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Corrado Tagliamonte

ammiraglio italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Corrado Tagliamonte (Noto, 1º novembre 1900Roma, 16 gennaio 1997) è stato un ammiraglio italiano, particolarmente distintosi nel corso della seconda guerra mondiale al comando dei cacciatorpediniere Antonio da Noli, dall'agosto dello stesso anno del Libeccio, Legionario, della torpediniera Pallade e della nave da battaglia Caio Duilio.

Fatti in breve Nascita, Morte ...
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Biografia

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La nave da battaglia Caio Duilio in navigazione.

Nacque a Noto, provincia di Siracusa, il 1 novembre 1900, figlio di Guglielmo e di Maria Paliotti.[1] Nel 1915 fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno da cui uscì con il grado di guardiamarina, nel 1920.[1] Partecipò alla prima guerra mondiale come allievo durante le campagne estive delle navi scuola, e dopo la fine della guerra prestò servizio imbarcato su varie unità siluranti.[1] Tenente di vascello nel 1925, conseguì l'abilitazione al servizio elettrico e radiotelegrafico, e poi prestò servizio sulla nave da battaglia Andrea Doria.[1] Nel 1933 frequentò la Scuola di comando navale, prestando poi servizio come comandante di torpediniere.[1] Promosso capitano di corvetta, nel 1936 assunse il comando del cacciatorpediniere Daniele Manin in Mar Rosso, partecipando alle operazioni militari in Africa Orientale Italiana.[1] Dal novembre 1936 al settembre 1938, nel corso della operazioni militari legate alla guerra di Spagna, prestò servizio come ufficiale di collegamento presso lo quartier generale del Regio Esercito.[1] Assunse poi il comando dell'avviso scorta Procione e della relativa squadriglia, operando nelle acque spagnole e venendo per questo insignito della croce al merito di guerra.[1] Capitano di fregata nel 1939, si trovava a bordo dell'incrociatore leggero Alberico Da Barbiano in qualità di comandante in seconda quando il Regno d'Italia entrò nella seconda guerra mondiale.[1] Partecipò alla battaglia di Punta Stilo, e dopo un breve periodo trascorso all'Alto Comando della Marina (Supermarina), nell'aprile 1941 fu nominato comandante del cacciatorpediniere Antonio da Noli, e dall'agosto dello stesso anno del Libeccio .[1] A bordo della due navi effettuò numerose e pericolose missioni di scorta a convogli.[1] Il 9 novembre 1941 il Libeccio, impegnato nelle operazioni di salvataggio dei superstiti della battaglia del convoglio Duisburg, fu colpito da un siluro e restò immobilizzato.[1] Con la nave condannata all'affondamento, dopo aver diretto le operazioni di sbarco dell'equipaggio, decise di rimanere a bordo, in plancia, a affondare con essa.[1] Fu riportato a galla da una bolla d'aria e tratto in salvo.[1] Nel gennaio 1942 gli fu affidato il comando del cacciatorpediniere Legionario, prima nave italiana dotata di apparato radar navale Fu.Mo. 24/40Ggl De.Te., e nel dicembre successivo dalla torpediniera Pallade e della relativa squadriglia.[1]

All'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 si trovava a Taranto in qualità di capo di stato maggiore del Comando militare marittimo, e due mesi dopo assunse il comando della nave da battaglia Caio Duilio che mantenne fino al maggio 1945.[1] Capo di stato maggiore del Comando militare marittimo autonomo della Sicilia (1945-1948), e poi del Dipartimento militare marittimo di La Spezia.[2] Promosso contrammiraglio, fu comandante in capo della squadra navale (1952-1954).[2] Promosso ammiraglio di divisione nel 1955, assunse la direzione dell'Istituto di guerra marittima e il comando della 1ª Divisione navale nel 1956-1957.[2] Tra il 1957 e il 1961 fu capo dell'ufficio del capo di stato maggiore della difesa, venendo promosso ammiraglio di squadra nel 1959.[2] Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa fu collocato in ausiliaria nel 1963.[2] Si spense a Roma il 16 gennaio 1997.[2]

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Onorificenze

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di C.T., di scorta a convoglio, attaccato da forze navali nemiche, affrontava decisamente la difficile situazione con ardimento a coraggio, effettuando le manovre intese a sventare l'offesa e proteggere i piroscafi. Colpita la sua unità da siluro durante le operazioni di soccorso ai naufraghi, adottava con serena fermezza e competenza tutti i provvedimenti per salvare la nave ma, riuscito vano ogni sforzo per la gravità delle avarie, si preoccupava della salvezza dell'equipaggio, fedele e disciplinato ai suoi ordini per tutta la durata dell'azione. Confermava nella grave emergenza elette virtù militari e incondizionato attaccamento al dovere. Mediterraneo Occidentale, 9 novembre 1941.»
 Regio decreto 3 luglio 1942
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di cacciatorpediniere, ha compiuto numerose missioni di guerra e scorte a convoli in acque insidiate dal nemico. Animato di elevato sentimento del dovere, ha dimostrato in ogni circostanza sereno coraggio e spirito combattivo. Mediterraneo, 10 giugno 1942-31 luglio 1943.»
 Decreto luogotenenziale 11 aprile 1946
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una silurante in servizio di scorta a un convoglio, avvistava e individuava per primo una formazione di aerei che dirigeva sul convoglio per attaccarlo; si prodigava quindi nell'opera dell'assistenza a una unità del convoglio colpita da bombe. Mediterraneo, 27 maggio 1941.»
 Determinazione del 9 agosto 1941.
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di C.T., di scorta a una formazione navale, manovrava la sua unità con ardimento e precisione durante numerosi attacchi aerei nemici e dirigeva l'impiego delle armi di bordo, cooperando efficacemente a costrastare l'azione nemica.»
 Determinazione del 6 ottobre 1942
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«sul campo.»
 Determinazione del 6 aprile 1946.

Onorificenze estere

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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