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Piazza San Giovanni (Firenze)

piazza di Firenze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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La piazza di San Giovanni (colloquialmente chiamata piazza San Giovanni) è uno spazio urbano del centro storico di Firenze, che circonda il battistero di San Giovanni ed è contigua alla piazza del Duomo, di cui rappresenta la continuazione verso ovest. Vi si può accedere da via dei Calzaiuoli, via Roma, via de' Pecori (canto de' Pecori), via de' Cerretani, borgo San Lorenzo (canto alla Paglia) e via de' Martelli.

Fatti in breve Altri nomi, Nomi precedenti ...
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

La platea episcopis fiorentina doveva trovarsi appena dentro le mura romane, rappresentando il confine settentrionale della città, con la porta nord (detta Porta Aquilonia) in corrispondenza del canto alla Paglia e via Borgo San Lorenzo. Durante gli scavi della fine del XIX secolo si appurò che sotto il battistero e il palazzo Arcivescovile era sorta una domus romana di età repubblicana, antesillana.

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Piazza San Giovanni nella pianta del Buonsignori

I monumenti che oggi si vedono vennero eretti a partire dall'altomedioevo: Santa Reparata forse nel VI-VII secolo, il battistero con certezza dall'XI secolo, il Duomo dal 1296, il campanile di Giotto dal 1298. La piazza attorno a questi monumenti andò quindi a definirsi nel XIV secolo, e si iniziò a distinguere tra la parte relativa a San Giovanni e a Santa Maria del Fiore di pari passo con la diversa gestione religiosa ed economica dei due monumenti, ciascuno dotato di un proprio capitolo e sovvenzionato uno dall'arte dei Mercatanti, l'altro dall'Arte della Lana. La piazza San Giovanni termina nel breve tratto prospiciente la Porta del Paradiso, ma l'assenza di una soluzione di continuità con piazza del Duomo ha determinato la percezione di un unico grande spazio. Proprio tale continuità ha comportato, tra Seicento e Novecento, l'alternanza del nome tradizionale a quello di piazza del Duomo, fino a che, con delibera del consiglio comunale del dicembre 1911, è stata definitivamente confermata l'attuale titolazione e i suoi confini[1].

La forma attuale della piazza si raggiunse solo tra il 1892 e il 1895, quando venne demolito uno dei due corpi di fabbrica del palazzo Arcivescovile, quello che guardava verso il battistero e avanzava decisamente verso la sua scarsella, e gli edifici ad esso annessi, in modo da dare maggior risalto al "bel San Giovanni"[1] (il limite della vecchia piazza è individuabile all'altezza del numero 4 rosso, dove sbucava un vicolo antistante l'Arco dei Pecori).

Agli anni trenta del Novecento è documentato da vari disegni conservati presso l'Archivio storico del Comune di Firenze un progetto di Rodolfo Sabatini (poi non attuato) volto alla rettificazione con l'edificazione di una nuova facciata monumentale di tutto il lato nord compreso tra borgo San Lorenzo e via Martelli, in modo da allineare il nuovo edificio con le case del tratto tra via de' Martelli e via Ricasoli[1].

Nell'ottobre del 2009 la piazza, fino ad allora aperta agli autobus e agli altri veicoli autorizzati le cui vibrazioni peraltro creavano non pochi pericoli per la conservazione dei monumenti, è stata pedonalizzata dalla giunta comunale guidata da Matteo Renzi[1].

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

Per l'importanza delle fabbriche che include e per le molte memorie che segnano gli edifici del suo perimetro, la piazza è da considerare di eccezionale valore storico e artistico[1].

Edifici

Ulteriori informazioni Immagine, N° ...

Monumenti

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La colonna di San Zanobi

Colonna di San Zanobi

Lo stesso argomento in dettaglio: Colonna di San Zanobi.

La Colonna di San Zanobi sorge in prossimità del battistero, dal lato della porta nord, nel luogo dove, secondo un poetico credo popolare, sarebbe fiorito in pieno inverno un olmo il 26 gennaio 429 (data tradizionale), a seguito del contatto accidentale con il sarcofago racchiudente la salma di san Zanobi, che in quel giorno veniva traslata dalla basilica di San Lorenzo alla cattedrale di Santa Reparata. A ricordare l'evento miracoloso, sarebbe stata eretta una prima colonna in granito, travolta durante l'alluvione del 1333 e a cui, l'anno successivo, fu sostituita la presente, con base in marmo bianco e fusto in cipollino orientale[8]. Nell'anno 1338 il monolito fu coronato dalla croce quindi, nel 1375, aggiunta l'iscrizione in caratteri gotici sul fusto a ricordare la leggenda di san Zanobi (trascritta nel repertorio di Francesco Bigazzi, con alcune precisazioni circa l'errore sulla data della traslazione, che nell'iscrizione è 409). Nella parte alta la colonna è coronata da una ghiera in ferro adornata di fronde e termina con una croce con bracci trilobati: «dicesi che il bellissimo olmo in ferro battuto che orna la colonna sia stato eseguito nel 1384 (?) da Migliore di Niccolò[9]». Oggi la croce e la cuspide originali della colonna sono conservati ed esposti nel Museo dell'Opera del Duomo.

Colonne saracene

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Le colonne "saracene" in porfido, bottino di guerra pisano donato a Firenze

Sul battistero si trovano alcuni elementi che, indipendentemente dal significato religioso e storico-artistico del monumento, raccontano degli episodi della storia fiorentina minore. Addossate alla porta del Paradiso, antistante il duomo, sono presenti due colonne in porfido, che vennero donate da Pisa a Firenze come ringraziamento per l'aiuto offerto contro i Lucchesi nel 1117, quando questi avevano cercato di espugnare la città portuale mentre il grosso del suo esercito era impegnato nella presa delle Baleari ai Saraceni[10]. Queste colonne, chiamate appunto anche "saracene", vennero scelte nel bottino di guerra preso agli Arabi e a lungo posizionate libere nella piazza, ma a seguito di una rovinosa caduta, che in parte le scalfì (e richiesero i numerosi anelli di rinforzo che ancora si vedono), vennero poste nella posizione attuale. Una leggenda popolare voleva che col loro riflesso le colonne fossero in grando di smascherare ladri, falsari e traditori; ma i Pisani, per non avvantaggiare troppo la città amica, ma anche rivale, affumicarono la superficie delle colonne privandole del loro potere[11]. Da qui nacque il detto "Fiorentini ciechi e Pisani traditori"[12].

Unità di misura

Sul alto sud invece si trovano sulle colonne ai lati della porta sud due rettangoli in leggero bassorilievo. Sono due misure di lunghezza in uso nell'alto medioevo: il piede longobardo ("piede di Liutprando") e quello detto "fiorentino"[13].

Il sarcofago del mercante di vino

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Il sarcofago del mercante di vino

Poco più avanti, sul lato sud vicino all'abside, si vede incassato alla base, sull'esterno, un sarcofago romano scolpito, con una scena di navi e persone, probabilmente la rappresentazione della vendemmia e del carico di botti su una nave: dovette appartenere a un mercante di vino che lo esportava anche via mare[13][14].

Lapidi

Ai piedi del battistero, lungo il perimetro sul pavimento, si trovano due lapidi dantesche. La prima:

. . . NEL MIO BEL SAN GIOVANNI

- DANTE · INF · XIX · 17 -
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La seconda:

SE MAI CONTINGA CHE IL POEMA SACRO ·
AL QUALI HA POSTO MANO E CIELO E TERRA ·
SI CHE M'HA FATTO PER PIV́ ANNI MACRO ·
VINCA LA CRVDELTÀ CHE FVOR MI SERRA
DEL BELLO OVILE, OV'IO DORMII AGNELLO ·
NIMICO A' LVPI CHE GLI DANNO GVERRA ·
CON ALTRA VOCE OMAI · CON ALTRO VELLO
RITORNERÒ POETA · ED IN SVL FONTE
DEL MIO BATTISMO PRENDERÒ IL CAPPELLO ·

- DANTE · PAR · XXV · 1-9 -
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Sulla colonna di San Zanobi si trova poi un'iscrizione che ne spiega l'origine (sebbene presenti un errore sulla data, fatto probabilmente quando la colonna venne rifatta dopo l'alluvione del 1333).

+ AN̄O AB INCARNATIONE DN̄I CC°CC
---VI°II DIE XXVI IANVARI TEP̃ORE
---IMP.ATORVM ARKADII ET HONORII
---ANNO XI° FERIA QVINTA
---DVM DE BASILICA SĈI LAVRENTII
---AD MAJOREM ECCL.IAM FLORENTINĀ
---CORPUS SĈI ZENOBII FLORÊTINY
---EP̃I FERETRO PORTARETVR · ERAT
---HIC IN LOCO VLMVS ARBOR VT
---AVIDA TV́C EXISTENS QVAM CV́
---FERETRVM SĈI CORPORIS TETIGISSET
---SVBITO FRONDES ET FLORES
---MIRACVLOSA P̃DVXIT · IN CUI°
---MIRACVLI MEMORIA X ANI
---CIVESQ. FLORENTINI Î LOCO SUBLATE
---ARBORIS HIC HANC COLLVP NAM
---CV́ CRVCE Î SIGNO NOTABILI EREXERV́T.~

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La traslitterazione è: «+ Anno ab incarnatione Domini CCCC / VIIII die XXVI Ianuarii tempore / imperatorum Arkadii et Honorii anno XI feria quinta / dum de basilica Sancti Laurentii / ad majorem ecclesiam florentinam / corpus Sancti Zenobii Florentinorum / episcopi feretro portaretur. Erat / hic in loco ulmus arbor ut / avida tunc existens quam cum / feretrum sancti corporis tetigisset / subito frondes et flores / miraculosa produxit. In cuius / miraculi memoria christiani / civesque florentini in loco sublatæ / arboris hic hanc columnam / cum cruce in signo notabili erexerunt.»

Traduzione: «Nell'anno 429 dall'Incarnazione, giorno giovedì 26 gennaio al tempo dell'undicesimo anno degli imperatori Arcadio e Onorio, mentre veniva portato dalla basilica di San Lorenzo alla chiesa maggiore fiorentina il feretro di san Zanobi vescovo dei Fiorentini, era allora presente in questo luogo un olmo che quando venne toccato dal corpo santo subito produsse miracolosamente foglie e fiori. In memoria di questo miracolo i cittadini cristiani e fiorentini al posto dell'albero abbattuto qui eressero questa colonna con croce in segno della cosa straordinaria».

Un'altra iscrizione si trova alla base del coronamento: «+H. ARBOR SICCA FLORUIT TACTU CORPORIS S ZENOBII EPI. FLOR. A.D. CCCXXXI DIE VII IAN», che tradotto significa: «Questo albero secco rifiorì al contatto del corpo del vescovo fiorentino San Zenobi nell'anno del Signore 431, il 7 di gennaio»[15]. Si tratta quindi di un'altra data relativa allo stesso avvenimento.

Sul battistero, quando nel 1944 la Porta del Paradiso venne smontata per metterla al sicuro da possibili bombardamenti, sotto l'intelaiatura di bronzo si trovò un'epigrafe in rima che ricordava come qui si trovassero anche le catene del Porto Pisano che avevano trafugato i Genovesi nel 1362, arrivate in città nel 1364, assieme a quarantadue carri per i festeggiamenti, come ricompensa per i Fiorentini che avevano nuovamente aiutato i Pisani a sconfiggere il nemico comune[12][16]:

L'ANNO MILLETRECIENSESSANTA · DUE
I GUELFI GHIBELLINI FER GUERA
SOPRA IL PISANO PER MARE E PER TERRA ·
LEVAR DAL PORTO LE CATENE SUE
QUESTE SON DESSE E L'AMMIRAGLIO FUE
MESSER PERIN GRIMALDI GENOVES
CHE ARSE IL PORTO PISANO ET IL PAESE
E NEL SESSANTAQUATTRO SEGUENTE
FURON SCONFITTI E CON LE NOSTRE BRIGATE
NE VENNER QUI QUARANTADUE CARRATE ·

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Due iscrizioni si trovano sotto gli stemmi sulle cantonate del palazzo Arcivescovile. Sotto quello di Leone XI:

LEONI · XI · P · M ·
OB · MERITA · IN ECC ·
FLOR · QVAM · XXXII ·
AN · REXIT · ET · HAS ·
AED · RESTITUTAS ·

SIC FLORVI

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Per esteso: «Leoni XI ponteficis maximi ob merita in Ecclesia Florentina quam XXXII annis rexit et has aedes restitutas [fecit]»; traduzione: «[Stemma] di Leone XI pontefice massimo, per i meriti nella Chiesa fiorentina che per 32 anni resse e queste case restaurò». Il motto, presso il rilievo di alcune rose, si può tradurre: «Così fiorii».

Sutto lo stemma di Agostino Bausa:

FR · AVG · BAVSA
CARD · TIT · S · SABINAE
ARCH · FLOR · AD · MDCCCXCV

SPES MEA DOMINUS

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Per esteso: «Frater Agustinus Bausa cardinal tituli Sanctae Sabinae, archiepiscopus Florentinus, Anno Domini MDCCCXCV»; traduzione: «Fra' Agostino Bausa, cardinale col titolo di Santa Sabina, arcivescovo fiorentino, nell'anno di Dio 1895». Segue il motto del cardinale: «Dio (è) la mia speranza».

Sulla casa Morelli al n. 2, infine, si legge come questa venne riedificata al tempo "dell'illustre Reverendo Pietro Niccolini arcivescovo fiorentino":

RIEDIFICATA DA
ANTONIO DI AND
REA MORELLI DI
FEBRAIO 1632 A
L TEMPO DELLO
ILL. REV° PIETRO
NICCOLINI
ARC° FIOR.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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