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Tempo pasquale

periodo dell'anno liturgico che va dalla domenica di Pasqua al giorno di Pentecoste Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il Tempo pasquale, tradizionalmente detto Cinquantina pasquale, è quel periodo dell'anno liturgico della Chiesa cattolica nel quale, "a partire dal Triduo Pasquale, come sua fonte di luce"[1], viene celebrata la Pasqua del Signore come in "un solo giorno di festa"[2]. La sua conclusione è la solennità di Pentecoste[3].

«A guisa… della domenica tutto il corso dei cinquanta giorni è celebrato e tutti questi giorni sono considerati come domeniche; la risurrezione, infatti, è di domenica. La domenica il Salvatore risorgendo ritornò tra gli uomini e dopo la risurrezione rimase con gli uomini per tutto il periodo di cinquanta giorni. Era dunque necessario che fosse uguale la festività di quei giorni dei quali era uguale anche la sacralità»
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Fondamento biblico

Pentecoste nell'Antico Testamento

Pentecoste nel Nuovo Testamento

La nascita della Chiesa viene fatta coincidere con il Sacrificio pasquale ma, solo cinquanta giorni dopo, avviene quanto narrato in Atti degli Apostoli, 2,1-11[4]: la Pentecoste in cui donato lo Spirito Santo alla comunità cristiana. Il tempo intercorrente fra l'evento storico della Risurrezione e quello della Pentecoste è unico nella storia della Chiesa poiché in esso "Gesù educa [gli Apostoli], attraverso le varie apparizioni, a comprendere i segni nuovi della sua azione nel mondo"[5]. Fin dalle sue radici apostoliche, allora, è un tempo mistagogico e catechetico.

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Teologia del tempo di Pasqua

Riepilogo
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(latino)
«Omnípotens sempitérne Deus, qui paschále sacraméntum quinquagínta diérum voluísti mystério continéri, præsta, ut, géntium facta dispersióne, divisiónes linguárum ad unam confessiónem tui nóminis cælésti múnere congregéntur. Per Dóminum...»
(italiano)
«Dio onnipotente ed eterno, che hai racchiuso la celebrazione della Pasqua nel tempo sacro dei cinquanta giorni, rinnova il prodigio della Pentecoste: fa' che i popoli dispersi si raccolgono insieme e le diverse lingue si uniscano a proclamare la gloria del tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo...»

La teologia di questa cinquantina si coglie molto bene dalla colletta della messa vespertina di questa solennità[6]: nel disegno del Padre c'è la volontà che il mistero della celebrazione Pasquale sia racchiuso in un tempo sacro di cinquanta giorni. Alla colletta fa eco il prefazio della Messa del giorno:

(latino)
«Tu enim, sacraméntum paschále consúmmans,

quibus, per Unigéniti tui consórtium, fílios adoptiónis esse tribuísti, hódie Spíritum Sanctum es largítus; qui, princípio nascéntis Ecclésiæ, et cunctis géntibus sciéntiam índidit deitátis,

et linguárum diversitátem in uníus fídei confessióne sociávit.»
(italiano)
«Oggi hai portato a compimento il mistero pasquale

e su coloro che hai reso figli di adozione in Cristo tuo Figlio hai effuso lo Spirito Santo, che agli albori della Chiesa nascente ha rivelato a tutti i popoli il mistero nascosto nei secoli, e ha riunito i linguaggi della famiglia umana nella professione dell’unica fede.»

La Pasqua, quindi, si celebra come un unico e unito mistero di morte, risurrezione, ascensione del Signore e venuta dello Spirito e, per questo, in essa sono presenti quattro dimensioni teologiche: cristologica, pneumatologica, ecclesiale-sacramentale, escatologica[7].

Ha una durata di cinquanta giorni, durante i quali la liturgia aiuta il credente a penetrare più profondamente nel mistero della resurrezione di Gesù. Il cinquantesimo giorno dopo la Risurrezione la cristianità ricorda la discesa dello Spirito Santo tra gli Apostoli, avvenimento che rappresenta la nascita della Chiesa.

Dopo i primi quaranta giorni si celebra la solennità dell'Ascensione del Signore.

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Domeniche del tempo di Pasqua

Riepilogo
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Le domeniche del tempo di Pasqua vedono alcune differenze se mettiamo a confronto il Messale Romano del 1962 con le edizioni più recenti. Con desiderio di recuperare l'unità che tradizionalmente è propria e caratteristica di questo tempo, si è passati dalla dizione Dominicae post Pascha a Dominicae Paschae. Sono inoltre scomparsi il Tempus Ascensionis (novità del Codice delle Rubriche del Breviario e del Messale Romano e dell'edizione 1962 in vista dell'abolizione dell'ottava dell'Ascensione) e l'ottava di Pentecoste.

Di seguito una tabella comparativa.

Ulteriori informazioni MR 1962, MR 2002 ...

Alcune di queste domeniche, tradizionalmente, sono conosciute con il nome del loro introito. Questa dizione, più usata nelle Chiese delle Riforma, si riscontra anche nel cattolicesimo e, difatti, incontriamo anche la domenica Gaudete e la domenica Laetare. Come già riportato nella tabella, esse sono: la domenica Quasi modo; la domenica Misericordia; la domenica Iubilate; la domenica Cantate; la domenica de Iucunditate; la domenica Exaudi. Non è corretto parlare di domenica Viri Galilaei giacché la posticipazione dalla feria V hebdomadae VI di questa celebrazione non è "tradizionale".

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Liturgia

Il carattere del tempo pasquale è festivo: si canta nuovamente l'Alleluia, dopo che per tutto il tempo di Quaresima è stato sostituito dall'acclamazione "Lode a Te o Cristo, Re di eterna gloria". La prima lettura della Messa è tratta dagli Atti degli Apostoli. Dai Vangeli si leggono i vari racconti pasquali, e i discorsi di Gesù del Vangelo secondo Giovanni. L'Angelus viene sostituito dal Regina Coeli.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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