Timeline
Chat
Prospettiva

Renzo Chierici

militare, poliziotto e prefetto italiano (1895-1943) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Renzo Chierici
Remove ads

Renzo Chierici (Reggio Emilia, 11 gennaio 1895Treviso, 19 dicembre 1943) è stato un generale e prefetto italiano, capo della Polizia per un breve periodo nel 1943.

Dati rapidi Capo della polizia, Durata mandato ...
Dati rapidi Nascita, Morte ...
Remove ads

Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Figlio del noto pittore reggiano Gaetano Chierici e di Annita Parmiggiani, fu in un primo momento denunciato all'ufficio anagrafe come Renzo Gorgeri, in quanto i genitori non erano sposati e la madre non volle comparire nell'atto. Soltanto alcuni mesi dopo, con atto notarile, fu regolarizzato con il cognome paterno[1].

Arruolatosi nel Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, terminò il conflitto con il grado di capitano[2]. Legionario fiumano, laureatosi in giurisprudenza si iscrisse nel 1920 al Partito Nazionale Fascista. Console della Milizia volontaria sicurezza nazionale.

Il 25 ottobre 1920 sposò a Firenze la nobildonna Maria Carbonaro[1], da cui avrà nel 1921 un figlio di nome Gaetano Paolo e nel 1924 una figlia di nome Maria Diana Iolanda (chiamato comunemente Marina)[1].

Nel 1926 passò alla Milizia forestale e fu promosso console generale. Nel 1929 divenne segretario federale del PNF di Ferrara.[3] Fu nominato Prefetto di Pescara (luglio 1935 - agosto 1939) e di Pola nel 1939, rimanendo in carica fino al dicembre 1941[4]. Il 5 dicembre 1941 viene nominato comandante della Milizia forestale col grado di luogotenente generale[5].

Il 14 aprile 1943 venne nominato da Benito Mussolini capo della polizia, ma all'indomani del 25 luglio, dopo la destituzione del Duce, dovette cedere il posto proprio al suo predecessore Carmine Senise: Chierici si mise a sua disposizione. Essendo amico del prefetto napoletano e non ostile all'ordine del giorno Grandi, Chierici venne reintegrato da Pietro Badoglio nel grado di tenente colonnello con l'affidamento del comando di un battaglione di alpini in Alto Adige.[4]

Dopo l'8 settembre 1943 venne arrestato a Roma dai nazisti, che lo consegnarono alle autorità della RSI. Imprigionato e accusato di tradimento, doveva essere sottoposto a un processo; morì a Treviso il 19 dicembre 1943, durante la prigionia, in circostanze misteriose. Lo scrittore Paolo Monelli, riportò che Chierici durante la sua prigionia si era lamentato del freddo e gli venne fornito un braciere contenente una bomba, che scoppiò e lo fece a pezzi.[6]

Un'altra versione è da un presunto prigioniero che dichiarò di essere stato testimone di omicidio, avendo visto il braccio dell'attentatore con le mostrine di carabiniere, sparare attraverso le sbarre della cella.[7]

Remove ads

Note

Loading related searches...

Wikiwand - on

Seamless Wikipedia browsing. On steroids.

Remove ads