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Medagliere perpetuo dei mondiali di Formula 1

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Medagliere perpetuo dei mondiali di Formula 1
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Nelle gare di Formula 1, ai fini del risultato, si ritengono importanti sia la qualità dell'auto sia la capacità del pilota.[1]

Voce principale: Formula 1.
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Graham Hill e Keke Rosberg, campioni del mondo così come i loro figli, rispettivamente Damon e Nico.

Secondo Niki Lauda il pilota migliore è quello che non commette errori con la macchina migliore. Questa opinione è condivisa da Kimi Räikkönen[2] e Mauro Coppini.[3]

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Piloti

Riepilogo
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La tabella seguente descrive un ipotetico medagliere: le prime tre colonne si riferiscono ai piazzamenti nella classifica del campionato piloti; la quarta al numero di presenze; le tre successive ai podi conquistati in gara; le ultime due alle pole position e ai giri veloci in gara.

I dati sono aggiornati al mondiale 2025 e riguardano, oltre ai campioni del mondo, i piloti che si sono piazzati in almeno un'occasione tra i primi tre posti del mondiale.

In grassetto sono evidenziati i piloti in attività.

Ulteriori informazioni Pilota, Titoli ...
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Team

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Quanto ai team, le prime tre colonne si riferiscono ai piazzamenti nella classifica del campionato costruttori; la quarta ai titoli mondiali piloti; la quinta al numero di presenze; le tre successive ai podi conquistati in gara; le ultime due alle pole position e ai giri veloci in gara.

I dati sono aggiornati al mondiale 2025 e riguardano, oltre ai campioni del mondo, i team che si sono piazzati in almeno un'occasione tra i primi tre posti del mondiale, o che hanno ottenuto almeno un titolo piloti.

In grassetto sono evidenziati i team in attività.

Ulteriori informazioni Team, Titoli costruttori ...
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Storia e curiosità

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Nigel Mansell con la sua Williams impegnato nelle qualificazioni del Gran Premio di Germania del 1985.

La Ferrari è la sola scuderia che abbia preso parte a tutte le edizioni del campionato sin dal 1950. La stagione di debutto della Formula 1 vide ai nastri di partenza diciotto squadre, ma quasi subito a fronte dei costi elevati, parecchi preferirono abbandonare. Nei fatti, durante il primo decennio della F1 ma anche per gran parte del secondo gareggiarono molte vetture poco competitive, costruite e gestite con scarsi mezzi, date le difficoltà economiche dell'epoca, tanto che la Federazione durante le stagioni 1952 e 1953 permise la competizione a vetture di Formula 2.

In passato esistevano molti team "privati" che gestivano auto realizzate da altri costruttori, ma dalla stagione 1984 ogni squadra venne obbligata a competere con un proprio telaio (ancorché in alcuni casi il nome della squadra differisse da quello del costruttore, come nel caso della Lola, che fornì nel tempo i telai per i team Newman-Haas e Larrousse, o della March, che li fornì ai team RAM e Leyton House). Dalla stagione 2008 è nuovamente possibile acquistare e vendere i telai, come già succede per i motori. L'ultima azienda a fornire i motori senza un telaio di propria costruzione è stata la Honda nel 2015, che tuttavia ha abbandonato tale fornitura alla fine del 2021.

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La piccola scuderia faentina Minardi al debutto in Formula 1 nel 1985 con la M185.

Nonostante la carenza di cifre ufficiali fornite, il costo medio della partecipazione a una stagione completa in F1 era stimato per ciascuna squadra nella stagione 1999 tra i 50 milioni di dollari della Minardi e i 240 milioni della Ferrari, mentre nella stagione 2006 le cifre variavano tra i 66 milioni della Super Aguri e i 400 milioni di dollari della McLaren. È quindi da rilevare come di otto stagioni le somme spese da team di medio o basso livello abbiano avuto oscillazioni relativamente moderate, mentre per i top team tale cifra è quasi raddoppiata.[9] Tuttavia, per il campionato 2011 la HRT era accreditata di un budget di soli 40 milioni di euro e di un organico di sole 30 persone[10].

Iscrivere un nuovo team nel campionato mondiale di Formula 1 costerebbe intorno a 25 milioni di sterline inglesi (pari a 47 milioni di dollari) da versare direttamente alla FIA prima che inizi la stagione. Di conseguenza, i costruttori preferiscono entrare in Formula 1 acquisendo i diritti di team esistenti o esistiti:

Questi passaggi sono economicamente convenienti perché il nuovo team beneficia dei soldi già depositati nelle casse della Federazione Internazionale dell'Automobile dal precedente titolare.

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Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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