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Via Maggio

strada nel comune italiano di Firenze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Via Maggio è una direttrice del quartiere di Oltrarno nel centro storico di Firenze. Il nome deriva dalla contrazione di "via maggiore". La via ha come termini piazza de' Frescobaldi (dove convergono via dello Sprone, borgo San Jacopo e via Santo Spirito) e piazza di San Felice. Lungo il tracciato si innestano: via dei Vellutini, via dei Velluti (con il canto de' Velluti o canto della Campanella), via Sguazza, via Michelozzi (con il canto de' Biliotti), lo sdrucciolo de' Pitti e via de' Marsili.

Fatti in breve Nomi precedenti, Localizzazione ...
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

Fino a tutto il XII secolo la strada era aperta campagna al di fuori delle mura, tanto che era chiamata "la Casellina", perché l'unico edificio che vi sorgeva era una sparuta casetta di uso agricolo. Le prime case qui costruite attorno al 1260 appartenevano alla famiglia Velluti, che aveva interesse a sfruttare l'Arno per la produzione laniera[1]. Proprio su iniziativa di Bonaccorso Velluti fu rettificata e ampliata la strada con un tracciato perfettamente rettilineo su alcuni terreni agricoli della sua famiglia, come collegamento fra piazza San Felice (dove si trovava la porta meridionale della prima cerchia comunale) e il ponte di Santa Trinita, fatto costruire dalla famiglia Frescobaldi a partire dal 1252[2].

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Veduta della strada dall'altra sponda d'Arno

I Velluti furono quindi i primi a caratterizzare il tratto con l'erezione delle proprie case, e a ribattezzare la strada come via Maggio, col significato di maggiore e, come precisa lo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze[3], "s'intende che maggio (nominativo lat. maior) non è un'accorciatura di maggiore (accusativo lat. maiorem), ma una forma parallela". In questo caso possediamo peraltro una preziosa testimonianza della nascita e del radicarsi nel tempo della denominazione grazie alla Cronica domestica scritta da Donato Velluti fra il 1367 e il 1370: «E perché pareva cosa reprensibile, che le lettere, che veniano da fuori, fossono soprascritte Bonaccorso Velluti e compagni, in Casellina, ed essendo fatta la via di via Maggio larga e spaziosa e lunga, e già fatte poi più case, fece il detto Bonaccorso mio bisavolo soprascrivere le lettere che mandavano i loro fattori, Bonaccorso Velluti e compagni, in Via Maggiore. E a questo modo battezzata, e in questo nome fu più tempo chiamata: ma perché poi seguì, che in un certo tempo quasi tutti nomi e cose ricevettono diminuzione nel parlare (...), così ricevette diminuzione la via; ove era chiamata Via Maggiore, così fu chiamata via Maggio»[2].

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Via Maggio nella pianta del Buonsignori (1584)

Entro la seconda metà del XIV secolo ai Velluti si erano aggiunte altre importanti famiglie, quali i Corbinelli, Corsini, i Biliotti, i Michelozzi, i Pitti, i Capponi, i Ridolfi, che intensificarono l'attività edilizia lungo la via, ben presto saturata da case e quindi da palazzi, per lo più definiti con l'unificazione dei precedenti immobili. Con il trasferimento della sede della corte granducale da palazzo Vecchio a palazzo Pitti per volontà di Cosimo I de' Medici (1565) la via conobbe un ulteriore momento di crescita, visto che fu ben presto individuata come ideale per le residenze delle famiglie che avevano incarichi a corte, così come di alcuni artisti legati alla committenza medicea[2]. In questo contesto via Maggio divenne anche una delle arterie fondamentali dei cortei ufficiali nell'ambito del fondamentale tracciato cinquecentesco e quindi moderno costituito da piazza Pitti, via Maggio, ponte a Santa Trinita e via Tornabuoni, più volte oggetto di scenografici apparati[4].

"Strada quasi totalmente cinquecentesca, a differenza di altre vie, nelle quali il palazzo cinquecentesco si affianca alla casa torre o si confronta con la casa rinascimentale. Via di un solo carattere e di un solo stile, superba nella sua unità, severa nella sua coerenza"[5]. Per ovviare al poco felice collegamento con piazza Pitti, nel corso del Seicento e Settecento (e ancora nel secolo successivo), furono più volte stesi progetti che prevedevano interventi più o meno incisivi nel tratto tra lo sdrucciolo de' Pitti e via de' Marsili, finalizzati a un deciso ampliamento della piazza fino al filo di via Maggio, o a un ampliamento delle vie citate[2].

Nel corso dell'Ottocento la strada si andò fortemente caratterizzando per la presenza di un numero elevato di antiquari che, con le loro opere d'arte esposte nelle vetrine, contribuirono e ancora oggi contribuiscono sia a fare della strada un vero e proprio museo all'aria aperta, sia a mantenere - anche perché funzionale al loro mercato - gli elementi dell'arredo urbano, così come gli androni dei palazzi e i locali da loro occupati, in ottimali condizioni di conservazione[2].

Da sottolineare tuttavia come, rispetto ad altre strade di simile importanza quali via Tornabuoni o borgo degli Albizi, la via soffra dall'essere aperta alla circolazione veicolare (peraltro sufficientemente sostenuta), dal fatto di avere avuto la carreggiata asfaltata e in ultimo dall'utilizzo di un lato di questa per la sosta dei veicoli. Al di là di questa nota, le vicende qui riassunte lasciano facilmente intendere come la via sia segnata da una successione quasi ininterrotta di architetture di notevole rilievo, che la rendono ancora oggi tra le più importanti strade fiorentine, sicuramente da considerare di eccezionale valore storico e artistico[2].

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

La strada è una delle più ricche di palazzi storici della città, anche se rispetto ad altre zone (come via Cavour o Borgo Albizi) i palazzi di via Maggio sono tutti piuttosto uniformi e austeri all'esterno, con l'unica eccezione "frivola" del palazzo di Bianca Cappello. Il sostenuto traffico veicolare della strada inoltre non aiuta ad apprezzare l'architettura della via.

Edifici

Ulteriori informazioni Immagine, N° ...

Lapidi

Numerose targhe commemorative si trovano lungo la strada. A numero 11, nell'androne di palazzo Michelozzi, una lastra con una testa scolpita ricorda Pedro Américo, pittore ufficiale del governo brasiliano, che qui morì nel 1905.

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IN QUESTA CASA
DOVE LUNGAMENTE VISSE E OPERÒ
MORIVA NEL 1905

PEDRO AMÈRICO
PEDRO AMÈRICO DE FIGUEIREDO E MELLO
PITTORE INSIGNE

BRASILE E ITALIA
PER ONORARE LA MEMORIA POSERO
NEL CINQUANTANOVESIMO DELLA
SUA SCOMPARSA


NATO AD AREIAS, STATO DI PARAÍBA
BRASILE, IL 29 4 1843

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Sulla facciata del palazzo di Cosimo Ridolfi, al 15, una lapide ricorda i meriti dello statista e agronomo:


PER DECRETO DEL COMUNE
___ _______ ___

IN QUESTE SUE CASE
IL SENATORE MARCHESE COSIMO RIDOLFI
NATO IL 28 NOVEMBRE 1794
FONDÒ LA PRIMA SCUOLA DI ISTRUZIONE RECIPROCA
AD OGNI RAZIONALE PERFEZIONAMENTO NELL'ARTE DEI CAMPI
POSE LA DOTTRINA PROFONDA L'OPERA LE SOSTANZE
CREANDO LA CELEBRE SCUOLA DI MELETO
EBBE CATTEDRA DI AGRONOMIA NEL PISANO ATENEO
FU MINISTRO PER GLI AFFARI INTERNI NEL 1848
POI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE NEL GOVERNO TOSCANO
CHE COMPIEVA L'ANNESSIONE NAZIONALE
PRESEDÈ DALLA FONDAZIONE
LA CASSA CENTRALE DI RISPARMI IN FIRENZE
PER ALTO ESEMPIO DI CIVILI VIRTÙ
AMATO DALL'UNIVERSALE
TERMINÒ NEL 5 MAGGIO 1865 LA VITA
CONSACRATA TUTTA IN PRO DELLA SCIENZA
E IN PUBBLICO BENEFICIO

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Un'altra lapide si trova nell'androne, scritta in latino:

HIC
AVSPICIIS·DVCTVQVE·COSMAE·RIDOLPHI
AN·M·D·CCC·XIX
ADOLESCENTES·AD·MVTVAM·DISCIPLINAM·INSTITVI·COEPTI
VNDE·HAEC·PERVTILIS·RATIO
IVVENTVTIS·QVAM·CITO·POSSIT·STVDIIS·INITIANDAE
TANQVAM·E·FONTE
AD·PLVRIMA·ETRVRIAE·LOCA·EMANAVIT
QVOD·INVENTVM·DIVINITVS·TRADITVM
VT·CONTRA·IGNORANTIAE·VOTVM
PERSTET·AETERNVM
FAXIT·DEVS

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Traduzione: «Qui, sotto gli auspici e la guida di Cosimo Ridolfi, nell'anno 1819, dei giovani iniziarono un'istituzione dedicata alla mutua istruzione. Da essa derivò questo metodo utilissimo per introdurre i giovani allo studio nel modo più rapido possibile, come da una fonte, che si diffuse in molti luoghi della Toscana. Ciò che è stato scoperto e trasmesso quasi per dono divino, possa, contro il voto dell'ignoranza, durare in eterno. Dio lo conceda».

Nell'androne del palazzo di Bianca Cappello è una lapide con iscrizione che ricorda la proprietà della nobildonna veneziana e riconduce l'edificazione al 1566.

BIANCA CAPPELLO
PRIMA CHE FOSSE MOGLIE A FRANCESCO I · DE' MEDICI
ABITÒ QUESTA CASA
CHE ELLE SI EDIFICAVA
NEL 1566 ·

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Al 32 una targa del 1892 ricorda nel centenario della nascita il chimico samminiatese Giovacchino Taddei, nella casa dove visse a lungo.

GIOVACCHINO TADDEI
SAMMINIATESE
CHIMICO DI FAMA UNIVERSALE
PROFESSORE IN SANTA MARIA NUOVA
SENATORE DEL REGNO
ABITÒ PER LUNGHI ANNI QUESTA CASA
SULLA QUALE NEL 1892 CENTENARIO DELLA SUA NASCITA
IL COMUNE DI FIRENZE
E L'ASSOCIAZIONE CHIMICO-FARMACEUTICA FIORENTINA
SCRIVONO IL NOME DI LUI
CHE DALLA CATTEDRA NEI LIBRI CON L'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE
SERVÌ LA SCIENZA E L'UMANITÀ
E CITTADINO ANIMOSO E INTEGERRIMO
MERITÒ GLI ONORI DELLA PATRIA ITALIANA
CON L'AVER PARTECIPATI I TRAVAGLI E I PERICOLI
DEL SUO RIVENDICARSI A LIBERTÀ DI NAZIONE
______

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Nell'androne della casa di Bernardo Buontalenti (numero 37 all'angolo con via de' Marsili) se ne ricorda il genio, l'incontro con altri intellettuali e artisti quali Torquato Tasso e la morte avvenuta nel 1608.


BERNARDO BUONTALENTI
DETTO DELLE GIRANDOLE
ARCHITETTO CIVILE E MILITARE
DELLA FIRENZE MEDICEA
PITTORE SCULTORE SCENOGRAFO
COSTRUÌ PER SÉ QUESTA CASA
CHE, ADORNA DI POCCETTIANI GRAFFITI ED AFFRESCHI,
FU CENACOLO E INCONTRO DI ALTI INTELLETTI
PRIMO FRA TUTTI TORQUATO TASSO,
E VI MORÌ L'ANNO 1608

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Più avanti, al 46, una targa ricorda lo scrittore e deputato Giuseppe Mantellini

IL MUNICIPIO
VOLLE AI POSTERI ADDITATA QUESTA CASA
OVE NEL 1816 NACQUE
GIUSEPPE MANTELLINI
CHE SCRITTORE OPEROSO
EBBE SCIENZA GIURIDICA PROFONDA
AVVOCATO ERARIALE
COSCIENZA LUMINOSA NEL PUBBLICO DIRITTO
DEPUTATO IN PARLAMENTO
AMORE NON VANO D'ITALIA E DELLA SUA FIRENZE
PER OGNI BENE DI LEI ORATORE ELOQUENTISSIMO
MANCATO IL 12 GIUGNO 1885 ALLA PATRIA

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Al numero 73 una targa ricorda Elizabeth Barrett Browning, mentre su via Mazzetta vi sono anche scolpiti alcuni suoi versi in inglese.

QUI SCRISSE E MORÌ
ELIZABETH BARRETT BROWNING
CHE IN CUORE DI DONNA CONCILIAVA
SCIENZA DI DOTTO E SPIRITO DI POETA
E FECE DEL SUO VERSO AUREO ANELLO
FRA ITALIA E INGHILTERRA
PONE QUESTA MEMORIA
FIRENZE GRATA
1861

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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