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Isabella d'Aragona (regina del Portogallo 1271)

regina consorte del Portogallo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Isabella d'Aragona (regina del Portogallo 1271)
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Isabella d'Aragona, o Isabella del Portogallo (Isabel in aragonese e in portoghese, Elisabet in catalano), conosciuta anche come sant'Elisabetta del Portogallo (Saragozza, 4 gennaio 1271Estremoz, 4 luglio 1336), è stata regina consorte del Portogallo e dell'Algarve dal 1282 al 1325. Fu proclamata santa nel 1625 dal papa Urbano VIII.

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Origine

Era la terzogenita e prima figlia femmina del re d'Aragona e Valencia, re di Sicilia, e conte di Barcellona e altre contee catalane Pietro III il Grande e della principessa Costanza di Sicilia[2], figlia del re di Sicilia Manfredi (figlio illegittimo dell'imperatore Federico II di Svevia e Bianca Lancia) e della sua consorte Beatrice di Savoia[3][4][5][6].

Biografia

Riepilogo
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Bartolomeo di Neocastro, nella sua Historia Sicula menziona Isabella, assieme ai fratelli (Alfonsus, Elisabeth regina Portugalli…Rex Iacobus, Dominus Fridericus, domina Violanta et dominus Petrus) come figli di Pietro III il Grande (Petro regi Aragonum) e della moglie Costanza[3].

Isabella andò in sposa nel 1282 al re Dionigi del Portogallo, figlio terzogenito (secondo maschio) del re del Portogallo e dell'Algarve Alfonso III il Restauratore e della principessa castigliana Beatrice, figlia illegittima del re di Castiglia Alfonso X il Saggio e di Maior Guillen de Guzman: il 2 febbraio a Barcellona per procura e il 24 giugno in persona a Trancoso[3]. Isabella è citata anche nel Chronicon Conimbricensi come regina del Portogallo (Dñæ Elizabeth Reginæ Portugaliæ)[3].

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Petrus Christus, 1460 circa, Isabella di Aragona con un'altra Santa Elisabetta

Gli ultimi anni di regno del marito Dionigi furono amari sia per la malattia che per il comportamento dell'erede al trono, il futuro Alfonso IV, che vedendo l'affetto che legava il vecchio re ai suoi figli illegittimi, specialmente ad Alfonso Sanchez (1289-1326)[7], e pensando che tramassero per diseredarlo, si ribellò, minacciando di fare guerra al padre; non si arrivò allo scontro aperto solo per l'intervento di Isabella, la regina santa, che, nell'ottobre del 1323 si frappose tra i due eserciti già schierati in ordine di battaglia, ad Alvalade, alla periferia di Lisbona (pare che l'intervento venne considerato miracoloso: al passaggio della regina infatti, una barriera luminosa divise i due eserciti).

Dionigi l'accusò di essersi schierata con il figlio e la bandì da corte, relegandola in una fortezza[3].

Morto il marito nel 1325 donò la corona al Santuario di Compostela, dove fece pellegrinaggio; lasciò quasi tutti i suoi averi ai poveri e ai conventi; entrò poi dopo essersi fatta francescana del terzo ordine, nel monastero delle clarisse a Coimbra, monastero da lei stessa fatto erigere[3]. Uscì da questo una sola volta nell'inutile tentativo di pacificare i dissidi tra suo figlio Alfonso IV e il di lui genero, Alfonso XI di Castiglia. Morì a Estremoz nel 1336 e fu tumulata a Coimbra[3].

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Venerazione e culto

Riepilogo
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Sarcofago di Isabella d'Aragona, del 1330, nella chiesa di Santa Clara a Coimbra

Isabella sopportò con pazienza il difficile carattere del marito, le sue prepotenze e le sue infedeltà. Ebbero due figli: Costanza e Alfonso. Oltre le difficoltà caratteriali del marito, dovette successivamente affrontare anche il comportamento ribelle del figlio Alfonso. La tradizione descrive come ella fu spesso esempio di carità cristiana, rivolgendo particolare attenzione ai malati di Lisbona, e prodigandosi per pacificare le contese.

La sua carità cristiana la spinse a occuparsi con dedizione anche dei figli illegittimi del marito. Assistette quest'ultimo gravemente malato fino alla sua morte; tanto fece che l'affettuosa dedizione della moglie pare ne favorì la conversione in extremis al cattolicesimo. La descrizione delle sue opere venne assunta come prova dell'efficacia della sua testimonianza cristiana e condotta di vita[8][9].

Il suo corpo fu riportato al monastero di Coimbra nel 1612 e, durante l'esumazione lo si trovò incorrotto; fu chiesta quindi la canonizzazione. Già nei primi tempi dopo la morte c'erano pellegrinaggi di fedeli alla sua tomba e circolavano voci su miracoli avvenuti per sua intercessione. Finché, nel 1625, il papa Urbano VIII celebrò la solenne canonizzazione a Roma[10].

È commemorata il 4 luglio, nella messa tridentina l'8 luglio, ma localmente anche in altre date. Elementi che la caratterizzano la sua iconografia sono l'abito da terziaria francescana e il rosario. Dopo la costituzione nel 1819 della diocesi di San Cristóbal de La Laguna (Isole Canarie), Santa Isabella è co-patrona della stessa e della cattedrale diocesana per bolla del papa Pio VII[11].

Il messale romano di Paolo VI la descrive in questo modo:

«Figlia di Pietro, futuro re d'Aragona, e sposa dodicenne di Dionigi re di Portogallo, sostenne con eroica abnegazione prove e difficoltà, e agì come angelo di pace per appianare gravi dissidi sorti nell'ambito della famiglia e del regno. Rimasta vedova (1325) e divenuta terziaria francescana, visse gli ultimi anni nel colloquio con Dio e nella carità verso i poveri[12][13]
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Discendenza

Dionigi e Isabella ebbero due figli[7][14][15][16]:

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pietro II di Aragona Alfonso II d'Aragona  
 
Sancha di Castiglia  
Giacomo I d'Aragona  
Maria di Montpellier Guglielmo VIII di Montpellier  
 
Eudocia Comnena  
Pietro III d'Aragona  
Andrea II d'Ungheria Béla III d'Ungheria  
 
Agnese d'Antiochia  
Iolanda d'Ungheria  
Iolanda di Courtenay Pietro II di Courtenay  
 
Iolanda di Fiandra  
Isabella d'Aragona  
Federico II di Svevia Enrico VI di Svevia  
 
Costanza d'Altavilla  
Manfredi di Sicilia  
Bianca Lancia Bonifacio I d'Agliano  
 
Bianca Lancia  
Costanza di Sicilia  
Amedeo IV di Savoia Tommaso I di Savoia  
 
Margherita di Ginevra  
Beatrice di Savoia  
Margherita di Borgogna Ugo III di Borgogna  
 
Beatrice di Albon  
 
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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