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Caravella a vela quadra

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Caravella a vela quadra
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Caravella a vele quadre, dall'inglese Square-rigged caravel, o Caravela redonda (it. "Caravella rotonda") se si vuole utilizzare la nomenclatura portoghese,[2] è il termine d'uso moderno con cui si suole indicare un veliero creato dai portoghesi a cavallo tra XV e XVI secolo[3][N 1] che le fonti dell'epoca chiamavano caravela de armada,[4] da cui il nome caravella da guerra già in uso in Italia alla fine del XIX secolo.[1]

Voce principale: Caravella.
Dati rapidi Altri nomi, Caratteristiche costruttive ...

In servizio sino alla fine del XVII secolo,[5][6] la caravela de armada era una nave molto più grande della comune caravella (anche 180 t di stazza contro le 50 t della caravela latina):[7] con cui aveva in realtà ben poco da spartire, differendo quanto a numero e disposizione delle vele (fondamentale fu l'uso della vela quadra), forma e proporzioni dello scafo, armamento, ecc. Concepita espressamente per attività belliche,[8] anticipò molte delle innovazioni tecniche che caratterizzarono il galeone e giocò un ruolo notevole nell'espansione portoghese nell'età della scoperte, soprattutto nella prima metà del XVI secolo, per la sua eccezionale manovrabilità e capacità di combattimento,[9] anticipando molte delle caratteristiche di servizio delle successive fregate.[10][11]

Secondo l'esploratore e cronista portoghese Gaspar Correia (1496–1563), la tipica caravela de armada della IV Armata d'India di Vasco da Gama (1502) trasportava 30 uomini, 4 cannoni pesanti sottocoperta, 6 falconetti (pt. falconete) in coperta (due fissati alla poppa) e 10 archibusoni (pt. canhão de berço) sul quarto-ponte e a prua.[12]

Il celenterato marino Physalia physalis è gergalmente chiamato "Caravella portoghese" in lingua italiana, portoghese e spagnola poiché rassomiglia a questo tipo di nave da combattimento.[13] In altre lingue europee, la Physalia è similarmente chiamata "nave da combattimento": si pensi al nome olandese, oorlogsschip,[14] o a quello inglese, man-of-war.[15]

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Storia

Riepilogo
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Origine

Lo stesso argomento in dettaglio: Sviluppo marittimo iberico (1400-1600).

La caravela de armada comparve in un momento imprecisato tra la fine del XV ed il principio del XVI secolo, a cavallo cioè tra i regni di Giovanni II del Portogallo (r. 1481–1495) e Manuele I del Portogallo (r. 1495–1521).[3][N 1] Da alcuni semplicisticamente considerata una variante della caravella,[N 2] era in realtà un nuovo tipo di veliero dalle notevoli differenze strutturali, risultato di un'evoluzione nel design della caravella "classica", la c.d. "Caravela latina" (anche "Caravela dos Descobrimentos" per il ruolo giocato nelle esplorazioni portoghesi, un natante agile e veloce ma di scarsa utilità logistica o bellica)[7][16] e d'una combinazione strutturale con la nau e la caracca, gli altri velieri sui quali i lusitani andavano costruendo il loro predominio marittimo.[17]

Cristoforo Colombo (1451–1506), nei suoi viaggi nel Nuovo Mondo al servizio della Castiglia (1492–1504), utilizzò navi chiamate caravelas redondas (lett. "caravelle rotonde") per l'uso misto delle vele ma erano strutturalmente delle caravelle latine (forsanche navi più tradizionali),[18][19] diverse però dalle redonde portoghesi per numero e disposizione delle vele e forma dello scafo. Ancora oggi, taluni storici (v.si il lavoro di Elbl 1985 in bibliografia) definisco "redonda" semplicemente qualsiasi caravella armasse vele quadre.[20]

Diffusione

Lo stesso argomento in dettaglio: Portogallo nell'età delle scoperte.

Al tempo di Re Manuele I (r. 1495–1521), la caravela de armada fu determinante nell'esplorazione dell'Estremo Oriente tramite le c.d. "Armate d'India" (pt. Armadas da Índia) dopo che Vasco da Gama raggiunse l'India nel 1497,[21] tanto quanto dell'America meridionale, dopo che la Seconda Armata d'India di Pedro Álvares Cabral scoprì nel 1500 il Brasile,[22] e dell'America del Nord, raggiunta dai portoghesi con le spedizioni dei fratelli Corte-Real (1501–1502).[23]

Lo stesso argomento in dettaglio: Armata d'India e Impero portoghese.
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Lo stendardo dell'Ordine del Cristo (Portogallo), insegna de facto delle navi lusitane poiché molti dei loro capitani militavano in quell'ordine cavalleresco.[24]

Fondamentale fu il contributo di queste nuove navi nelle battaglie del tempo, creatrici dell'Impero portoghese tra India e Sud-est asiatico: la vittoria lusitana nella battaglia di Cannanore (1501), da taluni ritenuta il primo scontro nautico in cui si utilizzò la "linea di battaglia",[25][26][27] il successo di Vasco da Gama nella battaglia di Calicut (1503)[28][29] e le brillanti operazioni anfibie condotte tra le Backwaters del Kerala da Duarte Pacheco Pereira (v.si battaglia di Kochi, 1504)[30][31] e da Lopo Soares de Albergaria (v.si battaglia di Cranganore, 1504)[32][33] furono tutti successi conseguiti grazie alle ottimali prestazioni della caravela de armada. Anche la fondamentale battaglia di Diu (1509) che garantì ai portoghesi la supremazia nell'Oceano Indiano[34][35] fu combattuta da una flotta che aveva nelle caravelle da combattimento il suo fiore all'occhiello[36][37] e lo stesso dicasi delle immediatamente successive conquiste di Goa (1510–1512)[38] e di Malacca (1511)[39][40] per opera del governatore dell'India portoghese Alfonso de Albuquerque (c. 1509–1515).[41][42]

Le armade dispiegate dai lusitani nelle sopracitate battaglie erano composte, oltre che da legni natii (es. baggala, dau e djong) sequestrati o forniti dagli alleati, da caravelle e caracche, queste ultime molto utili negli scontri risolutivi sotto-costa come la battaglia di Diu perché vere e proprie fortezze galleggianti ma di scarsa manovrabilità. Le caravelle detennero perciò il primato per gli scontri in alto mare nell'Oceano Indiano per le prime due decadi del XVI secolo:[43] così nella battaglia di Tamão (1521), nel Delta del fiume delle Perle, la flotta portoghese che affrontò la schiacciante forza della Cina Ming (50 giunche) s'appoggiava su 6 caravelle ed alcuni djong alleati.[44]

La caravela de armada fu massicciamente utilizzata nel servizio guardacoste: nello Stretto di Gibilterra, nelle Isole Atlantiche, nel Nordafrica, nel Mediterraneo, in Brasile e nell'Oceano Indiano. Quando Manuele I decise di stanziare navi alle Azzorre per proteggere le armade di ritorno dall'India[45] o quando creò (1520) la Armada do Estreito (it. "Armata dello Stretto"),[46] lo fece utilizzando caravelle da guerra e alcune nau.[47] Nelle acque mediterranee, le caravelle erano stabilmente affiancate da fuste e galee, ancora ivi massicciamente impiegate per la guerra marittima fino a tutto il Seicento.[48] Flotte miste di caravelle e fuste/galee furono anche ampiamente utilizzate dal viceré delle Indie dai tempi di Albuquerque per le operazioni nel Mar Arabico, nel Mar Rosso e nel Golfo Persico[48][49][50] come poi raffigurato nel Roteiro do Mar Roxo di João de Castro (1500–1548), e lo stesso valse per le caravelle latine, in ragione della loro velocità e manovrabilità. Tutto ciò fu permesso dalla creazione di uno stabile insediamento portoghese, prima a Kochi e poi a Goa, con accluso arsenale marittimo (variamente noto come Ribeira das Armadas, Ribeira das Naus, Ribeira Grande, ecc.) presso il quale vennero costruite, direttamente in loco, le navi che supportarono la creazione dell'India portoghese.[51][52][53][54]

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Goa fortissima India urbs con ben in vista l'arsenale (centro) - ill. in (LA) Georg Braun (a cura di), Civitates orbis terrarum, I, f. 54, 6 v., 1572–1617.

Anche quando il galeone (pt. galeão) fece la sua comparsa sulla scena bellica navale (soprattutto sugli oceani Atlantico ed Indiano), la caravela de armada seguitò ad essere impiegata:[9] così, nella conquista di Tunisi (1535) ove il famoso galeone portoghese São João Baptista o "Botafogo" (dislocamento 1000 t; 80-200 cannoni a bordo)[55] diede grande prova di sé, re Giovanni III del Portogallo (r. 1521–1557) aveva schierato 20 caravelle;[56][57] per rispondere all'assedio ottomano di Diu (1538), il governatore delle Indie Nuno da Cunha (c. 1529–1538) assemblò una flotta di galeoni, galee e diverse caravelle;[58] nelle successive battaglie delle Stretto di Hormuz (1553) e del Golfo di Oman (1554), i portoghesi schierarono ogni volta 6 galeoni, supportati rispettivamente da 9[59] e 6 caravelle,[60] oltre che da qualche decina di fuste (nel Golfo di Oman, nella fattispecie, lo scontro arrise ai portoghesi proprio in ragione dell'operato delle caravelle);[61] ecc.

Il Portogallo entrò poi nel novero dei domini asburgici durante la c.d. "Unione iberica" (1580–1640), ritrovandosi così invischiato nella guerra degli ottant'anni tra Spagna ed Olanda (1568–1648) e nel guerra anglo-spagnola (1585–1604). Le caravelle si ritrovarono così impegnate a combattere contro le navi inglesi ed olandesi, es. durante le operazioni della c.d. "Invencible Inglesa" alle Azzorre (1589),[62] già prima che la VOC prendesse d'assalto l'impero coloniale lusitano nel XVII secolo (v.si guerra olandese-portoghese 1601–1661).

Nel corso del Seicento, mentre i galeoni (ormai prossimi ad evolversi nei vascelli) dominavano il teatro bellico navale, le caravelle restarono in servizio con compiti diversi: al principio del secolo, alcune delle flotte inviate annualmente in India per l'approvvigionamento di spezie erano composte unicamente da caravelle (nella fattispecie, il caso si verificò nel 1604, 1605 e 1611); la Armada da Costa, di stanza alle Azzorre, impiegava caravelle come porta ordini almeno al 1625, quando l'armata indica di Vicente de Brito de Meneses, di ritorno in patria, fu dirottata alla Terceira per proteggerla da un assalto di pirati inglesi e lo stesso fece la flotta impegnata nella coeva Riconquista di Bahia; nella battaglia di Abrolhos (1631), mentre lo scontro tra gli iberici ed gli olandesi veniva risolto dai galeoni, delle caravelle venivano utilizzate per il trasporto truppe a Paraíba.[63]

Ritiro

La concorrenza del galeone fu certamente notevole ma le grandi qualità della caravela de armada le garantirono il servizio sino alla fine del XVII secolo.[5][6] Il veliero è stato indicato come «il tipo di nave meglio noto agli autori di trattati d'architettura navale del XVI e XVII secolo».[64] L'ultima menzione esplicita di una caravela nelle flotte indiche data al 1657 e si riferisce all'armada messa agli ordini di Luís de Mendonça Furtado e Albuquerque.

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Descrizione

Riepilogo
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Molti dei dati tecnici relativi alla caravela de armada trovano raffronto iconografico nelle raffigurazioni della stessa sui codici miniati portoghesi negli Anni 1560 e variamente noti come "Livros das Armadas", tanto quanto nei portolani o in documenti similari, come il predetto Roteiro do Mar Roxo di Castro.[65] Queste raffigurazioni possono però fornire dati anacronistici: per esempio, la Memória das Armadas (1568), descrivendo le navi utilizzate da Cabral nella spedizione indica del 1500, raffigura la nave di Bartolomeo Diaz (affondata) come una caravella a quattro alberi[66] laddove non è però certo che, in quella spedizioni, simili navi siano state impiegate.[67]

Costruzione

La caravela de armada e la caravela dos Descobrimentos erano navi profondamente difformi tra loro: in pratica, l'unico elemento comune era il nome "caravella".[68] Ciò in ragione del fatto che la caravella non fu una classe navale quale oggi la intendiamo bensì un nome diffusamente utilizzato per indicare, tra XV e XVI secolo, legni dalle caratteristiche diverse come occorse, tra XVI e XVII secolo, alla fregata[11] ed al brigantino.

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Caravela de armada - ill. in Livro de Lisuarte de Abreu.

La prima differenza tra la caravela de armada e la caravella classica era l'armamento velico: il nuovo veliero aveva quattro o più alberi, di solito tre armati a vele latine e l'albero di trinchetto armato con due vele quadre (trinchetto e parrocchetto) e dotata di coffa. Altra differenza era lo scafo, affusolato e stretto, con un rapporto lunghezza-larghezza compreso nell'intervallo 3:1–4:1 (rari i casi di un pieno 4:1; obbligatorio il 3:1 nel caso di un legno da 150 t)[4] simile a quello del patacho,[69] un coevo naviglio bellico iberico leggero, a due/tre alberi, usato per attività di perlustrazione sotto-costa,[70][71] e la coperta era divisa in due ponti. Al fine di mantenere il baricentro basso, in modo da non compromettere la stabilità, fu aumentato il pescaggio della nave, consentendo così l'esistenza di più ponti. Come la nau, la caravela de armada aveva sia cassero sia castello di prua (non però sviluppato quanto quello della caracca), a differenza della caravella latina, che non poteva avere alcuna struttura eretta a prua della nave, a causa della manovra dell'albero di trinchetto. Sempre a prua, aveva anche un becco sporgente in avanti dal di sotto del livello del castello, per supportare lo scarico di pesi del bompresso. Il cassero era allungato, solitamente sporgente all'indietro, ed architettonicamente più complesso di quello d'una normale caravella: a due piani o a due ponti a castello, su gradazioni diagonali in lunghezza, come nella caracca. In ultimo, la caravela de armada aveva uno stazzamento nettamente superiore a quello delle caravelle originarie (50 t):[7] i manuali del tempo ci riportano tre classi di stazza, rispettivamente da 100-125 t, 110-150 t o 150-180 t.[68][72][73][74]

L'insieme delle predette caratteristiche concorreva a fare della caravela de armada un legno ideale per la guerra,[8] in grado sia di caricare diversi pezzi d'artiglieria, anche pesanti, sia di manovrare con agilità. Per la sua configurazione strutturale, l'innovativo veliero è inserito dagli esperti nel novero delle c.d. "navi tonde" (da cui la nomenclatura lusitana attuale di caravela redonda) seppur fosse di scafo più stretto e allungato e linee più basse, di poppa e di prua, rispetto alle navi di maggiori dimensioni di quella categoria, cioè la nau e la caracca. La stazza morfologica era perfettamente adeguata all'evoluzione generale dei velieri a partire dal XV secolo che vide dapprima un forte incremento delle sovrastrutture e venne progressivamente a diminuire di volume.[3]

I risultati dell'ingegneria marittima lusitana di cui la caravela de armada costituisce certamente un esempio erano frutto delle innovazioni apportate dai portoghesi alla costruzione navale dal XV secolo a tutto vantaggio della navigabilità e longevità dei loro navigli: chiodi di ferro (anziché pioli di legno) per contenere le assi; la miscelazione del piombo nelle cuciture e una tecnica di calafataggio che migliorava il tradizionale rovere con la pasta "galagala" (una specie di mastice pressato tra le assi ottenuto miscelando quercia, lime e olio); l'abbondante rivestimento di pece e catrame di pino (importati in grandi quantità dalla Germania settentrionale) che dava allo scafo il caratteristico (per taluni osservatori sinistro) colore scuro (v.si "Navi nere").

Le caravelle, come le altri navi lusitane, erano prodotte sia in patria, presso l'Arsenale della Corona (pt. Armazém da Guiné e Indias) a Lisbona,[75] sia nei grandi cantieri navali dell'Impero d'oltre-oceano, come il predetto Armazém di Goa[51][52][54] o quello di Rio de Janeiro, in Brasile.[53]

Armamento

Lo stesso argomento in dettaglio: Artiglieria navale § Storia.
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Falconetto portoghese a retrocarica del tempo di Sebastiano I del Portogallo (r. 1557–1578).

L'artiglieria navale (in uso dagli Anni 1380 alle marine di Venezia, Castiglia e Catalogna)[76] fu il più grande vantaggio che i portoghesi esercitarono sulla maggior parte delle altre marine e la Corona non risparmiò spese per procurarsi e produrre le migliori armi navali consentite dalla tecnologia europea del tempo. Re Giovanni II (r. 1481–1495), quand'era ancora un principe (1474), introdusse il ponte rinforzato sulle nau per consentire il montaggio di armi pesanti[77] e successivamente (1489) creò d'artiglieri addestrati, i c.d. "bombardeiros" su ogni nave, promuovendo lo sviluppo di tattiche navali che massimizzarono le bordate anziché l'abbordaggio prediletto dagli scontri tra galee. La Corona pagò lauti stipendi e premi per attirare i migliori armaioli e artiglieri europei (principalmente tedeschi) per far avanzare l'industria bellica lusitana. Ogni innovazione introdotta altrove fu immediatamente assorbita dai portoghesi: cannoni di bronzo fiamminghi/tedeschi; cannoni a retrocarica con culatta tedeschi; scafi corazzati inglesi e l'idea francese dei sabordi (pt. portinhola) nello scafo per consentire il montaggio di cannoni pesanti sottocoperta.[78][79][77]

Le caravelas de armada del XVI secolo furono pertanto munite d'una notevole varietà di bocche da fuoco: cannoni pesanti sottocoperta, falconetti (pt. falconete), archibusoni (pt. canhão de berço o solo berço), ecc.[80] Da principio, i pezzi imbarcati erano poco più di una dozzina[81][82] ma crebbero significativamente: già 20 al tempo della IV Armata d'India di Vasco da Gama nel 1502 (4 cannoni di sottocoperta + 6 falconetti e 10 archibusoni in coperta),[12] arrivarono poi a 30-40 unità. Sono numeri significativi se consideriamo che, sempre stando al cronista Correia, le caracche da guerra di Gama nel 1502 caricavano 6 cannoni sottocoperta, 8 falconetti in coperta e «diversi» archibusoni. Una caravella latina di stazza 50 t, nel 1519, era invece armata di solo 2 falconetti e 4 archibusoni.[79][83]

Impiego

Laddove il galeone portoghese, in gran parte progettato per una migliore navigazione e per la difesa navale,[84] restò comunque d'uso misto, bellico e commerciale, come fu anche per il galeone spagnolo,[85] la caravela de armada, pur concettualmente bifunzionale, fu essenzialmente dedicata alla guerra navale, soprattutto nel periodo (1487–1509), precedente l'arrivo dei galeoni, in cui le armade erano composte da nau dalla grande capacità di carico ma scarse quanto a prestazioni belliche,[9] e si può quindi considerare la prima tipologia di veliero espressamente sviluppato per la guerra.[8] L'impiego tattico del veliero, come anticipato negli esempi soprariportati, fu variegato, comunque riconducibile alle c.d. "navi di seconda linea" nella classificazione contemporanea: scorta convoglio; pattugliamento costiero; scontro aperto in alto mare, specificatamente in alcune delle prime battaglie accertate in cui si ricorse alla "linea di battaglia";[25][26][27] trasporto truppe; porta ordini; ecc. Si trattava, in buona sostanza, del multiforme servizio che avrebbe caratterizzato l'impiego delle successive fregate.[10][11]

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Lascito tecnologico: dalla caravela de armada al galeone

Riepilogo
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Lo stesso argomento in dettaglio: Galeone.
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Nau (sx), galeone (c), caravela de armada (c-basso) e fuste/galee (sx e dx basso) alla fonda Suakin (Sudan) nel 1541, durante la spedizione portoghese a Suez (1540-1541) - ill. in (PT) João de Castro, Roteiro do Mar Roxo.

Il galeone fece la sua comparsa nella armade lusitane nel primo quarto del XVI secolo, a cavallo tra i regni di Manuele I (r. 1495–1521) e Giovanni III (r. 1521–1557). Un veliero di grande stazza, pesantemente armato, robusto, con una capacità di carico inferiore rispetto alle caracche utilizzate per il trasporto delle merci ma ideale per scortare flotte e convogli su lunghe tratte come la rotta per l'India (pt. Carreira da Índia).[85][86]

In termini strutturali, il galeone evolve, secondo alcuni storici coscientemente,[87] dalla caravela de armada.[N 3] Il castello di prua più basso e discreto e lo scafo più stretto e affusolato rispetto a nau e caracche, l'armamento velico misto latino-quadro, il potente armamento e le linee più idrodinamiche erano tutte caratteristiche anticipate dalla caravella.[85] Le linee basse e strette, lo scafo affusolato e appuntito e la prua a forma di becco (molto pronunciato nei primi esemplari) gli consentiva una notevole velocità, mentre l'altezza ridotta del castello di prua migliorava le manovre, anzitutto la navigazione a bolina fitta ideale per gli spazi ristretti.

Il galeão si distingueva invece dalla caravela de armada per la cintura corazzata, ottenuta con una maggiore densità di fari e longheroni nello scafo, innovazione sviluppata dai portoghesi sulle caracche per renderne la struttura più solida e resistente ai colpi d'artiglieria. Inizialmente, il galeone ebbe tre alberi (come la caracca): trinchetto e maestra armati quadri e la mezzana armata latina. Si passò poi ai quattro alberi della caravela de armada nei velieri più grandi,[88] sempre con vele latine sui due alberi di mezzana e una terza vela quadra, più piccola, alle sommità del trinchetto e dell'albero di maestra, come si vede nelle raffigurazioni del sopracitato Botafogo[55] o nei galeoni del Roteiro do Mar Roxo di Castro.[85]

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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