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Lucrezia Pico

nobildonna italiana, figlia di Gianfrancesco I Pico della Mirandola Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Lucrezia Pico della Mirandola (Mirandola, luglio 14584 settembre 1511[1]) è stata una nobildonna italiana.

Fatti in breve Signora consorte di Forlì, In carica ...
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Biografia

Riepilogo
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Tomba di Lucrezia Pico nell'abbazia di San Benedetto in Polirone
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Tomba di Lucrezia Pico (particolare)

Nacque poco prima del 20 luglio 1458, data del suo battesimo[2], sesta dei sette figli (tra questi il più famoso fu Giovanni Pico della Mirandola, umanista e filosofo) di Gianfrancesco I Pico (1415-1467), signore di Mirandola e Concordia e di Giulia Boiardo, figlia di Feltrino conte di Scandiano e cugina di Matteo Maria Boiardo, poeta e letterato.[3]

Nel 1478 ereditò dalla madre una casa a Quistello e terreni a San Giacomo delle Segnate.

Nell'agosto 1475[4] Lucrezia Pico sposò Pino III Ordelaffi, signore di Forlì. Dopo aver avvelenato le due precedenti mogli, il 10 febbraio 1480 Pino III morì avvelenato per mano della moglie Lucrezia,[5] durante una cena in casa del suo segretario di corte Luffo Numai. Il patrimonio andò ai giovani figli naturali Caterina e Sinibaldo II, mentre Lucrezia fu nominata reggente di Forlì. Subito dopo, i nipoti Antonmaria e Francesco degli Ordelaffi assediarono la città, ma per fortuna di Lucrezia Pico arrivarono le truppe papali comandate da Federico da Montefeltro, che imposero una tregua l'8 luglio 1480; lo stesso giorno si sparse la notizia della morte di Sinibaldo II, anche se il suo corpo non fu mai trovato.[6]. Piuttosto che cedere il dominio di Forlì ai nipoti, Lucrezia acconsentì che lo Stato Pontificio lo acquisisse: papa Sisto IV conferì quindi la città di Forlì al nipote Girolamo Riario, ricompensando Lucrezia che in cambio ottenne il dominio di Vetralla, Bleda e Sutri (che nel 1484 retrocedette per il castello di Giove e la rocca di Faldo, confiscati a Carlo Fortebracci), oltre ad una buonuscita di 200.000 ducati d'oro e 30 carri di vettovaglie con cui se ne ritornò alla Mirandola.[7]

Rimasta vedova a 23 anni, ricchissima, Lucrezia Pico si risposò a Cesena il 25 maggio 1483 con Gherardo Felice Appiano d'Aragona, conte di Montagano, Casacalenda e Limosano e fratello di Jacopo IV Appiano.[3] Si trasferì a Piombino, poi a Roma e infine nel 1494 a San Giacomo delle Segnate. L'11 giugno 1500 dettò il proprio testamento, con cui intese lasciare le sue proprietà ai monaci benedettini dell'abbazia di Polirone a San Benedetto Po, affinché costruissero una nuova chiesa (edificata poi nel 1539 su progetto di Giulio Romano); 200 ducati furono lasciati alla chiesa di San Francesco a Mirandola, 100 ducati al monastero francescano di Piombino e 400 ducati alla chiesa e convento francescano di Forlì.[7] Nel 1503 morì anche il secondo marito, per il quale e per se stessa, Lucrezia commissionò un sepolcro scolpito in stile simile a quello di Matilde di Canossa, collocato nell'abbazia di Polirone.[8][9]

Lucrezia Pico morì nel 1511.

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Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Francesco II Pico Paolo Pico  
 
Isabella Malaspina  
Giovanni I Pico  
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?  
Gianfrancesco I Pico  
Guglielmo Bevilacqua Francesco Bevilacqua  
 
Anna Zavarise  
Caterina Bevilacqua  
Taddea Tarlati ?  
 
?  
Lucrezia Pico  
Matteo Boiardo ?  
 
?  
Feltrino Boiardo  
Bernardina Lambertini ?  
 
?  
Giulia Boiardo  
Gherardo VI da Correggio Giberto IV da Correggio  
 
Orsolina Pio  
Guiduccia da Correggio  
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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