Timeline
Chat
Prospettiva
Giuseppe Gandini (calciatore)
calciatore italiano (1900-1989) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Remove ads
Giuseppe Gandini (Alessandria, 18 marzo 1900 – Alessandria, 15 ottobre 1989) è stato un calciatore italiano.
Remove ads
Biografia
Originario del sobborgo di Spinetta Marengo, iniziò a praticare il calcio nell'uliciana Liberi e Forti di Alessandria. In gioventù lavorò come operaio all'Ansaldo di San Pier d'Arena, per poi ritornare in Piemonte durante il servizio di leva e debuttare in massima serie con la Valenzana[1].
Giocò nell'Alessandria per oltre un decennio. Interrotta improvvisamente la carriera nel 1932 per un infortunio patito in allenamento, lasciò il mondo del calcio e divenne impresario edile[2]. Morì nel 1989, a 89 anni[3].
Remove ads
Caratteristiche tecniche
Viene ricordato come un «tipico esponente della scuola piemontese di provincia che prima e dopo della Grande Guerra esprime un calcio grintoso, ruvido, molto concreto. [...] Un combattente, sia pur con piedi discreti»[4]. Nel corso della sua carriera rivestì diversi ruoli. Inizialmente, secondo Carlo Felice Chiesa, si affermò da attaccante interno per «notevoli doti fisiche e irruente agonismo»[1].
Quando fu spostato dall'allenatore dell'Alessandria Béla Révész sulla fascia sinistra nel 1923 e poi, dall'anno successivo, al ruolo di centrosostegno rivelò «il tocco nitido dell'attaccante e il piglio del grande trascinatore»[1].
Remove ads
Carriera
Riepilogo
Prospettiva
Club
Dopo aver militato in gioventù nell'alessandrina Liberi e Forti, debuttò in Prima Divisione con la Valenzana nella stagione 1920-1921[1]; notato da Augusto Rangone, passò al termine di quel torneo all'Alessandria. Giocò la sua prima partita in maglia grigia il 2 ottobre 1921, a Casale Monferrato, nel derby Casale-Alessandria 0-0[5].
Rimase tra i grigi per 11 stagioni, diventandone capitano e leader: in piena epoca fascista, veniva soprannominato dai tifosi "il Duce" per l'entusiasmo e il carisma che dimostrava in campo[6]; titolare inamovibile per Carcano, che ricopriva il suo stesso ruolo da calciatore, rifiutò la richiesta dell'allenatore di seguirlo alla Juventus[1]. Con i grigi vinse la Coppa CONI del 1927 e sfiòrò la vittoria dello scudetto 1927-1928; in merito alla sua esperienza da calciatore dichiarò: «Giocavo con passione, per me era un divertimento, tanto che non sentivo neppure la fatica»[7].
Il 6 dicembre 1931 disputò l'ultima gara della sua carriera, nuovamente a Casale; giovedì 10, durante la preparazione per l'imminente gara di campionato contro la Triestina, patì un infortunio ai legamenti del ginocchio, inizialmente catalogato come «leggera distorsione» e poi rivelatosi tanto grave da obbligarlo a chiudere la carriera[8]. In un'intervista del 1989 commentò l'incidente, imputandolo al «freddo terribile» di quei giorni: «non è mai facile accettare un cambiamento radicale, anche se, in fondo, stavo già meditando di smettere perché, dopo 12 annate in A, anche giocare stava diventando pesante»[8]. È ad oggi il sesto giocatore grigio per numero di presenze ufficiali (236, cui si aggiungerebbe lo spareggio Padova-Alessandria del 1923)[9].
Nazionale
In Nazionale non conobbe particolari successi: perse cinque delle sei gare giocate in totale[4]. Debuttò il 14 giugno 1925, al Mestalla di Valencia, nell'amichevole Spagna-Italia 1-0, schierato dal suo pigmalione Augusto Rangone nel ruolo di mediano sinistro[1].
L'ultima gara (Portogallo-Italia 4-1 del 1928) fu invece anche quella dell'esordio nello stesso ruolo che aveva all'epoca all'Alessandria, quello di centrosostegno, normalmente riservato al titolare Fulvio Bernardini[1].
Remove ads
Statistiche
Presenze e reti nei club
Cronologia presenze e reti in nazionale
Remove ads
Palmarès
- Coppa CONI: 1
- Alessandria: 1927
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
Wikiwand - on
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Remove ads