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Smetto quando voglio - Masterclass

film del 2017 diretto da Sydney Sibilia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Smetto quando voglio - Masterclass
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Smetto quando voglio - Masterclass è un film del 2017 diretto da Sydney Sibilia.

Dati rapidi Lingua originale, Paese di produzione ...

La pellicola è il midquel di Smetto quando voglio del 2014.[1]

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Trama

Riepilogo
Prospettiva

Pietro Zinni, nella sala colloqui del carcere, spiega alla sua compagna Giulia di avere un piano: scatenare una rissa nella mensa dell'istituto in modo da essere condannato e prolungare la detenzione per poter continuare quindi a percepire lo stipendio del lavoro da insegnante che svolge lì e mantenere il figlio appena nato. Giulia non nutre molta fiducia in lui e gli chiede di firmare i documenti per l'affidamento, poiché vorrebbe crescere il figlio da sola o comunque dando al bambino un altro genere di figura paterna. Tornando nella sua cella Pietro viene però fermato e minacciato da un misterioso individuo di nome Claudio, al quale dichiara che lo stava cercando e che ha bisogno di aiuto.

Un anno e mezzo prima, Alberto Petrelli della banda dei ricercatori ha un incidente con la sua automobile: sotto l'effetto degli stupefacenti, volge lo sguardo fuori dal finestrino e nota un furgone che trasporta un cromatografo, distraendosi così dalla guida. Una volta in commissariato, Alberto viene avvicinato dall'ispettrice Paola Coletti, intenzionata a proporre un accordo a lui e alla sua banda. Segue l'accordo tra Pietro e la polizia per la cattura del Murena ma, in tribunale, il farmacista ricorda perfettamente l'aggressione, portando la banda alla condanna di Pietro.

Pietro, in carcere, riceve la visita di Paola Coletti che gli propone di rimettere insieme la banda per lavorare in incognito con la polizia rintracciando l'origine e la produzione di smart drugs al fine di segnalarle al Ministero per essere incluse nell'elenco delle sostanze illegali: una volta ritrovate 30 sostanze, il gruppo avrà la fedina penale pulita. I due latinisti Giorgio e Mattia ora sono facchini nell'hotel di cui avevano preso la suite; l'antropologo Andrea lavora da un carrozziere; l'archeologo Arturo gestisce i ritrovamenti archeologici negli scavi della Linea C; l'economista Bartolomeo vive succube della sua nuova famiglia sinti; il chimico Alberto è in disintossicazione e riabilitazione comportamentale. Pietro accetta, a condizione di aggiungere tre nuovi membri alla banda: il medico anatomista Giulio Bolle, che ora vive in Thailandia dove partecipa a combattimenti a scommesse; l'ingegner Lucio Napoli, ora impegnato a vendere armi a Lagos ai signori della guerra africani; l'avvocato di diritto canonico Vittorio, che si occupa della difesa di persone imputate in varie cause presso il tribunale del Vaticano.

La banda comincia a individuare e neutralizzare lo spaccio di diverse smart drugs. Pietro nasconde alla compagna Giulia la verità, presentandole la sua semi-libertà come un accumulo di premi per buona condotta mentre lei è preoccupata di dover crescere il figlio da sola con il compagno in carcere. Durante una conversazione Giulia nomina il suo collega Fabio, che Pietro sospetta voglia inserirsi nella relazione, approfittando del suo incarceramento.

Tra tutte le sostanze che vengono scoperte, una in particolare attira l'attenzione di Alberto per la difficoltà di analisi: la cosiddetta Sopox: esasperato, Alberto trasgredisce la promessa fatta a Pietro e prova lui stesso la sostanza per tentare di identificarla. Entrato in un trip psichedelico che gli fa ricordare vari momenti del passato, rivive infine l'episodio dell'incrocio con il furgone con il cromatografo durante la sera dell'incidente. Una volta rinvenuto, Alberto si convince che Sopox sia realizzata con il cromatografo ma Pietro non lo ascolta e lo caccia dalla banda, furente per il tradimento della promessa.

Nel frattempo Alice Gentili, giornalista free-lance di un blog para-cospirazionista, fa domande scomode durante una conferenza stampa della polizia e, successivamente, rivela a Coletti di aver scoperto legami tra lei e la banda dei ricercatori.

La banda recupera anche la trentesima sostanza ma il commissario Galatro convince l'ispettrice Coletti ad aggiungere alla missione della banda anche l'origine di Sopox. Alberto parla anche a lei del cromatografo: cercando negli archivi della polizia, Coletti scopre del furto dell'apparecchio dall'università La Sapienza proprio la sera dell'arresto di Alberto. Pietro giunge alla conclusione che Sopox sia fabbricata con l'efedrina, sostanza illegale tranne che per la produzione delle pillole anticoncezionali. La banda e Coletti sospettano che il prossimo furto della sostanza da parte dei produttori di Sopox sia ai danni dell'imminente carico di pillole al porto di Civitavecchia, così progettano di applicare un GPS al container che verrà rubato per seguirne il furto e rintracciare gli avversari. A bordo di auto e sidecar risalenti al Terzo Reich, recuperati da Arturo, i membri della banda si recano al porto e individuano il container, il tutto mentre Giulia, ignara di tutto, telefona a Pietro perché ha le prime contrazioni e sta andando all'ospedale a partorire. Per un errore, Mattia finisce nel container che cercavano mentre Giorgio rimane fuori (con il GPS in mano). Il carico, con Mattia dentro, viene quindi trasportato su un treno merci.

La banda insegue e affianca il convoglio, Bartolomeo tenta di saltare su un vagone, ma finisce per cadere dal lato opposto e viene dato per morto. Pietro prendere in mano la situazione: salta sul treno, su cui trova il capo della banda di Sopox con cui ingaggia una lotta, ma l'uomo riesce nel proprio furto chiudendo Pietro nel treno. Mattia tenta di lanciare il GPS sul furgone degli avversari ma l'oggetto gli sfugge, venendo infine recuperato da Bartolomeo, fortunosamente attaccato all'altro lato del treno, il quale riesce a lanciare con successo il dispositivo.

La banda rintraccia così il laboratorio degli avversari presso l'ex Tecnopolo di Civitavecchia: ritrovano il cromatografo ma nessun altro. Con i componenti chimici trovati sul posto, Alberto riesce a completare correttamente la formula della droga sintetica, e dopo averla trascritta su un foglio, lo consegna a Pietro che può finalmente raggiungere in ospedale Giulia: il bambino è nato. Nel frattempo le indagini sulla collaborazione tra polizia e la banda dei ricercatori, portate avanti dalla giornalista Alice Gentili, vengono pubblicate sul suo blog e Galatro obbliga Coletti ad abortire l'operazione, negando qualsiasi suo coinvolgimento. A questo, consegue l'arresto di Pietro, pochi istanti prima che possa vedere il bambino, e del resto della banda, ancora fermi al Tecnopolo. L'ispettrice deve presentarsi davanti ad una commissione disciplinare per un interrogatorio ufficiale, alla fine del quale viene sospesa dal servizio.

Durante la consegna dei suoi oggetti personali al momento di tornare in carcere, Pietro ha un'intuizione: la formula di Sopox è in realtà doppia: servendosi del cromatografo, gli avversari intendono produrre non solo una sostanza stupefacente, ma addirittura gas nervino.

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Produzione

Riepilogo
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Sviluppo

Nell'ottobre 2014, il regista Sydney Sibilia, intervistato al London Film Festival a proposito di un eventuale sequel di Smetto quando voglio, dichiara:[2]

«Se faremo il sequel non ne faremo uno, ma il secondo e il terzo episodio insieme. Gireremo contemporaneamente il secondo e il terzo film [...] il punto è che se vogliamo fare gli scemi, allora facciamo gli scemi bene. Funziona così. Si fa Reloaded e Revolution. Se deve essere una operazione facciamo l’operazione più para-americana, becera che fa ridere. Fatta bene, ma becera»

Nel novembre del 2015, Fandango e Groenlandia hanno dato il via alla produzione di due sequel del film, con una data di inizio riprese fissata per il marzo del 2016.[3] Nel febbraio del 2016, Sibilia ha confermato la data di inizio delle riprese dei due sequel e che queste sarebbero durate più di quelle del precedente.[4] Inoltre, ha dichiarato di aver terminato la stesura di entrambe le sceneggiature, scritte da lui insieme a Francesca Manieri e Luigi Di Capua.[4][5] Il 5 luglio, un artwork ha rivelato il titolo del film.[6]

Nel novembre 2016, durante le Giornate Professionali di Sorrento, viene annunciato il nuovo titolo del film da Smetto quando voglio - Reloaded a Smetto quando voglio - Masterclass.[7]

Il budget dei due sequel, Smetto quando voglio - Masterclass e Smetto quando voglio - Ad honorem, è stato di 12 milioni di euro.[8]

Cast

Il 22 marzo 2016 l'attore Giampaolo Morelli si unisce al progetto, e in seguito anche Luigi Lo Cascio.[9]

Riprese

Le riprese dei due film sono cominciate il 5 aprile 2016 a Roma.[10] Agli inizi di settembre alcune riprese sono state fatte in Thailandia,[11] mentre per le scene ambientate a Lagos, in Nigeria, si è utilizzato un vivaio nella zona di Ardea, a sud di Roma[12] (come anche confermato dal regista nel commento audio del DVD del film).

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Promozione

Il primo teaser trailer del film viene diffuso il 14 luglio 2016 con il titolo provvisorio di Smetto Quando Voglio - Reloaded,[13] mentre il trailer è stato diffuso da Repubblica.it il 6 dicembre 2016.[14]

Distribuzione

La pellicola è stata distribuita nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 2 febbraio 2017 in 500 copie da 01 Distribution[15].

Accoglienza

Riepilogo
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Incassi

Il film ha debuttato al quarto posto nel botteghino italiano, con un incasso di 1,2 milioni di euro nel primo weekend di programmazione, chiudendo con un incasso totale di 3.440.826 euro.[16]

Critica

La pellicola è stata accolta in maniera contrastante dalla critica. Mereghetti sul Corriere della Sera parla di "un lungo gioco degli equivoci che la sceneggiatura – del regista, di Francesca Manieri (Veloce come il vento) e di Luigi Di Capua (The Pills) – non riesce mai a vivificare davvero"[17]. Sul Fatto Quotidiano Magazine Davide Turrini scrive: "nel tentare di costruire una formula di genere, Sibilia, questa volta coadiuvato da Luigi Di Capua (The Pills) e Francesca Manieri allo script, smarrisce la bussola della cifra comico leggera provando a tarare il cuore del film nell’incerto equilibrio di tre macrosequenze ripetute all’infinito"[18] Una parte della critica ha invece scritto positivamente del film.[19] Wired.it dice: "È raro vedere un sequel che si mantiene a livello dell'originale. Sydney Sibilia ci è riuscito e l'ha fatto pensando in grande, cosa incredibile per la mentalità solitamente ristretta del nostro cinema...",[20] mentre MYmovies.it: "Un look acido e psichedelico per una commedia moderna che ha un'esuberanza alla John Landis..."[21] Per Comingsoon.it il film "ha una cifra stilistica tutta sua, ora acida e psichedelica, ora epica, che ne fa davvero un unicum."[22] È stato inoltre sottolineato un rafforzamento della vena comica rispetto al primo capitolo, e una maggiore virata verso il genere action. Il Fatto Quotidiano ha commentato: "#commedia #azione #modernità #intrattenimento #divertimento #industria #saga #pop #nuovocinemaitaliano. Potrebbero sembrare hashtag strampalati, invece trovo che siano le parole chiave migliori per iniziare a parlare di Smetto quando voglio - Masterclass. Proprio perché questo può essere considerato a tutti gli effetti il film 2.0 del nostro cinema e quello che incarna alla perfezione tutte le caratteristiche di questa generazione."[23] Anche Francesco Alò, critico di BadTaste.it e Il Messaggero, e Mattia Ferrari di MoviePlanet, promuovono a pieni voti il film.[24][25]

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Curiosità

Il nome di Luigi Lo Cascio non appare nei titoli di testa assieme agli altri interpreti per generare un effetto sorpresa alla sua apparizione sul tetto del treno. Anche il nome del suo personaggio, Walter Mercurio, non viene nominato se non nel terzo capitolo della saga.

Altri media

Fumetto

A partire dal 30 gennaio 2017 arriva in edicola il fumetto omonimo, scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Giacomo Bevilacqua; le cover da collezione del fumetto sono quattro, disegnate da Recchioni, Bevilacqua, Riccardo Torti e Zerocalcare.[26]

Videogioco

Insieme all'uscita nelle sale del film, viene realizzato un videogioco arcade online in pixel art, diviso in quattro livelli. Il videogioco è realizzato da Diego Sacchetti di Morbidware e Matteo Corradini.[27]

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Riconoscimenti

Sequel

Lo stesso argomento in dettaglio: Smetto quando voglio - Ad honorem.

Il sequel, il cui titolo provvisorio era Smetto quando voglio - Revolution[6], viene girato back to back assieme a Masterclass e si intitola Smetto quando voglio - Ad honorem[3][11]. Viene introdotto da un breve trailer alla fine del secondo capitolo, prima dei titoli di coda.

È stato distribuito nelle sale italiane a partire dal 30 novembre 2017.[30]

Note

Collegamenti esterni

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