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Processo farsa
processo il cui verdetto è già stato deciso Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il processo farsa[1][2][3], noto anche come processo burla, farsa giudiziaria o processo sommario[4], e con alcune peculiarità anche come processo mediatico, è un processo pubblico in cui le autorità giudiziarie hanno già stabilito la colpevolezza o l'innocenza dell'imputato. Il processo vero e proprio ha come unico obiettivo la presentazione al pubblico sia dell'accusa che del verdetto in modo che servano sia da esempio impressionante che da monito per altri aspiranti dissidenti o trasgressori.




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Finalità
Il termine è un'espressione comunemente usata per riferirsi alla situazione in cui, pur mantenendo un'apparenza di legittimità, per mascherare l'intenzione di condannare una determinata persona particolarmente scomoda al potere stabilito e per conferire un aspetto di legalità a detta manovra, essa è sottoposta a un processo fraudolento, non conforme ai più basilari principi del diritto costituzionale e processuale (come ad esempio il diritto di difesa, il principio del contraddittorio, legalità, uguaglianza, dignità umana e di avere un giudice naturale e tutti gli altri principi relativi al giusto processo) ove il risultato finale è prevedibile essendone già stato scritto il verdetto.
I processi farsa tendono ad essere retributivi piuttosto che correttivi e sono anche condotti per scopi propagandistici. Quando sono rivolti a individui sulla base di classi o caratteristiche protette, tali processi sono esempi di persecuzione politica. Il termine fu registrato per la prima volta nel 1928.[5]
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva
Queste situazioni sono tipiche di quegli ordinamenti giuridici in cui lo Stato di diritto ancora non esiste[6] ovvero non prevale, poiché in essi l'enfasi è maggiormente posta su considerazioni al di fuori dei diritti fondamentali.
Sebbene all'interno di uno Stato di diritto possa essere più difficile generare una farsa giudiziaria[7], non è escluso che essa si possa verificare. In un certo senso, situazioni nelle quali il giudice e un avvocato lavorano su un caso in cui entrambi sono coinvolti, o indebite pressioni ed ingerenze da parte del potere pubblico o di gruppi di potere nei confronti della magistratura, possono creare i presupposti atti a generare possibili scenari per una farsa giudiziaria.
I sintomi di tale alterazione della funzione imparziale del giudizio penale possono essere la conduzione del processo a porte chiuse o in segreto, ovvero con velocità fulminea[8]: in tal caso prevale l'aspetto del processo sommario, al fine di scoraggiare gli oppositori o i dissidenti che si vedono negata persino la possibilità di esprimere pubblicamente le proprie ragioni. Tuttavia, a fini di propaganda o per ragion di Stato, questo tipo di giudizio può al contrario assumere la forma di uno spettacolo, principalmente volto a influenzare o soddisfare l'opinione pubblica: ciò avviene con la cosiddetta gogna, che trasforma il giudizio in un processo mediatico. Esso è dibattuto prevalentemente sui mezzi di comunicazione senza le garanzie di cui sopra e con già una condanna morale di colpevolezza che precostituisce l'esito del giudizio, minando l'indipendenza del giudice mercé il vistoso condizionamento operato dalla pubblica opinione.
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Alcuni esempi
- I processi del Tribunale rivoluzionario durante la rivoluzione francese;
- l'affare Dreyfus occorso in Francia;
- il processo a Sacco e Vanzetti negli Stati Uniti d'America;
- i processi del Tribunale speciale fascista in Italia;
- i processi del Tribunale del Popolo nella Germania nazista;
- i processi di Mosca durante lo stalinismo in Unione Sovietica;
- il processo di Verona ai membri del Gran Consiglio del Fascismo che votarono la sfiducia a Mussolini;
- le sessioni di autocritica durante il Maoismo nella Repubblica Popolare Cinese;
- il processo alla Banda dei Quattro dopo la morte di Mao Tse-tung, sempre in Cina;
- il processo ed esecuzione di Nicolae ed Elena Ceaușescu in Romania;
- il processo a Richard Jewell negli Stati Uniti d'America;
- i processi contro prigionieri di guerra e civili ucraini durante il conflitto russo-ucraino da parte di corti militari russe senza giurisdizione[9][10];
- i processi a Evan Gershkovich, Alexei Navalny, Vladimir Kara-Murza, Evgenija Berkovič e altri in Russia sotto il governo di Vladimir Putin, definiti da molti come riproposizione moderna dei processi staliniani.[11][12]
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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