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Dikembe Mutombo

cestista della Repubblica Democratica del Congo con cittadinanza statunitense (1966-2024) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Dikembe Mutombo
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Dikembe Mutombo Mpolondo Mukamba Jean-Jacques Wamutombo, noto semplicemente come Dikembe Mutombo (Kinshasa, 25 giugno 1966Atlanta, 30 settembre 2024), è stato un cestista della Repubblica Democratica del Congo con cittadinanza statunitense, professionista nella NBA. Fuori dal campo Mutombo divenne noto per le sue azioni di beneficenza, che gli valsero due J. Walter Kennedy Citizenship Award nel 2001 e nel 2009.

Dati rapidi Nazionalità, Altezza ...

Nel 2015 divenne membro del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.

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Biografia

Mutombo nacque il 25 giugno 1966 a Kinshasa, nello Zaire (ora Repubblica Democratica del Congo), settimo di dieci fratelli. Mutombo imparò a parlare inglese, francese, spagnolo, portoghese e cinque lingue dell'Africa centrale, tra cui lingala e tshiluba. Da subito dedito allo sport, praticò arti marziali e calcio. All'età di 16 anni, Mutombo decise di lavorare anche alla sua carriera nel basket incoraggiato da suo padre vista la sua altezza. Dopo aver frequentato il liceo nella sua città natale, nel 1987, all'età di 21 anni, si trasferì negli Stati Uniti per iscriversi al college.[2]

Il 15 ottobre 2022, tramite un comunicato ufficiale, la NBA rese noto l'inizio delle cure di Mutombo per un tumore al cervello.[3] Fu proprio questo a portarlo alla morte avvenuta ad Atlanta il 30 settembre 2024 all'età di 58 anni.[4][5]

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Caratteristiche tecniche

Alto 2,18 metri per 120 kg, venne soprannominato Monte Mutombo (in inglese Mt. Mutombo).[6] Giocatore prettamente difensivo, fu considerato tra i migliori di tutti i tempi in questo campo. A testimoniarlo furono i quattro NBA Defensive Player of the Year Award vinti, traguardo eguagliato solo da Ben Wallace e Rudy Gobert. Punti fondamentali nel gioco di Mutombo furono i rimbalzi e le stoppate. Fu leader della lega in stoppate per tre stagioni consecutive (1993-94, 1994-95, 1995-96) e in rimbalzi per due (1999-00, 2000-01). Divenne secondo per stoppate nella storia dell'NBA (3.289), dietro solo a Hakeem Olajuwon.[7]

Mutombo divenne noto per schernire i suoi avversari dopo una stoppata muovendo il dito indice (finger-wagging), spesso seguito dalla frase "Not in my house!", motto nato da uno spot per Adidas. Negli anni a seguire, gli arbitri iniziarono a considerare il gesto un comportamento antisportivo e quindi da punire con un fallo tecnico. Per evitare di essere sanzionato, Mutombo iniziò quindi ad agitare il dito verso la folla o le telecamere dopo la stoppata, comportamento non considerato contro le regole.[8][9][10]

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Carriera

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Georgetown

Mutombo frequentò l'Università di Georgetown, che gli offrì una borsa di studio. Intenzionato inizialmente a diventare un medico, venne reclutato dall'allenatore di basket degli Hoyas John Thompson per giocare. In squadra Mutombo trovò un altro futuro Hall of Famer, Alonzo Mourning, con cui formò una coppia di lunghi insuperabile.[11] Mutombo fu nominato due volte giocatore difensivo dell'anno della Big East Conference, nel 1990 (condiviso con Mourning) e nel 1991.

I primi anni a Denver

Viene scelto al draft del 1991 come quarta scelta assoluta dai Denver Nuggets.

A Denver Mutombo iniziò ad affermarsi come uno dei migliori giocatori difensivi del campionato, ottenendo regolarmente un gran numero di rimbalzi e stoppate. Nella stagione 1993-94 i Nuggets conclusero con un record di 42-40, qualificandosi ai playoff. Al primo turno, nonostante fossero l'8° testa di serie, riuscirono nell'impresa di eliminare la 1° testa di serie di quell'anno, i Seattle SuperSonics, cosa mai accaduta prima. Con ben 31 stoppate in 5 partite, Mutombo divenne detentore del record di tiri stoppati in una serie di playoff da 5 gare. Divenne memorabile il momento in cui, alla fine di gara-5, vinta dai Nuggets, Mutombo, dopo aver catturato il rimbalzo della vittoria, si accasciò a terra, tenendo la palla sopra la testa e mettendosi a piangere dalla gioia.[12]

Tra le stagioni 1993-1994 e 1995-1996 Mutombo mantenne una media superiore alle 4 stoppate a partita, risultando il miglior stoppatore della lega per 3 volte di fila. Nel 1995 venne inoltre nominato miglior difensore della stagione.

La sua maglia numero 55 fu ritirata dai Nuggets il 29 ottobre 2016.[13]

Gli anni di Atlanta

Nell'estate del 1996 però Mutombo divenne free agent, poiché i Nuggets offrirono un contratto non adatto allo status di una superstar come Mutombo. Il centro africano si accasò agli Atlanta Hawks, squadra formata da un gruppo promettente (Christian Laettner, Steve Smith e Mookie Blaylock) e allenato da Lenny Wilkens. Mutombo diede quel contributo difensivo mancante per fare il salto di qualità. Insieme a questo gruppo, portò Atlanta a due stagioni consecutive da più di 50 vittorie (1996-97, 1997-98), al termine delle quali fu eletto nuovamente difensore dell'anno. Negli ultimi anni agli Hawks non arrivarono più neanche alla qualificazione ai play-off, portando Mutombo a chiedere il trasferimento.

La sua maglia numero 55 fu ritirata dagli Hawks il 24 novembre 2015.[14]

L'approdo ai 76ers e la prima finale

All'All Star Game del 2001, Mutombo giocò una partita eccezionale da 22 rimbalzi e 3 stoppate e, insieme all'MVP di quella partita, Allen Iverson, trionfò sull'altra squadra. Larry Brown, all'epoca allenatore dei 76ers, che già allenò in precedenza la squadra di Mutombo all'All-Star Game, chiese alla sua dirigenza di portare il centro a Filadelfia, appoggiato nella decisione dallo stesso Iverson. Pochi giorni dopo, alla scadenza del mercato, si concretizzò così lo scambio che portò Mutombo alla corte di coach Brown, mandando Theo Ratliff, Toni Kukoč e Nazr Mohammed ad Atlanta. In quello scorcio di regular season che lo vide impegnato a Filadelfia, Mutombo si trovò a suo agio, grazie al supporto non indifferente di Iverson. I 76ers conclusero con 56 vittorie e il primo posto a est e Mutombo conquistò il suo quarto premio come Defensive Player of the Year. Ai playoff, dopo aver impiegato 7 partite sia per battere i Toronto Raptors che per battere i Milwaukee Bucks, giunsero in finale contro i Los Angeles Lakers, campioni in carica. In finale Mutombo dovette affrontare forse la miglior versione di Shaquille O'Neal. L'africano combatté con volontà, ma non poté nulla contro lo strapotere del centro dei Los Angeles Lakers, i quali portarono a casa la finale per 4-1.

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Mutombo con la maglia dei Philadelphia 76ers

New Jersey Nets e la seconda finale

Dopo un anno interlocutorio a Philadelphia, nell'estate 2002 Mutombo venne girato ai New Jersey Nets, reduci da una finale contro i Lakers, alla ricerca di qualcuno che potesse quantomeno arginare O'Neal. Fu così mandato nel New Jersey in cambio di Keith Van Horn e Todd MacCulloch. Con i Nets, Mutombo tornò in finale, ma questa volta contro i San Antonio Spurs aventi a disposizione Tim Duncan, un lungo troppo dinamico per Mutombo. L'africano giocò alcune buone partite, confrontandosi con un altro veterano come David Robinson, ma i Nets persero 4-2.

Gli ultimi anni

Nell'estate 2003 firmò da free agent con i New York Knicks, dove giocò senza lasciare troppo il segno. L'anno dopo andò agli Houston Rockets, dove fece da tutore e maestro dell'astro nascente cinese Yao Ming. Nel 2006-07, grazie all'infortunio della stella cinese, Mutombo partì titolare in 33 partite su 82, facendo registrare cifre record per un quarantenne nei rimbalzi e nelle stoppate; tuttavia, quello che parve in un primo momento l'anno buono per i Rockets si trasformò in una disfatta nel primo turno dei play-off, da cui uscirono sconfitti contro gli Utah Jazz.

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Mutombo agli Houston Rockets

Mutombo considerò seriamente al ritiro, ma venne reingaggiato al minimo salariale, sempre da Houston, per il suo 17º anno di NBA, dove per la prima parte di stagione scese poche volte in campo; l'ennesimo infortunio del titolare Yao Ming fece risalire in cattedra il "vecchio leone d'Africa". Con l'assenza del cinese i Rockets persero nuovamente contro gli Utah Jazz nel primo turno di play-off: nonostante ciò, tenendo anche conto delle quasi 42 primavere, Mutombo mise a referto delle buone cifre nelle partite in cui partì in quintetto (25 gare, 5 punti, 7 rimbalzi e più di una stoppata di media a partita).

Nel maggio 2008 dichiarò di voler giocare ancora una stagione per il suo 18º anno tra i professionisti. Nel frattempo, voci di mercato iniziarono ad accostarlo ai Boston Celtics, dove avrebbe potuto ricoprire il ruolo di cambio d'esperienza dei lunghi e avrebbe avuto la possibilità di vincere magari un titolo: queste voci furono tuttavia smentite il 30 dicembre 2008 con l'ingaggio ufficiale da parte degli Houston Rockets. Con i texani conquistò nuovamente la qualificazione ai play-off, disputando la serie del primo turno contro i Portland Trail Blazers: il 21 aprile 2009, durante il primo quarto di gara-2, il centro africano riportò un infortunio al ginocchio a seguito di uno scontro di gioco con Greg Oden. Poche ore più tardi Mutombo annunciò il ritiro dall'attività agonistica e la conclusione della sua lunga carriera[15], complice l'infortunio subito, anche se la decisione fosse nell'aria già da tempo. Qualche giorno dopo ricevette il suo secondo J. Walter Kennedy Citizenship Award.[16]

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Filantropia

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Mutombo che parla alla popolazione senegalese

Dikembe Mutombo Foundation

Nel 1997 Mutombo fondò la Dikembe Mutombo Foundation per migliorare le condizioni di vita della Repubblica Democratica del Congo.[17]

Nel 1997, la Mutombo Foundation iniziò i piani per aprire un ospedale da 29 milioni di dollari e 300 posti letto nella periferia della sua città natale, Kinshasa. L'ospedale, aperto nel 2007, fu chiamato Biamba Marie Mutombo Hospital, in onore della sua defunta madre, morta a causa di un ictus nel 1997.[18]

Nel 2020, la Mutombo Foundation iniziò la costruzione della Samuel Mutombo Institute of Science & Entrepreneurship, scuola comprensiva per gli anni scolastici dalla materna alla fine dell'high school situata fuori dalla città di Mbuji-Mayi nella Repubblica Democratica del Congo. L'istituto prese il nome da suo padre, morto nel 2003, venendo inaugurato nel 2021.[19][20]

Riconoscimenti

I suoi sforzi gli valsero il J. Walter Kennedy Citizenship Award della NBA nel 2001 e nel 2009. Per le sue azioni, nel 2000, venne eletto come uno dei 20 vincitori dei President's Service Awards, la più alta onorificenza degli Stati Uniti d'America per il volontariato.[21] Nel 2007, Mutombo fu invitato al discorso sullo stato dell'Unione del presidente George W. Bush, che nel suo discorso lo definì "figlio del Congo".[22] Il 13 aprile 2011, la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health conferì a Mutombo il Goodermote Humanitarian Award per "i suoi sforzi per ridurre la poliomielite a livello globale e per il suo lavoro nel migliorare la salute delle popolazioni trascurate e svantaggiate nella Repubblica Democratica del Congo".[23] Negli anni, per il suo lavoro umanitario in Africa, Mutombo ricevette numerose lauree honoris causa da college del calibro di Haverford College, State University of New York College e Georgetown University.[24][25][26]

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Mutombo per Basketball Without Borders

Altri impegni

Nel 2009 divenne il primo ambasciatore globale della NBA, nominato dall'allora Commissario David Stern.[27][28]

Partecipò al programma NBA Basketball Without Borders, nel quale, insieme ad altri giocatori, girò l'Africa per spargere la conoscenza sul basket e migliorare le infrastrutture.[29][30]

Nel 2011, Mutombo e Sam Perkins, come inviati sportivi di SportsUnited si recarono in Sudan del Sud, dove condussero una serie di corsi sulla pallacanestro con 50 giovani e 36 allenatori. Ciò contribuì alla missione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America di rimuovere le barriere e creare un mondo in cui le persone con disabilità possano godere di una piena inclusione nella società.[31]

Mutombo fu anche un sostenitore di lunga data dell'organizzazione di volontariato Special Olympics. Nel 2012 ne divenne ambasciatore globale e nel 2013 membro del consiglio di amministrazione.[32]

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Statistiche

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* Primo nella lega

NCAA

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NBA

Regular season

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Play-off

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Massimi in carriera

Palmarès

First Team: 1992
Second Team: 2001
Third Team: 1998, 2002
First Team: 1997, 1998, 2001
Second Team: 1995, 1999, 2002
1995, 1997, 1998, 2001
1992, 1995, 1996, 1997, 1998, 2000, 2001, 2002
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Filmografia

Cinema

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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