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Palazzo delle Poste (Palermo)

edificio di Palermo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il palazzo delle Poste è un edificio razionalista e futurista di Palermo, sito nella centrale via Roma.

Fatti in breve Localizzazione, Stato ...
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Storia

Venne progettato dall'architetto Angiolo Mazzoni nei primi anni 20 del XX secolo. I lavori iniziarono nel 1929 e l'inaugurazione avvenne il 28 ottobre 1934, alla presenza del ministro delle Comunicazioni Umberto Puppini.[1] Durante la sua costruzione avvenne l'alluvione di Palermo (21-23 febbraio 1931): la grande gru che stava lavorando alla costruzione del palazzo delle Poste crollò su un edificio limitrofo a causa del forte vento.

Nel 2017 si sono avviate delle manifestazioni per consentire le visite all'edificio.[2][3]

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Architettura

Riepilogo
Prospettiva

L'edificio

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L'edificio negli anni 30 del XX secolo; si notano sulla destra i tre grandi fasci littori, poi abbattuti alla caduta di Mussolini

Lo stile dell'edificio è tipico del periodo fascista e segue la corrente del Razionalismo italiano e del futurismo. È esteso su di una superficie di 5100 m², che si articola in modo simmetrico attorno a due cortili laterali. L'edificio, in cemento armato, è coperto da marmo grigio del monte Billiemi. Il colonnato frontale è formato da 10 colonne alte 17 metri. Di rilievo è il grande scalone ellittico del diametro maggiore di 9 metri e dalla soluzione strutturale molto complessa.

In origine nella parte destra dell'edificio erano presenti tre grandi fasci littori, alti quanto l'intero edificio e anch'essi in marmo, che vennero rimossi alla caduta del regime.[4]

Interni

Gli interni sono in stile futurista, uno dei pochi esempi dell'epoca rimasti integri. Tutti i dettagli sono stati curati da Mazzoni come le porte rivestite di rame, le maniglie delle finestre appositamente progettate, l'illuminazione e la scelta dei marmi e pietre provenienti tutti dall'Italia eccetto la pietra nera della scalinata, fortemente voluta dall'architetto.[5]

L'ambiente più bello è certamente la Sala delle conferenze, con opere di Benedetta Cappa,[6] moglie di Filippo Tommaso Marinetti: cinque pannelli su tela raffiguranti le comunicazioni terrestri, marine, aeree, telegrafiche, radiofoniche. Vi sono anche due quadri di Tato ed un altro di Piero Bevilacqua, Radio e televisione. Infine è presente una scultura in bronzo di Corrado Vigni, Diana cacciatrice.

Di grande impatto visivo anche la sala d'aspetto che precede la Sala delle conferenze, con un blu intenso della piastrellatura.

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Galleria d'immagini

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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