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Via Giuseppe Giusti

via nel centro storico di Firenze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Via Giuseppe Giusti è una strada del centro storico di Firenze, che va da via Gino Capponi a piazza d'Azeglio, angolo via Vittorio Alfieri; lungo il tracciato si innesta perpendicolarmente borgo Pinti.

Fatti in breve Nomi precedenti, Localizzazione ...
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

In origine la strada era più breve: si chiamava via del Mandorlo, evidentemente per la presenza di una annosa pianta di questo frutto, e correva lungo il confine degli orti del monastero della Crocetta fino a borgo Pinti, qui chiusa dalle proprietà dei Panciatichi Ximènes. Era stato nientemeno che Lorenzo il Magnifico a dare a numerose strade della zona un nome "botanico". Con deliberazione della giunta comunale del gennaio 1868 il nome fu esteso al nuovo tratto che contestualmente era stato realizzato prolungando il tracciato fino a piazza Massimo d'Azeglio, secondo il piano regolatore interno della città redatto dall'ingegnere del Comune Luigi Del Sarto e in ragione delle necessità sorte con la nascita del nuovo quartiere della Mattonaia negli anni di Firenze Capitale (1865-1871). L'apertura del nuovo tratto sacrificò, tra l'altro, una parte dell'ex-noviziato di San Salvatore e del giardino di palazzo Panciatichi Ximenes.

La dedica al poeta di Monsummano avvenne nel maggio del 1894, quarantaquattro anni dopo la sua morte (1850), che era avvenuta proprio nel vicino palazzo di Gino Capponi, come ricorda anche una targa su via Gino Capponi.

Il primo tratto, confinante con piazza d'Azeglio, fu aperto solo alla fine dell'Ottocento.

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

Sulla via si affacciano prevalentemente edifici residenziali, alcuni di pregio, come un lato del palazzo di Gino Capponi (con l'ingresso carrozzabile del giardino), il bizzarro palazzo Zuccari, realizzazione manierista del pittore Federico Zuccari, e la sede dell'Istituto Gaetano Salvemini, affacciato su una tranquilla piazzetta alberata.

Edifici

Ulteriori informazioni Immagine, N° ...

Lapidi

Al 38, come già anticipato, si trova una lapide dedicata ai fratelli Rosselli su quella che fu la loro casa:

DA QUESTA CASA
OVE NEL 1925
IL PRIMO FOGLIO CLANDESTINO ANTIFASCISTA
DETTE ALLA RESISTENZA LA PAROLA D’ORDINE
NON MOLLARE
FEDELI A QUESTA CONSEGNA
COL PENSIERO E COLL’AZIONE
CARLO E NELLO ROSSELLI
SOFFRENDO CONFINI CARCERI ESILII
IN ITALIA IN FRANCIA IN SPAGNA
MOSSERO CONSAPEVOLI PER DIVERSE VIE
INCONTRO ALL’AGGUATO FASCISTA
CHE LI RICONGIUNSE NEL SACRIFICIO
IL 9 GIUGNO 1937
A BAGNOLES DE L’ORNE
MA INVANO SI ILLUSERO GLI OPPRESSORI
DI AVER FATTO LA NOTTE SU QUELLE DUE FRONTI
QUANDO SPUNTÒ L’ALBA
SI VIDERO IN ARMI
SU OGNI VETTA D’ITALIA
MILLE E MILLE COL LORO STESSO VOLTO
VOLONTARI DELLE BRIGATE ROSSELLI
CHE SULLA FIAMMA RECAVANO IMPRESSO
GRIDO LANCIATO DA UN POPOLO ALL’AVVENIRE
GIUSTIZIA E LIBERTÀ

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Francesco Bigazzi riportò nel 1887 anche un'iscrizione oggi scomparsa, che doveva trovarsi nei pressi dell'Istituto Salvemini, e che era stata tracciata con un ferro nell'intnaco dal muratore che aveva accecato la "via fra i due Orti", ovvero il prolungamento fin qui di via della Pergola. Recitava: "Nel 1786 fu / serato questa / strada da S. A. / Reale del mese otbre".

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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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