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Post-Internet

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Post-Internet
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Post-Internet è un movimento artistico del XXI secolo che comprende opere derivate da Internet o dalla sua influenza sull'estetica, sulla cultura e sulla società[1].

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Un'immagine del virus CIH creata da Stepan Ryabchenko nel 2011.

Definizione

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Post-Internet è un termine coniato dall'artista/curatrice Marisa Olson nel tentativo di descrivere la sua arte[2]. È emerso dalle discussioni di metà anni 2000 a proposito dell'Internet art da parte di Gene McHugh (autore di un blog intitolato "Post-Internet") e Artie Vierkant (artista e creatore della serie di sculture Image Object)[3]. Il movimento stesso è nato dall'Internet art (o Net Art)[3]. Secondo l'UCCA Center for Contemporary Art di Pechino, piuttosto che riferirsi "a un tempo 'dopo' Internet", il termine si riferisce a "uno stato mentale di Internet"[4]. Eva Folks di AQNB ha scritto che "fa riferimento a qualcuno così profondamente radicato e spinto da Internet che la nozione di un mondo o di una cultura senza o al di fuori di esso diventa sempre più inimmaginabile, impossibile"[5].

Brian Droitcour di Art in America nel 2014 ha espresso l'opinione che il termine non descrive la forma delle opere, ma "allude solo a una condizione contemporanea nebulosa e all'idea che l'arte venga realizzata nel contesto della tecnologia digitale"[6]. Secondo un articolo del 2015 sul The New Yorker, il termine descrive "le pratiche degli artisti [le cui] opere d'arte si muovono fluidamente tra gli spazi, apparendo a volte su uno schermo, altre volte in una galleria"[7]. Carey Dunne di Fast Company riassume che si tratta di "artisti che si ispirano alla cacofonia visiva del web" e nota che vengono utilizzati "mezzi che vanno dai ritratti di Second Life ai dipinti digitali su seta alle sculture stampate in 3D"[2].

Esiste una sovrapposizione teorica con il termine New Aesthetic dello scrittore e artista James Bridle[1][8]. Ian Wallace di Artspace scrive che "l'influente blog The New Aesthetic, gestito da maggio 2011 da Bridle, è un'istituzione pionieristica nel movimento post-Internet" e conclude che "gran parte dell'energia attorno alla New Aesthetic sembra, ora, essere filtrata nella conversazione "post-Internet"[1]. L'arte post-Internet è anche discussa da Katja Novitskova come parte del "Nuovo Materialismo"[9][10].

Wallace ritiene che il termine Post-Internet rappresenti "una nuova era estetica", che va "oltre il rendere il lavoro dipendente dalla novità del Web e utilizza i suoi strumenti per affrontare altri argomenti". Egli nota che la generazione post-Internet "utilizza frequentemente strategie digitali per creare oggetti che esistono nel mondo reale". O come scrive Louis Doulas in Within Post-Internet, Part One (2011): "C'è quindi una differenza tra un'arte che sceglie di esistere al di fuori di una finestra del browser e un'arte che sceglie di rimanere al suo interno"[11].

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Musica

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Un esempio di arte vaporwave

Sebbene il termine "post-internet" abbia avuto origine nel mondo dell'arte contemporanea, la sua influenza si è estesa alla popular music, così come alle tendenze della moda più ampie[12].

A metà degli anni 2000, la musicista Marisa Olson è diventata la prima artista conosciuta a riferirsi alla propria musica come "post-internet"[13]. A questa sono seguite le scene musicali che circondavano la prima blogosfera online come bloghouse, blog rap e blog rock[14], che hanno tutti definito un'era di musica alternativa che era sostenuta dalla natura crescente di Internet così come dai blog MP3 (un tipo di blog in cui il creatore rende disponibili per il download file musicali, solitamente in formato MP3), dai servizi di streaming e dal giornalismo musicale online[15][16][17]. Alla fine degli anni 2000, la chillwave è diventata il primo microgenere musicale e subcultura a svilupparsi principalmente attraverso Internet[18][19][20].

La prima musica post-internet spesso abbracciava un'estetica internet ironica, nostalgica e autoreferenziale, definita da microgeneri e sottoculture come seapunk e vaporwave[18], altre influenze includevano l'etichetta PC Music fondata da A. G. Cook, che ha lasciato il posto al bubblegum bass e all'hyperpop. Questi stili incorporavano la nostalgia di internet degli anni '90 e dei primi anni 2000, il kitsch, i meme online e la cultura dei consumi in un nuovo contesto. Emersero principalmente online ed erano più diffusi lì che nei luoghi di esibizione tradizionali[21].

Verso la fine degli anni 2010, la musica post-internet ha iniziato a incorporare temi riguardanti l'ascesa dei social media e il crescente predominio di internet nella società in generale[22][23].

Elettronica

Nei primi anni del 2010, la "musica post-Internet" era originariamente associata alla musicista Grimes, che usava il termine per descrivere il suo lavoro in un periodo in cui i concetti post-Internet non venivano in genere discussi negli spazi musicali tradizionali[24][25].

Il lavoro dei pionieri della vaporwave Oneohtrix Point Never (Daniel Lopatin) e James Ferraro[26][27] è stato collegato all'avvento della musica post-internet. Far Side Virtual[28] di Ferraro insieme ad Age Of[29] di OPN sono stati descritti come riflessi dell'era post-internet. Altri artisti influenti includono i lavori di Hayden Dunham e Holly Herndon[21][30].

Alcuni musicisti post-internet hanno collaborato anche con artisti visivi post-internet, come il lavoro di Jon Rafman con Oneohtrix Point Never su un video musicale in due parti per "Sticky Drama", dall'album Garden of Delete di Lopatin del 2015[31][32]. Anche James Ferraro ha sperimentato con l'arte visiva correlata al post-internet, pubblicando il film "9/11 Simulation in Roblox Environment" nel 2017[33].

L'etichetta discografica indipendente Hippos in Tanks, fondata da Barron Machat e Travis Woolsey nel 2010, è stata un'influenza di primo piano nella musica post-internet, con artisti come Dean Blunt, Inga Copeland, Grimes, James Ferraro, Autre Ne Veut, Laurel Halo, Hype Williams e Arca[34][35].

Hip Hop

James Ferraro ha sperimentato l'hip-hop con l'uscita dei suoi album Inhale C-4 $$$$$ e Sushi.

Al Soundcloud rap è stato attribuito il merito di essere emerso principalmente su Internet[36][37][38]. Amarco ha fatto riferimento all'artista cloud rap Yung Lean, che ha tratto ispirazione visiva dall'estetica seapunk e vaporwave[39][40], come "in generale un prodotto di Internet e un esempio lampante di una generazione di giovani che ottengono fama attraverso i social media". Inoltre, il suono del rapper Sematary è stato descritto come "distintamente post-Internet"[41].

Anche il collettivo rap svedese Drain Gang, composto da Bladee, Ecco2k, Thaiboy Digital e Whitearmor, è stato descritto come un esempio di musica post-internet[42][43]. Nel 2025, Bladee e James Ferraro hanno collaborato con Microsoft a un progetto di arte visiva interattiva che incorpora l'intelligenza artificiale generativa[44][45].

Altri rapper che sono stati descritti come post-internet includono JPEGMafia[46][47] ed Edward Skeletrix[48], quest'ultimo ha inizialmente guadagnato popolarità sperimentando video generati dall'intelligenza artificiale su TikTok.

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Mostre

Ci sono state numerose mostre collettive significative che esploravano esplicitamente i temi del post-internet. Nel 2014, all'Ullens Center for Contemporary Art di Pechino, si è tenuta una mostra intitolata Art Post-Internet, che ARTnews ha definito una delle "mostre d'arte più significative degli anni 2010"[49], che "si proponeva di incapsulare il movimento nascente"[1]. Il MoMA ha curato Ocean of Images nel 2015, una mostra che "indagava gli effetti di una realtà post-internet basata sulle immagini"[50]. La nona Biennale di Berlino del 2016, intitolata The Present in Drag, curata dal collettivo artistico DIS, è descritta come una mostra post-internet[51][52][53]. Altri esempi includono[54][55][56]:

  • Raster Raster, Galleria Aran Cravey, Los Angeles, 2014
  • 2015 Triennial: Surround Audience al New Museum, New York, 2015
  • Zero Zero, Annka Kulty Gallery, Londra, 2016

Artisti esponenti

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Note

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