Annona cherimola
specie di pianta della famiglia Annonaceae / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Annona cherimola è una pianta appartenente alla famiglia Annonaceae[1] originaria degli altipiani andini di Perù, Ecuador, Colombia e Bolivia, diffusa anche in Argentina, Cile, California, Florida, Israele, Africa del sud, Nuova Zelanda e in vari paesi del Mediterraneo, tra i quali spicca in Italia la provincia di Reggio Calabria[2].
Cirimoia | |
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Foglie e frutto di Annona cherimola | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Magnoliidi |
Ordine | Magnoliales |
Famiglia | Annonaceae |
Genere | Annona |
Specie | A. cherimola |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Magnoliidae |
Ordine | Magnoliales |
Famiglia | Annonaceae |
Genere | Annona |
Specie | A. cherimola |
Nomenclatura binomiale | |
Annona cherimola Mill. | |
Areale | |
Il suo frutto nella terra d'origine è chiamato chirimuya, da cui la traslitterazione italiana cirimoia, ma è volgarmente nota anche con l'appellativo inglese cherimoya o anona (che però indica anche il frutto di tutte le specie di genere Annona). Particolare il frutto attaccato all'albero con un tratto di ramo, non un semplice peduncolo. Contiene un elevato numero di semi. Nel Mediterraneo matura in autunno. Il sapore è sub-acido e delicato, a volte descritto come una miscela tra ananas, mango e fragola.
"L'ananas, il mangostano e il cirimoia", scrisse il botanico Berthold Carl Seemann, "sono considerati i frutti più pregiati del mondo, e li ho assaggiati in quelle località in cui dovrebbero raggiungere la loro massima perfezione - l'ananas in Guayaquil, il mangostano nell'arcipelago indiano e la cirimoia sulle pendici delle Ande, e se mi chiedessero quale sarebbe il frutto migliore, sceglierei senza esitazione, cirimoia: il suo sapore, infatti, supera quello di ogni altro frutto e Haenke aveva perfettamente ragione quando lo chiamava il capolavoro della Natura."[3]