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Il cielo in una stanza (brano musicale)

brano musicale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il cielo in una stanza è un brano musicale composto dal cantautore Gino Paoli, pubblicato la prima volta nel 1960 per l'interpretazione di Mina nel 45 giri Il cielo in una stanza/La notte e nell'omonimo album.[2] Nello stesso anno, ma successivamente, fu pubblicato anche dal suo autore sul singolo Il cielo in una stanza/Però ti voglio bene e nel 1961 nell'album eponimo.[3]

Fatti in breve Artista, Autore/i ...

Paoli, nel 1962, affidandosi all'arrangiamento di Ennio Morricone durante il suo passaggio alla RCA, registrò un'ulteriore versione in studio del brano (mai uscita come singolo) che con il tempo diventerà la più famosa in assoluto. Il brano, a suo tempo rivoluzionario (testo basato su storia reale, mancanza di ritornello e rima baciata, canto parlato, innovativa simbiosi poetica tra testo/parole e melodia/musica), è considerato generalmente tra i più belli nella storia della canzone italiana.

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Storia

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La canzone fu scritta dal giovane cantautore genovese quando non era ancora iscritto alla SIAE, per questo nei crediti delle varie versioni del disco figurano Mogol come autore del testo e Toang compositore della musica. Solo successivamente sarà depositata con la firma corretta del solo Paoli.[4]

Il brano, rifiutato da interpreti come Jula de Palma e Miranda Martino, fu proposto a Mina dal paroliere Mogol. Mina, poco convinta e all'inizio anche riluttante, decise di registrarla solo dopo averla sentita eseguita al pianoforte dallo stesso Paoli, ma soprattutto a seguito delle pressioni dei discografici.[5]

Con questo singolo tuttavia, la cantante raggiunse il 15 ottobre 1960, per la seconda volta nella sua carriera (dopo Tintarella di luna/Mai), il traguardo discografico del primo posto nelle vendite.[5] Il pezzo infatti, entrato al quinto/sesto posto nell'estate 1960, rimase in classifica fino all'inizio dell'anno successivo, dopo aver raggiunto il primo posto per 14 settimane, diventando il 45 giri più venduto dell'anno e sfiorando nel tempo i 2 milioni di copie vendute.[6][7][8]

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Ispirazione e contenuto

Come raccontato dallo stesso Paoli, il testo descrive l'incontro con una prostituta, di cui Paoli si era innamorato, avvenuto in un bordello di Genova[9] riconoscibile dal "soffitto viola".[10]

Nonostante l'argomento trattato, è considerata una delle più rilevanti espressioni della canzone d'autore italiana e un capolavoro artistico. L'immagine di alta poesia, che evoca l'atto di sesso a pagamento consumato nella stanza col soffitto viola, trasfigura circostanze e ambienti. La raffinata melodia, inizialmente lenta e confidenziale, conduce gradatamente verso spazi infiniti e trasognati raggiungendo il massimo dell'intensità musicale e poetica, per poi tornare nel finale all'intimità iniziale.[4]

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Citazioni e riferimenti nella cultura popolare

Versioni di Gino Paoli

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L'autore ha inciso più volte la canzone in italiano e sempre con arrangiamenti diversi.[12]

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Versioni di Mina

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Storicamente Mina è stata la prima interprete della canzone e, a giudicare dal successo di pubblico e di critica ottenuto nell'immediato ma anche successivamente, la sua versione rappresenta (insieme a quelle del suo autore) un punto di riferimento e paragone per tutta la musica leggera italiana e in particolare per la canzone d'autore.[4]

in italiano

Oltre la versione normale del 1960 e quella extended del 1965, nel

in lingua straniera

  • In inglese: titolo This World We Love In, testo di Don Raye, in due versioni del 1960. La prima (durata 2:20) presente solo nel singolo This World We Love In/You're Tired of Me (Time Records 1030, USA),[25] l'altra extended (durata 2:52) nel singolo This World We Love In/Please Don't Leave Me (Oriole Records 45-CB 1600, UK).[26] Quest'ultima si trova anche nelle raccolte More Than Strangers (Regalia RMS 5003, USA 1969) e Mina in the World (2000).
  • In spagnolo: titolo El cielo en casa, testo di Julio Cèsar, nell'EP Mina canta en Español (Spagna, 1961) e nella raccolta Mina latina due (1999).
  • In tedesco: titolo Wenn du an Wunder glaubst (Germania, singolo 1963), testo Hans Bradtke, inserita anche nella raccolta Heisser Sand (Germania, 1996).

Queste versioni, compresa quella extended in italiano, sono contenute in un CD singolo di produzione europea, intitolato MINA - Il cielo in una stanza.[27]

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Versioni strumentali

  • 2000 - Manco Inca incide una versione con il flauto di Pan per l'album Italy Love Songs.
  • 1964 - Giorgio Gaslini incide una versione pianoforte e orchestra in "12 canzoni d amore italiane" - la voce del padrone QELP8110

Cover di altri artisti

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Numerose sono state le cover di altri artisti, spesso significative e di buon successo.

Tra le cover di successo emerge la versione del 1976 di Franco Simone che per record vendite fu premiato con la Gondola d'oro a Venezia nel 1977. Mostra internazionale di musica leggera

La versione di Franco Simone fu scelta nel 1977 da Age e Scarpelli come colonna sonora del ciclo tv “Le parole sono cinema”, (dicitura riportata anche sul 45 giri originale del 1977).[28]

Questa cover di Franco Simone, nel 2023 è stata scelta, fra le varie versioni italiane, dalla cantante ed attrice Jennifer Lopez, come colonna sonora, per la campagna pubblicitaria mondiale di “Intimissimi”, per rappresentare l’Italia nello scenario di Positano.[29]

Ulteriori informazioni Anno, Artista ...
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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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