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Conchifera
subphylum di molluschi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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I conchiferi (Conchifera, Gegenbaur, 1878) sono un subphylum del phylum dei molluschi.
Questo clade comprende tutti i molluschi che possiedono (o hanno posseduto) una conchiglia univalve o bivalve; questa caratteristica li distingue dal taxon gemello Aculifera, che include molluschi con spicole o placche.
Conchifera infatti significa letteralmente portatori di conchiglia ("conch-" = conchiglia, "-fera" = portare); si tratta di un gruppo monofiletico, cioè tutti i membri derivano da un antenato comune che aveva già sviluppato una conchiglia calcarea.
I principali sinapomorfismi che definiscono il clade Conchifera sono:
- Presenza di una conchiglia - in origine - univalve (la conchiglia era originariamente unica (non bivalve) e calcarea; nei bivalvi si è evoluta successivamente in due valve.
- Mantello che secerne una conchiglia unica (non più placche multiple come nei poliplacofori).
- Stadio larvale trochoforo seguito da uno stadio veliger (lo stadio veliger è caratteristico di molti conchiferi e non è presente negli aculiferi).
- Cuore con un solo atrio nell’antenato comune (in contrasto con i due atri dei poliplacofori).
- Sistema nervoso più concentrato (cefalizzazione maggiore rispetto agli aculiferi).
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Tassonomia
Comprende le seguenti classi:[senza fonte]
Invero, considerare Helcionelloida e Rostroconchia estinti, significherebbe considerarli parafiletici, e ciò non è scientificamente corretto, dato che filogeneticamente agli Helcionelloida, che sono particolari monoplacofori, appartengono i gasteropodi, i cefalopodi, gli scafopodi ed i Rostroconchia, i quali, questi ultimi hanno portato ai bivalvi, che infatti sono particolari Rostroconchia. Quindi, in realtà, Helcionelloida e Rostroconchia non si sono affatto estinti.
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Conchiglia

I conchiferi fabbricano la loro conchiglia con carbonato di calcio; viene emessa dal mantello e cresce nel corso di tutta la vita. Nei molluschi vivi, la parte esterna della conchiglia è spesso ricoperta da un sottile strato di materiale scuro che impedisce agli acidi presenti nell'acqua di attaccarla. Nella maggior parte delle specie, la parte interna della conchiglia è fatta di madreperla, una sostanza liscia e lucente.
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Monoplacofori
I monoplacofori sono molluschi primitivi con conchiglia singola e simmetrica. Sono ritenuti simili alla forma ancestrale dei conchiferi.
Gasteropodi
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I gasteropodi possiedono una conchiglia costituita da un solo pezzo (univalve), inizialmente a forma di scudo conico (come nelle patelle) e successivamente avvolto a spirale su sé stesso (come nelle chiocciole).
Si pensa che gasteropodi e monoplacofori derivino da una comune forma ancestrale (basti pensare alla somiglianza tra la Neopilina, monoplacoforo, e le patelle, gasteropodi primitivi), e che, nei gasteropodi, in seguito all'accrescimento verso l'alto della massa corporea, si sia prodotta una conchiglia conica sempre più alta. Divenendo troppo alta la conchiglia (e la parte terminale dei visceri) tende a flettersi e ad avvolgersi su sé stessa a forma di spirale piana; se la flessione è laterale la spira tende a turbare la simmetria bilaterale ed a squilibrare l'animale che, per compensare questo inconveniente, tende a torcersi con tutta la parte del corpo in via di accrescimento; di conseguenza, si forma una spirale conica, più efficiente, che ha sostituito la spirale piana. La spirale conica dà origine a conchiglie più compatte perché la spira porta al formarsi di un asse interno detto columella intorno al quale si sviluppa la stessa conchiglia: mentre l'animale cresce, la conchiglia si estende, spesso formando una spirale intorno alla colonna centrale
I gasteropodi hanno un piede largo e piatto, a ventosa, che usano per strisciare lentamente sul substrato, e una testa distinta, con occhi e tentacoli sensoriali.
Oltre a moltissime forme marine (patelle, littorine, cornetti, murici, cipree, coni, strombi, tritoni, torrette, abaloni...) e d'acqua dolce, comprendono anche gli unici molluschi che sono riusciti a conquistare le terre emerse (come chiocciole e limacce). Diverse specie, come le limacce terrestri e i nudibranchi marini, hanno secondariamente perso la conchiglia.
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Bivalvi
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Come dice il nome, i bivalvi hanno una conchiglia bivalve che deriva dalla divisione longitudinale della primitiva conchiglia a scudo. Le due valve si sono sviluppate verso il basso in modo da racchiudere completamente il corpo dell'animale. Le due valve, una destra e l'altra sinistra, sono mantenute chiuse da muscoli adduttori e si articolano mediante una cerniera dorsale.
Le valve sono mantenute dal periostraco della linea dorsale mediana che, non essendo stato coinvolto nella separazione in due valve, si è ispessito e modificato divenendo un legamento elastico dorsalmente alla cerniera. Il legamento elastico tende a mantenere aperte le valve e quindi funge da antagonista dei muscoli adduttori. L'evoluzione della conchiglia interessa soprattutto la cerniera, molto rudimentale in alcuni Protobranchi e Filibranchi, in altre specie di questi gruppi si presenta costituita da una fila di dentelli eguali (cerniera tassodonte) o, negli Eulamellibranchi, da pochi dentelli e fossette di varia forma (cerniera eterodonte). Anche i muscoli adduttori hanno subito evoluzione, come si vede dalle loro impronte sulla superficie interna delle valve: nei Filibranchi la conchiglia è con un solo muscolo adduttore (monomiaria) oppure con due muscoli adduttori di grandezza diseguale (anisomiaria); negli Eulamellibranchi la conchiglia ha due muscoli adduttori eguali (isomiaria).
Sulla superficie interna delle valve vi è anche un'altra impronta (linea palleale) che corrisponde al margine ventrale del mantello. La parte apicale di ogni valva è detta umbone e rappresenta la parte della conchiglia presente fin dal veliger; l'umbone è spostato di più verso il margine anteriore della valva permettendo di distinguere la valva destra da quella sinistra.
Nei bivalvi che vivono profondamente infossati nei fondi sabbiosi o fangosi, i lobi del mantello vanano a formare sifoni molto lunghi che si scostano dalle valve della conchiglia; per questa ragione il margine del mantello non lascia una linea palliale intera sulle valve come avviene quando i sifoni sono brevi o quasi assenti (valve integripalliate), ma presenta una sinuosità posteriore (seno palliale) e la conchiglia è detta sinupalliata.
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Scafopodi
Gli scafopodi sono caratterizzati da un corpo simmetrico con un sacco dei visceri allungato, leggermente incurvato ma senza avvolgimento a spirale. Il mantello e la conchiglia sono cilindrici o tubulari con l'apertura basale più ampia e quella terminale più piccola; il piede è allungato e cilindrico. La conchiglia degli scafopodi è detta "dente di elefante" o "zanna di elefante" per la sua forma peculiare che ricorda, appunto, le zanne degli elefanti.
Dall'apertura basale della conchiglia, insieme al piede, sporge un ciuffo di cirri filiformi (captacoli) che terminano a clava; essi sono portati da due lobi cutanei e fungono da organi tattili o adesivi.
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Cefalopodi
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I cefalopodi sono il gruppo più evoluto tra i Conchifera e, più in generale, tra tutti i Mollusca. Tuttavia, pensando ad un calamaro, una seppia o ad un polpo, difficilmente si pensa alle conchiglie. Eppure, studiando la storia evolutiva di questa classe, si evince che questi molluschi hanno subito una progressiva riduzione della conchiglia, in risposta ai loro adattamenti all'ambiente.
Gli unici cefalopodi viventi dotati di conchiglia esterna sono i nautili. Nei nautili la conchiglia funziona come organo di galleggiamento. Fra il corpo dell'animale e l'estremità della conchiglia si viene a formare una camera colma di gas e via via che l'animale cresce e che la conchiglia si allunga e si allarga, seguendo il modello di una spirale logaritmica, si formano dei setti calcarei trasversali che separano sempre nuove camere ricolme di gas; l'animale occupa la camera più esterna, che si è formata per ultima, ma rimane collegato all'apice della conchiglia con un sottile cordone che attraversa i fori dei setti e che talvolta può essere contenuto in un tubo, il sifone.
Le spirule, i calamari e le seppie hanno una conchiglia interna. Nella spirula la conchiglia si riduce al solo fragmocono diventando spiralata. Nei calamari la conchiglia, pur rimanendo dorsale, è divenuta completamente interna e tende a ridursi perdendo gradualmente il rostro (estremità apicale della conchiglia) ed anche il fragmocono (cioè la parte cava comprendente i setti), conservando alla fine solo il proostraco (cioè la parete dorsale della conchiglia). Nei calamaro quindi il proostraco è il solo costituente della conchiglia; si presenta come un'esile lamina cornea dorsale detta gladio (o penna) e che è immersa nello spessore del mantello. Nelle seppie la conchiglia presenta il rostro e la superficie ventrale fortemente regrediti mentre il fragmocono si presenta con setti numerosissimi e fortemente addossati gli uni agli altri; la conchiglia interna delle seppie prende il nome di "osso di seppia", un nome tuttavia improprio scientificamente in quanto si tratta appunto di una conchiglia calcarea e non di un osso vero e proprio (caratteristica dei vertebrati).
I polpi, prettamente bentonici, hanno perso qualsiasi traccia della conchiglia per riuscire ad insinuarsi tra gli anfratti più stretti dei fondali.
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Collegamenti esterni
- (EN) Conchifera, su Fossilworks.org.
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