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Mi (lettera)

lettera dell'alfabeto greco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Mi (lettera)
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Il mi (Μ; μ) è la dodicesima lettera dell'alfabeto greco. È una consonante nasale bilabiale, diffusa come mu in ambito scientifico e tecnico[1]. Nel sistema numerico dei greci d'età ellenistica, era il simbolo usato per il numero 40 (con un trattino in alto a destra; con un trattino in basso a sinistra, rappresentava invece il numero 40 000).

Ulteriori informazioni Lettere classiche, Lettere numerali ...

Il nome della lettera, in greco antico, era μῦ, pronunciato classicamente /myː/. La trascrizione latina my corrispondeva, in età classica, alla pronuncia greca; col tempo, però, l'Y latina fu pronunciata /i/, sicché la lettera è stata trascritta in italiano come mi[2].

Il mi deriva dalla lettera fenicia mēm (presente anche nelle lingue semitiche moderne, per esempio la mīm araba, م), ed è stata a sua volta ripresa dall'alfabeto etrusco e successivamente da quello latino, così come dall'alfabeto cirillico.

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Gli usi

In matematica

Lo stesso argomento in dettaglio: Matematica.

In statistica

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistica.

In fisica

Lo stesso argomento in dettaglio: Fisica.

In elettronica

Lo stesso argomento in dettaglio: Elettronica.

In medicina e biologia

Lo stesso argomento in dettaglio: Medicina e Biologia.
  • μ indica il recettore agonista biochimico della morfina e degli oppiacei in genere.
  • μ simboleggia anche la velocità di crescita delle cellule.

In linguistica

Lo stesso argomento in dettaglio: Linguistica.
  • Il Gruppo μ, in cui spiccano le figure di Francis Édeline, Jean-Marie Klinkenberg e Philippe Minguet, si è formato nel clima culturale degli anni settanta, a Liegi. Noto per l'elaborazione di un modello di retorica applicata, il gruppo s'è specializzato in ricerche interdisciplinari a metà tra l'estetica, la teoria della comunicazione linguistica e visuale e la semiotica. Tra le sue pubblicazioni, Retorica generale (Bompiani, Milano 1980) e Retorica della poesia (Mursia, Milano 1985). Di Jean-Marie Klinkenberg si veda inoltre il Précis de sémiotique générale (Seuil, Parigi 1996).
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Note

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