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Dialetto amoy

dialetto hokkien della lingua min nan Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Dialetto amoy
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L'amoy (cinese tradizionale: 廈門話; Pe̍h-ōe-jī: Ē-mn̂g-ōe), noto anche come dialetto (di) Amoy, amoynese, Hokkien di Amoy, Amoy Hokkien, Xiamenhua, xiamenese e dialetto di Xiamen, è un dialetto[1] della famiglia dei dialetti hokkien della lingua min nan, originario della provincia meridionale del Fujian (nella Cina sudorientale), nell'area incentrata intorno alla città di Xiamen. È estremamente simile al taiwanese: di fatto, la relazione tra i due idiomi è simile a quella tra l'inglese britannico e l'inglese americano. L'amoy è ampiamente considerato il dialetto di prestigio all'interno dell'hokkien e del min nan in generale (compreso il taiwanese). Per tale ragione, l'amoy è spesso chiamato semplicemente hokkien o min nan.

Fatti in breve Dialetto di Amoy 廈門話 / 厦门话 Ē-mn̂g-ōe, Parlato in ...

L'amoy e il taiwanese parlati sono entrambi miscugli delle parlate di Zhangzhou e Quanzhou. Come tali, essi sono molto strettamenti allineati dal punto di vista fonologico. Tuttavia, ci sono sottili differenze tra i due, in conseguenza della separazione fisica e di altri fattori storici. Le differenze lessicali sono lievemente più pronunciate. Generalmente parlando i dialetti hokkien di Amoy, Quanzhou, Zhangzhou, Taiwan e dell'Asia sudorientale sono mutuamente intelligibili.

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Storia

Nel 1842, in conseguenza della firma del Trattato di Nanchino, Xiamen (Amoy) fu scelta come porto commerciale. Xiamen e l'isola di Gulangyu si svilupparono rapidamente, il che produsse come risultato un grande afflusso di popolazione dalle aree limitrofe come il Quanzhou e lo Zhangzhou. Il miscuglio di questi vari accenti ha formato nel tempo la base per l'amoy. Nel corso degli ultimi secoli, un gran numero di discendenti di quelle aree sono migrati a Taiwan. Alla fine, l'amoy divenne noto popolarmente come taiwanese tra i residenti locali. Come già accennato, proprio come l'inglese britannico e l'inglese americano, ci sono sottili differenze lessicali e fonologiche fra il taiwanese e l'amoy, che tuttavia non pongono generalmente barriere alla comunicazione. I parlanti amoy si sono diffusi anche nel resto dell'Asia sudorientale, dove la lingua è divenuta nota genericamente come hokkien.

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Caratteristiche speciali

Riepilogo
Prospettiva

L'amoy parlato preserva molti dei suoni e delle parole del cinese medio. Tuttavia, il vocabolario dell'amoy fu influenzato nei suoi stadi iniziali anche dalle lingue dei popoli Minyue.[2] L'amoy parlato è conosciuto per il suo uso estensivo della nasalizzazione.

Diversamente dal mandarino, l'amoy distingue tra consonanti iniziali non aspirate sonore e sorde (il mandarino non ha sonorizzazione delle consonanti). Diversamente dall'inglese, esso differenzia tra consonanti iniziali sorde non aspirate e aspirate (come fa anche il mandarino). In termini meno tecnici, i parlanti nativi hanno poca difficoltà a sentire la differenza tra le seguenti sillabe:

Ulteriori informazioni Non aspirate, Aspirate ...

Accenti

Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua min nan § Mutamenti vocalici.

Un confronto fra l'amoy e altri dialetti min nan si può trovare nella pagina indicata sopra.

Introduzione generica ai toni

L'amoy è simile agli altri dialetti min nan in quanto fa uso di cinque toni, benché soltanto due nelle sillabe marcate. I toni sono numerati tradizionalmente da 1 a 8, con 4 e 8 che sono i toni marcati, ma quelli numerati 2 e 6 sono identici nelle maggior parte delle regioni.

Ulteriori informazioni Numero del tono, Nome del tono ...

Sandhi tonale

L'amoy ha regole del sandhi tonale (cambiamento dei toni) assai estese: in un enunciato, solamente l'ultima sillaba pronunciata non è interessata dalle regole. Che cosa sia un enunciato, nel contesto di questa lingua, è un tema ricorrente della ricerca linguistica. Ai fini di questo articolo, un enunciato può essere considerato una parola, una locuzione o una breve frase.[3] Il diagramma illustra le regole che governano la pronuncia di un tono su ognuna delle sillabe interessate (cioè, su tutte tranne l'ultima in un enunciato):

Thumb

Letture letterarie e colloquiali

Come altre varietà del min nan, l'amoy ha regole complesse per le letture letterarie e colloquiali dei caratteri cinesi. Per esempio, il carattere per grosso, 大, ha una lettura vernacolare di tōa ([tua˧]), ma una lettura letteraria di tāi ([tai˧]). A causa della natura approssimativa delle regole che stabiliscono quando usare una data pronuncia, un discente della lingua deve spesso semplicemente memorizzare la lettura appropriata per una parola caso per caso. Per singole parole sillabiche, è più comune usare la pronuncia vernacolare. Questa situazione è comparabile alle letture on e kun del giapponese.

Si pensa generalmente che le letture vernacolari abbiano una data anteriore a quelle letterarie; le letture letterarie sembrano essersi evolute rispetto al cinese medio. Il seguente diagramma mostra alcune delle variazioni di suono viste più comunemente:

Ulteriori informazioni Colloquiali, Letterarie ...

Pronuncia

Insieme alla scrittura moderna, vengono messi degli accenni dalle convenzioni di alcuni autori di dizionari ottocenteschi di dialetti Minnan, utili da consultare in ricerche filologiche. In particolare, il grosso deriva dalla romanizzazione molto complessa di uno dei primissimi dizionari di Minnan, cioè un dizionario di Hokkien scritto e pubblicato da Walter Henry Medhurst nel 1832. La romanizzazione si standardizza dal 1934 in poi. Il primissimo è l'"Arte de la Lengua Chio Chiu" (漳州?) di Melchior de Mançano (1580-1630?), un missionario dominicano. Scritta nel 1620-1621, rappresenta forse una varietà di Hokkien originaria di Fujian e parlata dai cinesi che vivevano fuori da Manila, nelle Filippine. La sua romanizzazione assomiglia a quella più tarda di Francisco Varo, l'autore dell'"Arte de la Lengua Mandarina".

Nella colonna accanto, viene messo anche il Tâi-lô. Da un paragone, risulta che il Tâi-lô sia più aderente alla pronuncia rispetto al POJ. A questo si aggiunge il pregio che non utilizza diacritici non tonali e apici, a differenza del POJ. Oggi, il POJ e il Tâi-lô sono entrambi largamente usati e grossomodo sono testa-a-testa nell'utilizzo. Quanto al resto, il Tai-lo e il POJ sono largamente identici, ragion per cui si indicano solo le differenze in Tâi-lô (in scrittura corrente al computer, si può semplificare in "Tai-lo": i diacritici indicano soltanto l'intonazione della vocale).

Ulteriori informazioni Lettera/digrafo POJ, Differenze Tâi-lô ...

Il Tâi-lô in più usa anche le lettere straniere in prestiti che ritengono la grafia originale e, eventualmente parte della sua pronuncia (che dipende dall'adattamento del prestito o dalla lingua di provenienza): C, D, F, Q, V, W, X, Y, Z. Infine, una -r a fine parola in Tai-lo permette di indicare alcune vocali dialettali (se taiwanesi, sono vocali appartenenti a parlate locali e non a quella generale). Graficamente, il suo utilizzo assomiglia a quello della Erhua/erizzazione/rotacismo in puntonghua. Per la precisione, il Tâi-lô possiede quattro vocali extra (una sola è usata facoltativamente in POJ):

Ulteriori informazioni Vocale/digrafo (Tâi-lô), IPA ...

Paragoni con il Primo Cinese Medio e l'Old Chinese

L'Hokkien non ha consonanti retroflesse, come avviene anche in shanghainese, cantonese e Hakka (in generale, è una caratteristica tipica dei dialetti meridionali). Sono perse dunque tutte le retroflesse in putonghua e in Primo Cinese Medio, in cui per la prima volta sono apparse a partire perlopiù da cluster dell'Old Chinese.

Ritiene però *-m come il cantonese, tuttavia in dei casi cade e dà luogo a una nasalizzazione (vedi avanti). Ritiene poi i tre stop senza rilascio udibile di suono *-p, *-t e *-k, tranne in dei casi in cui appena dopo la vocale si riducono in degli stacchi glottali (cosa che invece avviene in toto in shanghainese, dialetto di Fuzhou e nelle varietà dialettali settentrionali).

Le palatalizzazioni del cinese moderno standard, influenzato dalla varietà di pronuncia del dialetto di Pechino non sono avvenute, come anche in cantonese (in shanghainese avvengono svariate palatalizzazioni, ma conserva bene molti suoni oggi persi insieme alla distinzione sonora-sorda-sorda aspirata).

Lo stacco glottale in Hokkien non deriva solo da uno stop lenito, ma si trova pure dopo le sonanti e vocali nasalizzate, ma questi due casi non vengono qui trattati.

Le nasalizzazioni in Hokkien avvengono per la caduta della codina nasale in Primo Cinese Medio *-m, *-n e *-ng, ma non avviene in quasi tutte le sillabe, come pure in shanghainese: alcune si nasalizzano e vedono la caduta della codina, ma altre conservano la codina (ma in shanghainese, laddove sono ritenute, danno luogo a un gran numero di assimilazioni, palatalizzazioni e confusioni: il cantonese è molto preciso, mentre l'Hokkien è meno confusionario). Per dare dei veloci esempi, una sillaba con uⁿ è 张 zhang1, con oⁿ è 翁 weng1, con iⁿ è 圆 yuan2, con eⁿ è 生 sheng1, con aⁿ è 衫 shan1 (< *-m; ha pure la versione in -m, che è letteraria ed è conservativa siccome in quella vernacolare avviene la nasalizzazione); o͘ /ɔ/, vocale aperta arrotondata, non ha nasalizzazioni.

Quanto all'odierna sillaba "ER" in putonghua, che corrisponde pure in shanghainese, in Primo Cinese Medio deriva da una sillaba che iniziava con *ny- e finiva con /e, i/. In Old Chinese questo suono non esisteva e deriva da una palatalizzazione di *n- (eventuali cluster consonantici sono poi tutti caduti: il Primo Cinese Medio non ne ha). In Hokkien il suono diventa /d͡ʑ/ (senza contatto tra organi a Kaohsiung; alla lontana, assomiglia alla */z/ del Tardo Coreano Medio, usata proprio per trascrivere e adattare la consonante *ny-). L'esito in Hokkien è identico alle pronunce recenti dei kanji in giapponese (ma nelle pronunce go-on, più antiche, è /nʲ/). In Hokkien, sporadicamente come alternativa in delle varietà di pronuncia si trova /n/, che invece è la pronuncia più antica e conservativa e da cui si può ricostruire proprio *ny-. Alcuni esempi sono: 二 jī, 而 jî 耳 hī (jíⁿ a Zhangzhou e ní a Quanzhou), 爾 ní (jíⁿ s Zhangzhou), 兒 jî (pronuncia di Zhangzhou. Iniziava però in *ng- in Old Chinese, quindi si nota una palatalizzazione in Hokkien e Primo Cinese Medio).

Quanto all'odierna R- in putonghua, deriva anch'essa da *ny- in Primo Cinese Medio, derivata da una palatalizzazione di *n- dall'Old Chinese. a parte le pronunce in cui muta in /l/, per esempio quella di Amoy, Quanzhou e Taipei, in quelle semi-conservative ha nuovamente la variante /d͡ʑ/ (a Kaohsiung senza contatto tra organi): si allinea alle sillabe che oggi sono "ER" e alla soluzione delle pronunce giapponesi successive alla go-on. In casi sporadici in Hokkien è /n/, cioè lo stesso suono dell'Old Chinese). Una carrellata rapida di esempi è: 日 ji̍t (Zhangzhou, Kaohsiung), 入 ji̍p, 如 jî (Zhangzhou) e jû (Kaohsiung), 潤 jūn (Kaohsiung), 人 jîn (Zhangzhou, Kaohsiung), 仁 jîn (Zhangzhou, Kaohsiung), 任 jīm (Zhanghou, Kaohsiung), 然 jiân (Zhangzhou, Kaohsiung), 燃 jiân (Zhangzhou, Kaohsiung), 讓 jiōng (Kaohsiung) e jiāng (Zhangzhou) e straordinariamente niō͘ (Zhangzhou; Tainan a Taiwan), 壤 jióng (Kaohsiung) e jiáng (variante a Zhangzhou e Taiwan; a Taipei più di preciso è lióng), 扔 jêng (Zhangzhou, Kaohsiung), 仍 jiông (Zhangzhou), 軟 nńg (seconda pronuncia a Quanzhou e Amoy) e núi (seconda pronuncia a Zhangzhou), 肉 jio̍k (Zhangzhou, Kaohsiung).

Quanto invece alla /f/ in putonghua, deriva notoriamente dalle bilabiali *bj-, pj-, phj in Primo Cinese Medio, che a loro volta derivano da simili suoni in Old Chinese, in cui non esisteva /f/ (nasce insieme a */v/ durante il Primo Mandarino). Ebbene, le antiche *bj-, pj-, phj- (e simili suoni bilabiali in Old Chinese, non seguiti da semivocale e eventualmente preceduti da un'iniziale blandamente attaccata e poi caduta) in Hokkien si leniscono in /h/ (come in giapponese moderno), ma molti altri caratteri straordinariamente hanno una o più pronunce alternative che hanno la bilabiale sorda /p/ anche con aspirazione. Tutte queste pronunce sono conservative, si avvicinano al coreano e al vietnamita e sono pronunce vernacolari 白 (l'altra in /h/ è letteraria 文. La stessa separazione in lettura bai e wen, con la prima più conservativa, è presente pure in shanghainese). L'Hokkien non ha il suono e lettera /f/, come in putonghua e cantonese. Dalle pronunce vernacolari dei caratteri con doppia pronuncia pertanto si ricostruisce un suono bilabiale. Una carrellata di esempi è: 髮 , hoat; 發 puh / hoa̍t / hoat; 非 hui. 飛 pe / hui / hoe; 反 péng / púiⁿ / pán / páiⁿ / hoán; 凡 hoân / hâm / hoān; 方 hng / png / puiⁿ / hong; 放 hòng / pàng / hàng; 分 pun / hun; 風 hong / hoang; 豐 phong / hong; 否 hóⁿ / hó͘ / hió; 弗 hut; 福 hok; 富 hù / pù.

Quanto alle sillabe che in Primo Cinese Medio iniziavano in *mj- (e *m- in Old Chinese, sporadicamente preceduto da una consonante), mentre in cantonese restano con il suono /m/, in putonghua si sono lenite per poi culminare in /w/ semivocalica per formare un dittongo. In Hokkien, semi-conservativo, si lenisce e modifica in /b/: 未 bē, 味 bī, 晚 boán (pronuncia vernacolare mńg e múi, più conservativa), 亡 bông, 忘 bōng, 望 bāng e bōng, 網 bāng. Anche il giapponese, che ha in dei casi la doppia versione, presenta /b/ (mentre in vietnamita presenta /v/ < */w/); la versione conservativa ritiene /m/. Invece lo shanghainese vernacolare, il coreano, il cantonese e l'Hakka sono conservativi (/m/). Il Teochew, un Minnan che ha un altro sistema di romanizzazione (Peng'im), si comporta in modo analogo agli Hokkien e molto sporadicamente presenta pure /m/, da cui si ricostruisce il suono originale, e.g. 晚 mung2 /muŋ⁵²/, 萬 mog8 /mok̚⁴/ (se usato come cognome), 問 mung7 /muŋ¹¹/, 吻 mug4 /muk̚²/.

Quanto a *ng- in Primo Cinese Medio (deriva dallo stesso suono in Old Chinese/OC o da una /G/ o /q/, cioè una "g" di gatto sonora pronunciata con la radice della lingua contro il velo palatino/la parte morbida del palato, cioè la zona uvulare, e una "c" di cane sorda pronunciata alla stessa maniera e come in arabo moderno), da suono nasale diventa /g/ come in giapponese: conserva in parte la presenza di una occlusiva/plosiva /G/ o /q/ oppure, in molti altri casi, sembra essere un'approssimazione di *ng-, la stessa dei giapponesi. In un numero minore di casi, conserva *ng-, specialmente nella varietà di Zhangzhou: da questa pronuncia si ricostruisce *ng- antico, presente sicuramente in Primo Cinese Medio. Una carrellata rapida di esempi è: 牙 gê (Zhangzhou: gâ. OC *m-ɢˤ<r>a), 芽 gê (Zhangzhou: gâ. OC *m-ɢˤ<r>a), 颜 gân (OC *C.ŋˤrar), 我 góa e alternativa ngó͘ (OC *ŋˤajʔ), 饿 gō (Quanzhou: ngō͘ . OC *ŋˤaj-s), 艾 ngāi (OC *C.ŋˤa[t]-s), 研 gián (Taipei: ngái. OC *[ŋ]ˤe[r]), 鱼 gû (pronuncia alternativa di Amoy. OC *[r.ŋ]a), 玉 gio̍k (Zhangzhou. OC *[ŋ](r)ok), 言 gân (Zhangzhou. OC *ŋa[n], *ŋa[r]), 语 gú (Amoy, Taipei. OC *ŋ(r)aʔ), 牛 ngiû (Zhangzhou. OC *[ŋ]ʷə), 元 goân (OC *[ŋ]o[r]), 原 goân (OC *N-ɢʷar), 月 goa̍t (OC *[ŋ]ʷat), 吴 ngô͘ (OC *ŋʷˤa), 五 (pronuncia alternativa a Zhangzhou e Amoy: ngó͘. OC *C.ŋˤaʔ), 午 ngó͘ (Amoy, Zhangzhou. OC *m-qʰˤaʔ), 瓦 góa (OC *C.ŋʷˤra[j]ʔ), 外 gōa / gōe (OC *[ŋ]ʷˤa[t]-s). In Teochew (è un Minnan, ma non è Hokkien) si trova sia /ŋ/- che /g/- grossomodo in eguale misura (una terza possibilità rara è la mutazione in aspirazione /h/, tale per cui non c'è nessun contatto con organi, a cui si affianca ). Anche il Teochew ha la divisione in pronuncia letteraria e vernacolare. Per esempio, 艾 ha hian7 / ngai6 (/hĩã¹¹/, /ŋai³⁵/). La seconda, più conservativa, è quella letteraria (quella vernacolare cioè è meno conservativa). Un altro esempio di pronuncia doppia in base al registro è 我, ua2 / ngo2 (/ua⁵²/, /ŋo⁵²/): la seconda, più conservativa, è sempre quella letteraria, il che lascia presumere una tendenza inversa rispetto allo shanghainese e Hokkien, in cui la pronuncia vernacolare di contro è la più conservativa (tranne nel caso di -m in Hokkien: è letteraria ma conservativa).

Toni in POJ

I toni sono descritti nella varietà di Amoy (nel paragrafo sotto sono spiegati in Tai-lo). Se si desidera pronunciare i toni, si consiglia di dividere la propria voce in tre registri senza forzarla: registro acuto, medio/mediano e grave. Anche le sillabe che terminano in stop (ritenuto o mutato in uno stacco glottale) hanno due intonazioni (non è cioè un mero tono entrante sfuggito: si dota di un contorno tonale). Degli otto toni originali, due sono confluiti, abbassando il numero a sette. Questi toni sono segnalati perlopiù con diacritici. La cifra permette di sostituire il diacritico con un numero, cosa che avviene anche nella scrittura corrente al computer del pinyin.

Ulteriori informazioni Cifra, Nome (Medhurst) ...

Nelle sonanti, il diacritico tonale si scrive direttamente sulla sonante (se la sonante è "ng", che ha due lettere, si scrive sulla lettera che equivale a una consonante nasale, e.g. ng > ǹg. Lo stesso avviene se questa sonante è preceduta da consonante). Medhurst dice di avere usato il circonflesso per il quinto tono siccome il circonflesso al contrario (e.g. ǎ), presente invece nel moderno pinyin, si trovava di rado nei libri.

Quanto al sesto tono, già Medhurst spiega che è identico al secondo e non spiega nulla della sua origine, ma lascia degli indizi molto preziosi per formulare una possibile ricostruzione: infatti riporta il suo nome, 下上 (lower/second high tone). Dal nome, apparentemente indicava un tono crescente 上 che parte dal registro grave 下 per poi risalire (senza arrivare per forza al registro acuto). Toni simili si trovano in cantonese e vietnamita e altre lingue, quindi sono già noti e possibili.

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Vocabolario

Lo stesso argomento in dettaglio: Lista di Swadesh.

La lista di parole di Swadesh, sviluppata dal linguista Morris Swadesh, si usa come strumento per studiare l'evoluzione delle lingue. Contiene un insieme di parole fondamentali che si possono trovare in ogni lingua.

Grammatica

Riepilogo
Prospettiva

La grammatica dell'amoy condivide una struttura simile agli altri dialetti cinesi, sebbene sia leggermente più complessa del cinese. Inoltre, le particelle equivalenti dell'amoy e del mandarino di solito non sono affini.

Costruzioni dei complementi

Le costruzioni dei complementi in amoy sono grosso modo parallele a quelle del cinese, sebbene vi siano variazioni nella scelta del termine lessicale. Quelli seguenti sono esempi delle costruzioni che impiega l'amoy.

Nel caso degli avverbi:

Italiano: Egli corre velocemente.
Amoy: i cháu ē kín (伊走會緊).
Mandarino: tā pǎo kuài (他跑得快).
Glossa: Egli-corre-ottiene-veloce.

Nel caso dell'avverbio "molto":

Italiano: Egli corre molto velocemente.
Amoy: i cháu chiok kín (伊走足緊).
Mandarino: tā pǎo dé hěn kuài (他跑得很快).
Glossa: Egli-corre-ottiene-veloce.
Italiano: Egli non corre velocemente.
Amoy: i cháu kín (伊走未緊).
Mandarino: tā pǎo kuài (他跑不快).
Glossa: Egli-corre-non-veloce.
Italiano: Egli può vedere.
Amoy: i khòaⁿ ē tio̍h (伊看會著).
Mandarin: tā kàn dào (他看得到).
Glossa: Egli-vede-ottiene-già-compiuto.

Per la negazione:

Italiano: Egli non può vedere.
Amoy: i khòaⁿ tio̍h (伊看未著).
Mandarino: tā kàn dào (他看不到).
Glossa: Egli-vede-non-già-compiuto.

Per l'avverbio "così", l'amoy usa kah (甲) invece del mandarino (得):

Italiano: Egli era così sbigottito, che non poteva parlare.
Amoy: i kiaⁿ "kah" ōe mā kóng boē chhut-lâi (伊驚甲話每講未出來).
Mandarino: tā xià huà dōu shuō bù chūlái (他嚇得話都說不出來).
Glossa: Egli sbigottito a-il punto di-parole-anche-dire-non-uscire.

Particelle negative

La sintassi delle particelle negative è parallela al mandarino in circa il 70% dei casi, anchse se i termini lessicali usati differiscono da quelli del madarino. Per molte particelle lessicali, non c'è un unico carattere Hanji standard per rappresentare questi termini (per es. , una particella negativa, può essere variamente rappresentata da 毋, 呣 e 唔), ma quelle usate più comunemente sono presentate sotto negli esempi. Le seguenti sono particelle negative di uso comune:

  1. (毋, 呣, 唔) - "non è" + sostantivo (mandarino 不, )
    i m̄-sī gún lāu-bú. (伊毋是阮老母) "Ella non è mia madre."
  2. - "non" + verbo al presente o al futuro (mandarino 不, )
    i m̄ lâi. (伊毋來) "Egli non verrà."
  3. verbo + (未 o 袂) + particella - "non è in grado di" (mandarino 不, )
    góa khòaⁿ-bē-tio̍h. (我看未著) "Non sono in grado di vederlo."
  4. (未) + verbo ausiliare - "non può" (opposto di ē 會, "è in grado di"; mandarino 不, )
    i bē-hiáu kóng Eng-gú. (伊未曉講英語) "Egli non è in grado di parlare inglese."
    • verbi ausiliari che vanno con (未)
      bē-sái (未使) - "non ha il permesso di" (mandarino 不可以 bù kěyǐ)
      bē-hiáu (未曉) - "non sa come" (mandarino 不会, búhuì)
      bē-tàng (未當) - "non in grado di" (mandarino 不能, bùnéng)
  5. mài (莫, 勿 o 嘜) - "non" (imperativo) (mandarino 別, bié)
    mài kóng! (莫講) "Non parlare!"
  6. (無) - "non" + verbo ausiliare (mandarino 不, )
    i bô beh lâi. (伊無侎來) "Egli non ha intenzione di venire."
    • verbi ausiliari che vanno con (無):
      beh (侎 o 欲) - "volere" + verbo; verbo al futuro
      ài (愛) - "dovere" + verbo (al presente)
      èng-kai (應該) - "dovere" + verbo (al passato)
      kah-ì (合意) - "piacere" + verbo
  7. (無) - "non ha" (mandarino 沒有, méiyǒu)
    i bô chîⁿ. (伊無錢) "Egli non ha denaro."
  8. - "non" (al passato) (mandarino 沒有, méiyǒu)
    i bô lâi. (伊無來) "Egli non venne."
  9. (無) - "non è" + aggettivo (mandarino 不, )
    i bô súi. (伊無婎 o 伊無媠) "Ella non è bella."
    • ("buono") è un'eccezione, perché può usare sia che .

Particelle comuni

Le particelle che si ritrovano comunemente includono:

  • 予 (hō·) - indica la diatesi passiva (mandarino 被, bèi)
    in hō· lâng phiàn khì. (亻因乎儂騙去) - "Essi furono ingannati."
  • 共 () - identifica l'oggetto (mandarino 把, )
    i kā chîⁿ kau hō· lí. (伊共錢交乎你) - "Egli ti porse il denaro"
  • 加 (chi̍t) - "più"
    i ke chia̍h chi̍t óaⁿ (伊加食一碗) - "Egli mangiò ancora una scodella."
  • 共 () - identifica l'oggetto
    góa kā lí kóng. (我共你講) - "Sto parlando a te."
  • 濟 (choē) - "più"
    i ū khah choē ê pêng-iú. (伊有較濟的朋友) - "Egli ha relativamente più amici."
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Romanizzazione

Riepilogo
Prospettiva

Numerosi schemi di romanizzazione sono stati escogitati per l'amoy. Il Pe̍h-ōe-jī è uno dei più antichi e affermati. Tuttavia, il TLPA è diventato la romanizzazione preferita di molti dei recenti libri di testo e dizionari di Taiwan.

Vocali
IPAaapatakãɔɔkɔ̃əoeiɪɛn
Pe̍h-ōe-jīaapatakahaⁿokoⁿooeeⁿiianeng
TLPA rivedutoaapatakahaNoookooNooeeNiianing
TLPAaapatakahannoookoonnooeenniianing
Pumindianaapatakahnaoooknooooeneiiening
MLTaab/apad/atag/akaq/ahvaoog/okvoøøeveiieneng
DTaāp/apāt/atāk/akāh/ahann/aⁿookonn/oⁿororeenn/eⁿiian/ening
Kana taiwaneseアアアアオオオオオオヲヲエエエエイイ
Zhuyinㄚㆴㄚㆵㄚㆶㄚㆷㆦㆶㄧㄢㄧㄥ
Tâi-lôaapatakahannoookonnooeenniianing
Esempio (cinese tradizionale)













Esempio (cinese semplificato)













Vocali
IPAɪkĩaiauamɔmɔŋŋ̍uuaueuaiuanɨ(i)ũ
Pe̍h-ōe-jīekiⁿaiaiⁿauamommongnguoaoeoaioani(i)uⁿ
TLPA rivedutoikiNaiaiNauamommongnguuaueuaiuanir(i)uN
TLPAikinnaiainnauamommongnguuaueuaiuanir(i)unn
Pumindianikniainaiauamommongnguuaueuaiuanin(i)u
MLTeg/ekviaivaiauamommongnguoaoeoaioaniv(i)u
DTikinn/iⁿaiainn/aiⁿauamommongnguuaueuaiuani(i)unn/uⁿ
Kana taiwaneseエクイイアイアイアウアムオムオンウウヲアヲエウウウウ
Zhuyinㄧㆶㄨㄚㄨㆤㄨㄞㄨㄢ
Tâi-lôikinnaiainnauamommongnguuaueuaiuaniiunn
Esempio (cinese tradizionale)














Esempio (cinese semplificato)














Consonanti
IPApbmtnlkɡhtɕiʑitɕʰiɕitsdztsʰs
Pe̍h-ōe-jīpbphmtthnnnglkgkhhchijichhisichjchhs
TLPA rivedutopbphmtthnnnglkgkhhzijicisizjcs
TLPApbphmtthnnnglkgkhhzijicisizjcs
Pumindianbbbpbbdtnlnglgggkhzilicisizlcs
MLTpbphmtthnnnglkgkhhcijichisizjzhs
DTbbhpmdtnnnglgghkhzircisizrcs
Kana taiwaneseパアバアパ̣アマアタアタ̣アナアヌンラアカアガアカ̣アハアチイジイチ̣イシイザアサ̣サア
Zhuyinㄋㆭ
Tâi-lôpbphmtthnnnglkgkhhtsijitshisitsjtshs
Esempio (cinese tradizionale)




















Esempio (cinese semplificato)




















Ulteriori informazioni Nome tonale, Yin piano 陰平 ...
  • Nota: I caratteri estesi bopomofo nella riga in zhuyin richiedono un font UTF-8 capace di mostrare i valori Unicode 31A0–31B7 (es. il font true type Code2000).
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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