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Fiumedinisi

comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Fiumedinisi (Šuminisi in siciliano[5]) è un comune italiano di 1 351 abitanti[2] della città metropolitana di Messina in Sicilia.

Fatti in breve Fiumedinisi comune, Localizzazione ...
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Geografia fisica

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Santuario di Maria Santissima Annunziata, la chiesa madre di Fiumedinisi

Fiumedinisi sorge nella omonima valle, sul lato orientale dei monti Peloritani. Il territorio comunale si estende su una superficie di circa 36 km². Il centro urbano si trova sulla sponda destra del torrente Fiumedinisi, a 190 metri sul livello del mare e distante 5 chilometri dalla costa ionica, circondato da alcune delle più alte cime peloritane: il Pizzo Poverello, il Monte Scuderi, il Pizzo Croce, il Pizzo Cavallo e il Pizzo di Frinzi.

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Storia

Riepilogo
Prospettiva

La fondazione di Fiumedinisi viene fatta risalire al VII secolo a.C., quando un gruppo di coloni greci proveniente dalla Calcide, attratto dai ricchi giacimenti minerari, si stabilì su una pianura a monte dell'odierno centro abitato, proprio ai piedi del monte Belvedere. Il sito doveva essere già popolato dai Siculi. Fu così fondata la colonia di Nisa (il nome riflette una venerazione del dio greco Dioniso da parte dei fondatori) e al fiume del posto fu dato il nome di "Chrysorhoas" (Aurea Corrente).

Sulla cima del Monte Belvedere, secondo antica tradizione, gli antichi abitanti di Nisa edificarono un tempio dedicato al dio greco Dioniso. Nel 428 a.C., durante la Guerra del Peloponneso la città fu assediata dagli ateniesi, ma i sicelioti nisani e i loro alleati siracusani riuscirono a resistere all'assedio e a respingere gli invasori. Testimonianze archeologiche inducono a pensare che Nisa fosse attiva in epoca romana, con l'attività estrattiva e l'agricoltura.

Con la nascita del Regno di Sicilia il centro abitato fu trasferito presso l'attuale sede con il nome di Flumen Dionisyi. Nel 1197, la valle del Nisi fu teatro della morte dell'imperatore e re di Sicilia Enrico I, padre di Federico II. Nel 1392, su iniziativa del Re Martino I di Sicilia, Fiumedinisi divenne feudo della famiglia Romano Colonna e conobbe un periodo di ampio splendore.

Durante la rivolta antispagnola di Messina del 1674-78 Fiumedinisi fu uno dei centri rimasti fedeli alla Corona spagnola, che vi trasferì il conio druvidiale monetario, subendo però devastazioni e violenze da parte dei messinesi. La ricostruzione avvenne per opera del Re Carlo III di Sicilia, il quale espresse la sua "reale gratitudine" a Fiumedinisi con un messaggio ancora oggi leggibile su una lapide posta sul prospetto principale della chiesa Matrice.

Fiumedinisi fu pesantemente colpito dalla epidemia di peste del 1743 e profondamente devastato dalla tremenda alluvione del 1855 la quale causò la perdita o il danneggiamento di importanti strutture produttive tra le quali la fabbrica di Mussola, la fonderia e lo stabilimento di lavorazione cartacea. Fino agli inizi degli anni '60 dello scorso secolo a Fiumedinisi era ancora attiva l'estrazione mineraria, specialmente nei giacimenti di contrada San Carlo-Mabmisisì.

Simboli

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica n. 1479 del 22 ottobre 1987.

«Interzato in palo: il PRIMO partito: a) palato di argento e di nero, b) sbarrato di dodici pezzi, di argento, di nero, di rosso; il tutto abbassato sotto il capo d’oro, caricato di quattro torri di rosso, due e due; il SECONDO interzato in fascia: a) partito: a destra, inquartato in decusse, nel 1º e nel 4º, palato di quattro pezzi d’oro e di rosso, nel 2º e nel 3º, di azzurro; a sinistra, troncato: nel 1º, di rosso, alla torre d'argento, murata di nero; nel 2º, di argento, al leone di rosso; b) di azzurro, a tre gigli d'oro, male ordinati; c) partito: a destra, d’oro, a cinque tortelli di verde, posti due, uno, due; a sinistra, di rosso, alla croce potenziata d'oro, accantonata da quattro crocette, dello stesso; il TERZO d'oro, a sei palle una, due, due, una, la prima, di azzurro, le altre, più piccole, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

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Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture militari

Architetture religiose

  • Santuario Maria Santissima Annunziata, chiesa madre (XII secolo)
  • Chiesa di San Pietro (XI-XII secolo)
  • Chiesa di San Nicola di Bari
  • Chiesa della Beata Vergine del Carmine (1769)
  • Chiesa Madonna delle Grazie al cimitero (XVII secolo)
  • Chiesa di Sant'Anna o Nunziatella (XII secolo)
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate, costruzione rurale in contrada Motta (1660)
  • Chiesa della Santissima Trinità e ruderi del convento carmelitano della Santissima Trinità

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[6]

Amministrazione

Riepilogo
Prospettiva

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Ulteriori informazioni Periodo, Primo cittadino ...

Altre informazioni amministrative

Il comune di Fiumedinisi fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n. 6 (Montagna litoranea dei Peloritani)[8].

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Sport

Calcio

La società calcistica è il Fiumedinisi, che milita nel campionato di Prima Categoria Sicilia.

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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