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Banca di Tokyo

banca giapponese del passato Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Banca di Tokyo
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La Banca di Tokyo (株式会社東京銀行?, Kabushiki-gaisha Tōkyō Ginkō) è stata una banca giapponese specializzata nel commercio estero e nel cambio delle valute, esistita fra il 1946 e il 1996. La banca aveva sede nel quartiere di Nihonbashi a Tokyo.

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La sede della Banca di Tokyo, ora uffici centrali della Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ - sede di Nihonbashi

Storia

Riepilogo
Prospettiva

La Banca di Tokyo aveva preso il posto della Yokohama Specie Bank, una banca per il commercio estero autorizzata dallo Stato, e inizialmente operava come una banca ordinaria, utilizzando l'azienda della Yokohama Shōkin Ginkō.

In base alla legge sui cambi e le valute del 1954, la Banca di Tokyo ottenne uno statuto speciale come unica banca specializzata nel cambio di valute[1] e chiuse tutte le attività non collegate con il commercio estero. La Banca divenne perciò una stretta collaboratrice del Ministero delle Finanze e della Japan Bank for International Cooperation nel dirigere la politica del commercio estero giapponese durante gli anni del dopoguerra: sia nell'aiutare le imprese giapponesi a vendere i propri prodotti all'estero, sia nel sostenere lo yen come valuta internazionale[2].

La Banca di Tokyo aveva i suoi maggiori uffici all'estero a New York e Londra, e aveva elaborato un sistema per effettuare pagamenti fra lo yen e lo yuan cinese quando il cambio diretto con il dollaro americano non era possibile[2].

La banca era particolarmente attiva in California dal 1953: nel 1973 aveva acquisito una partecipazione di controllo nella Southern California First National Bank di San Diego, poi ribattezzata California First Bank. Nel 1988 la California First acquisì a sua volta la Union Bancorp per formare la Union Bank (l'attuale MUFG Union Bank), una delle maggiori banche della California[3].

La Banca di Tokyo, insieme alla Long-Term Credit Bank of Japan, alla Nippon Credit Bank e alla Norinchukin Bank, era autorizzata a emettere obbligazioni speciali per ottenere fondi in yen.

All'inizio degli anni novanta la banca aveva poche agenzie in Giappone, ma all'estero vantava una rete di 35 agenzie, 14 subagenzie e 26 uffici di rappresentanza, in quarantadue diverse nazioni[1]. A causa delle sue caratteristiche particolari la Banca di Tokyo era la unica banca giapponese che avesse più dipendenti stranieri che nazionali (12.000 contro 5.000[1]), che effettuasse molte operazioni con l'estero, che avesse molti clienti non giapponesi[4], che raccogliesse fondi all'estero[2].

Nel 1996 la Banca di Tokyo si è fusa con la Banca Mitsubishi nella Banca di Tokyo-Mitsubishi, poi a sua volta confluita nel Mitsubishi UFJ Financial Group.

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