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Castello di Compiègne
museo in Francia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Castello di Compiègne (in francese: Château de Compiègne) è un castello francese, situato nella città di Compiègne, dipartimento dell'Oise, quindi nella regione della Piccardia, che venne costruito nel XIV secolo e poi ristrutturato durante il regno di Luigi XV di Borbone. Abbadonato durante la Rivoluzione francese, Napoleone Bonaparte desiderò una ristrutturazione completa della residenza, che assunse così un carattere imperiale. Dopo la caduta del Primo impero e la restaurazione borbonica, Compiègne fu reintegrato come tenuta reale. Con l'ascesa di Napoleone III, il castello divenne la sede dei "series", ovvero una serie di incontri organizzati annualmente, a cui erano invitati gli esponenti dell'élite parigina ed europea.
Assieme alla Reggia di Versailles ed al Castello di Fontainebleau, Compiègne è stata una delle tre sedi governative dell'Ancien Régime o comunque della monarchia francese. Ancor prima che il castello fosse costruito, la località di Compiègne era la residenza estiva preferita dei monarchi francesi che vi si recavano essenzialmente per praticarvi la caccia nella vicina foresta.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva

Nel XIV secolo, re Carlo V di Francia, compiaciuto della foresta circostante, decise di costruire un castello a Compiègne, che verrà così frequentato dai vari successivi monarchi francesi. Alla morte del re, nel 1380, la costruzione del palazzo era quasi completata. Sebbene la struttura originale scelta da Carlo V sia stata modificata nel tempo, conservò uno stile medievale fino al XVII secolo, quando re Luigi XV, appassionato di Compiègne, ordinò la ristrutturazione della tenuta e affidò questo "grande progetto" al suo architetto capo Ange-Jacques Gabriel, che avrebbe poi elaborato i piani accettati dal re nel 1751. Salito al trono nel 1774, toccò poi al nipote Luigi XVI incaricare il successore di Gabriel, Le Dreux de la Châtre, di realizzare ulteriori lavori. Oltre a completare gli elementi principali del progetto originale di Gabriel, realizzò la nuova ala che si affaccia sul parco e che la regina Maria Antonietta intendeva acquistare, il peristilio, la sala colonnata e la sala delle guardie. Eseguì anche importanti lavori interni, compresi gli appartamenti del re e della regina. Fu sotto il suo regno che furono realizzati alcuni degli arredi interni che vediamo ancora oggi. Il castello divenne così un notevole esempio di architettura neoclassica.

Con lo scoppio della Rivoluzione francese, i mobili del palazzo furono dispersi nel 1795, per poi essere restituiti solo in parte Nel 1799, fu costruita un'accademia militare nel palazzo: fu questo l'inizio dell'Ecole des Arts et Métiers (Scuola di Arti e Mestieri), nel 1803, che si trasferì a Châlon-sur-Marne nel 1806, poiché Compiègne doveva ritornare a fungere da residenza reale ed imperiale. Il 12 aprile 1807, Napoleone diede ordine di rinnovare completamente il castello di Compiègne. Furono subito avviati importanti lavori all'interno del palazzo, guidati dall'architetto Louis-Martin Berthaut, che aveva recentemente eseguito lavori per l'imperatrice Giuseppina al Castello di Malmaison. I lavori si svolsero tra il 1808 ed il 1810 e portarono a una nuova distribuzione degli spazi e soprattutto a nuovi decori e arredi, alcuni dei quali sono ancora visibili oggi. L'imperatore occupò ora quello che un tempo era l'appartamento del re e l'imperatrice fu alloggiata in fondo alla terrazza, in precedenza l'appartamento della regina che fu trasformato in un appartamento per i sovrani stranieri in visita. La maggior parte delle decorazioni murali fu opera degli studi d'arte Dubois e Redouté, mentre i mobili furono realizzati da Jacob-Desmalter e Marcion. Questi divennero gli appartamenti più grandiosi del Primo Impero francese. Fu qui nel 1810 l'arciduchessa Maria Luisa d'Austria fu accolta dal suo futuro marito, proprio come Maria Antonietta nel 1770, quindi 40 anni prima. Dopo aver celebrato le nozze a Parigi, la coppia imperiale fece ritorno a Compiègne. La corte vi fece ritorno nel 1811 insieme al giovane re di Roma, poi Napoleone II di Francia. Durante la Restaurazione, il ritorno dei Borbone sul trono francese, i principi della famiglia reale soggiornarono a Compiègne per brevi periodi; re Carlo X vi si fermò nel 1824 di ritorno dalla sua incoronazione a Reims, e nel 1832 Leopoldo I del Belgio vi sposò la principessa Luisa, figlia maggiore di Luigi Filippo d'Orléans. Nel 1848, la tenuta divenne proprietà dello Stato. Il principe Luigi Napoleone Bonaparte, poi Napoleone III di Francia, visitò Compiègne in occasione dell'inaugurazione della linea ferroviaria Compiègne-Noyon.
Anche il Secondo Impero francese lasciò il suo segno a Compiègne; l'imperatore Napoleone III nutriva una particolare affinità per il palazzo e vi organizzò la famosa "series à Compiègne" nei mesi autunnali, organizzate nell'arco di quattro-sei settimane, a cui furono invitati un centinaio di ospiti. Tra questi, personalità vicine al governo, sovrani e principi stranieri, diplomatici, scrittori, artisti e scienziati, che si ritrovarono in un ambiente intimo con la famiglia imperiale. Cacce, escursioni, giochi, concerti e spettacoli teatrali riempivano le loro giornate, durante le quali potevano dimenticare i vincoli dell'etichetta. I lavori di ristrutturazione furono quindi eseguiti in tempo per accogliere gli ospiti e fu introdotta una grande quantità di mobili contemporanei. L'imperatore fece anche costruire la "Galerie Neuve" (Galleria Nuova), nota anche come "Galerie Natoire", che forniva un accesso diretto al teatro imperiale, il quale però rimase incompiuto. L'élite politica, artistica e scientifica del Secondo Impero francese fu così intrattenuta al castello di Compiègne [1].

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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva


Tra i vari interni del castello che si possono ammirare vi è l'"appartamento dell'Imperatore" e quello "dell'Imperatrice" erano riservati alle coppie imperiali, mentre quello del "Re e della Regina di Roma" fu riservato da Napoleone ai sovrani stranieri; Carlo IV di Spagna soggiornò in queste sale dopo la sua abdicazione, avvenuta nel 1808, così come in seguito i sovrani Luigi e Ortensia d'Olanda, e infine Napoleone II Bonaparte. A causa della relativamente scarsa presenza di simboli imperiali in queste sale, Luigi XVIII di Borbone, una volta restaurato sul trono di Francia, scelse di risiedere a Compiègne nel 1814, prima dei "cento giorni". Durante il Secondo Impero, queste sale assolsero alle stesse funzioni, mentre quando non vi erano sovrani, l'appartamento era occupato dalla principessa Matilde.
L'ingresso all'appartamento dell'Imperatore avviene attraverso un imponente vestibolo, la famosa "Salle des Colonnes", e la disposizione delle colonne corrisponde esattamente a quella del colonnato esterno che si affaccia sulla Corte d'Onore. Successivamente, il grande scalone d'onore conduce alla "Salle des Gardes du Roi" e alla "Sala da pranzo dell'imperatore". Sia il "Salon des Cartes" che il "Salon de réception" sono conservati nel loro stile Secondo Impero. La camera da letto dell'imperatore e la biblioteca sono notevoli per la loro ricchezza di decorazioni in stile Impero di Jacob Desmalter. La cappella del palazzo fu progettata per l'uso dei sovrani e delle persone a loro strettamente legate. La "Galerie de bal", restaurata nel suo stile Secondo Impero, ha ad un'estremità una statua di Napoleone I e all'altra quella di Madame Mère, Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone. La "Galérie Natoire", costruita nel 1858, contiene una serie di dipinti sul tema di Don Chisciotte.


Tra le sale del castello [2] spiccano la "Salle des Gardes" (Sala delle guardie): progettata nel 1784 dallo scultore Pierre-Nicolas Beauvallet (1750-1818), la decorazione della Salle des Gardes du Roi combina temi militari e allegorici. All'epoca, dopo aver sostenuto le colonie britanniche ribelli durante la guerra d'indipendenza americana, Luigi XVI era celebrato come il principale vincitore dell'Inghilterra. Le decorazioni scultoree della sala fanno abbondantemente riferimento a figure mitologiche che incarnano i valori marziali, nonché a personaggi storici di spicco come Alessandro Magno. Il "Salon des Cartes" (Salone delle Carte): questa sala illustra l'arte di vivere francese, dove nobili e cortigiani si riunivano per giocare a giochi di strategia e di conversazione, in un ambiente al tempo stesso intimo e sontuoso. Sotto il Secondo Impero, il castello di Compiègne ospitava ogni autunno le famose "séries", organizzate da Napoleone III e l'imperatrice Eugenia che invitavano la corte, l'élite parigina e il gotha europeo per una settimana di divertimento.
Questa stanza rimane l'emblema di questa vita di corte moderna e spensierata. La "Chapelle" (Cappella): costruita principalmente durante il Primo Impero e successivamente ristrutturata sotto Napoleone III, la cappella del castello, nonostante le sue dimensioni relativamente ridotte, ha un innegabile carattere monumentale. Con la sua architettura quasi perfettamente simmetrica, incorpora una tribuna su tre dei suoi lati, che comunica direttamente con gli appartamenti imperiali, seguendo così la tradizione degli edifici di questo tipo. Qui vi si celebrarono, il 9 agosto 1832, le nozze della principessa Luisa, figlia maggiore di Luigi Filippo d'Orléans, e di Leopoldo I del Belgio [3].


La "Galerie des Chasses" (Galleria delle Cacce): durante il Primo Impero, questa sala era la galleria d'arte dell'imperatrice e ospitava una quarantina di dipinti prestati dal Louvre nel 1810 e alcune sculture. Durante il regno di Luigi Filippo, lo spazio fu dedicato all'esposizione dei bozzetti di Charles-Antoine Coypel per la serie di arazzi raffiguranti la storia di Don Chisciotte. Dal 1947, la galleria espone gli arazzi della collezione di caccia Luigi XV, realizzati alla Manufacture des Gobelins dalla bottega di Mathieu Monmerqué tra il 1736 e il 1746, su disegno di Jean-Baptiste Oudry. Sono inoltre esposti dipinti di Desportes e Oudry, tutti provenienti dall'antico appartamento di Luigi XV a Compiègne [4]. Il "Grand Appartement" (Appartamento grande): gli appartamenti dell'Imperatore riflettono la grandezza e l'autorità di Napoleone, con camere arredate in uno stile che unisce comfort e maestosità. I mobili d'epoca, le opere d'arte e gli oggetti personali dell'Imperatore offrono un'affascinante visione della sua vita quotidiana e del suo gusto per l'arte e la decorazione.
Una delle aree più notevoli è lo studio di Napoleone. Gli appartamenti dell'imperatrice offrono un'atmosfera più intima e raffinata, che riflette la personalità e le preferenze estetiche dell'imperatrice Eugenia. Queste stanze sono arredate con mobili lussuosi, tessuti preziosi e delicati oggetti d'arte, che evocano l'eleganza e la raffinatezza della corte imperiale. Questo appartamento comprende anche la sala da tè, un luogo conviviale dove l'imperatrice amava incontrare i suoi ospiti in un'atmosfera calda e rilassata. La "Salle de bal" (Sala da ballo): La sala da ballo di Compiègne fu commissionata da Napoleone I, che fece traforare una serie di edifici per la sua creazione, questa imponente sala riflette la brillantezza dello stile Impero (1810-1813). Le decorazioni delle pareti, opera di Dubois e Redouté, e le sezioni del soffitto che celebrano i trionfi dell'imperatore, disegnate dai protetti del barone Regnault, testimoniano questo periodo. Girodet dipinse le figure sui timpani, mentre Charles-Auguste Taunay fu responsabile dei bassorilievi che ornano gli architravi delle porte. Durante il Secondo Impero, la galleria fu trasformata in sala da pranzo e utilizzata per banchetti e ricevimenti. Dal 1914 al 1917, durante la Prima guerra mondiale, fu utilizzata come ospedale militare.
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Appartamenti
Riepilogo
Prospettiva
Il Castello di Compiègne comprende quattro appartamenti principali: gli "appartamenti dell'Imperatore", "dell'Imperatrice", "del Re di Roma" e quello "doppio del principe". Questi testimoniano la sua occupazione alla fine del XVIII secolo, durante il Secondo Impero. Ricostruito sotto Luigi XV e ampliato sotto Luigi XVI, il castello ha una pianta triangolare. Oltre a dominare la città, si affaccia anche sulla foresta e sul parco interstiziale, progettato al tempo di Napoleone Bonaparte. Gli appartamenti dei monarchi Luigi XV e Napoleone III si trovano al primo piano e godono di accesso diretto alla terrazza. Gli appartamenti storici includono l'appartamento dell'Imperatore, dell'Imperatrice, del Re di Roma e infine l'appartamento "doppio" del principe, costruito durante il Primo Impero per accogliere una coppia reale. Gli appartamenti dell'Imperatore e dell'Imperatrice testimoniano la permanenza di questo castello, che divenne una reggia imperiale dalla fine del XVIII secolo fino alla caduta del Secondo Impero [5].
Appartamento dell'Imperatore


Occupato da diversi monarchi francesi, da Luigi XV a Napoleone III, l'"Appartamento dell'Imperatore" si trova nel cuore del Castello di Compiègne, ed occupa l'intera parte centrale della facciata che si affaccia sul parco e si estende dalla sala da pranzo alla biblioteca. Una modifica importante fu apportata alla disposizione di questo appartamento; la "Camera del Re" era inizialmente situata nel cuore del complesso, al centro della facciata, visibile per il suo frontone colonnato. Napoleone Bonaparte scelse tuttavia di spostare la sua camera in un'altra stanza, l'ex polveriera di Luigi XV, mentre la Camera del Re fu trasformata in un'enorme sala di ricevimento nota come "Salone di Famiglia". La decorazione delle pareti e dei soffitti di queste varie stanze risale per la maggior parte alla fine del XVIII secolo e al Primo Impero.
Per quanto riguarda gli arredi, questi furono restaurati riportandoli all'aspetto che avevano durante il Primo o il Secondo Impero. Fa eccezione il "Cabinet du Conseil" (Sala del Consiglio), dove il re si riuniva. Questa sala è presentata così com'era nel XVIII secolo e serve a ricordare che il Castello di Compiègne era un tempo il luogo da cui emanava il potere reale [5].
Sala da pranzo dell'imperatore

Situata all'incrocio tra gli appartamenti del Re e della Regina, nel XVIII secolo questa sala fungeva da anticamera all'appartamento della regina e da sala dove veniva servito il "Gran Couvert" (banchetto pubblico offerto dal re). Durante il Primo Impero, la sala divenne la "sala da pranzo dell'Imperatore", pur essendo utilizzata anche come luogo di intrattenimento. Napoleone Bonaparte conservò l'arredamento settecentesco, che includeva in particolare i toni grigi del trompe-l'œil che imitavano i bassorilievi ispirati all'Antichità e basati sul tema dei piaceri della tavola. Realizzato dal pittore Sauvage, il dipinto sopra la cappa del camino rappresenta il poeta Anacreonte che, nel cuore dei vigneti, loda l'amore e il vino. Infine, grazie alla loro forma e decorazione, due vasi in marmo bianco sono un'ulteriore eco dello stile antico così presente nella decorazione pittorica. Per arredare la stanza, nuovi mobili in mogano furono commissionati a Jacob-Desmalter. Il tavolo sfaccettato è composto da quattro sezioni rettangolari e due semicerchi, rendendo la sua forma facilmente modificabile. Grazie alla sua posizione, la sala è versatile: durante il Secondo Impero, ad esempio, in questa sala veniva spesso allestito un teatro temporaneo, dove si tenevano numerosi spettacoli.
Stanza delle mappe
Durante il Secondo Impero, il castello di Compiègne ospitava ogni autunno le famose "séries", ovvero quando Napoleone III invitava le tout-Paris (l'élite alla moda e benestante di Parigi) e l'élite europea per una settimana di intrattenimento. Durante le séries, questo era il luogo in cui si tenevano le presentazioni dell'imperatore e altre forme di intrattenimento offerte agli ospiti. Altri elementi della sala includono un pianoforte meccanico e un tavolo da biliardo in miniatura. Qui si tenevano anche sciarade, giochi di carte, balli e spettacoli teatrali. Le mappe delle capitanerie di caccia, che rappresentano la foresta di Compiègne, sono esposte nella sala fin dal Primo Impero. Nel 1855, l'arredamento della sala fu rinnovato. L'architetto Ruprich-Robert progettò l'arredamento, tra cui sedie ricoperte da arazzi Beauvais del XVIII secolo sul tema dell'intrattenimento rurale. Infine, nuove tende rosso cremisi e vasi di Sèvres completarono l'insieme.
Sala famigliare

Un tempo "Camera del re", il "Salone di ricevimento", o "Sala famigliare" è la stanza più centrale dell'appartamento monarchico. Fu durante il Primo Impero che fu trasformato da camera da letto a salotto. Tutta su un unico livello e delimitata dalla terrazza, l'ex Camera del re è una stanza centrale del palazzo, attorno alla quale si articolano la facciata e la disposizione generale del parco. Con il soffitto più alto del palazzo, questa stanza presenta ancora decorazioni settecentesche, tra cui l'alta boiserie punteggiata da lesene corinzie e gli spazi sopra le porte dipinti da Sauvage. Napoleone Bonaparte rifiutò di avere la sua camera da letto in questa stanza, scegliendo invece di spostarla due stanze più in là. Progettata per essere una sala del trono, divenne il "Salotto dei Principi" e successivamente il "Salotto di famiglia". Tutti i suoi arredi furono rinnovati durante il Secondo Impero, nei toni del giallo oro o del verde celadon. Furono incorporati anche elementi del Primo Impero, tra cui la consolle in legno dorato realizzata da Jacob-Desmalter e i camini decorati con leoni.
Tutto l'arredamento della sala riflette l'importanza della modernità nella vita di corte e la ricerca del comfort tipica del Secondo Impero: sedie e divani leggeri con ruote che possono essere spostati facilmente, così come sedute imbottite morbide ed eleganti, come le sedie confidente per due o più persone, che invitano gli ospiti alla conversazione. La vita di corte a Compiègne era rilassata e l'etichetta ridotta al minimo, lasciando gli ospiti liberi di trascorrere le loro giornate come meglio credevano.
Sala del Consiglio

A testimonianza del ruolo politico svolto da Compiègne nel XVIII secolo, il "Salon du Conseil", salone del Consiglio, ospitava dibattiti politici. Come Versailles e Fontainebleau, Compiègne era effettivamente un luogo in cui si esercitava il potere reale, con numerosi decreti reali firmati al castello. La vocazione di questa sala, immediatamente adiacente alla "Camera del re", era politicamente sotto l'Ancien Régime. Infatti, il re si riuniva con il suo Consiglio tanto a Compiègne quanto a Versailles e Fontainebleau. L'impianto decorativo generale della sala si basa sulla glorificazione delle azioni militari dei Borbone, ripercorrendo i successi dei due regni precedenti ed evocando quelli del regno attuale. L'obiettivo era quello di ripercorrere le gesta di re Luigi XVI in linea con la tradizione storica, evidenziando al contempo le recenti vittorie. Rappresentante l'attraversamento del Reno, il grande affresco celebra la gloria militare di Luigi. La sala del Consiglio presentava anche otto porte dipinte da Cardin, sei delle quali sono ancora in uso, due delle quali si trovano tra le finestre.
Camera dell'Imperatore

Durante il Primo Impero, Napoleone aveva la sua camera da letto in questa stanza, modifica alla disposizione dell'appartamento che rappresentò una rottura con la tradizione monarchica. Decorata con i simboli del nuovo ordine politico, la "Camera dell'Imperatore" incarna il potere del regime. La stanza presenta decorazioni e arredi incredibilmente omogenei, frutto di una commissione completa e frenetica. Sono il simbolo del gusto popolare durante il Primo Impero. Gli studi d'arte di Dubois e Redouté, così come il pittore Girodet, realizzarono la decorazione pittorica della stanza nel 1810. I mobili e gli ebanisti in legno dorato sono opera di Jacob-Desmalter e l'Imperatore stesso scelse il paesaggio di Bidault appeso tra le finestre. Lo splendore della stanza deriva dall'abbinamento di rosso cremisi e oro, presente nei rivestimenti murali, nelle tende, nei copriletti e nelle sedie decorate con i simboli dell'Impero (foglie di quercia, stelle e api). Un incendio scoppiato nel 1919 distrusse il soffitto decorato della sala, dipinto da Girodet nel 1822.
Biblioteca dell'Imperatore

Questa sala costituisce il collegamento tra le sale di rappresentanza e gli appartamenti dell'Imperatore. È qui che Napoleone Bonaparte amava studiare al suo magnifico e ingegnoso tavolo meccanico creato da Jacob-Desmalter. L'arredamento, introdotto in modo omogeneo tra il 1808 e il 1810, comprende una variegata gamma di mobili, al tempo stesso preziosi, come le sedie in legno dorato, e funzionali, come i tavoli pieghevoli in mogano, le scale a rotelle e il mobiletto meccanico dell'Imperatore. L'arredamento è progettato in perfetta sintonia con la funzione della sala. Negli angoli della sala, le allegorie di Dubois e Redouté raffigurano tutte le branche del sapere e della riflessione umana. Esse impreziosiscono il soffitto dipinto da Girodet nel 1815, con Minerva, circondata da Apollo e Mercurio, pone la saggezza alla fonte di ogni conoscenza, accanto all'eloquenza e alla poesia. Le opere attualmente conservate nella biblioteca non sono quelle che appartenevano all'imperatore, poiché la biblioteca del monarca fu dispersa nel 1889. Queste opere furono portate qui nel 1902 dalla Bibliothèque Nationale (biblioteca nazionale francese) in seguito alla visita dello zar Nicola II a Compiègne.
Appartamento dell'Imperatrice


Fu durante il Primo Impero francese che gli appartamenti situati nell'ala nord del castello, sulla terrazza, furono assegnati all'Imperatrice. Presentano un arredamento i stile Impero eccezionalmente omogeneo. L'unica eccezione è il "Salon de Thé" (Sala da Tè), dove l'imperatrice Eugenia, consorte di Napoleone III, amava ricevere i suoi ospiti più illustri, scelti tra gli invitati alle famose "series". Oltre la biblioteca dell'Imperatore, si può accedere all'ala nord della terrazza, costruita nel 1755, che fu successivamente la residenza di Luigi, delfino di Francia e Maria Giuseppina di Sassonia, della regina Maria Antonietta prima che decidesse di trasferirsi nella nuova ala sud della terrazza, e poi dello stesso re Luigi XVI, che apprezzò la continuazione dell'appartamento all'interno. Naturalmente, quest'area era anche la residenza dell'Imperatrice del Primo Impero.
L'attuale percorso che i visitatori percorrono attraverso l'appartamento consente una scoperta in senso opposto a quello cerimoniale. Oltre a un'anticamera e una pinacoteca, comprendeva una sala da pranzo, tre salotti, la camera da letto e il boudoir, oltre ad altre due stanze private, il "Salon de Thé" (Sala da Tè) e il "Salon de Déjeun" (Sala per la Colazione). Ad eccezione del "Salon de Thé", l'unica stanza ad essere stata restaurata secondo lo stile Secondo Impero, tutte le altre stanze presentano uno stile Primo Impero. Le decorazioni dipinte delle stanze sono opera degli atelier di Dubois e Redouté, mentre i dipinti appesi alle pareti sono opera di Girodet, del padre Dubois e del maggiore dei Dubois. I più famosi fornitori del Primo Impero lavorarono qui sotto la guida dell'architetto Berthault, a cui si deve la creazione del boudoir-bagno dell'Imperatrice, una stanza circolare in cui l'illuminazione dall'alto e i drappeggi alle pareti si combinavano per creare uno spazio prezioso. Durante il Secondo Impero, l'imperatrice Eugenia occupò questi spazi, riservando il "Salon des FleursW ('salone dei fiori') e il "Salon Bleu" (salone blu) al principe imperiale, suo unico figlio [6].
Sala da pranzo dell'Imperatrice

Fu in questa sala, decorata in stile antico, che la sera del 27 marzo 1810, poche ore dopo il suo arrivo, l'arciduchessa Maria Luisa d'Austria consumò il suo primo pasto con Napoleone Bonaparte, suo futuro marito, alla presenza di Carolina Murat, sorella dell'imperatore. Durante il Secondo Impero, la sala fu restituita al principe imperiale, insieme al "Salon des Fleurs" (Salone dei Fiori) e al "Salon Bleu" (Salone Blu). Ad eccezione del soffitto in stucco modanato realizzato da Mongin nel 1815, i lavori di ristrutturazione della sala furono completati nel 1809. È ampiamente ispirata all'Antichità e all'Oriente, grazie alla Campagna d'Egitto: pareti in stucco che imitano il marmo giallo dell'Antichità, mobili in mogano realizzati da Jacob Desmalter, applique decorate con vittorie alate, un tappeto in pelle di tigre e un lampadario della manifattura di cristalli del Moncenisio. Sul soffitto, due amanti alati, che terminano in una pianta sinuosa, tengono in mano un grappolo d'uva e una coppa. Nei piccoli scomparti della stanza sono esposti diversi vasi antichi e strumenti musicali, tra cui un sistro egizio [6].
Salone blu

Il Salotto blu avrebbe dovuto fungere da sala di rappresentanza per l'imperatrice Maria Luisa, ma in seguito, si pensò di cederla al Re di Roma, figlio di Napoleone Bonaparte, dando così origine all'"Appartamento dei Figli di Francia"; l'Imperatore sperava in altri eredi futuri. Lo scopo del soffitto a tema guerriero era quello di insegnare al Re di Roma i concetti di virtù, coraggio e onore. Le quattro composizioni la partenza del guerriero, il combattimento, la fama che annuncia la vittoria del guerriero e il ritorno del guerriero furono aggiunte nel 1814 con l'obiettivo di creare l"'Appartamento dei Figli di Francia". Jacob Desmalter realizzò i mobili in legno dorato per la sala nel 1812. Le sedie sono rivestite in tessuto blu marezzato e presentano motivi ricamati con filo d'oro, così come gli arazzi. Nella nicchia di fronte alle finestre, nel 1811 fu collocata una statua realizzata da Charles Antoine Callamard che raffigura l'Innocenza che scalda un serpente nel suo seno. Durante il Secondo Impero, questa stanza fu ceduta al principe imperiale, unico figlio di Napoleone III; che la utilizzò come studio e sala giochi. L'imperatrice Eugenia desiderava che gli alloggi del figlio fossero accanto ai suoi [6].
Salone dei fiori

Durante il regno di Napoleone Bonaparte, questa stanza fungeva da sala da gioco, come testimonia la presenza di un tavolo da backgammon, due tavoli da quadriglia, un tavolo da bouillotte e numerose sedie. Durante il Secondo Impero, fu utilizzata come camera da letto per il principe imperiale, figlio di Napoleone III, che all'età di dodici anni e mezzo incise la data del 4 dicembre 1868 sul tavolino di marmo. La botanica fu l'ispirazione per l'arredamento di questa stanza; gli otto tavoli dipinti con fiori da Étienne Dubois si ispirarono agli studi del famoso pittore floreale Pierre-Joseph Redouté. Furono introdotti nel 1810 in occasione dell'arrivo dell'imperatrice Maria Luisa a Compiègne. I mobili in legno dipinto e dorato furono prodotti da Jacob-Desmalter nel 1809. Le sedie, ricoperte da arazzi prodotti dalla Manifattura dei Gobelins, presentano un piccolo motivo di bouquet su sfondo lilla scelto dalla stessa imperatrice Giuseppina [6].
Salone delle dame di compagnia

La presenza di sedie a dondolo è un indizio che ci si trova nel grande salone di ricevimento dell'imperatrice. Disposte secondo l'etichetta tradizionale, formano un cerchio attorno al divano su cui l'imperatrice e, forse, l'imperatore sarebbero stati seduti. Questo ampio salone fu decorato e arredato nel 1809. Celebra le virtù femminili attraverso le sue sovrapporte dipinte da Dubois che rappresentano le divinità Minerca, Giunone, Flora e Cerere. Le sedie in legno dorato prodotte da Jacob-Desmalter sono molto varie: divani, poltrone, sedie, sedie a dondolo e sgabelli. Le poltrone erano riservate ai sovrani e a "Madame Mère", la madre di Napoleone. Tutti gli altri, compresi i principi e le principesse della famiglia imperiale, potevano sedersi solo sulle poltrone e sulle sedie a dondolo. Tutti i sedili erano ricoperti di broccato verde e oro tessuto a Lione nel 1809 e decorati con cornucopie a forma di "J" per l'imperatrice Giuseppina, la quale, tuttavia, lei non visse mai in questa residenza, poiché Napoleone Bonaparte sposò Maria Luisa nel 1810 [6].
Camera dell'imperatrice

La "Camera da letto dell'imperatrice", così come la vediamo oggi, è quella che si presentava quando l'imperatrice Maria Luisa, seconda moglie di Napoleone Bonaparte, soggiornò a Compiègne nel 1810 in occasione del suo matrimonio. È dotata di un bagno adiacente che funge anche da boudoir. I lavori di questa stanza, eseguiti dall'architetto Berthault, furono completati tra il 1808 e il 1809. L'intero apparato decorativo, decorazioni dipinte e intagliate, è incentrato sul tema dell'abbondanza e della fertilità: due figure alate si ergono ai lati del letto ornato da cornucopie, anch'esso opera di Jacob Desmalter. La cornice dorata conferisce un aspetto etereo grazie al suo delicato abbinamento con i toni bianchi del resto del letto: sotto la superficie opaca si celano diversi strati interni realizzati con tessuti leggeri, quasi trasparenti. In seguito ai danni subiti da questa stanza durante gli attacchi prussiani del marzo e dell'aprile 1814, furono commissionati a Girodet diversi nuovi dipinti: "Aurore Chassant la Nuit" (Aurora che caccia la notte), nella sezione centrale del soffitto, è accompagnato da sei pannelli dipinti che circondano lo specchio e il camino, quattro dei quali sono ancora visibili oggi: Apollo, Estate, Autunno e Inverno. La camera da letto ha un bagno adiacente che emana un senso di purezza grazie al suo lucernario [6].
Salone da tè

Il "Salon de Thè" è l'ultima delle stanze che compongono l'appartamento dell'imperatrice; l'arredamento ancora oggi visibile (mobili, arazzi e opere d'arte) risale al Secondo Impero. È in questa stanza che l'imperatrice Eugenia accoglieva i suoi ospiti più illustri per un tè. L'imperatrice supervisionò personalmente la decorazione della stanza. Fervente ammiratrice di Maria Antonietta e del XVIII secolo, la sovrana scelse i mobili in legno dorato realizzati per il "Grand Cabinet de la Reine" (Gran Gabinetto della Regina) a Saint-Cloud. Appassionata di arte cinese e affascinata dall'Oriente, aggiunse alla stanza mobili laccati cinesi e arazzi orientali, tra cui quelli del Principe cinese tessuti dalla Manifattura di Beauvais e quello raffigurante abiti turchi prodotto dai Gobelins nel 1774.
L'arredamento della stanza le diede l'opportunità di esprimere i suoi gusti eterogenei, scegliendo di abbinare prestigiosi mobili storici a mobili contemporanei, funzionali e più borghesi, come le panche imbottite decorate con passamanerie (filo intrecciato d'oro) e i tavolini a incastro. Questa stanza era un tempo conosciuta come "Salon de Musique" (Sala della Musica) per via del pianoforte e dell'arpa che vi erano conservati durante il Primo Impero, sebbene questi fossero stati rimossi all'inizio della Restaurazione borbonica. La sala è stata ristrutturata tra il 2008 e il 2012 grazie al sostegno dell'azienda Uranie International (con sede nel dipartimento francese dell'Oise). I lavori sull'architettura e il restauro delle opere d'arte hanno permesso di riportare la sala all'aspetto che aveva alla fine del Secondo Impero, intorno al 1869 [6].
"Sala della Colazione"

Situato tra la "biblioteca dell'Imperatore" e la "Sala da Tè", il "Salon de Déjeun" è leggermente arretrato rispetto alle altre stanze dell'appartamento dell'Imperatrice, il che lo rende più intimo e privato. È stato restaurato nel suo stato originale durante il Primo Impero. È qui che alla sovrana veniva servito il primo pasto della giornata. I mobili in legno dipinto di bianco furono realizzati da Jacob Desmalter e aggiunti alla stanza nel 1809. La sua semplicità si sposa con una profusione di tessuti che ricoprono la stanza e donano luce e calore grazie al loro colore giallo narciso e al bordo blu che li circonda. Un tavolo da disegno, un telaio da ricamo e un cavalletto da pittore evocano la passione dell'Imperatrice per queste arti. In origine, i suoi strumenti musicali erano conservati nel salone adiacente [6].
Appartamento del Re di Roma

L'"Appartamento del Re di Roma" fu allestito sotto Napoleone I nell'ex appartamento della regina Maria Antonietta, e venne denominato "Appartamento A" durante la Monarchia di Luglio, venendo così occupato da ospiti illustri come il duca d'Orléans, figlio maggiore di re Luigi Filippo, e, durante il Secondo Impero, dalla principessa Matilde, cugina di Napoleone III Bonaparte. Il 22 ottobre 1807, Louis-Martin Berthault, architetto capo di Compiègne, presentò a Napoleone Bonaparte i progetti per la ristrutturazione interna del castello. L'imperatore avrebbe definito le linee generali di un nuovo assetto, cedendo l'ex appartamento della regina Maria Antonietta all'uso di un sovrano straniero e "rendendolo la parte più sontuosamente arredata della casa". Infatti, l'appartamento ospitò Carlo IV di Spagna, costretto ad abdicare nel 1808, e in seguito Luigi d'Olanda, fratello dell'Imperatore, e sua moglie, la regina Ortensia.
Tuttavia, dopo la sua nascita, l'appartamento fu riservato al Re di Roma, futuro Napoleone II di Francia. Egli vi soggiornò durante il suo soggiorno reale del 1811, quando aveva solo pochi mesi. Nel 1814, Luigi XVIII, tornato dall'esilio, scelse di soggiornare in questo appartamento durante la sua visita a Compiègne durante il viaggio verso Parigi. Sotto il regno di Carlo X di Borbone, sarebbe diventato quello l'appartamento del duca e della duchessa di Angoulême [7].
Sala per matrimoni
Ex "Salle des Nobles" (Sala dei Nobili) dell'appartamento di Maria Antonietta nel XVIII secolo, la stanza ha conservato il suo arredamento con boiserie a tutta altezza e sovrapporte in grisaglia dipinte da Sauvage sul tema delle Muse. Questo salone prende il nome dall'arazzo lì appeso nel 1808 raffigurante "Le Nozze di Angelica": basato su un cartone di Charles-Antoine Coypel, fu tessuto nella manifattura dei Gobelins tra il 1790 e il 1805. Fa parte dell'allestimento dei Frammenti d'Opera ispirati al Roland di Quinault (fine XVII secolo). I mobili in legno dipinto sono di Pierre-Benoît Marcion e le sedute sono rivestite con arazzi di Beauvais ispirati alle Favole di La Fontaine. Durante il Primo Impero, questo spazio veniva utilizzato come sala da gioco, come dimostra la varietà di tavoli da bouillotte (rotondi), tric-trac e picchetto. Di fronte al camino si trova una copia in marmo in scala ridotta del Mosè di Michelangelo.
Salone dei giochi della regina


Riportata al suo aspetto di fine XVIII secolo, questa stanza, che in seguito divenne il "Secondo Salone" degli "appartamenti del re di Roma", è tutto ciò che rimane dell'appartamento di Maria Antonietta, ma né Luigi XVI né la consorte videro mai i loro appartamenti completati e arredati a causa della Rivoluzione francese. L'arredamento progettato da Le Dreux de La Châtre presenta boiserie dipinte di bianco a tutta altezza, un grande fregio scolpito, il camino in marmo bianco ed elementi scultorei ornamentali sopra gli specchi e le porte di Randon, originario di Crépy-en-Valois, mentre Beauvallet, formatosi a Parigi, disegnò i putti con le gambe penzoloni e le aquile con le ali spiegate, un'allusione alle origini austriache della regina e non un'aggiunta in stile Impero. Le sovrapporte, dipinte "a colori" da Sauvage e aggiunte nel 1789, rappresentano i Quattro elementi (fuoco, acqua, aria e terra), simboleggiati dai giochi dei bambini. L'arazzo, composto da due pannelli, dona colore a questo arredo con tende coordinate: "Taffetà a coste Gros de Tours" con motivi di alberi, pergolati e malvarosa, commissionato a Pernon nel 1785, tessuto a Lione e consegnato l'anno successivo. Questa seta fu rifatta a Lione secondo il modello originale. I mobili in legno dorato con dettagli bianchi comprendevano originariamente 40 sedie pieghevoli e 12 sgabelli. Come il parascintille e il paravento a sei ante, furono realizzati sotto la direzione di Hauré, responsabile della produzione di mobili presso la Royal Garde-Meuble dal 1785 al 1788.
I due grandi cassettoni, ciascuno con un pannello centrale che nasconde tre cassetti e ripiani angolari, sono opera dell'ebanista Bennemann, sotto la direzione di Hauré. Consegnati nel 1786, si ispirano a un cassettone di Stöckel realizzato per la "Camera da letto della regina" a Saint-Cloud. Decorate al centro con il monogramma della regina, presentano una ricca decorazione floreale in bronzi dorati di Tournay e Galle, ispirata alla natura e all'antichità. Le applique con cervi e cinghiali in stile greco degli anni 1770s sono di Pitoin, scultore, maestro fonditore e doratore. Le applique a forma di faretra, i volute vegetali e le ghirlande di fiori e frutti aggiunte nel 1787 furono progettate da Martin e intagliate e montate da Thomire.
Camera da letto del re di Roma

Come la sala precedente, e in considerazione della sua importanza, l'ex camera da letto di Maria Antonietta ha conservato la sua sontuosa decorazione scultorea originale, putti sopra gli specchi e aquile sopra le porte. Le sovrapporte, dipinte "a colori" da Sauvage, rappresentano le quattro stagioni simboleggiate da bambini e figure femminili. Sotto l'Impero, il monogramma della regina in questa decorazione fu sostituito con quello di Napoleone e furono aggiunti quattro pannelli con motivi arabeschi in stile pompeiano. Questi furono realizzati dai pittori Dubois e Redouté sul tema della storia di Psiche. La profusione di dorature si sposa con la sontuosità dei tessuti: "broccato d'oro a strisce giallo narciso e blu, palmette e motivi turchi". Tutti i mobili in legno dorato furono forniti da Pierre-Benoît Marcion. Secondo la tradizione dell'Ancien Régime, la serie di sedie comprendeva sei "sedute d'arredo" più larghe, da disporre lungo le pareti, e sei "sedute correnti" su cui sedersi.
Boudoir

Da questa stanza si accedeva agli appartamenti privati della regina, da cui la successione di stanze con soffitti più bassi, frutto della presenza di un soppalco. Lo specchio a due vie di fronte alle finestre era progettato per riflettere la luce naturale in uno studio sul retro. Questa stanza è un'eccezione nell'appartamento del Re di Roma: è arredata in modo semplice con mobili in mogano, avendo mantenuto l'arredamento iniziale del 1808 utilizzato da Carlo IV di Spagna. Il piccolo cassettone, che poteva essere utilizzato come scrittoio, è opera di Marcione, mentre le piccole sedie a gondola sono realizzate da Jacob-Desmalter.
Sala da bagno
La "Sala da bagno del Re di Roma", radicalmente modificata durante il Secondo Impero, è stata riportata al suo aspetto originale del Primo Impero. L'estremità della stanza, con la sua decorazione a "statuario in stucco bianco", è riservata alla sala da bagno. Quattro colonne con capitelli corinzi incorniciano la vasca in ferro smaltato color verde bronzo con rubinetti a collo di cigno. Nelle nicchie si trovano calchi di oggetti antichi: a sinistra, la Venere dei Medici e a destra, l'Apollino. La parte anteriore della stanza funge da salotto; i mobili in legno dorato sono di Marcione.
Salone-boudoir
Il "Salone-boudoir" è costituito da una stanza d'angolo che era l'ultima dell'ex appartamento privato della regina e del Re di Roma. Riveste un particolare significato storico: nell'aprile del 1814, Luigi XVIII di Borbone, di ritorno dall'Inghilterra, sostò brevemente a Compiègne, dove occupò questo appartamento, non volendo soggiornare in quello dell'Imperatore, decorato con emblemi imperiali. Fu qui che tenne le sue riunioni politiche in preparazione del suo ritorno a Parigi. Tutti i mobili in legno dorato di questa stanza furono forniti da Marcione e le sedute sono rivestite in "damasco blu, con un motivo di vasi e scudi dorati".
Appartamento doppio del Principe
Nel 1807 venne creato un grande appartamento destinato ad accogliere una coppia reale. Composto da due camere da letto, l'appartamento divenne noto come "Appartamento Doppio del Principe". Essendo destinato a un principe, non è arredato con la stessa ricchezza degli appartamenti dei monarchi. I mobili non sono in legno dorato, i tessuti sono meno lussuosi e alcune stanze sono decorate semplicemente con carta da parati [8].
Anticamera

Oggi spazio espositivo museale, questa sala, un tempo "Sala delle Guardie" dell'appartamento del Delfino, espone i mobili del XVIII secolo conservati a Compiègne durante l'Ancien Régime: un comodino di Gaudreaux realizzato nel 1739 per il delfino Luigi Ferdinando, figlio di Luigi XV, due grandi cassettoni con intarsi di Riesener, consegnati nel 1780 per l'appartamento privato di Maria Antonietta, diverse sedute, tra cui due poltrone e due sedie, provenienti dallo studio privato della principessa Elisabetta, sorella di Luigi XVI. Alle pareti si trovano due arazzi tratti dalla storia di Don Chisciotte, da Charles-Antoine Coypel, uno raffigurante "Il Giudizio di Sancio" con lo stemma del duca di Penthièvre, ammiraglio di Francia, e l'altro con il monogramma reale sul tema del "Banchetto di Sancio".
Sala da pranzo
Arredata con sobrietà, questa sala, decorata con carta da parati, presenta sedie in legno dipinto, semplici tende di cotone bianco e due consolle in mogano. In linea con la tradizione del XVIII secolo, questa sala da pranzo non ha un tavolo: un semplice vassoio appoggiato su cavalletti, nascosto da una tovaglia, veniva apparecchiato al momento del bisogno. Alle pareti sono presenti incisioni tratte dalla "Storia di Alessandro" di Charles Le Brun.
Primo salone


Un tempo "Salle des Nobles" (Sala dei Nobili) nell'appartamento del Delfino, durante il Primo Impero veniva utilizzata come sala d'attesa. Come la sala da pranzo, è arredata in modo semplice con mobili in legno dipinto e carta da parati.
Secondo salone
Il "Secondo salone" Questa è l'ex camera da letto del Delfino, figlio di Luigi XVI, come mostrano i delfini che si fronteggiano sull'architrave del camino originale in marmo bianco. L'arredamento, realizzato dall'ebanista parigino Pierre-Benoît Marcion, comprende due tavoli da quadriglia, trasformando così questa stanza in una sala da gioco durante il Primo Impero.
Salone Circolare
Un tempo "Studio del Delfino", questo salone ha mantenuto l'arredamento settecentesco con boiserie a tutta altezza, rifinite da una cornice finemente scolpita, sovrapporte raffiguranti scene classiche ispirate ai bassorilievi di Ercolano dipinti in toni monocromi dall'artista Sauvage tra 1785 ed il 1786 e un camino in marmo della Linguadoca proveniente dall'ex castello. Questo salone deve il suo nome, utilizzato fin dal Primo Impero, alla sua estremità semicircolare, un ingegnoso adattamento architettonico alla complessa pianta dell'edificio, adottato dall'architetto Le Dreux de La Châtre in diverse aree della struttura. I mobili in mogano, forniti dall'ebanista Pierre-Benoît Marcion, comprendono un tavolo da tè e due tavoli da gioco, conferendo a questa stanza una duplice funzione. Davanti al camino si trovano due piccoli divani o pommier, particolarmente popolari durante il Primo Impero.
Camera da letto grande


Questa stanza ha mantenuto il suo arredo architettonico di fine XVIII secolo, poiché era stata progettata per la camera da letto di Madame Royale, figlia di Luigi XVI. Lo spazio è costituito da boiserie dipinte di bianco a tutta altezza e un'intricata cornice nello stile più semplice adottato sotto l'Ancien Régime per questa residenza estiva. Le sovrapporte in grisaglia del pittore Sauvage, raffiguranti "Giochi di bambini", provenivano originariamente dalla "Stanza da Bagno di Luigi XVI" e furono collocate in questa stanza durante il Primo Impero. Questa stanza con alcova, unica nel suo genere negli appartamenti principali del castello, era destinata a una sovrana o principessa, mentre il marito occupava la "piccola camera da letto" - non ancora ricostruita - adiacente al "Salone Circolare". Le tende dell'alcova permettevano di separare questa parte della stanza e di utilizzare il resto come salotto.La scelta di colori contrastanti rende questa stanza una delle realizzazioni decorative più audaci del castello: grosgrain viola e giallo ocra in toni scuri intorno al letto per evocare la notte, in contrasto con il giallo dorato delle tende alle finestre da cui entra la luce. I mobili in mogano, forniti nel 1808 da Jacob-Desmalter, comprendevano, oltre al letto e al suo somno (comodino), una cassettiera, un lavabo, una scrivania e sedute parzialmente dorate con schienali traforati, piedini a zampa di leone e decorazioni a figure alate.
Salone laterale
La decorazione scultorea particolarmente ricca di Randon e Beauvallet ricorda che questa stanza fungeva da grande studio di Madame Royale, figlia di Luigi XVI e Maria Antonietta. Le sovrapporte, dipinte a grisaille da Sauvage, appartengono alla serie dei "Giochi di Bambini" che un tempo decorava la "Toilette del Re". Furono collocate in questa sala durante il Primo Impero. Tre arazzi della serie Sujets de la Fable (soggetti mitologici), ispirata a Jules Romain, tessuti a Gobelins tra il 1733 e il 1741, formano la decorazione murale in fondo alla stanza. Da sinistra a destra: "La Danza dei Pastori e delle Pastorelle", "Le Nozze di Psiche" e "La Danza delle Ninfe". I mobili in mogano, marchiati Jacob-Desmalter, combinano tavolini da tè, tavoli da gioco (quadriglia e bouillotte) e un pianoforte Errard (1803), trasformando questa stanza in un salotto dalle molteplici funzioni.
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Musei
Riepilogo
Prospettiva
Museo del Secondo Impero


All'uscita degli appartamenti imperiali, i visitatori del Castello imperiale di Compiègne hanno l'opportunità di proseguire la scoperta della storia del regno di Napoleone III visitando il Museo del Secondo Impero. Situati nello stesso luogo in cui si tennero le celebri "séries", con ospiti prestigiosi come il principe e la principessa di Metternich e il barone Haussmann, il Museo del Secondo Impero e il Museo dell'Imperatrice riportano in vita la memoria di questo periodo attraverso una collezione unica nel suo genere. Il primo dei due musei presenta l'arte, la storia e la vita di corte al tempo di Napoleone III attraverso una serie di straordinarie opere d'arte e souvenir della famiglia imperiale. Al Museo del Secondo Impero, dipinti, sculture, mobili e opere d'arte si fondono come un tempo nelle residenze imperiali, creando un'atmosfera raffinata e lussuosa. Il famoso ritratto dell'imperatrice Eugenia circondata dalle sue dame di compagnia (1855) di Franz Xaver Winterhalter è una perfetta introduzione all'epoca della Crinolina. Tra le opere di alcuni degli artisti più famosi dell'epoca, come Alexandre Cabanel ed Eugène Fromentin, spicca una serie di sculture di Jean-Baptiste Carpeaux, uno degli ospiti delle celebri "séries" di Compiègne. La gamma di opere eccezionali qui esposte evoca le sontuose arti decorative dell'epoca delle prime esposizioni universali. Alcune di esse furono prelevate dal palazzo, altre da residenze imperiali distrutte come Saint Cloud e le Tuileries, e altre ancora furono donate da importanti personalità della vita di corte [9].
In contrappunto al Museo del Secondo Impero, il Museo dell'Imperatrice svela la vita privata dei sovrani. Questa collezione, avviata dal Dottor Ferrand, riunisce toccanti testimonianze della vita quotidiana di una famiglia dal destino straordinario, dalla nascita dell'Impero all'esilio in Inghilterra dopo il 1870, fino alla morte dell'imperatrice Eugenia nel 1920. I discendenti della famiglia imperiale l'hanno arricchita con numerosi oggetti gelosamente conservati dall'Imperatrice stessa, reliquie di un passato che fa parte della storia di Francia. Le ricche collezioni del gabinetto di arti grafiche vengono presentate a rotazione nelle sale del Museo dell'Imperatrice [10].
Museo nazionale dell'automobile

Il Museo Nazionale dell'Automobile fu inaugurato nel 1927 su iniziativa del Touring Club de France grazie alla determinazione del suo vicepresidente Léon Auscher, carrozziere di professione. La creazione di questo museo fu sostenuta dai grandi carrozzieri presenti alle esposizioni universali, desiderosi di ricostruire la storia della locomozione terrestre e di contribuire alla tutela del patrimonio di veicoli a trazione ippica e a motore, all'epoca minacciato dai grandi cambiamenti nel trasporto su strada a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Oggi offre una panoramica della storia del trasporto di persone, e in particolare della transizione dalla trazione animale all'automobile, presentando veicoli provenienti dall'Europa e da altri continenti. La sua collezione di prima classe comprende un centinaio di veicoli a trazione ippica risalenti al periodo compreso tra il XVII e l'inizio del XX secolo, una trentina di veicoli che testimoniano la nascita di questo mezzo di trasporto, una sezione dedicata alla storia della bicicletta e persino pezzi che illustrano il trasporto ferroviario, la trazione umana e il facchinaggio [11].
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Giardini
Riepilogo
Prospettiva


Il Parco del Castello di Compiègne è un giardino paesaggistico creato sotto il Primo Impero dall'architetto Berthault. Si estende ai piedi della terrazza del castello, nella maestosa prospettiva dell'Allée des Beaux-Monts. Un "grande parco" di 700 ettari fu creato nello spazio tra il giardino e la foresta, che copriva quasi 5 km della famosa Allée des Beaux-Monts. Un pergolato verde ed eleganti padiglioni completano l'insieme, che fino ad oggi ha subito pochi cambiamenti. Fu solo durante il Secondo Impero, nel 1859, che la decorazione scultorea del piccolo parco fu finalmente completata.
Tuttavia, il parco subì danni durante la guerra franco-prussiana del 1870. Una decina di statue furono inviate al Louvre, alcune delle quali non fecero più ritorno e furono sostituite da altre. Tuttavia, la mancanza di uno schema decorativo unitario e la natura composita di questa collezione di sculture corrispondono piuttosto bene al gusto per l'eclettismo del Secondo Impero. Il "Roseto", creato nel 1820 da Louis-Martin Berthault (1771-1823) al posto del "Bosquet du Roi" (Boschetto del Re), si trova vicino alla serra temperata, costruita nello stesso anno sulla terrazza della Porte Chapelle. Il giardino stesso è stato restaurato vent'anni fa sulla base di documenti risalenti al 1821 e di approfondite ricerche storiche, con l'obiettivo di rispettare la visione del suo creatore. Le specie di rose presentate appartengono a grandi famiglie di rose antiche, tra cui la Damascena, la Centifolia, la Gallica e la Noisette. Queste sono piantate insieme a tre tipi di piante perenni: peonie, papaveri orientali e iris. Durante la stagione della fioritura, questa eccezionale disposizione regala ai visitatori un'ampia varietà di colori e profumi [12].
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Note
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