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Calcide del Libano
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Calcide del Libano (in greco antico: Χαλκίς ὑπὸ τῷ Λιβάνῳ?, in latino Chalcis sub Libanum) era un'antica città posta tra le catene del Libano e dell'Antilibano, centro maggiore dell'Iturea, nella Siria storica. L'area, in epoca ellenistica e romana, era detta così per l'antica presenza degli Iturei (Ιτουραῖον o Ιτυραῖοι), una popolazione di origine araba, cui si riferisce anche la Bibbia nella figura di Ietur o Yĕṭūr (Genesi 25.15[1], 1 Cronache 1,31[2] e 5,19[3]), che vi si erano stanziati almeno da prima della metà del II secolo a.C. Gli Iturei, che si erano forse estesi fino alla Galilea, furono vinti dall'asmoneo Aristobulo I (104-103 a.C.), che si appropriò di parte del loro territorio, probabilmente la più meridionale.[4][5]
Prima dell'avvento di Pompeo Magno nell'area, gli Iturei erano organizzati in un ampio Stato, il Regno di Calcide, retto dal tetrarca e sommo sacerdote Tolomeo (85-40 a.C.), figlio di Menneo, con Calcide per capitale.[4]
Lisania, figlio e successore di Tolomeo, fu ucciso da Marco Antonio, che cedé Calcide e il suo territorio a Cleopatra. Successivamente, l'imperatore Claudio passò l'Iturea a Erode (Erode di Calcide), nipote di Erode il Grande. Da Erode di Calcide l'area passò poi a Erode Agrippa II. Probabilmente all'epoca della dinastia flavia, forse nel 92 d.C., l'Iturea fu incorporata nella provincia romana di Siria.[5]
Strabone pone la città nella pianura di Marsia. Calcide si trovava forse a sud di Eliopoli (oggi il sito di Baalbek).[5]
A Calcide corrisponde forse Anjar (‛Angiar), ove si trovano resti delle fortificazioni (torri e mura) dell'antico centro. Resta una ricca monetazione, ascrivibile a Calcide, la cui produzione va fatta partire intorno al 117 o al 114 a.C.[5] La zecca del II secolo d.C. è ascrivibile ad una Flavia Chalcis: le monete, di bronzo, portano al dritto il ritratto e la titolazione degli imperatori romani dell'epoca, da Traiano a Marco Aurelio e Lucio Vero, e al rovescio, all'interno di una corona, il nome della città, talvolta associato all'immagine di un dio, Helioseiros. Ricorrono talvolta, sempre al rovescio, delle marche, in cui si è preteso di rintracciare delle date.[6] Le misteriose monete di Flavia Chalcis hanno stimolato ipotesi tra gli studiosi fin dal XVII secolo, ma non si è mai potuti giungere ad un accordo sull'identificazione della città, che secondo alcuni (così Aliquot) sarebbe una diversa Calcide, cioè Calcide del Belo (Qinnasrin), in Siria, e non Calcide del Libano.[6] Questa confusione tra le due Calcidi sorse già con l'antiquario veronese Enrico Noris (Henricus Norisius, 1631-1704), il quale, nell'opera Annus et epochae Syromacedonum in vetustis urbium Syriae nummis praesertim Mediceis expositae (1689), le considera un unico centro. Noris considerava Flavia Chalcis fondazione ellenistica di Seleuco I nella Siria settentrionale, dominata in seguito da clienti romani, da cui poi sarebbe passata alla dinastia menneide (Menneo, Tolomeo, Lisania, Zenodoro), poi a Cleopatra e infine alla dinastia erodiana.[6] Nel 1931, il numismatico francese Henri Seyrig, basandosi su fattori stilistici e tecnici, rimarcò l'identificazione di Flavia Chalcis con Calcide del Belo (Qinnasrin), associandone la monetazione a quella di altre zecche della Siria settentrionale.[7] Questa identificazione sembra anche confortata dalla constatazione della fortuna della Calcide siriana nella tarda antichità e nel Medioevo, al contrario della Calcide libanese, di cui scompare ogni traccia già a partire dal I secolo d.C.[7]
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Monetazione
A Calcide sul Libano sono attribuite alcune piccole monete in bronzo coniate tra l'85 e il 20 a.C. dai tetrarchi della Calcide[8].
- Tolomeo, tetrarca, figlio di Menneo (85-40 a.C.)
- D/ Testa laureata di Zeus; R/ in greco antico: ΠΤΟΛΕΜΑΙΟΥ ΤΕΤΡΑΡΧΟΥ?, Ptolemaiou tetrarchou; Aquila in volo.
- D/ Testa laureata di Zeus; R/ in greco antico: ΠΤΟΛΕΜΑΙΟΥ ΤΕΤΡΑΡΧΟΥ ΚΑΙ ΑΡΧΙΙΕΡ?, Ptolemaiou tetrarchou kai archiier; Due guerrieri con lancia; corona di alloro.
- Lisania, figlio di Tolomeo (40-36 a. C.)
- D/ Testa diademata di Lisania R/ in greco antico: ΛΥΣΑΝΙΟΥ ΤΕΤΡΑΡΧΟΥ ΚΑΙ ΑΡΧΙΕΡΕΩΣ?, Lysaniou tetrarchou kai archiereōs; Atena nicefora stante
- Zenodoro, figlio di Lisania, B.C. 30-20 a.C.
- D/ Testa di Ottaviano. R/ in greco antico: ΖΗΝΟΔΩΡΟΥ ΤΕΤΡΑΡΧΟΥ ΚΑΙ ΑΡΧΙΕΡΕΩΣ?, Zenodorou tetrarchou kai archiereōs; testa di Zenodoro.
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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