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Ras al-Ayn
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Ras al-Ayn, talvolta Ras al-Ain (in arabo رأس العين?; in curdo سەرێ کانیێ), è una città della Siria, facente parte del Governatorato di Al-Hasaka al confine con la Turchia.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva

Considerata una delle città più antiche dell'Alta Mesopotamia, l'area di Ras al-Ayn è abitata almeno dal Neolitico (circa 8.000 a.C.). Più tardi conosciuta come l'antica città aramea del Sikkan, la città romana di Rhesaina e la città bizantina di Teodosiopoli, la città fu distrutta e ricostruita più volte, e in epoca medievale fu soggetta a feroci battaglie tra diverse dinastie musulmane. Durante il genocidio armeno, Ras al-Ayn era uno dei principali punti di raccolta per gli armeni deportati. Circa 80.000 armeni, per lo più donne e bambini, furono massacrati nei campi di sterminio nel deserto vicino a Ras al-Ayn.[1] Con il trattato di Ankara del 1921 Ras al-Ayn fu, divisa con la sua parte settentrionale, l'attuale Ceylanpınar, ceduta alla Turchia.
Con una popolazione di 29 347 (dato del 2005)[2] è la terza città più grande del Governatorato di al-Hasakah. La città è abitata prevalentemente da arabi e curdi, con un numero significativo di siriaci/assiri e un numero minore di armeni e ceceni.
Durante la guerra civile siriana degli anni 2010, la città fu danneggiata dal conflitto. Nel 2012 fu inizialmente attaccata e occupata dalle milizie di Al-Nusra. Nei mesi successivi le Unità di Protezione Popolare (YPG) supportate dalla popolazione curda occuparono la città allontanando i jihadisti. La città fu quindi inclusa nel Rojava. Fu successivamente attaccata dalle forze armate turche nell'ambito dell'offensiva turca nella Siria nordorientale del 2019, e le unità curde dovettero ritirarsi dalla città in base agli accordi per il cessate il fuoco con la Turchia.[3][4]
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