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Nomifensina
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La nomifensina è un antidepressivo tetraisochinolinico che agisce bloccando il re-uptake della dopamina e probabilmente anche quello della noradrenalina. La molecola, sviluppata da un team di ricercatori della società farmacologica Hoechst (ora Sanofi-Aventis) negli anni 60, non presenta attività sedativa e anticolinergica.[1][2] Negli anni 80 comparvero in letteratura medica delle segnalazioni circa il potenziale di dipendenza psicologica,[3] tipicamente in pazienti con pregressi di dipendenza da sostanze. Ne venne quindi segnalato il potenziale d'abuso, in particolare quando il farmaco veniva utilizzato ad alte dosi.[4] Il composto è stato ritirato dal commercio in tutto il mondo nel 1986 per gli importanti effetti collaterali e in particolare per l'elevato rischio di anemia emolitica acuta con emolisi intravascolare.[5]
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Farmacodinamica
A livello delle sinapsi nervose il composto aumenta la concentrazione di noradrenalina (norepinefrina) e di dopamina disponibile per i specifici recettori, grazie al blocco dei trasportatori finalizzati al reuptake di delle citate catecolamine.[6][7] L'inizio d'azione del farmaco è rapido. La molecola non è dotata di effetti di tipo sedativo e non sembra prolungare l'anestesia indotta dall'alcool.[8] La nomifensina si caratterizza per un'efficacia paragonabile, se non superiore, a quella composti triciclici di riferimento, dalla quale differisce dalla mancanza di una distinta attività anticolinergica.[9]
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Farmacocinetica
A seguito di somministrazione per via orale nomifensina viene rapidamente assorbita dal tratto gastroenterico e le concentrazioni allo steady-state sono raggiunte entro 5 giorni. L'emivita della nomifensina risulta di 1,5-4 ore. Il legame con le proteine plasmatiche è pari al 60-75%. L'eliminazione dall'organismo avviene entro 48 ore per il 96% attraverso l'emuntorio renale e per il 3% con le feci, principalmente come molecola glucurono-coniugata e in forma di metaboliti (4'-idrossinomifensina, 3'-idrossi-4'-metossinomifensina, 3-(metossi-4'-idrossinomifensina).[10]
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Tossicologia
Studi eseguiti sugli animali (topo e nel ratto hanno evidenziato valori della dose letale 50 (DL50) rispettivamente di 400 e 430 mg/kg peso corporeo (quando somministrato per os), e di 90 e 72 mg/kg peso corporeo per via endovenosa.
Usi clinici
La nomifensina trovava indicazione nel trattamento della melanconia e della sindrome depressiva. In trial clinici paragonata alla imipramina, amitriptilina, nortriptilina, maprotilina, nonché altri e diversi farmaci ad azione antidepressiva si è dimostrata efficace quanto altri agenti antidepressivi standard.
Dosi terapeutiche
La nomifensina veniva somministrata per via orale in dosi di 150 mg al giorno, suddivisi in 2-3 volte al giorno. Nei soggetti anziani la posologia doveva essere ridotta a 25 mg 3 volte al giorno.
Effetti collaterali e indesiderati
Tra gli effetti avversi riportati durante il trattamento con nomifensina sono stati riportati anemia emolitica acuta,[11][12][13][14][15][16] insufficienza renale,[17][18] sintomi paranoidi, sonnolenza oppure insonnia, cefalea e xerostomia. Gli effetti indesiderati a carico dell'apparato cardiovascolare comprendono tachicardia e cardiopalmo, ma risultano paragonabili se non inferiori a quelli di altri antidepressivi.[19][20]
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Controindicazioni
Il farmaco trovava controindicazione nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo, a molecole chimicamente correlate oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nella formulazione farmaceutica. È inoltre particolarmente controindicato nei soggetti affetti da insufficienza renale, ischemia cardiaca, mania, tendenza al suicidio. Un'ulteriore controindicazione è rappresentata da quei soggetti che son in trattamento con inibitori della monoamino ossidasi (IMAO) o che abbiano interrotto un simile trattamento da meno di 14 giorni.
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Interazioni
- Guanetidina: la contemporanea somministrazione con nomifensina può ridurre gli effetti dell'antiipertensivo. La guanetidina induce ipersensibilità dei vasi all'azione della noradrenalina e perciò rafforza ulteriormente l'effetto della nomifensina.[21]
Note
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