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Giuseppe Di Rorai

militare italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Giuseppe Di Rorai
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Giuseppe Di Rorai (Loreo, 25 ottobre 1895Marsa Brega, 11 giugno 1923) è stato un militare italiano, pluridecorato ufficiale del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante le operazioni di riconquista della Libia.

Fatti in breve Nascita, Morte ...
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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Nacque a Loreo[1] (provincia di Rovigo) il 25 ottobre 1895, figlio di Giovanni e Maria Bonandini, seguì la famiglia trasferitasi a Cavarzere dove compì i primi studi, che proseguirono successivamente a Este e Rovigo. Mentre frequentava l'Istituto di ragioneria fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito, assegnato il 31 dicembre 1914 all'81º Reggimento fanteria "Torino". Dopo aver frequentato il corso Allievi Ufficiali di complemento, nel luglio 1915, un mese dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, raggiunse, con il grado di sottotenente di complemento, il 2º Reggimento "Granatieri di Sardegna" in zona di operazioni. Il reggimento si trovava allora schierato nella zona di Monfalcone,[2] ma successivamente operò sull'altopiano di Asiago in occasione dell'offensiva austro-ungarica del maggio 1916.[3] Decorato con una prima Medaglia d'argento al valor militare ritornò nel settore carsico promosso al grado di tenente. Si distinse a Selo (18-23 agosto 1917)[4] dove ottenne la Medaglia di bronzo al valor militare, venendo promosso al grado di capitano nel novembre 1917, distinguendosi come comandante di compagnia sul Piave[5] dove fu decorato con altre due Medaglie d'argento al valor militare. Entrato in servizio permanente effettivo, dopo la fine della guerra fu trasferito in Eritrea, assegnato al VII Battaglione eritreo di stanza a Massaua nel settembre 1919. Per fronteggiare la rivolta araba del 1922 il suo reparto fu trasferito in Libia.[6]

Durante le operazioni di riconquista della Cirenaica operò in qualità di Comandante della 1ª Compagnia del VII Battaglione eritreo.[7] Si distinse particolarmente durante i combattimenti di Uadi Mftam, 29 marzo 1923; e in quello successivo di Marsa Brega (11 giugno)[5] dove trovò la morte in combattimento vicino a Bir-Bilal.[7] Alla sua memoria fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare.[N 1][N 2] I funerali furono celebrati a Cavarzere nel 1924, alla presenza del quadrumviro Italo Balbo, futuro Maresciallo d'Italia e Governatore della Libia.[1]

La città di Rovigo ne ha onorato la memoria intitolandogli una via, così come la città di Roma. Inoltre il comune di Loreo gli ha intitolato la caserma della Guardia di Finanza[1] e un piazzale. La sezione dell'Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna di Padova e lo stadio comunale di Cavarzere portano il suo nome.

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Onorificenze

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Personificazione vera delle più elette virtù militari, eroica figura di ufficiale seppe anche combattendo contro i ribelli della Cirenaica far rifulgere il suo indomito valore e mostrarsi degno delle ambite ricompense di cui era già insignito. In testa alla sua compagnia a Uadi Mftam seppe con somma perizia, con slancio ammirevole, con prontezza ed energia, condurre vittoriosamente il primo attacco delle nostre truppe contro un forte campo ribelle, che sconfisse mettendolo in precipitosa fuga. A Marsa Brega il suo contegno calmo e sereno di fronte al soverchiante nemico suscitò l'ammirazione dei suoi ascari. Colpito a morte mentre col grido fatidico di "Savoia" trascinava i suoi all'assalto rivolse il suo ultimo pensiero alla Patria lontana, inneggiando alla vittoria delle nostre armi. Uadi Mftam, 29 marzo 1923; Marsa Brega, 11 giugno 1923
 Regio Decreto 1 ottobre 1925
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Conduceva compatta e ordinata la propria compagnia all'assalto e alla conquista di una posizione sotto il violento fuoco nemico di mitragliatrici. Sosteneva poi e respingeva con fermezza, tenacia e coraggio mirabili ripetuti contrattacchi avversari, infondendo con il suo esempio la calma ed il vigore nei propri dipendenti. Capo Sile, 14-16 gennaio 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla testa della sua compagnia al grido di "Savoia" si lanciò all'attacco di una trincea nemica con tale impeto da indurre il nemico alla resa. Attaccato di fianco da forze nemiche, calmo ma risoluto, contrattaccò con largo getto di bombe a mano, uccidendo parte degli attaccanti e facendo prigionieri. Durante il resto della giornata fu sempre esempio magnifico di slancio, coraggio ed ardire. Casoni-Colle dell'Orso (Carso), 2 luglio 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Guidava con intelligente e valoroso ardire una ricognizione nelle linee avversarie, riportandone utili informazioni e catturando prigionieri. In un violento e breve combattimento di sorpresa, con lotta corpo a corpo, caduto in mano del nemico e disarmato, riusciva con gran coraggio e destrezza a liberarsi; bell'esempio di coraggio ai compagni e ai gregari. Altopiano di Asiago, 24-30 maggio 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Incaricato di provvedere al collegamento con reparto di altro corpo, guidando con abilità la propria compagnia, assolse lodevolmente il suo compito. Mantenne poi la posizione occupata per il collegamento, respingendo contrattacchi nemici in forze superiori e dando bello esempio di virtù militari. Selo, 18-23 agosto 1917
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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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