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Elezioni regionali in Veneto del 2020
11ª elezione del Consiglio e del Presidente della Regione Veneto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Le elezioni regionali italiane del 2020 in Veneto si sono tenute il 20 e 21 settembre, contestualmente alle altre 6 regioni chiamate al voto: Liguria, Toscana, Valle d'Aosta, Marche, Campania e Puglia. La consultazione elettorale era inizialmente prevista per il 31 maggio ma è stata rinviata a causa della pandemia di COVID-19 del 2019-2020 in base al decreto legge 20 aprile 2020, n. 26; lo stesso decreto ha disposto una proroga di tre mesi per il Presidente della Giunta e il Consiglio regionale.
Le consultazioni elettorali si sono svolte contemporaneamente al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, alle elezioni parlamentari suppletive nel collegio uninominale Veneto - 09 (Villafranca di Verona) e alle elezioni amministrative in 40 comuni veneti (tra cui Venezia).
Il presidente uscente Luca Zaia è stato rieletto per il terzo mandato consecutivo con il 76,79% delle preferenze, ottenendo il primato del presidente di regione eletto direttamente con la più alta percentuale di voti.[1][2]
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Legge elettorale

Per le elezioni regionali in Veneto si vota con una legge elettorale del 2012 che è stata in parte modificata nel maggio 2018. Non essendo previsto un ballottaggio, verrà eletto governatore il candidato capace di ottenere anche un solo voto in più rispetto agli altri sfidanti.
Lo Zaiatellum – come è stato rinominato – è un sistema di voto proporzionale che prevede l’assegnazione di un premio di maggioranza: nel caso di un candidato che ottiene più del 40% dei voti, a questi verrà attribuito il 60% dei 50 seggi in totale.
Per accedere alla ripartizione dei seggi, una coalizione deve superare la soglia di sbarramento del 5% dei voti mentre per le liste singole l’asticella è fissata al 3%. Per quanto riguarda i consiglieri è stato eliminato il vincolo dei due mandati.
Sarà possibile infine per un elettore fare un voto disgiunto (per un candidato alla carica di Presidente della Giunta regionale e per una delle altre liste a esso non collegate) ed esprimere una doppia preferenza per i candidati consiglieri, che però devono riguardare candidati di genere diverso della stessa lista (un uomo e una donna o viceversa), pena l’annullamento della seconda preferenza.
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Candidati alla presidenza

I candidati alla presidenza, con le rispettive liste a sostegno - così come depositate in Corte d'Appello alla scadenza di legge delle ore 12 del 22 agosto sono:
- Paolo Benvegnù, sostenuto da Solidarietà Ambiente Lavoro;
- Patrizia Bertelle, sostenuta da Italia in Comune;
- Enrico Cappelletti, sostenuto dal Movimento 5 Stelle;
- Paolo Girotto, sostenuto da Movimento 3V Libertà di scelta;
- Antonio Guadagnini, sostenuto dal Partito dei Veneti;
- Arturo Lorenzoni, (Indipendente), sostenuto dal Partito Democratico, Europa Verde, Il Veneto che Vogliamo, Sanca Veneta, Volt Europa;
- Simonetta Rubinato, sostenuta da Veneto Rubinato;
- Daniela Sbrollini, sostenuta da Italia Viva, PSI, PRI, Civica Veneto;
- Luca Zaia, (Lega), presidente uscente sostenuto dalla Lista Zaia Presidente, Lega-Liga Veneta, Fratelli d'Italia, Forza Italia - Autonomia per il Veneto, Lista Veneta Autonomia - Liga Veneta Repubblica.
Gli aspiranti candidati Ivano Spano (Movimento Indipendenza Noi Veneto) e Loris Palmerini (Venetie per l'Autogoverno) non hanno presentato le firme necessarie, restando pertanto esclusi dalla contesa elettorale.[3]
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Sondaggi
Riepilogo
Prospettiva
Candidati presidenti
I sondaggi vengono pubblicati su un'apposita sezione del sito internet del Governo italiano.
Liste elettorali
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Affluenza
Affluenza
Affluenza regionali Veneto 2020 Archiviato il 23 settembre 2020 in Internet Archive.
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Risultati
- Include Articolo Uno, Sinistra Italiana e Possibile
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Consiglieri eletti
Riepilogo
Prospettiva
Il 7 ottobre 2020 la Corte d'appello di Venezia ha dichiarato eletta la consigliera uscente Erika Baldin (M5S), anziché Roberta Vianello (Lista Zaia Presidente): secondo i giudici, la soglia di sbarramento (3%) deve essere considerata per le preferenze ottenute dal candidato presidente (Enrico Cappelletti ottenne il 3,25%) e non all'unica lista che lo sosteneva (il M5S ottenne il 2,69%).[4][5]
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Note
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