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Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente
agenzia dell'ONU Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (in inglese United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East, in acronimo UNRWA) è un'agenzia dell'Organizzazione delle Nazioni Unite dedita a soccorso, sviluppo, istruzione, assistenza sanitaria, servizi sociali e aiuti di emergenza per gli oltre cinque milioni di rifugiati palestinesi che vivono in Giordania, Libano, Siria e nello Stato di Palestina.
Ha sede ad Amman, in Giordania, e a Gaza, nell'omonima exclave palestinese, e dispone di uffici rappresentativi a New York, Washington, Bruxelles e Il Cairo.
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Storia
È stata istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite in seguito all'approvazione della risoluzione 302 (IV) dell'8 dicembre 1949 in seguito alla guerra arabo-israeliana del 1948 e al conseguente esodo palestinese come agenzia sussidiaria della stessa Assemblea Generale, rimanendo separata rispetto all'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).[1]
È operativa dal 1º maggio 1950.
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Attività
Riepilogo
Prospettiva
(inglese)
«Palestine refugees are persons whose normal place of residence was Palestine during the period 1 June 1946 to 15 May 1948, and who lost both home and means of livelihood as a result of the 1948 conflict.»
(italiano)
«I rifugiati palestinesi sono persone il cui normale luogo di residenza era la Palestina tra il 1° giugno 1946 e il 15 maggio 1948 e che hanno perso tanto le loro abitazioni quanto i loro mezzi di sussistenza come risultato della guerra arabo-israeliana del 1948.»
«I rifugiati palestinesi sono persone il cui normale luogo di residenza era la Palestina tra il 1° giugno 1946 e il 15 maggio 1948 e che hanno perso tanto le loro abitazioni quanto i loro mezzi di sussistenza come risultato della guerra arabo-israeliana del 1948.»
UNRWA si occupa di sostenere i rifugiati palestinesi presenti in diversi paesi del Medio Oriente ed in particolare in Giordania, Libano, Siria e nello stesso Stato di Palestina, che comprende la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. A inizio 2022 i rifugiati palestinesi registrati dall'UNRWA erano 5,9 milioni (2,4 milioni in Giordania, 1,6 milioni nella Striscia di Gaza, 901 000 in Cisgiordania, 580 000 in Siria e 487 000 in Libano).[3]
L'agenzia si occupa di fornire anche servizi di prima necessità nei 59 campi profughi palestinesi, i quali sono amministrati dalle autorità locali.
Libano
In Libano l'UNRWA ha registrato circa 475 000 profughi palestinesi (noti con l'acronimo PRL ossia Palestine Refugees from Lebanon), sebbene la stessa agenzia ritenga che il numero effettivo sia pari a circa 180 000 rifugiati (al 2020).
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Controversie
Riepilogo
Prospettiva
Rapporti con Israele
Nel 2017 il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha proposto lo scioglimento dell'UNRWA e il suo accorpamento all'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), sostenendo che l'agenzia "promuovesse sentimenti antisemiti" e che "perpetuasse il problema dei rifugiati palestinesi".[4]
Israele ha dichiarato l'Alto Rappresentante delle Nazioni Unite Antonio Guterres persona non grata, mentre Stati Uniti, Regno Unito[5], Italia, Canada, Australia, Germania, Finlandia, Paesi Bassi, Giappone, Francia, Svizzera, Islanda ed Estonia hanno sospeso i finanziamenti all'agenzia, senza attendere l'esito dell'indagine[6]; mentre Irlanda e Norvegia hanno confermato il loro pieno sostegno all'UNRWA per il suo cruciale lavoro svolto nella crisi umanitaria palestinese.[7]
Il 28 ottobre 2024 il parlamento israeliano ha approvato due proposte di legge per vietare all'UNRWA di operare in territorio israeliano e nelle aree occupate da Israele.[8]
Israele ha affermato che l’UNRWA è stata infiltrata “da Hamas e da altre organizzazioni terroristiche” e che alcuni dipendenti dell’UNRWA avrebbero preso parte attiva agli attacchi del 7 ottobre 2023. Israele ha inoltre denunciato un “uso improprio diffuso e sistematico delle risorse e delle strutture dell’UNRWA” da parte di Hamas e ha sostenuto, ad esempio, che “i militanti di Hamas operavano abitualmente all’interno delle scuole dell’UNRWA”. Israele ha anche affermato che, nella Striscia di Gaza, “almeno 1.462 dipendenti dell’UNRWA (quasi il 12%) sono membri di Hamas... o di altre fazioni terroristiche”. Secondo Israele, nonostante due decenni di avvertimenti sull’infiltrazione di Hamas nell’UNRWA, le sue preoccupazioni non sarebbero state affrontate in modo adeguato dalle Nazioni Unite. Israele ha inoltre sostenuto che i mandati su cui si sono basate l’indagine dell’OIOS e il Rapporto Colonna non hanno preso in considerazione le sue preoccupazioni. Israele ha infine sostenuto che “l’UNRWA non poteva più essere considerata affidabile nell’adempimento dei suoi obiettivi umanitari e nel rispetto dei principi di neutralità, imparzialità e indipendenza”[9].
Rapporti con Hamas

Secondo UN Watch (ONG da svariate fonti descritta come pro-Israele)[10][11][12][13][14], durante l'attacco di Hamas a Israele del 2023, insegnanti dell'UNRWA avrebbero sia fatto parte dell'attacco[15] sia celebrato il massacro su una chat Telegram[16]. A conferma del coinvolgimento di Hamās all'interno dell'UNRWA vi sarebbe il fatto che, successivamente alla eliminazione di Fathi al-Sharif, direttore di una scuola secondaria dell'UNRWA e capo dell'Unione degli insegnanti dell'UNRWA in Libano, avvenuta il 20 settembre 2024 da parte dele Forze di difesa israeliane, un'immagine di condoglianze del direttore è stata condivisa da Hamās[17], confermandone la collaborazione.
L'operato dell'UNRWA nella Striscia di Gaza è stato spesso oggetto di critiche da parte di Ḥamās, che ritiene diverse sue attività "non compatibili con la cultura e i valori islamici".[18]
Sono state riportati negli anni vari dissensi tra lo staff dell'agenzia e le autorità politiche locali, culminate in almeno due tentativi di assassinio ai danni di John Ging, allora capo dell'UNRWA presso la Striscia.[19]
Rapporti col Libano
Nel 2013 le autorità governative del Libano hanno sequestrato 680.000 dollari statunitensi dai fondi dell'UNRWA.[20]
Rapporti con altri Stati
Diversi governi, come quelli del Bangladesh[21], Giappone[22], Giordania[23], Paesi Bassi[24], Canada, Malaysia, Norvegia, Sudafrica, Turchia e Vietnam hanno elogiato il suo lavoro.[senza fonte]
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Opinione della Corte internazionale di giustizia
Riepilogo
Prospettiva
La Corte internazionale di giustizia il 22 ottobre 2025 ha espresso, tra l'altro[25], la sua opinione consultiva sull'imparzialità dell'organizzazione in riferimento alle accuse di Israele:
«La Corte ritiene che le informazioni di cui dispone non siano sufficienti per stabilire una mancanza di neutralità da parte dell’UNRWA ai fini della valutazione della sua imparzialità come organizzazione ai sensi dell’articolo 59. Le Nazioni Unite hanno preso sul serio le accuse di Israele e hanno reagito immediatamente, come dimostrano sia l’indagine dell’OIOS che il Rapporto Colonna. L’indagine dell’OIOS del 2024 ha portato al licenziamento di nove membri del personale dell’UNRWA a causa del loro possibile coinvolgimento negli attacchi del 7 ottobre 2023 guidati da Hamas contro Israele (...). Tuttavia, tale circostanza non è sufficiente a concludere che l’UNRWA, nel suo complesso — con oltre 17.000 dipendenti nei Territori Palestinesi Occupati e più di 30.000 in totale — non sia un’organizzazione neutrale. Anzi, un’azione tempestiva in seguito a presunte condotte illegali può costituire un forte indicatore di neutralità. Inoltre, la Corte rileva che Israele non ha fornito prove sufficienti a sostegno delle sue accuse secondo cui una parte significativa dei dipendenti dell’UNRWA “sarebbe membro di Hamas... o di altre fazioni terroristiche” (...) Pertanto, alla luce dell’articolo 59 della Quarta Convenzione di Ginevra e delle circostanze, la Corte ritiene che Israele abbia l’obbligo di accettare e facilitare i programmi di assistenza forniti dalle Nazioni Unite e dalle loro entità, inclusa l’UNRWA»
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Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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