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balletto da Pëtr Il'ič Čajkovskij Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il lago dei cigni (in russo, Лебеди́ное о́зеро, Lebedínoe ózero) è uno dei più famosi e acclamati balletti del XIX secolo, musicato da Pëtr Il'ič Čajkovskij. La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro Bol'šoj di Mosca il 20 febbraio 1877 (4 marzo secondo il calendario gregoriano), con la coreografia di Julius Wenzel Reisinger.
Il lago dei cigni Лебединое озеро | |
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Anna Sobeshchanskaya interpreta Odette nella prima produzione del 1877 | |
Compositore | Pëtr Il'ič Čajkovskij |
Tipo di composizione | balletto |
Numero d'opera | op. 20 |
Epoca di composizione | 1875-1876 |
Prima esecuzione | Mosca, Teatro Bol'šoj, 20 febbraio 1877 |
Pubblicazione | Jurgenson, Mosca, 1895 |
Durata media | 2 h 30 min circa (a seconda della versione) |
Organico | vedi sezione |
La trama del balletto, modellata su diverse fiabe popolari russe e tedesche, si svolge in Germania e narra la triste storia d'amore tra il Principe Siegfried e la bella Principessa Odette, trasformata in cigno da un maleficio del perfido stregone Rothbart.
Primo dei tre balletti di Čajkovskij, fu composto a Mosca tra l'agosto 1875 e l'aprile 1876. Viene rappresentato in quattro atti e quattro scene. Sebbene esistano molte versioni diverse del balletto, la maggior parte delle compagnie di danza basa l'allestimento, sia dal punto di vista coreografico che musicale, sul revival di Marius Petipa e Lev Ivanov per il Balletto Mariinskij, presentato la prima volta il 15 gennaio 1895 al Teatro Imperiale Mariinskij a San Pietroburgo, Russia.
In occasione di questo revival, la musica di Čajkovskij venne rivisitata dal maestro di cappella dei Teatri Imperiali, Riccardo Drigo.
Il libretto originale riporta il nome di Vladimir Petrovic Begičev, direttore dei teatri imperiali di Mosca, insieme a quello del ballerino Vasil Fedorovič Gel'cer; tuttavia non esistono prove su chi abbia scritto la trama del balletto o da dove essa derivi. La storia venne probabilmente modellata su varie fiabe popolari russe e tedesche. Una delle ipotesi più quotate è che la storia sia stata largamente adattata dal coreografo Julius Reisinger ispirandosi all'antica fiaba tedesca Der geraubte Schleier ("Il velo rubato") pubblicata da Johann Karl August Musäus nella raccolta Volksmärchen der Deutschen, che differisce però notevolmente dalla trama del balletto[1]. Un'altra fonte potrebbe essere il racconto La favola dello zar Saltan e della bellissima principessa cigno dello scrittore russo Aleksandr Sergeevič Puškin. Secondo alcune recenti teorie, la figura del principe Siegfried potrebbe essere basata su Ludovico II di Baviera, soprannominato Re Cigno, che proprio come lui morì annegando in un lago in circostanze misteriose[2].
La prima esecuzione assoluta al Bol'šoj, con Pelageja M. Karpakova protagonista, fu accolta tiepidamente a causa di molteplici problemi: l'orchestra e il direttore, un semidilettante, lamentavano le difficoltà di una partitura "complicata" e diversa dalla consuetudine. Lo stesso avvenne da parte dei danzatori avvezzi a standard meno impegnativi. Pure l'allestimento scenico fu debole e assemblaggio di precedenti spettacoli; la coreografia di Reisinger fu banale e insignificante.[3] Ad aumentare la dose, le due prime protagoniste, che si alternarono nella successione delle recite, avevano doti coreutiche minori o si trovavano in età tecnicamente avanzata.
Le critiche del tempo banalizzavano l'esito coreografico: "un'ammirevole abilità [del coreografo, ndr] nell'arrangiamento degli esercizi ginnici"; la Gazzetta Teatrale del 22 febbraio 1877 ammetteva "qualche momento riuscito" ma affermava che "in generale la musica è piuttosto monotona, noiosa... interessante probabilmente solo per i musicisti".[4]
Il punto della situazione e lo svolgimento dei fatti sono rintracciabile nei Ricordi (1896) del critico, amico del compositore, Nikolaj Dmitrievič Kaškin:
«Il Lago dei cigni ebbe successo, non grande ma certamente lo ebbe, e continuò ad essere eseguito per molti anni fino a quando il decorativismo fu completamente sorpassato per non essere più riportato in auge. Non solo se ne minimizzò questo elemento; la musica soffrì sempre più, fino a quando circa un terzo di essa venne sostituita da musica di altri balletti, non necessariamente buoni"»
Non ebbero risultati migliori le due successive creazioni al Bol'šoj con la coreografia di Joseph Hansen del 13 luglio 1880 e poi il 28 ottobre 1882 con Lydia Geiten quale interprete. Dopo poco più di un anno dalla morte del compositore, nel 1895, il direttore del teatro Mariinskij, il principe Vsevoložskij, decise di riproporre Il lago dei cigni vista la fortuna che gli altri due balletti di Čajkovskij, La bella addormentata e Lo schiaccianoci, avevano avuto presso il pubblico. Il balletto passò quindi nelle mani di Marius Petipa, maître de ballet del teatro imperiale, il coreografo che si era distinto egregiamente anche nell'altra opera di Čajkovskij, La bella addormentata, e in quelle di Lev Ivanov, assistente di Petipa, che ne modificarono la trama semplificandola. In questa versione Odette è una principessa, il personaggio di Siegfried venne reso più positivo e meno egoista, mentre fu dato a Rothbart il ruolo di antagonista principale della storia.
Dopo la realizzazione del solo secondo atto in occasione di un tributo a Čajkovskij il 1º marzo 1894,[5] il 15 gennaio 1895, ebbe luogo il primo completo allestimento coreografato da Petipa e Ivanov presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Petipa curò il primo e il terzo atto, mentre Ivanov curò gli atti bianchi, il secondo e il quarto. Inoltre vennero apportate anche modifiche alla sequenza dei numeri e furono aggiunti brani pianistici del musicista trascritti dal compositore italiano (e direttore d'orchestra in tale occasione) Riccardo Drigo[6]. Questa volta fu un successo e Il lago dei cigni entrò a pieno diritto nel repertorio dei teatri pietroburghese e moscovita e con il tempo in quello internazionale, divenendo una pietra miliare del balletto classico.
L'orchestra de Il Lago dei cigni è composta da un ottavino, due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, quattro corni, due cornette, due trombe, tre tromboni, una basso tuba, una serie di timpani, triangolo, tamburello, nacchere, rullante, piatti, grancassa, gong, xilofono, arpa e archi.
A causa delle varie interpolazioni, tagli, manomissioni che la musica subì prima e dopo la morte dell'autore, il balletto presenta molte incognite musicali e drammaturgiche. La posizione dei vari brani (come il Passo a due, che oggi vediamo nel III atto, detto "del cigno nero") e "numeri" della partitura (ossia la stessa struttura del balletto in sede rappresentativa), è tuttora argomento di dibattito[7]. Non marginale poi lo svolgimento narrativo, in particolar modo riguardo alla conclusione del balletto, ove ebbe a suo tempo un ruolo determinante, al fine di una variante "positiva", il fratello del musicista, Modest, dopo la scomparsa di Čajkovskij. In una lettera a Hermann Laroche del 1894 disse: «È fatto talmente male [il libretto] che ho dovuto cambiare l'intero testo», come ricorda Thomas Kohlhase[8].
La maggior parte delle produzioni mette in scena l'allestimento del 1895 ad opera di Marius Petipa.
Il movimento che introduce il balletto è una breve sintesi musicale ed emotiva del dramma, che rimpiazza la tradizionale ouverture. La melodia d'apertura è il primo tema del cigno, in esso risuona già una delle scale discendenti che si incontreranno poi in tutto il balletto. Queste scale alludono al destino che incombe sui due amanti, a cui non potranno sottrarsi. Il movimento agitato che appare simboleggia il sortilegio del mago Rothbart su Odette e la sua trasformazione in cigno. In talune revisioni librettistiche e coreografiche, comunque non conformi all'originale, la breve scena viene rappresentata sul palcoscenico, come antefatto (ad esempio in Nicholas Beriozoff, Milano, 1964).
Allegro giusto. In un giardino di fronte al palazzo reale, il principe Siegfried festeggia con i suoi amici il suo compleanno. (Valse: Tempo di valzer). Si avvicinano delle contadine per porgergli gli auguri e lo intrattengono con le loro danze. Allegro moderato. Arriva la Regina Madre che regala al figlio una balestra, dato che egli è molto amante della caccia, e lo esorta a trovarsi una sposa tra le ragazze che lei ha invitato al ballo del giorno dopo. Alla sua uscita, le danze dei contadini riprendono con due divertissement, posti al di fuori dell'intreccio. La festa continua con scherzi e balli del giullare di corte. (Finale I). Gli ospiti rientrano nel castello, il principe Siegfried e i suoi amici decidono di andare a caccia e, imbracciato l'arco, s'inoltrano nella foresta. Appare il secondo tema del cigno, più precisamente della "fanciulla cigno".
Moderato. Sulle acque di un lago nuotano i cigni, in realtà bellissime fanciulle stregate dal malvagio mago Rothbart, che possono assumere forma umana solo la notte. Siegfried e i suoi amici li contemplano sotto la luce della luna. Questo numero, ideato come entr'acte, divenne in seguito un tableau scenico. Allegro moderato. I cacciatori prendono la mira, ma proprio in quel momento i cigni si trasformano in fanciulle (Moderato). La loro regina, Odette, narra al principe la loro triste storia. Esse sono infatti vittime di un sortilegio del perfido stregone Rothbart. Di giorno prendono le sembianze di cigni e solo di notte, sulle sponde di un lago incantato (creato dalle lacrime della madre di Odette), possono riprendere le loro vere sembianze. Solo una promessa di matrimonio potrà sciogliere l'incantesimo che le tiene prigioniere.
Allegro vivo. Rothbart entra in scena e il principe Siegfried minaccia di ucciderlo, ma Odette lo ferma: se venisse ucciso prima che l'incantesimo si spezzi, la magia non potrà più essere annullata.
Allegro - moderato assai quasi andante. Rothbart se ne va e le ragazze cigno riempiono la radura.
Danses des cygnes Siegfried, stregato dalla bellezza di Odette, la implora di prendere parte al ballo del giorno dopo, in cui egli dovrà scegliere una sposa. Ha inizio un divertissement, parte essenziale dell'intreccio, composto dalle danze delle fanciulle cigno e da un pas d'action, la cui musica è tratta dall'opera giovanile Undina, dove Siegfried e Odette si giurano eterno amore. È l'alba e le fanciulle si ritrasformano in cigni.
Nella sala da ballo del castello entrano gli invitati, accolti dalla Regina Madre e da Siegfried. Iniziano i festeggiamenti. Gli squilli di tromba annunciano l'arrivo delle sei ragazze aspiranti pretendenti del principe. Siegfried si rifiuta di scegliere, quand'ecco che uno squillo di tromba annuncia l'arrivo di nuovi ospiti.
Allegro, Allegro giusto. Si tratta del mago Rothbart e della figlia Odile che, grazie a una magia del padre, ha assunto l'aspetto di Odette. L'intento del mago è quello di far innamorare Siegfried di Odile, in modo da mantenere per sempre Odette in suo potere. La musica espone il tema del fato e il motivo della "fanciulla cigno" suggerisce la somiglianza tra Odette e Odile, che il pubblico può comunque distinguere dal costume che nel caso di Odile è nero. Pax de six. Ciascuna ragazza balla una variazione per il principe. Seguono una serie di danze nazionali, una danza ungherese, una russa, una spagnola, una napoletana e una mazurka. Allegro, Tempo di valse, Allegro vivo. Con il suo fascino, Odile è riuscita a far innamorare Siegfried che la presenta alla madre come sua futura sposa e regina. Rothbart esultante si trasforma in una civetta e fugge dal castello che piomba nell'oscurità fra l'orrore degli invitati. Siegfried, resosi conto dell'inganno, scorge la vera Odette attraverso un'arcata del castello, e disperato si precipita nella notte alla ricerca della fanciulla.
Odette, morente, piange il destino crudele che la attende. Siegfried arriva da lei tentando di salvarla, ma una tempesta si abbatte sul lago e le sue acque inghiottono i due amanti. La bufera si placa e sul lago, tornato tranquillo, appare un gruppo di candidi cigni in alto volo.
Il principe Siegfried festeggia il suo compleanno insieme ai suoi amici e a un gruppo di paesani. Arriva sua madre che lo informa del suo desiderio che egli si sposi, garantendo così una linea di successione al trono. La regina decide quindi di dare un ballo, in modo che il principe scelga una sposa proveniente da una famiglia nobile. Dopo i festeggiamenti, Siegfried e il suo amico Benno notano uno stormo di cigni e decidono di seguirlo.
Siegfried e Benno giungono a un lago dove i cigni svaniscono. Fa la sua apparizione una splendida fanciulla con una corona sul capo. La fanciulla di nome Odette, dice loro di essere uno dei cigni che stavano cacciando e racconta la sua storia. Odette è figlia di una fata e di un nobile cavaliere che alla morte di sua madre si era risposato con una strega malvagia. La matrigna avrebbe voluto uccidere Odette, ma il nonno della fanciulla l'aveva salvata. Questi aveva pianto tanto alla morte della figlia, da formare un lago con le sue lacrime. Odette e le sue compagne vivono nei pressi del lago insieme al nonno della ragazza e possono trasformarsi in cigni a loro piacimento. La matrigna di Odette non ha desistito dal suo piano di ucciderla e la spia sotto forma di gufo, nonostante la fanciulla sia protetta da una corona magica. Solo una volta che Odette sarà sposata, la strega perderà ogni potere su di lei. Nel frattempo Siegfried si è innamorato di Odette, ma la fanciulla teme che la strega possa rovinare la loro felicità.
Durante il ballo Siegfried si rifiuta di sposare ciascuna delle nobili invitate. Fanno il loro ingresso il Barone Von Rohbart e sua figlia Odile. Siegfried pensa che Odile somigli molto ad Odette, ma Benno non è d'accordo. Il principe danza con Odile innamorandosi sempre di più di lei, tanto da accettare di sposarla. Odile scoppia in una risata e Rothbart si trasforma in un demone, mentre alla finestra compare un cigno con una corona in testa. Siegfried corre fuori dal palazzo.
Odette in lacrime racconta alle sue amiche che Siegfried non ha mantenuto la promessa. Vedendo arrivare il principe, le compagne di Odette volano via pregandola di seguirle, ma la fanciulla vuole prima dire addio al suo amato. Siegfried implora il perdono di Odette, ma la fanciulla glielo nega e fa per andarsene, quando Siegfried le toglie la corona dal capo e la getta nel lago. "Volente o nolente, tu rimarrai con me per sempre!" le dice Siegfried perentoriamente. Compare un gufo che porta via la corona. "Che hai fatto? Muoio!" dice Odette gettandosi fra le braccia di Siegfried. Durante la tempesta il lago si alza sommergendo Siegfried e Odette. La tempesta si placa e un gruppo di cigni appare sul lago.
Dopo la Rivoluzione russa del 1917, ma soprattutto nel periodo stalinista, anche i protagonisti dei balletti dovettero in qualche modo essere assimilati al concetto di eroi positivi. Proprio per aderire a questa nuova filosofia, il finale del balletto venne modificato. Nella versione di Vladimir Bourmeister del 24 aprile 1953, dopo un combattimento tra Rothbart e Siegfried, questo riesce a sconfiggere il mago e Odette riprende le sue sembianze umane potendo così vivere il proprio sogno d'amore con il principe.
Esistono molte altre versioni della scena finale originale (1877) del balletto come è stata qui sopra riportata, giusta la lezione di Thomas Kohlhase e Warrack[8][9][10]. I libretti nella versione 1877 e 1894-95 sono contenuti nell'appendice al volume 11b dell'Edizione Completa delle Opere di Čajkovskij[11]. La più rappresentata è comunque quella di Modest Il'ič Čajkovskij, fratello del compositore:
Versione del 1895 di Modest Il'ič Čajkovskij:[8]
(Info portando il mouse sull'immagine)
Aleksandr Gorski revisionò la coreografia di Petipa e la mise in scena al Teatro Bol'šoj il 24 gennaio 1901; a questa versione si attennero poi quelle successive realizzate dal Bol'šoj, tra cui quella del 1956 con Maja Pliseckaja e del 1969 con Natalija Bessmertnova.
La prima realizzazione integrale che si tenne al di fuori dei confini della Russia fu quella realizzata dal coreografo Achille Viscusi a Praga nel 1907, mentre al 1910 risale la prima londinese con Ol'ga Preobraženskaja. I Balletti russi di Djagilev misero in scena Il lago dei cigni in un solo atto al Covent Garden di Londra il 30 novembre 1911.
La versione ripresa dall'integrale di Petipa-Ivanov da parte di Nicholas Sargeev nel1934 per il Vic-Well's Ballet sarà utilizzata per realizzazioni successive della coreografia anche fuori Europa.
Da ricordare anche la versione personale di George Balanchine in un solo atto del 20 novembre 1951 al New York City Center; Frederick Ashton il 12 dicembre 1963 mise in scena la sua versione con interprete Margot Fonteyn; John Cranko a Stoccarda nel 1963, Kenneth MacMillan nel 1964 all'Opera di Berlino e John Neumeier nel 1976 ad Amburgo misero in scena altre versioni.[5]
Una versione-adattamento molto particolare del balletto si deve a Matthew Bourne[13] per il Sadler's Wells Theatre di Londra (1995), che ha goduto di un grande successo nel mondo, ma anche di critiche dai "puristi". Una delle singolarità è che i cigni sono interpretati da ballerini maschi. Fra i tanti riferimenti del soggetto manipolato, ve ne sono anche all'uomo Čajkovskij, allusione del resto usata da altri coreografi, anche in Italia, (Paul Chalmer, 2011, MaggioDanza).
Il 26 novembre 1999 debutta a Lecce la versione del coreografo italiano Fredy Franzutti per la sua compagnia, il Balletto del Sud. La produzione, che replica in numerosi festival e teatri italiani, lodata da Vittoria Ottolenghi[14]. Franzutti propone delle analogie tra il personaggio di Siegfried e Ludovico II di Baviera[15]. Il demone Rothbart chiede l'anima del ragazzo in cambio di una vita senza responsabilità e di duratura bellezza (tramutarsi in cigno). Il gruppo di cigni prigioniero dell'incantesimo di metamorfosi è, per Franzutti, costituito da ragazze e ragazzi che hanno accettato il patto.
Il 2 dicembre 2011 debutta a Stoccolma una riscrittura audace del classico di Čajkovskij a firma di Fredrik Rydman –uno dei membri della Bounce Streetdance Company– che miscela danza classica e street dance con brani originali di musicisti pop e rock. Swan lake reloaded è ambientato nel presente, con i cigni che sono prostitute drogate, vestite con pellicce bianche e con stivali di vernice nera, sottomesse dal protettore/spacciatore Rothbart. Dopo Stoccolma lo spettacolo ha registrato successi nei teatri di Londra, Parigi, Berlino, Zurigo. Il 17 marzo 2014 debutta in Italia al Teatro degli Arcimboldi di Milano.
Il balletto, oltre ad esser stato inscenato in diverse versioni, ha avuto anche successo nelle arti narrative.
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