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Codex Purpureus Beratinus

manoscritto in greco dei Vangeli di Marco e Matteo (VI secolo) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Codex Purpureus Beratinus
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Il Codex Purpureus Beratinus (Gregory-Aland: Φ o 043) è un manoscritto onciale greco del VI secolo, contenente una copia dei vangeli secondo Matteo e secondo Marco. Deve il nome "Purpureus" al fatto che le sue pagine sono rossastre (in latino purpureus) e contiene una serie di miniature che ne fanno uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento conservatisi.

Fatti in breve Onciale 043 Manoscritto del Nuovo Testamento, Nome ...

Il Codex Beratinus, assieme ai manoscritti Σ, N, e O, appartiene al gruppo dei manoscritti onciali purpurei. Nel 2005 esso è stato inserito dall'UNESCO nel Registro della Memoria del mondo.

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Descrizione

I codex è un evangeliario in lingua greca del 550. È composto di 190 fogli di pergamena (31x27 cm) contenenti il Vangelo secondo Matteo e il Vangelo secondo Marco (con le lacune : Matteo 1,1-6,3, 7,26-8,7, 18,23-19,3, e Marco 14,62-fine).[1] In origine conteneva tutti e quattro i vangeli canonici, come si evince dalla prima miniatura che contiene i simboli dei quattro evangelisti e soprattutto dalla presenza delle concordanze eusebiane, e pertanto doveva contare circa 400 fogli. Il testo del codice è rappresentativo del tipo testuale bizantino. Kurt Aland lo ha collocato nella Categoria V.[1] Il manoscritto riporta testi vergati in oro ed argento.[2]

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Note

Bibliografia

Voci correlate

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