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Giorgio Cremaschi
sindacalista e politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Giorgio Cremaschi (Roma, 27 settembre 1948[1]) è un sindacalista, politico e saggista italiano.
È stato presidente del comitato centrale della FIOM, l'organizzazione dei metalmeccanici della CGIL, dal 2010 al 2012. Dal 12 gennaio 2019 al 12 maggio 2021 è stato Portavoce nazionale di Potere al Popolo!.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva

Nei primi anni 1970 fu studente della facoltà di scienze politiche dell'Università di Bologna e fu impegnato politicamente. Nel 1973, infatti, era dirigente della sezione universitaria e membro del comitato federale del Partito Comunista Italiano di Bologna. Il 26 giugno 1973 fu aggredito da una squadra di neofascisti del Fronte della Gioventù e del FUAN.[2]
Dopo la laurea e le prime esperienze nel sindacato della scuola del capoluogo emiliano, arrivò a Brescia nel 1974 per un incarico all'interno del progetto delle «150 ore», iniziativa realizzata dall'allora sigla unitaria dei metalmeccanici, la FLM (Federazione Lavoratori Metalmeccanici), per la formazione e il conseguimento d'un titolo di studio da parte degli operai bresciani[3].
Gli anni 1980 lo hanno visto protagonista degli scontri sindacali in numerose aziende della provincia; confronti accesi e scontri durissimi legati non solo all'organizzazione del lavoro ed al salario, ma pure al ruolo del sindacato in azienda. Dopo la lunga parentesi alla FIOM di Brescia (di cui è stato anche segretario generale dal 1981 al 1988), ha iniziato l'esperienza dei vertici nazionali di categoria, quindi quella non meno intensa della FIOM torinese, e poi, nuovamente a Roma, quella di presidente del comitato centrale dei metalmeccanici della CGIL. In questo periodo aderisce, come semplice iscritto, a Rifondazione Comunista.
Al XII congresso della CGIL dell'ottobre 1991 è tra i presentatori del documento "Essere Sindacato" alternativo al documento presentato dal segretario generale Bruno Trentin.[4]
Nel 2005 durante lo svolgimento del XV congresso diventa leader dell'area programmatica interna alla CGIL denominata "Rete 28 aprile". URL consultato l'8 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016). . Dal 2010 fino all'estate 2012 è stato presidente del comitato centrale della FIOM.
Dall'estate 2011 è tra i promotori ed attivisti di primo piano del comitato "No Debito".[5]
Nella primavera 2013 è fra i promotori della rete anticapitalista nazionale "Ross@".[6] Il 2 dicembre 2013 presenta, come primo firmatario, il documento II "Il sindacato è un'altra cosa - rivendicazioni per una CGIL indipendente, democratica, che lotta", in antitesi al documento I (prima firmataria Susanna Camusso) "Il lavoro decide il futuro". Entrambi i documenti andranno a votazione tra gli iscritti CGIL il 6, 7, 8 maggio 2014 in occasione del XVII congresso CGIL.
Il 15 settembre 2015 Cremaschi, con un articolo pubblicato su The Huffington Post, intitolato "Perché lascio la Cgil", annuncia pubblicamente e spiega i motivi della sua decisione di abbandonare il sindacato restituendo la tessera dopo 44 anni di militanza: «Oramai mi sento totalmente estraneo a ciò che realmente è questa organizzazione e non sono in grado minimamente di fare sì che essa cambi.»[7]
Nel 2016 è tra i firmatari dell'appello Eurostop, su cui viene fondata la piattaforma politica dallo stesso nome, in cui si schiera per l'uscita dall'Euro, per il superamento dell'Unione europea e per l'uscita dalla NATO.[8]
Nel 2018 si candida per la prima volta alle elezioni politiche nelle liste di Potere al Popolo!, per la Camera dei deputati. Il mancato raggiungimento della soglia di sbarramento al 3% gli impedisce di essere eletto.
Il 12 gennaio 2019 viene eletto portavoce nazionale di Potere al Popolo! unitamente a Viola Carofalo[9] rimanendo in carica fino al 12 maggio 2021.[10][11][12] Contestualmente si candida nel coordinamento nazionale del partito, venendo eletto.[13]
Nel 2024 viene riconfermato al coordinamento nazionale.[14]
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Opere
- Giorgio Cremaschi e Marco Revelli, Liberismo o libertà. Dialoghi su capitalismo globale e crisi sociale, a cura di Gabriele Polo, Editori Riuniti, 1998, ISBN 9788835944225.
- Il salario è un furto. Liberismo e crisi del sindacato, Datanews, 1999, ISBN 9788879811224.
- Il regime dei padroni. Da Berlusconi a Marchionne, Editori Riuniti, 2010, ISBN 9788835990017.
- I gattopardi del capitale. Come Monti (non) salverà l'Italia, Edizioni Alegre, 2012, ISBN 9788889772768.
- Lavoratori come farfalle. La resa del più forte sindacato d'Europa, collana Fuori Pista, Jaca Book, 2014, ISBN 9788816412859.
- Liberalfascismo. Come i liberali distruggono la democrazia e ci portano in guerra, Mimesis, 2024, ISBN 9791222309163.
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Note
Voci correlate
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