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Olorgesailie

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Olorgesailie è una formazione geologica situata in Africa orientale, contenente un gruppo di siti archeologici del Paleolitico inferiore.[1] Si trova sul fondo della Rift Valley orientale, in Kenya meridionale, 60 km a sudovest di Nairobi lungo la strada che conduce al lago Magadi. Olorgesailie è famoso per il ritrovamento di numerose amigdale acheuleane e di resti di macellazione di animali.[1] Secondo il National Museums of Kenya, i ritrovamenti sono molto importanti per l'archeologia, la paleontologia e la geologia.[2]

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Paesaggio nei pressi di Olorgesailie
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Storia

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Amigdale

I manufatti furono scoperti la prima volta dal geologo britannico John Walter Gregory nel 1919,[3][4] ma fu solo nel 1943 che iniziarono gli scavi sotto la direzione di Mary e Louis Leakey, con l'assistenza dei prigionieri di guerra italiani in libertà condizionata.[5] Il lavoro proseguì fino al 1947. Glynn Isaac riprese gli scavi negli anni sessanta[6] per la sua tesi. Negli anni ottanta le ricerche furono portate avanti da Richard Potts della Smithsonian Institution e dal National Museums of Kenya.

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Ritrovamenti

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Fossili di animali provenienti da Olorgesailie

Gli arnesi umani sono i più importanti oggetti ritrovati in questa zona. L'abbondanza di asce (amigdale) è tipica del periodo acheuleano, nel quale furono costruite da ominidi tra i 600 000 ed i 900 000 anni fa,[7] lungo quella che allora era la costa di un lago ora prosciugatosi. Sono stati trovati anche fossili di vari animali, tra cui specie estinte di ippopotami, elefanti, zebre, giraffe e babbuini, probabilmente macellati con le asce.[1][3]

Nel giugno 2003 una squadra guidata da Potts scoprì in situ un osso frontale.[8] Altre parti del piccolo cranio (chiamato KNM-OL 45500) furono trovate nei mesi successivi. Il reperto ha una datazione di 900 000-970 000 anni e probabilmente apparteneva ad Homo erectus, il che lo rende il primo fossile umano trovato in zona.[9] I fossili si trovavano nello stesso livello stratigrafico di due asce e numerose lame, vicino a grandi depositi di asce.[1]

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Geologia

La conservazione di asce del periodo acheuleano è stata possibile grazie alla caduta di molta cenere alcalina dai vulcani che circondano il sito, attivi in quel tempo. I monti Suswa e Longonot non sono di origine vulcanica, e le loro crepe possono aver contribuito all'accumulo di cenere nel bacino di Olorgesailie. Successivi movimenti della terra hanno permesso la stratigrafia e, conseguentemente, la conservazione degli oggetti.[2] L'esistenza di laghi e paludi temporanee dimostrano un clima umido a metà del Pleistocene. I sedimenti lasciati dal lago coprono un'area di circa 130 km2.[2] Di tutti i manufatti, il 99% sono stati costruiti con lava locale, in particolare trachite, anche se sono stati trovati anche piccoli quantitativi di quarzite ed ossidiana che richiedevano un trasporto di 16-40 km.[10]

Note

Bibliografia

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