le autobombe furono utilizzate, sempre per fini terroristici, dall'Organisation armée secrète (O.A.S.) in Algeria e dai guerriglieri Viet Cong durante la guerra in Vietnam[1].
L'autobomba fece il suo esordio in Italia con la strage di Ciaculli (30 giugno 1963)[1], che uccise sette appartenenti alle forze dell'ordine ad opera dell'organizzazione criminale siciliana di stampo mafioso denominata "Cosa nostra". La mafia siciliana impiegò nuovamente quest'arma nelle stragi che provocarono le morti dei giudici Rocco Chinnici (1983) e Paolo Borsellino (1992),[3] nonché nell'attentato contro il magistrato Carlo Palermo nella strage di Pizzolungo (1985). Sempre a Cosa nostra sono attribuite le autobombe utilizzate nel 1993 per la strage di via dei Georgofili a Firenze e di via Palestro a Milano e al fallito attentato a Maurizio Costanzo a Roma. Oltre alle stragi mafiose, in Italia l'autobomba venne impiegata anche dai terroristi neofascisti per uccidere tre carabinieri nella strage di Peteano nel 1972.
Tra gli anni ottanta-novanta, in Colombia furono i cartelli della droga, soprattutto quello guidato dal famosissimo boss Pablo Escobar, ad adoperare le autobombe per far pressione sullo Stato con attentati che avevano l'obiettivo di far annullare il trattato di estradizione con gli Stati Uniti.[1]
Negli ultimi anni ha preso vigore, soprattutto in Iraq e a Baghdad, la tecnica terroristica dell'"autobomba-suicida", in cui il telecomando viene sostituito da un "autista-kamikaze", che conduce la vettura carica di esplosivo fino a provocarne la detonazione nei pressi dell'obiettivo prefissato.[4] Un esempio ne è il camion-cisterna guidato da due kamikaze, utilizzato contro la missione militare italiana nella strage di Nassiriya del 2003.
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Cronistoria
XX secolo
- 1920: Attentato di Wall Street — Si sospetta che l'anarchico italiano Mario Buda abbia parcheggiato un carro trainato da cavalli pieno di esplosivo e pezzi metallici nel distretto finanziario di New York. L'esplosione causò 38 morti e 143 feriti.
- Durante la strage alla Bath School del 27 maggio 1927, il più grave massacro scolastico nella storia degli Stati Uniti, il dipendente dell'istituto Andrew P. Kehoe, probabilmente affetto da disturbi mentali, fece detonare una bomba piazzata all'interno del suo veicolo, uccidendo se stesso, il sovrintendente scolastico e quattro passanti, ferendo inoltre diverse altre persone.
- Il gruppo terrorista sionista Lohamei Herut Israel, meglio conosciuto come Banda Stern, fu il primo a utilizzare autobombe durante il Mandato britannico sulla Palestina negli anni '40.[2]

- I guerriglieri Viet Cong compirono attentati con autobombe durante la guerra del Vietnam negli anni '60 e '70, come gli attacchi a Saigon contro il Brinks Hotel (1964) e la vecchia ambasciata americana (1965).
- L'Organisation armée secrète (OAS) compì una campagna di attentati con autobombe alla fine del dominio francese in Algeria nel 1961 e nel 1962.[1]
- L'organizzazione mafiosa "Cosa nostra" introdusse l'utilizzo dell'autobomba in Italia, impiegandola per assassinare forze dell'ordine, magistrati o per compiere attacchi terroristici al patrimonio artistico nazionale a partire dagli anni '60 con la strage di Ciaculli fino ai primi anni '90 con la stagione delle bombe del biennio 1992-1993.[1]
- L'IRA usò frequentemente le autobombe dagli anni '60 agli anni '90 durante il conflitto nordirlandese (Troubles) in Irlanda del Nord e in Inghilterra. L'attentato di Omagh del 1998 da parte della Real IRA, un gruppo scissionista dell'IRA, causò il maggior numero di vittime durante i Troubles da una singola autobomba. Le organizzazioni lealiste nell'Irlanda del Nord degli anni '60 e '70 come l'Ulster Volunteer Force (UVF) e l'Ulster Defence Association usarono autobombe contro i civili sia nell'Irlanda del Nord che nella Repubblica d'Irlanda. Gli attentati dell'UVF del 1974 a Dublino e Monaghan causarono il maggior numero di vittime in un solo giorno durante i Troubles.[5][6]
- Lo scrittore palestinese Ghassan Kanafani fu assassinato l'8 luglio 1972 a Beirut dal Mossad israeliano con un'autobomba insieme alla nipote diciassettenne Lamees Najim.
- Il terrorista Carlos lo Sciacallo rivendicò la responsabilità di tre attentati con autobomba avvenuti negli anni '70 contro giornali francesi accusati di essere filo-israeliani.
- Agenti dell'agenzia di intelligence cilena DINA furono condannati per aver utilizzato autobombe per assassinare Orlando Letelier nel 1976 e Carlos Prats nel 1974, entrambi oppositori in esilio del dittatore Augusto Pinochet.[7]
- Le Tigri Tamil dello Sri Lanka fecero spesso uso di autobombe durante la guerra civile del Paese, in una campagna che durò dal 1976 fino alla sconfitta del gruppo nel 2009.
- Dal 1979 all'inizio del 1983, sotto le mentite spoglie del Fronte per la Liberazione del Libano dagli Stranieri (FLLE), i comandanti delle Forze di Difesa Israeliane Rafael Eitan, Avigdor Ben-Gal e Meir Dagan lanciarono una campagna di attentati, tra cui autobombe, biciclette e persino asini-bomba, inizialmente condotti in risposta all'uccisione di civili israeliani a Nahariya. In gran parte indiscriminati nel colpire coloro che erano associati all'Organizzazione per la Liberazione della Palestina nel sud del Libano, gli attacchi del FLLE uccisero centinaia di palestinesi e libanesi, principalmente a Tiro, in Libano, a Sidone e nei campi profughi circostanti gestiti dall'OLP. Dopo il 1981, nell'ambito della politica di Ariel Sharon volta a incitare l'OLP a commettere ulteriori atti di terrorismo, giustificando una risposta militare, gli attacchi del FLLE aumentarono di intensità e portata, estendendosi a Beirut e al Libano settentrionale entro settembre. Il FLLE si attribuì persino il merito di attacchi fittizi contro le IDF per mantenere la sua copertura di organizzazione libanese.[8] Il suo attacco più eclatante, avvenuto il 1º ottobre 1981 a Beirut Ovest, uccise almeno 50 persone e ne ferì oltre 250. Altre sette bombe simili furono trovate e disinnescate prima che potessero esplodere.[9]
- L'organizzazione terroristica tedesca Rote Armee Fraktion fece occasionalmente ricorso ad autobombe, come nel fallito tentativo di attaccare una scuola ufficiale della NATO nel 1984.
- Il gruppo separatista basco Euskadi Ta Askatasuna (ETA) tentò il suo primo attentato con un'autobomba nel settembre 1985 e portò a termine almeno 80 attacchi massicci con autobombe in Spagna nell'ultimo decennio, prima di sospendere le sue attività nel 2011.[10]
- Negli anni '80, il narcotrafficante colombiano Pablo Escobar fece ampio uso di autobombe contro le forze governative e i centri abitati in Colombia e America Latina. L'attentato più noto fu quello al DAS Building del 1989, che uccise 63 persone e ne ferì circa 1.000. Inoltre, il 4 luglio 1989, un'autobomba uccise il governatore di Antioquia Antonio Roldán Betancur e altre cinque persone; un membro di spicco del cartello di Medellín guidato da Escobar confessò in seguito il crimine.
- Il 26 febbraio 1993 una cellula fondamentalista islamica, capeggiata da Ramzi Yousef, fece esplodere un'autobomba nel parcheggio seminterrato del World Trade Center a New York, provocando 6 morti ed un migliaio di feriti (l'attacco venne definito dal FBI «una sorta di prova generale» per gli attentati dell'11 settembre del 2001)[11].
- Il 19 aprile 1995 un'autobomba distrusse il palazzo federale Alfred P. Murrah, situato nel centro di Oklahoma City, provocando la morte di 168 persone e il ferimento di 672. Timothy McVeigh, veterano della Guerra del Golfo, venne riconosciuto come principale artefice dell'attentato e condannato alla pena di morte tramite iniezione letale, eseguita nel giugno 2001. Un suo complice, Terry Nichols, fu invece condannato all'ergastolo.
- Il 7 agosto 1998 due autobombe vennero fatte detonare di fronte alle sedi dell'ambasciata statunitense in Kenya e Tanzania, causando la morte di 224 persone e il ferimento di oltre 4000. Il doppio attacco fu rivendicato dal leader di al-Qaida Osama bin Laden.
XXI secolo
- Il gruppo militante islamista Jemaah Islamiyah, legato ad al-Qaida e con sede nel sud-est asiatico, ha utilizzato autobombe nei suoi attacchi nei primi anni 2000, di cui il più importante è stato quello a Bali del 2002, in cui sono morte 202 persone.
- L'ex primo ministro libanese Rafīq al-Ḥarīrī fu assassinato da un'autobomba il giorno di San Valentino del 2005. Persero la vita anche altre 21 persone.
- Durante gli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia, l'estremista di destra Anders Breivik fece esplodere un'autobomba nel quartiere del governo esecutivo di Oslo, uccidendo 8 persone.
- Il 16 ottobre 2017, la giornalista e blogger maltese Daphne Caruana Galizia è morta in un attentato con autobomba.
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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