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Harrison White

sociologo, professore universitario statunitense (1930-2024) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Harrison White
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Harrison Colyar White (Washington, 21 marzo 1930Tucson, 18 maggio 2024) è stato un sociologo statunitense, professore presso la Columbia University.

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Harrison Colyar White

Ha svolto un ruolo importante nella "Harvard Revolution" riguardo alle reti sociali[1] e nella New York School fo Relational Sociology.[2] È stato uno dei leader della rivoluzione nella sociologia, utilizzando modelli di struttura sociale che si basano su schemi di relazioni anziché sugli attributi e gli atteggiamenti degli individui.[3] Tra i ricercatori nel campo delle reti sociali, White gode di ampio rispetto. A riprova di ciò, in occasione della conferenza annuale dell'International Network of Social Network Analysis (Conferenza Internazionale per l'Analisi delle Reti Sociali) del 1997, l'organizzatore ha tenuto uno speciale evento "White Tie" (letteralmente "Cravatta Bianca"), interamente dedicato a White.[4]

Il ricercatore di reti sociali Emmanuel Lazega lo definisce sia "Copernico che Galileo" perché è stato l'artefice tanto della visione teorica quanto degli strumenti metodologici per la sua realizzazione. La documentazione più completa delle sue teorie si trova nel libro "Identity and Control" (Identità e Controllo), pubblicato per la prima volta nel 1992. Una sostanziale riscrittura del volume è apparsa nel giugno 2008. Nel 2011, White ha ricevuto il premio W.E.B. DuBois Career of Distinguished Scholarship Award dall'American Sociological Association (Associazione Sociologica Americana). Questo premio onora gli "studiosi che hanno dimostrato un eccezionale impegno nei confronti della professione sociologica e la cui opera complessiva ha contribuito in modo importante al progresso della disciplina."[5]

Prima del suo ritiro a Tucson, Arizona, White si interessava di sociolinguistica e strategia aziendale, oltre che di sociologia.

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Vita e carriera

Riepilogo
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Primi anni

Harrison White nacque il 21 marzo 1930 a Washington, D.C. Figlio di un medico della Marina degli Stati Uniti, crebbe con tre fratelli. Nonostante i frequenti trasferimenti dovuti alle basi navali, durante l'adolescenza considerò il Sud degli Stati Uniti, in particolare Nashville, nel Tennessee, come la propria casa.

All'età di 15 anni, White si iscrisse al Massachusetts Institute of Technology (MIT), dove conseguì la laurea triennale a 20 anni. Cinque anni più tardi, nel 1955, ottenne il dottorato in Fisica Teorica, sempre presso il MIT, sotto la supervisione di John C. Slater. La sua tesi era intitolata "Un calcolo quantistico-meccanico delle costanti di forza interatomiche nel rame" (traduzione dall'inglese). Tale lavoro fu successivamente pubblicato sulla rivista Physical Review con il titolo "Atomic Force Constants of Copper from Feynman's Theorem" (1958).[6]

Durante gli studi al MIT, White frequentò anche un corso tenuto dal politologo Karl Deutsch, al quale attribuì il merito di averlo incoraggiato a orientarsi verso le scienze sociali.

Università di Princeton

Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Fisica Teorica, Harrison White ottenne una borsa di studio dalla Ford Foundation che gli permise di iniziare il suo secondo dottorato, questa volta in Sociologia, presso l'Università di Princeton.

A Princeton, il suo relatore di tesi fu Marion J. Levy. Lavorò anche a stretto contatto con Wilbert Moore, Fred Stephan e Frank W. Notestein. Il suo gruppo di specializzazione era estremamente ristretto, composto solo da quattro o cinque studenti, tra cui David Matza e Stanley Udy.

Contemporaneamente agli studi a Princeton, White ricoprì, tra il 1955 e il 1956, la posizione di analista operativo presso l'Operations Research Office della Johns Hopkins University. In questo periodo, collaborò con Lee S. Christie alla pubblicazione Queuing with Preemptive Priorities or with Breakdown (1958). Christie aveva precedentemente lavorato con lo psicologo matematico R. Duncan Luce presso lo Small Group Laboratory del MIT, mentre White completava il suo primo dottorato in Fisica.

Proseguendo i suoi studi a Princeton, White trascorse anche un anno come ricercatore presso il Center for Advanced Study in the Behavioral Sciences (Centro per gli Studi Avanzati nelle Scienze Comportamentali) della Stanford University in California, dove conobbe Harold Guetzkow. Guetzkow era un membro della facoltà del Carnegie Institute of Technology ed era noto per l'applicazione di simulazioni al comportamento sociale, nonché collaboratore di lunga data di pionieri negli studi organizzativi come Herbert A. Simon, James March e Richard Cyert.[7]

Grazie all'incontro con Simon, mediato da Guetzkow, White ricevette un invito a trasferirsi in Pennsylvania. Tra il 1957 e il 1959, assunse la carica di Professore Associato di Amministrazione Industriale e Sociologia presso la Graduate School of Industrial Administration del Carnegie Institute of Technology (successivamente Carnegie-Mellon University). In un'intervista, White dichiarò di aver lottato con il preside, Leyland Bock, affinché la parola "sociologia" fosse inclusa nel suo titolo accademico.

Fu durante il periodo trascorso allo Stanford Center for Advanced Study che White conobbe la sua prima moglie, Cynthia A. Johnson, laureata in Storia dell'Arte al Radcliffe College.

Dalla loro collaborazione nacquero gli studi sugli impressionisti francesi, tra cui il libro "Canvases and Careers" (1965) e l'articolo "Institutional Changes in the French Painting World" (1964). Questo lavoro ebbe origine da un seminario sull'arte tenuto nel 1957 presso il Center for Advanced Study, sotto la guida di Robert Wilson. Inizialmente White intendeva utilizzare la sociometria per mappare la struttura sociale del mondo dell'arte francese e prevederne i cambiamenti, ma giunse alla fondamentale intuizione che il cambiamento fosse spiegato non tanto dalla struttura sociale quanto da quella istituzionale.

In quegli anni, White, ancora dottorando in sociologia, pubblicò il suo primo lavoro nelle scienze sociali: "Sleep: a sociological interpretation" (Il sonno: un'interpretazione sociologica) su Acta Sociologica nel 1960, in collaborazione con il sociologo norvegese Vilhelm Aubert. Questo studio era un esame fenomenologico del sonno che mirava a "dimostrare che il sonno era più di una semplice attività biologica... [ma piuttosto anche] un evento sociale".

Per la sua tesi di dottorato, White condusse una ricerca empirica su un reparto di ricerca e sviluppo di un'azienda manifatturiera. La ricerca si basò su interviste e un questionario di 110 domande rivolto ai dirigenti. Egli impiegò in particolare domande sociometriche per modellare la "struttura sociale" delle relazioni tra i vari reparti e team all'interno dell'organizzazione.

Nel maggio del 1960 presentò la sua tesi intitolata "Ricerca e sviluppo come modello nella gestione industriale: uno studio di caso sull'istituzionalizzazione e l'incertezza", conseguendo così il dottorato di ricerca in Sociologia presso l'Università di Princeton. La sua prima pubblicazione derivata dalla tesi fu "Management conflict and sociometric structure" sull'American Journal of Sociology.[8]

Università di Chicago

Nel 1959, in seguito al trasferimento di James Coleman dall'Università di Chicago per fondare un nuovo dipartimento di relazioni sociali presso la Johns Hopkins University, si aprì una posizione adatta a un sociologo matematico come White.

White si trasferì a Chicago per assumere l'incarico di Professore Associato presso il Dipartimento di Sociologia. In quel periodo, la facoltà includeva sociologi di grande influenza, tra cui Peter Blau, Mayer Zald, Elihu Katz, Everett Hughes ed Erving Goffman. Poiché Princeton richiedeva solo un anno di residenza e White aveva colto l'opportunità di ricoprire incarichi alla Johns Hopkins, Stanford e Carnegie mentre lavorava ancora alla tesi, fu a Chicago che White attribuì la sua "vera socializzazione, in un certo senso, nella sociologia". Fu qui che White seguì i suoi primi due studenti di dottorato, Joel H. Levine e Morris Friedell, i quali diedero entrambi contributi significativi all'analisi delle reti sociali in sociologia.

Mentre si trovava allo Center for Advanced Study, White aveva iniziato a studiare antropologia e aveva sviluppato un profondo interesse per la parentela. Durante la sua permanenza all'Università di Chicago, completò il volume "An Anatomy of Kinship" (Un'anatomia della parentela), pubblicato nel 1963 nella serie Prentice-Hall Mathematical Analysis of Social Behavior, curata da James Coleman e James March.

Il libro ottenne notevole attenzione da parte di molti sociologi matematici dell'epoca e contribuì in modo determinante ad affermare White come un riconosciuto costruttore di modelli teorici.

La rivoluzione di Harvard

Nel 1963, White lasciò Chicago per diventare Professore Associato di Sociologia presso il Dipartimento di Relazioni Sociali di Harvard. Questo dipartimento, fondato da Talcott Parsons, era ancora profondamente influenzato dal paradigma struttural-funzionalista di Parsons. Avendo in precedenza insegnato solo a livello di laurea magistrale (presso Carnegie e Chicago), il suo primo corso triennale ad Harvard fu "Introduzione alle Relazioni Sociali". Questo corso divenne celebre tra gli analisti di rete. Poiché White "riteneva che i libri di testo esistenti fossero grottescamente antiscientifici",[9] il programma era noto per includere poche letture di sociologi e concentrarsi maggiormente su quelle di antropologi, psicologi sociali e storici.[10]

White fu un critico strenuo di quello che definiva l'approccio "attributi e atteggiamenti" della sociologia parsonsiana, emergendo come leader di ciò che fu variamente chiamato la "Rivoluzione di Harvard", la "Svolta di Harvard" o la "Rinascita di Harvard" nell'ambito delle reti sociali.

Ad Harvard, lavorò a stretto contatto con i ricercatori di piccoli gruppi George C. Homans e Robert F. Bales, un'attività in gran parte coerente con le sue precedenti ricerche organizzative e con i suoi sforzi per formalizzare l'analisi di rete. In questo periodo, anche Charles Tilly, ex studente di dottorato del Dipartimento di Relazioni Sociali di Harvard e professore ospite, assistette ad alcune delle sue lezioni; il pensiero di rete di White influenzò profondamente il lavoro successivo di Tilly.

White rimase ad Harvard fino al 1986. Diverse ragioni, tra cui il divorzio dalla moglie Cynthia (con la quale aveva pubblicato diverse opere) e il desiderio di cambiare ambiente, lo portarono ad accettare l'offerta di ricoprire la posizione di Direttore del Dipartimento di Sociologia presso l'Università dell'Arizona.[11] White rimase in Arizona per due anni.

Università della Columbia

Nel 1988, White fece il suo ingresso alla Columbia University come Professore di Sociologia, assumendo anche la direzione del Paul F. Lazarsfeld Center for the Social Sciences.

Questo periodo coincise con l'inizio di quella che è considerata la seconda grande rivoluzione nell'analisi delle reti: la cosiddetta "New York School of Relational Sociology" (Scuola di Sociologia Relazionale di New York). Questo istituto "invisibile" comprendeva, oltre alla Columbia, la New School for Social Research e la New York University.

Mentre la precedente Rivoluzione di Harvard aveva portato progressi sostanziali nei metodi di misurazione e modellazione della struttura sociale, la New York School vide la fusione della sociologia culturale con la sociologia strutturale delle reti, due tradizioni che in precedenza erano state in antagonismo. White ne fu la figura centrale e il suo capolavoro, "Identity and Control" (Identità e Controllo), rappresentò la testimonianza di questa nuova sociologia relazionale.

Nel 1992, White fu nominato Giddings Professor of Sociology e ricoprì la carica di direttore del dipartimento di sociologia per diversi anni, fino al suo pensionamento.

Durante la sua permanenza alla Columbia University, White mantenne il suo interessamento verso il connubio tra arte e sociologia chiamando a se, nel 2004 e poi una seconda volta nel 2005 un giovane artista italiano, Gian Vincenzo Monni, all'epoca semi sconosciuto per presentare il Razionalismo Estetico nel corso Careers and Creativity: Sociology Of The Arts. Le presentazioni furono accompagnate da un testo critico del professor White, da una presentazione di Gian Vincenzo Monni e, nel 2004, da elaborati critici di Guely Rachele, Tylus Lindsey, Bredie Nicholas, Chu Kristin, Oliver D. Nehemiah, allievi del professore.[12]

Dopo il ritiro, White risiedeva a Tucson, in Arizona.

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Contributi

Riepilogo
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Un buon riassunto dei contributi sociologici di White è fornito dal suo ex studente e collaboratore, Ronald Breiger:

«White affronta problemi di struttura sociale che attraversano l'intera gamma delle scienze sociali. In particolare, ha contribuito (1) alle teorie delle strutture di ruolo che comprendono sistemi di parentela classificatori dei popoli nativi australiani e istituzioni dell'Occidente contemporaneo; (2) a modelli basati sulle equivalenze degli attori attraverso reti di molteplici tipi di relazioni sociali; (3) alla teorizzazione della mobilità sociale nei sistemi organizzativi; (4) a una teoria strutturale dell'azione sociale che enfatizza controllo, agency, narrazione e identità; (5) a una teoria della produzione artistica; (6) a una teoria dei mercati di produzione economica che porta all'elaborazione di un'ecologia di rete per le identità di mercato e a nuovi modi di contabilizzare profitti, prezzi e quote di mercato; e (7) a una teoria dell'uso del linguaggio che enfatizza il passaggio tra domini sociali, culturali e idiomatici all'interno delle reti di discorso. La sua affermazione teorica più esplicita è Identità e controllo: una teoria strutturale dell'azione sociale (1992), sebbene molti dei componenti principali della sua teoria della reciproca formazione di reti, istituzioni e agenzie siano facilmente evidenti anche in Carriere e creatività: forze sociali nelle arti (1993), scritto per un pubblico meno specializzato. Più in generale, White e i suoi studenti hanno suscitato interesse nel considerare la società come una rete piuttosto che come un insieme di individui.»

La misurazione del rapporto di causa ed effetto in modo sistematico presenta notevoli difficoltà nell'ambito della sociologia e delle scienze organizzative, rendendo questa prospettiva metodologica oggetto di dibattito. Per ovviare a tale complessità, si ricorre frequentemente a tecniche di campionamento volte a identificare la tendenza media all'interno di una popolazione.

Questa pratica si manifesta, ad esempio, nell'identificazione del pensiero dell'europeo o dell'americano medio riguardo a specifici argomenti, un'informazione diffusa quasi quotidianamente. Tale approccio consente agli scienziati sociali e agli esperti di formulare inferenze causali, portando ad asserzioni come: "gli individui sono scontenti dell'attuale amministrazione a causa dell'andamento negativo dell'economia." Sebbene tale generalizzazione possegga una sua logica, essa non fornisce alcuna informazione specifica sull'individuo singolo. Questa limitazione metodologica conduce alla concettualizzazione di un individuo idealizzato, un costrutto che costituisce il fondamento dell'economia moderna. La maggior parte delle teorie economiche contemporanee tende a considerare le formazioni sociali, come le organizzazioni, quali mere aggregazioni derivanti dall'azione di individui che operano primariamente nel proprio interesse. Benché tale prospettiva si sia rivelata utile in determinati contesti analitici, essa non riesce a rendere conto in modo esaustivo del ruolo delle conoscenze e delle strutture relazionali necessarie al sostentamento delle formazioni sociali stesse.

In risposta a queste lacune, Harrison White e i suoi allievi (e i loro successivi discepoli) hanno elaborato modelli che incorporano esplicitamente i modelli relazionali nella descrizione delle formazioni sociali. Questo filone di ricerca multidisciplinare e innovativo include: la sociologia economica, l'analisi delle reti sociali (sociologia delle reti) e la sociologia strutturalista.

Identità e controllo

Il trattato più sistematico e completo di White è intitolato Identità e Controllo, la cui prima edizione fu pubblicata nel 1992, seguita da una seconda edizione rivista nel giugno 2008.

In quest'opera fondamentale, White analizza il mondo sociale, includendo il concetto di "persona", come una realtà che emerge da configurazioni di relazioni, anziché da singole essenze. Egli argomenta che l'organizzazione della realtà in termini di attributi costituisca un'euristica cognitiva intrinseca all'essere umano, ma che questa tendenza possa rivelarsi concettualmente fallace.

Per esempio, il concetto di leadership non può essere descritto esaustivamente mediante una mera lista di attributi personali, poiché esso è definito intrinsecamente dalla relazione che si stabilisce con i seguaci. Analogamente, un'organizzazione non è un'entità statica, ma una struttura di relazioni la cui esistenza è condizionata dall'onorare e dal mantenere specifici legami interpersonali.

White adotta, di conseguenza, un approccio che evita di attribuire qualità essenziali a ciò che risulta dall'interazione di questi modelli relazionali. Tale astensione metodologica, secondo l'autore, si oppone agli istinti cognitivi naturali e necessita di un'elaborazione riflessiva specifica.

Il volume Identità e Controllo è strutturato in sette capitoli: i primi sei capitoli sono dedicati all'analisi delle formazioni sociali di controllo che vincolano gli individui e al modo in cui il giudizio e le categorizzazioni sociali organizzano l'esperienza, limitando di conseguenza le possibilità di azione. Il capitolo finale verte sul tema dell'azione e sulle modalità attraverso cui è possibile innescare il cambiamento. Tra queste, White evidenzia l'importanza del meccanismo del "proxy", inteso come la delega o l'attribuzione di potere e influenza ad altri agenti.

Mercati dalle reti

Harrison White ha anche sviluppato una prospettiva sulla struttura del mercato e sulla concorrenza nel suo libro del 2002, Markets from Networks, basata sull'idea che i mercati siano integrati nelle reti sociali . Il suo approccio è legato a concetti economici come l'incertezza (come definita da Frank Knight), la concorrenza monopolistica (Edward Chamberlin) o la segnalazione (Spence). Questa prospettiva sociologica sui mercati ha influenzato sia i sociologi (vedi Joel M. Podolny) che gli economisti (vedi Olivier Favereau).

Lavori successivi

I lavori successivi di White affrontarono la linguistica. In "Identità e Controllo " enfatizzò il "passaggio" tra domini di rete come un modo per spiegare la grammatica senza ignorare il significato, come fa gran parte della teoria linguistica standard. Nutriva un interesse di lunga data per le organizzazioni e, prima di andare in pensione, lavorò su come la strategia si inserisse nei modelli generali di costruzione sociale da lui sviluppati.

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Influenza

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«...White può essere in una certa misura descritto come un sociologo per i sociologi, proprio come ci sono “musicisti per musicisti” che ispirano i loro pari ma rimangono inaccessibili a un pubblico più ampio.»

Oltre alle sue pubblicazioni, White è ampiamente riconosciuto per aver formato molte influenti generazioni di analisti di rete in sociologia, tra cui i primi lavori negli anni '60 e '70 durante la Rivoluzione di Harvard, così come gli anni '80 e '90 alla Columbia University durante la New York School of Relational Sociology.

Lo studente e assistente di White, Michael Schwartz , prese appunti nella primavera del 1965, noti come Notes on the Constituents of Social Structure, del corso di laurea triennale di White "Introduzione alle relazioni sociali" (Soc Rel 10). Questi appunti circolarono tra studenti e appassionati di analisi di rete, fino alla loro pubblicazione definitiva nel 2008 su Sociologia . Come spiega il popolare blog di scienze sociali Orgtheory.net, "nella sociologia americana contemporanea, non esiste un insieme di appunti presi dagli studenti che abbia avuto un'influenza underground pari a quelli del seminario introduttivo di Harrison White a Soc Rel 10 ad Harvard".[13]

La prima generazione di studenti laureati di Harvard che si formò con White negli anni '60 divenne una formidabile schiera di sociologi inclini all'analisi delle reti. Il suo primo studente laureato ad Harvard fu Edward Laumann, che sviluppò uno dei metodi più utilizzati per studiare le reti personali, noto come ego-network survey (sviluppato con uno degli studenti di Laumann all'Università di Chicago, Ronald Burt). Molti di loro contribuirono in seguito alla "scuola di Toronto" di analisi strutturale. Barry Wellman, ad esempio, contribuì notevolmente alla contaminazione tra analisi delle reti e studi di comunità, contribuendo in seguito ai primi studi sulle comunità online. Un'altra delle prime studentesse di White ad Harvard fu Nancy Lee (ora Nancy Howell), che utilizzò l'analisi dei social network nel suo studio pionieristico su come le donne che desideravano un aborto trovassero medici disponibili prima della sentenza Roe contro Wade. Scoprì che le donne trovavano i medici tramite i link di amici e conoscenti e che in media la differenza tra loro era di quattro gradi. White allenò anche le future aggiunte alla scuola di Toronto, Harriet Friedmann ('77) e Bonnie Erickson ('73).

Uno degli studenti più noti di White fu Mark Granovetter, che frequentò Harvard come dottorando dal 1965 al 1970. Granovetter studiò come le persone trovavano lavoro, scoprendo che era più probabile che lo facessero tramite conoscenti che tramite amici. Raccontando lo sviluppo del suo articolo del 1973, ampiamente citato, "The Strength of Weak Ties", Granovetter attribuisce l'idea alle lezioni di White e in particolare alla descrizione del lavoro sociometrico di Anatol Rapaport e William Horrath. Questo, unito al precedente lavoro di Stanley Milgram (anch'egli membro del Dipartimento di Relazioni Sociali di Harvard dal 1963 al 1967, sebbene non fosse uno degli studenti di White), fornì agli scienziati una migliore comprensione di come fosse organizzato il mondo sociale: in molti gruppi densi con " legami deboli " tra loro. Il lavoro di Granovetter fornì il background teorico per The Tipping Point di Malcolm Gladwell . Questa linea di ricerca è ancora attivamente perseguita da Duncan Watts, Albert-László Barabási, Mark Newman, Jon Kleinberg e altri.

La ricerca di White sulle " catene di posti vacanti " è stata supportata da numerosi studenti laureati, tra cui Michael Schwartz e Ivan Chase . Il risultato è stato il libro "Chains of Opportunity" . Il libro descriveva un modello di mobilità sociale in cui i ruoli e le persone che li ricoprivano erano indipendenti. L'idea che una persona fosse in parte creata dalla sua posizione nei modelli relazionali è diventata un tema ricorrente nel suo lavoro. Ciò ha fornito un'analisi quantitativa dei ruoli sociali, consentendo agli scienziati di sviluppare nuovi modi di misurare la società che non si basavano su aggregati statistici.

Negli anni '70, White lavorò con i suoi studenti Scott Boorman, Ronald Breiger e François Lorrain a una serie di articoli che introducono una procedura chiamata " blockmodeling " e il concetto di "equivalenza strutturale". L'idea chiave alla base di questi articoli era l'identificazione di una "posizione" o di un "ruolo" attraverso somiglianze nella struttura sociale degli individui, piuttosto che attraverso caratteristiche intrinseche agli individui o definizioni a priori di appartenenza al gruppo.

Alla Columbia, White formò un nuovo gruppo di ricercatori che spinsero l'analisi di rete oltre il rigore metodologico, estendendola teoricamente e incorporando concetti precedentemente trascurati, in particolare cultura e linguaggio.

Molti dei suoi studenti e allievi hanno avuto un forte impatto sulla sociologia. Altri ex studenti includono Michael Schwartz e Ivan Chase, entrambi professori a Stony Brook; Joel Levine, fondatore del programma di matematica/scienze sociali del Dartmouth College; Edward Laumann, pioniere della ricerca sulle reti egocentriche basata su sondaggi e preside e rettore dell'Università di Chicago; Kathleen Carley alla Carnegie Mellon University; Ronald Breiger all'Università dell'Arizona; Barry Wellman all'Università di Toronto e poi al NetLab Network; Peter Bearman alla Columbia University; Bonnie Erickson (Toronto); Christopher Winship (Università di Harvard); Joel Levine (Dartmouth College), Nicholas Mullins (Virginia Tech, deceduto), Margaret Theeman (Boulder), Brian Sherman (in pensione, Atlanta), Nancy Howell (in pensione, Toronto); David R. Gibson (Università di Notre Dame); Matthew Bothner (Università di Chicago); Ann Mische (Università di Notre Dame); Kyriakos Kontopoulos (Università del Tempio); e Frédéric Godart (INSEAD).

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Morte

White morì in una residenza assistita a Tucson, il 19 maggio 2024, all'età di 94 anni.[14]

Opere selezionate

Libri

  • Harrison C. White e Cynthia A. White, Canvases and Careers: Institutional Change in the French Painting World, Wiley, 1965, LCCN 65-19469.
  • Harrison C. White, Identity and Control: A Structural Theory of Social Action, Princeton University Press, 1992.
  • Harrison C. White e Cynthia A. White, Canvases and Careers: Institutional Change in the French Painting World, University of Chicago Press, 1993.
  • Harrison C. White, Careers and Creativity: Social Forces in the Arts, Westview Press, 1993.
  • Harrison C. White, Markets from Networks: Socioeconomic Models of Production, Princeton University Press, 2002, ISBN 9780691120386.
  • Harrison C. White, Identity and Control: How Social Formations Emerge, 2ª ed., Princeton University Press, 2008, ISBN 978-0-691-13715-5.

Articoli e capitoli di libri

  • White, Harrison C. (1988). "Varietà di mercati". In Barry Wellman e SD Berkowitz (a cura di). Strutture sociali: un approccio di rete . Cambridge: Cambridge University Press.
  • White, Harrison C. (1992). "Mercati, reti e controllo". In S. Lindenberg e Hein Schroeder (a cura di). Prospettive interdisciplinari sull'organizzazione . Oxford: Pergamon Press, 1992.
  • White, Harrison C. (1994). "I valori si presentano in stili, che si accoppiano al cambiamento". In Michael Hechter, Lynn Nadel e R. Michod (a cura di). The Origin of Values . New York: Aldine de Gruyter.
  • White, Harrison C. (1995). "Commutazioni di rete e forcelle bayesiane: ricostruzione delle scienze sociali e comportamentali". Ricerca sociale 62(4):1035 – 1063.
  • White, Harrison C. (1995). "I social network possono risolvere i paradossi degli attori in economia e psicologia". Journal of Institutional and Theoretical Economics 151:58-74.
  • White, Harrison C. (1997). "La matematica può essere sociale? Rappresentazione flessibile del processo di interazione nelle sue costruzioni socio-culturali". Sociological Forum 12:53-71.
  • White, Harrison C., Frédéric C. Godart e Victor P. Corona (2007). "Mobilitazione delle identità: incertezza e controllo nella strategia". Theory, Culture & Society 24(7-8):181-202.
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