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Giuseppe Sapienza
avvocato, sindacalista e politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Giuseppe Sapienza, detto Peppino (Catania, 17 marzo 1884 – Palermo, 24 novembre 1949), è stato un avvocato, sindacalista e politico italiano, membro dell'Assemblea Costituente della Repubblica italiana.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Socialista libertario, noto a Catania come “l'avvocato dei poveri”, si è distinto per il vivo antifascismo e per le battaglie antimafia[1].
Nel 1908 a Messina aiutò i superstiti del terremoto. In ogni momento ha difeso i poveri e gli oppressi, lottando contro tutte le tirannie, in tutti i modi e con tutti i mezzi: per questo è vissuto ed è morto poveramente.[2] "I più lerci delinquenti lui li raccoglieva all' uscita dal carcere e li sistemava anche a casa propria"[3].
In Sicilia ha ricoperto la carica di Vice Segretario Regionale del Partito Socialista Italiano. Membro del cosiddetto gruppo dei '13 apostoli', i socialisti "puri" turatiani catanesi, contrari al defelicianesimo, nel 1911 è stato al vertice della Camera del Lavoro di Catania[4].
Negli anni venti, a causa delle sue posizioni massimaliste, sarà uno dei pochi socialisti catanesi che, al momento della scissione che portò alla nascita del Partito Socialista Unitario, rimarrà aderente al PSI[5]. Nel 1940 fu rinchiuso nel carcere di Catania ed assegnato al confino di polizia per propaganda antifascista.[2] Partecipò all'organizzazione della fuga di Giuseppe Saragat e Sandro Pertini dal carcere romano di Regina Coeli avvenuta il 24 gennaio 1944[6].
Eletto nelle liste del PSIUP all'Assemblea Costituente, nel 1947, in seguito alla scissione dell'ala democratico-gradualista guidata da Saragat (cosiddetta "svolta di Palazzo Barberini"), aderirà al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI)[7]. È stato deputato al Parlamento Siciliano nella I legislatura per la circoscrizione di Catania con 3.485 voti di preferenza su 27.566 di lista (12,64%)[2]. Durante il II Governo della Regione Siciliana ha ricoperto la carica di Assessore alla Pubblica Istruzione[2].
Tre suoi figli furono uccisi dal padronato e dal fascismo[8]. Padre dell'attrice e scrittrice Goliarda Sapienza, nata dalla libera unione con la compagna Maria Giudice.
"Eccessivo come la Sicilia, contraddittorio come la vita, ingombrante come un fiume in piena"[9], morì il 24 novembre 1949 a causa di un malore tra le braccia della sua amante in un hotel di Palermo[10].
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Note
Bibliografia
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Collegamenti esterni
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