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Cosimo Corsi

cardinale e arcivescovo cattolico italiano (1798-1870) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Cosimo Corsi
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Cosimo Corsi (Firenze, 10 giugno 1798Villa di Agnano, 7 ottobre 1870) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Fatti in breve Cosimo Barnaba Corsi cardinale di Santa Romana Chiesa, Incarichi ricoperti ...
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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Nato da nobile famiglia fiorentina, dal marchese Giuseppe Antonio Corsi e da Maddalena della Gherardesca, abbracciò lo stato ecclesiastico nel 1815. Ottenne la laurea in diritto canonico a Roma, nel giugno del 1818.

Fu ordinato sacerdote nel 1821. Nel 1825 divenne segretario della Congregazione dei Sussidi e nel 1835 decano degli uditori del Tribunale della Sacra Rota.

Nel concistoro del 24 gennaio 1842 fu elevato da papa Gregorio XVI al rango di cardinale del titolo dei Santi Giovanni e Paolo.

Nel 1843 divenne patrono della congregazione dei Vallombrosani, succedendo al cardinale Agostino Rivarola.[1]

Il 20 gennaio 1845 fu nominato vescovo di Jesi e il 26 gennaio dello stesso anno fu consacrato vescovo dal cardinale Ludovico Micara. L'anno successivo partecipò al conclave che elesse papa Pio IX.

Divenne arcivescovo di Pisa il 19 dicembre 1853, mantenendo la carica fino alla morte.

Deciso oppositore dell'unità d'Italia, il 19 maggio 1860 fu arrestato dai Carabinieri, su ordine di Cavour, per aver vietato di cantare il Te Deum alla festa dello Statuto del 13 maggio e condotto a Torino. L'arresto fu giudicato arbitrario perché in Toscana era ancora in vigore la legislazione leopoldina, che non imponeva al clero di celebrare solennemente le feste civili, ma l'arresto fu eseguito a norma del codice penale piemontese del 1859, che puniva il clero per l'«indebito rifiuto dei propri uffizi»[2][3]. In breve tempo fu rilasciato e poté riprendere il suo episcopato.

Tra il 1860 e il 1866 aiutò il partito federalista-cattolico legato ai giornali Patria e Firenze e a personalità come Eugenio Alberi.

Partecipò al Concilio Vaticano I. Durante il Concilio, nell'aprile 1870, fu promotore (insieme al cardinale Morichini e al cardinale Pecci) di una petizione - sottoscritta dalla maggioranza dei vescovi dell'Italia centrale e appoggiata da diversi cardinali di Curia con incarichi direttivi nel Concilio - che proponeva di seguire lo schema originario dei lavori assembleari senza anticipare la discussione del dogma sull'infallibilità pontificia, al fine di non deteriorare i rapporti con la minoranza dei Padri conciliari anti-infallibilisti. Per volontà ultima di Pio IX tale richiesta non fu tuttavia accolta, in quanto l'acuirsi delle tensioni internazionali che portarono allo scoppio della guerra franco-prussiana facevano presagire la fine anticipata del Concilio (nonché il ritiro della guarnigione francese da Roma e la caduta dello Stato Pontificio), circostanze che entrambe si verificarono nei mesi immediatamente successivi.

Morì nella villa di Agnano all'età di 72 anni e fu sepolto temporaneamente nella cappella della villa.[4] Il governo italiano si oppose alla sua sepoltura nella cattedrale di Pisa[5] che poté avvenire in tutta la sua solennità solo il 30 giugno 1898[6].

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Genealogia episcopale e successione apostolica

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

  • Vescovo Bernardo-Maria Tirabassi (1845)
  • Vescovo Giuseppe Maria Fanelli (1854)
  • Vescovo Michele Adinolfi (1854)
  • Vescovo Francesco Marie Alli Maccarani (1854)
  • Vescovo Feliciano Lorenzo Gioacchino Barbacci, O.F.M. (1854)
  • Vescovo Luigi Zannini (1854)
  • Vescovo Fedele Bufarini (1854)
  • Arcivescovo Francesco Antonio Maiorsini (1854)
  • Vescovo Gaetano Rodilossi (1855)
  • Vescovo Giovanni Rosati (1855)
  • Vescovo Jean-Dominique Barbero, P.I.M.E. (1870)
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Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Antonio Corsi, marchese di Caiazzo Giovanni Corsi, marchese di Caiazzo  
 
Teresa Lotteringhi della Stufa  
Cosimo Corsi, marchese di Caiazzo  
Laura Riccardi marchese Cosimo Riccardi  
 
Giulia Spada Veralli  
Giuseppe Antonio Corsi, marchese di Caiazzo  
Amerigo Francesco Altoviti Alfonso Altoviti  
 
Camilla Arrighi  
Camilla Altoviti  
Ottavia Cattani Urbano Cattani  
 
 
Cosimo Corsi  
conte Guido Filippo della Gherardesca conte Ugo della Gherardesca  
 
Virginia Ughi  
conte Camillo della Gherardesca  
Virginia Pandolfini Camillo Pandolfini  
 
 
Maria Maddalena della Gherardesca  
marchese Vincenzo Riccardi  
 
 
Teresa Riccardi  
 
 
 
 

Note

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Bibliografia

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Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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