Pescara
comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Abruzzo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Pescara (/peˈskaːra/, , Pescara /peˈskaːrə/ in abruzzese, Pescara /pəˈskaːrə/ in dialetto pescarese[8]) è un comune italiano di 118 743 abitanti[4], capoluogo dell'omonima provincia in Abruzzo. È il comune più popoloso della regione ed è, insieme all'Aquila, sede degli uffici del consiglio, della giunta e degli assessorati regionali[9][10].
Pescara comune | |
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Veduta notturna sul porto canale con la dorsale appenninica sullo sfondo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | Pescara |
Amministrazione | |
Sindaco | Carlo Masci (FI) dal 10-6-2019 (2º mandato dal 2-7-2024) |
Data di istituzione | 4 maggio 1811[1][2] |
Territorio | |
Coordinate | 42°27′51.4″N 14°12′51.08″E |
Altitudine | 4 m s.l.m. |
Superficie | 33,95[3] km² |
Abitanti | 118 743[4] (31-8-2024) |
Densità | 3 497,58 ab./km² |
Frazioni | San Silvestro |
Comuni confinanti | Chieti (CH), Francavilla al Mare (CH), Montesilvano, San Giovanni Teatino (CH), Spoltore |
Altre informazioni | |
Cod. postale | da 65121 a 65129 |
Prefisso | 085 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 068028 |
Cod. catastale | G482 |
Targa | PE |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[5] |
Cl. climatica | zona D, 1 718 GG[6] |
Nome abitanti | pescaresi, aternini |
Patrono | Cetteo di Amiterno |
Giorno festivo | 10 ottobre |
PIL | (nominale) 2 547,6 mln € (2021)[7] |
PIL procapite | (nominale) 21 411,5 € (2021)[7] |
Soprannome | Città dannunziana |
Motto | (LA) Hæc est Civitas Aterni Porta Aprutii et Sera Regni "Questa è la città di Aterno, porta degli Abruzzi e confine del regno" |
Cartografia | |
Posizione del comune di Pescara all'interno dell'omonima provincia | |
Sito istituzionale | |
I primi insediamenti di Pescara risalirebbero almeno al I millennio a.C. e sono legati alla città romana di Aternum, porto sull'Adriatico dell'antica Roma.[11] La sua posizione strategica ha connotato con il passare dei secoli lo sviluppo della vita economica e sociale della città, limitata dapprima alla funzione di baluardo di difesa militare del Regno di Napoli e poi, dalla seconda metà dell'Ottocento, caratterizzata da una fruttuosa attitudine ai traffici commerciali e al turismo balneare.[12][13]
La città ha un aspetto prevalentemente moderno, dovuto perlopiù alla ricostruzione susseguente a una serie di pesanti bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale, che causarono la distruzione di gran parte del centro urbano.
Pescara è situata sulla costa adriatica, a circa 4 m s.l.m. e si sviluppa intorno alla foce del fiume Pescara[14] sul terminale della Val Pescara.
Il territorio occupato dalla città è un'avanfossa originatosi nel periodo del Pliocene, composta prevalentemente da litotipi argillosi coperti da terreni alluvionali[15]. Il litorale, lungo 6,8 chilometri[16], borda una piana costiera di ampiezza variabile da qualche centinaio di metri a oltre un chilometro. I versanti collinari posti alle spalle della pianura costiera sono in generale riferibili a paleo-falesie rimodellate da altri processi morfogenetici in seguito alla creazione della piana[15].
Le dinamiche della linea di costa sono caratterizzate, dalla fine del XIX secolo, da importanti fasi di erosione ed arretramento, interrotte da temporanee fasi di avanzamento. La tendenza all'erosione costiera è fortemente condizionata dal diminuito apporto di sedimenti da parte dei fiumi dell'area nel mare, imputabile principalmente allo sfruttamento idroelettrico dei fiumi, che ne ha ridotto portata e sedimenti, e all'intensa urbanizzazione che ha interessato vari tratti della fascia litoranea e le valli dei fiumi Pescara, Foro e Saline[15]. Le scogliere poste a breve distanza della riva e altre opere di mitigazione dell'erosione messe in atto a partire dagli anni 1950 hanno in parte rallentato il fenomeno[15]. Le spiagge, basse e sabbiose, si estendono senza soluzione di continuità a nord e a sud del fiume. Il tessuto urbano si sviluppa su un'area pianeggiante che occupa la valle intorno al fiume Pescara e la zona litoranea a nord e a sud della foce, estendendosi anche sulle colline circostanti.
La città è interessata dalla presenza di falde freatiche, che con le escursioni stagionali rimontano anche di un metro, specialmente in primavera, in seguito allo scioglimento delle nevi sui monti. La costa dove si estende la città era un tempo quasi interamente occupata da una vasta pineta mediterranea, dove predominava la specie del Pino d'Aleppo[17]. Alla fine del XIX secolo, a causa della rapida espansione cittadina, l'estensione dei boschi si ridusse notevolmente, e gli esemplari superstiti sono diffusi nella Pineta Dannunziana[18]. La classificazione sismica è stata fissata nella zona 3, ovvero sismicità bassa, dall'ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003[19].
Pescara si trova a 42°27' Nord di latitudine, e 14°13' Est di longitudine. Il suo clima si inquadra nella tipologia mediterranea, con estati calde ma spesso molto umide per via dei regimi di brezza da NE, a volte intensi, che dal mare giungono sulla terra soprattutto in concomitanza con il perseverare di strutture anticicloniche di matrice africana, le quali sospingono negli alti strati dell'atmosfera aria molto calda che contrasta con l'aria "fresca" sulla superficie del mare. Questo particolare fenomeno impedisce alle temperature di superare la soglia dei 35 °C, ma in compenso ne aumenta fortemente la sensazione di calore per il considerevole aumento dell'umidità. Il regime di brezza durante l'estate segue una rotazione ben precisa e costante dei venti. Dalle 9 di sera alle 9 del mattino soffia la brezza di terra (al massimo 5-7 nodi), proveniente da SO, in genere molto più debole della brezza di mare, che invece inizia a spirare verso le 9 del mattino, arrivando repentinamente, inizialmente con una direzione da NE, e termina verso le ore 20/21 dal quadrante ESE. In condizioni di stabilità atmosferica, la brezza marina può arrivare anche a 15 nodi nelle ore centrali della giornata, facendo così raggiungere i valori termici più bassi del giorno proprio tra le 12 e le 15 del pomeriggio.
La brezza marina che soffia da NE è quella che è in grado di apportare sulla città i massimi indici di umidità, mentre quella da ESE è molto più secca e non influisce molto sull'andamento termico della giornata, tuttavia le temperature estive riescono a sorpassare anche di molto i 35 °C solo in presenza del "garbino", vento proveniente dall'entroterra africano che, scagliandosi con velocità sui monti dell'Abruzzo, nella sua discesa provoca un forte riscaldamento e un radicale abbassamento delle percentuali di umidità. I monti vicini, la Maiella e la catena del Gran Sasso, hanno un'influenza importante sul clima e in presenza di correnti da SO espongono Pescara al sopracitato "garbino" o favonio (o foehn), un vento forte discendente, che non di rado raggiunge anche i 100 km/h e provoca un repentino aumento delle temperature per subsidenza e con essa una notevole diminuzione dell'umidità relativa. Per tale motivo non sono rari gli inverni con temperature giornaliere che sfiorano o superano i 20 °C. La temperatura più alta in città, pari a 45 °C[20], è stata registrata il 30 agosto 2007. Tale valore è stato determinato dalla combinazione di elevate isoterme ad 850 hPa e del vento di foehn appenninico.
Il 24 luglio 2007, per le stesse condizioni climatiche, erano stati toccati valori vicini a questo record: 44 °C[21] e, nelle ore notturne della medesima giornata, la temperatura si era attestata per alcune ore sui 37 °C a seguito della sopracitata combinazione climatica. Gli inverni sono moderatamente piovosi, ma la neve non di rado fa la sua comparsa, riuscendo periodicamente anche a coprire la città con un moderato manto di coltre bianca. Questo evento viene favorito per l'instaurarsi di una depressione attiva sullo ionio, che richiama aria gelida dai balcani. Infatti, a causa di correnti da NE, Pescara risente dello stau ad opera del retrostante Appennino centrale, che provoca precipitazioni, generalmente deboli, ma anche di forte intensità, se accompagnato da una depressione. Sempre da NE provengono correnti d'aria siberiane che, mediamente ogni 3-4 anni, portano discreti accumuli di neve.
Le percentuali di umidità atmosferica sono tuttavia alte anche in inverno. La temperatura più bassa invece toccò i −13 °C il 4 gennaio 1979 (nella giornata precedente si registrarono −12 °C). In città le temperature medie nel mese più freddo (gennaio) si attestano attorno ai 6,5 °C e in quello più caldo (luglio) attorno ai 23,5 °C (dati relativi alle medie di riferimento climatico 1961-1990). Le precipitazioni non sono elevate (leggermente al di sotto dei 700 mm annui, di media, nel medesimo trentennio) e concentrate soprattutto nel tardo autunno[22][23].
PESCARA AEROPORTO (2000-2008) | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 11,5 | 12,3 | 15,5 | 18,4 | 23,3 | 27,7 | 30,2 | 28,0 | 24,9 | 21,4 | 16,6 | 12,3 | 12,0 | 19,1 | 28,6 | 21,0 | 20,2 |
T. min. media (°C) | 2,4 | 2,6 | 5,0 | 7,6 | 12,0 | 15,7 | 17,7 | 17,2 | 13,3 | 11,2 | 7,0 | 3,7 | 2,9 | 8,2 | 16,9 | 10,5 | 9,6 |
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) | 9,2 | 7,9 | 2,8 | 0,5 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 1,3 | 5,2 | 22,3 | 3,3 | 0,0 | 1,3 | 26,9 |
Nuvolosità (okta al giorno) | 5,0 | 5,1 | 4,7 | 4,3 | 3,9 | 3,3 | 2,2 | 2,4 | 3,1 | 4,0 | 4,7 | 5,0 | 5,0 | 4,3 | 2,6 | 3,9 | 4,0 |
Precipitazioni (mm) | 71,3 | 36,1 | 31,0 | 54,0 | 33,1 | 44,5 | 22,6 | 55,7 | 71,0 | 87,0 | 60,0 | 90,0 | 197,4 | 118,1 | 122,8 | 218,0 | 656,3 |
Giorni di pioggia | 10,4 | 8,2 | 8,0 | 10,3 | 10,0 | 7,1 | 4,3 | 8,0 | 10,8 | 12,3 | 13,8 | 13,7 | 32,3 | 28,3 | 19,4 | 36,9 | 116,9 |
Umidità relativa media (%) | 74 | 73 | 72 | 71 | 72 | 70 | 69 | 71 | 72 | 75 | 76 | 76 | 74,3 | 71,7 | 70 | 74,3 | 72,6 |
Eliofania assoluta (ore al giorno) | 3,1 | 3,9 | 4,9 | 6,4 | 7,8 | 8,7 | 9,8 | 8,9 | 7,3 | 5,5 | 3,7 | 2,9 | 3,3 | 6,4 | 9,1 | 5,5 | 6,1 |
Pressione a 0 metri s.l.m. (hPa) | 1 016 | 1 014 | 1 014 | 1 012 | 1 013 | 1 014 | 1 014 | 1 014 | 1 016 | 1 017 | 1 016 | 1 016 | 1 015,3 | 1 013 | 1 014 | 1 016,3 | 1 014,7 |
Vento (direzione-m/s) | SW 7,9 | SW 8,5 | SW 9,7 | SW 8,7 | NE 8,2 | NE 8,4 | NE 9,1 | NE 8,4 | SW 8,2 | SW 7,1 | SW 7,5 | SW 7,8 | 8,1 | 8,9 | 8,6 | 7,6 | 8,3 |
Anticamente nota come Aternum, la città prese il nome dal fiume che l'attraversava, noto ai Romani come Aternus. Nei secoli successivi alla caduta dell'Impero romano d'Occidente il fiume inizierà ad essere chiamato Piscarius, e come già avvenuto in passato la città prenderà nuovamente il nome del fiume, divenendo nota dall'XI secolo come Piscaria[24][25]; il toponimo, di probabili origini antiche, fu citato da Paolo Diacono nell'VIII secolo[26][27].
I primi insediamenti avvennero presso il colle del Telegrafo e nei colli meridionali della città, dove sono stati portati alla luce reperti risalenti a 6 000 anni fa[28][29]. Il vero e proprio villaggio sulle rive del fiume invece venne fondato nel I secolo a.C. dal popolo italico dei Vestini[30], e in epoca romana fu chiamato Vicus Aterni e a cui successivamente fu attribuito il nome Aternum. Pescara in età imperiale veniva indicata anche con il nome di Ostia Aterni (così riportata nella Tabula Peutingeriana), cioè la foce dell'Aterno, e costituiva il porto commerciale dei popoli Vestini, Peligni e Marrucini[31][32]. Il movimento commerciale tra il porto di Aternum e Roma era particolarmente intenso, e si sviluppava attraverso la via Tiburtina Valeria che continua a unire le due città all'estremità di uno dei pochi attraversamenti dell'Appennino della zona[33].
Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente e le invasioni barbariche, le attestazioni storiche di Aternum si fanno sempre più sporadiche, tuttavia il porto continuò la sua attività fino alla piena età medievale, con l'abitato che dopo una prima fase di ripresa nell'XI secolo[34] conoscerà una lunga fase di declino e spopolamento a partire dal XII secolo[35][36], da cui si risolleverà solamente nel XVI secolo con la costruzione della fortezza spagnola.
Intorno all'anno 1000, Aternum cambiò il suo nome e divenne Piscaria con probabile riferimento alla pescosità della zona, mentre il fiume che la bagnava venne ribattezzato Piscarius. L'abitato fu anche, per un lungo periodo, tra le pertinenze dell'abbazia di Montecassino, inizialmente nel ducato longobardo di Benevento e in seguito alla conquista franca del IX secolo, in quello di Spoleto[37].
Nella seconda metà dell'XI secolo Pescara fu conquistata dai Normanni per poi entrare a far parte, nei primi decenni del Duecento, dei domini di Federico II di Svevia. Fra il XIII e il XIX secolo appartenne, con il resto dell'Abruzzo, al Regno di Napoli.
In età aragonese (seconda metà del XV secolo) fu data in feudo alla famiglia di origine spagnola dei D'Avalos, che imparentandosi con i D'Aquino furono a lungo marchesi di Pescara; tra i marchesi di Pescara vi fu Vittoria Colonna, sposa di Fernando Francesco D'Avalos.
Durante il regno di Carlo V, la cittadina venne trasformata in un'importante piazzaforte costiera del Regno: tra il 1510 e 1557 fu eretta a cavallo tra le due sponde del fiume la fortezza di Pescara, su progetto di Gian Tommaso Scala, a forma di pentagono irregolare con sette bastioni ai vertici[38]. Le fortificazioni cittadine furono messe alla prova già nel 1566, quando resistettero a un assalto dell'ammiraglio ottomano Piyale Pascià anche grazie al contributo del condottiero Giovan Girolamo d'Acquaviva duca di Atri, che ne organizzò la difesa[39].