Coli
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Coli (Cor [koːɾ] o [kɔːɾ] in ligure, in dialetto bobbiese e in dialetto piacentino[4]) è un comune italiano di 838 abitanti[1] della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna.
Coli comune | |
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I Piani di Coli | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Piacenza |
Amministrazione | |
Sindaco | Ester Pugni (lista civica In comune con noi) dal 9-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 44°45′N 9°25′E |
Altitudine | 638 m s.l.m. |
Superficie | 71,69 km² |
Abitanti | 838[1] (30-4-2023) |
Densità | 11,69 ab./km² |
Frazioni | Aglio, Agnelli, Averaldi, Barche, Boioli, Boioli di Perino, Bruni, Caminata Boselli, Cascine, Cimarini, Colombaia, Cornaro, Costa Caminata, Costiere, Faraneto, Ferrari, Filipazzi, Fontana, Forno Sopra, Fossoli, Gavi, Ghini, Marubbi, Molino Pellegri, Osera, Palazzo Torre, Peli, Perino, Pescina, Peveri, Piane d'Aglio, Poggio, Poggiolo, Ponte' Sopra, Pradaglione, Pradella, Roncaiolo, Rosso, Rovere, Santa Cecilia, Scabiazza. |
Comuni confinanti | Bettola, Bobbio, Corte Brugnatella, Farini, Ferriere, Travo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 29020 |
Prefisso | 0523 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 033016 |
Cod. catastale | C838 |
Targa | PC |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 274 GG[3] |
Nome abitanti | colesi |
Patrono | san Vito, sant'Agostino |
Giorno festivo | 15 giugno, 28 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Coli nella provincia di Piacenza | |
Sito istituzionale | |
È luogo di villeggiatura estiva. Gran parte della popolazione si concentra nel capoluogo e nella frazione di Perino, centro più grande dell'intero territorio comunale, posta nel fondovalle lungo il percorso della strada statale 45 di Val Trebbia[5] e, quindi, soggetta a un maggior flusso di lavoratori e studenti pendolari rispetto al capoluogo.
Il territorio comunale si estende in un ambiente montuoso[6] sull'Appennino ligure, tra la val Trebbia, la val Perino, formata dall'omonimo torrente affluente della Trebbia e alcune vallate laterali della val Trebbia stessa[7], come la val Curiasca, formata dall'omonimo torrente, dove, ai piedi del monte Sant'Agostino, sulle pendici di un massiccio montuoso, la Concrena, posto trasversalmente rispetto al corso del fiume Trebbia[8].
Il territorio comunale presenta una forma allungata: tra la frazione di Perino, situata all'estremità settentrionale del territorio comunale, ad un'altezza di 208 m s.l.m. e Rosso, posta all'estremità meridionale, intercorrono circa 30 km. Anche l'escursione altimetrica è piuttosto accentuata, con il passaggio dal fondovalle di Perino, che si trova a 208 m s.l.m., fino alla vetta del monte Aserei, posta a 1432 m s.l.m.[9]
A sud-ovest il confine con il comune di Bobbio è segnato da un tratto di confine convenzionale fino al monte Barberino, a nord del quale il confine è rappresentato dal corso del fiume Trebbia con l'eccezione della zona di Cassolo, frazione bobbiese posta sulla sponda destra del fiume. A nord-ovest la Trebbia segna anche il confine con il comune di Travo, che a nord è segnato dal torrente Perino[10]. Il torrente segna, poi, a est il confine con il comune di Bettola, con l'eccezione della zona di Villanova, frazione bettolese situata sulla sponda sinistra del Perino[11]. Più a sud il confine con il comune di Farini è dato dalle pendici del monte Capra (1310 m s.l.m. fino al monte Aserei dove, per un breve tratto, Coli confina con Ferriere. Infine, a sud, il confine con il comune di Corte Brugnatella è dato dal torrente Curiasca di Rosso[12].
Il toponimo Coli deriva probabilmente da una popolazione ligure che si insediò nella zona nel I secolo d.C.[13], mentre, secondo un'altra ipotesi il toponimo potrebbe derivare dal latino Caulae che significava cavità, ma anche rifugio per gli ovini, come testimoniato, dalla presenza all'interno del Codice Diplomatico Bobbiese delle espressioni Caulo pecorariciae, pratum in Caulo, plebs de Caulo, in Caulo pecoraritiae, pratum in Caulo, plebs de Caula e plebatus de Colli, fino ad arrivare all'espressione ecclesie de Collo et Porcile risalente al XIV secolo e contenuta all'interno del registro episcopale bobbiese[14]. Successivamente, la zona fu abitata anche in età romana; Coli potrebbe essere identificabile con il vicus Colianum Ambitrebio, citato all'interno della tabula alimentaria traianea[7], come dipendente dal pagus Bagienno, identificato da alcuni con Bobbio, a sua volta afferente al municipium di Veleia.
Nel X secolo la chiesa di Coli, dedicata a San Vito, venne elevata a plebana[15]. In epoca feudale il territorio colese fu sottomesso alla famiglia Grassi, esponente della fazione ghibellina, che durante il XIII secolo fece costruire il castello dei Magrini, andandovi a risiedere e mantenendolo fino al 1441 quando il forte passò sotto il controllo della famiglia Nicelli[8]. A partire dal XVI secolo il territorio colese entrò a far parte del Ducato di Parma e Piacenza.
Nel 1806, a seguito delle riforme amministrative napoleoniche, Coli diviene sede di un comune, che comprendeva le frazioni sede di parrocchia di Aglio, Macerato, Metteglia, Ozzola, Peli, Pradovera, Rosso e Scabiazza[9]. A differenza della gran parte del territorio comunale, dipendente anche dal punto di vista ecclesiastico dalla diocesi di Piacenza, le parrocchie delle frazioni di Rosso e Scabiazza, nonché Coli e l'eremo di San Michele rimasero alle dipendenze dalla diocesi di Bobbio.
Il 30 maggio 1808, per volontà di Napoleone, il Ducato di Parma e Piacenza venne incorporato all'interno dell'impero francese entrando a far parte, nel 1809, del dipartimento del Taro. Con la definitiva sconfitta napoleonica, nel 1814, venne ricostituito il Ducato di Parma e Piacenza, al quale il Comune di Coli apparterrà fino al 1860.
Nel 1868 la frazione di Pradovera venne distaccata dal comune di Coli entrando a far parte del neocostituito comune di Farini d'Olmo[16].
Il 17 luglio 1908 si verificò un violento nubifragio con una piena straordinaria della Trebbia che devastò case e campagne della zona di Coli, così come di tutta la vallata; i danni maggiori si ebbero nel territorio del mandamento bobbiese di Ottone e nella zona del confine tra le province di Genova e Pavia, con gravi danneggiamenti nell'abitato di Gorreto, la distruzione di cinque ponti lungo la statale 45, l'interruzione delle comunicazioni stradali fra Ottone e Torriglia e della linea telegrafica fra Bobbio e Genova[17].
Nel 1923, con il passaggio del comune di Bobbio dalla provincia di Pavia a quella di Piacenza, esso incorporò le frazioni di Bertuzzi e Callegari, precedentemente poste sotto la giurisdizione amministrativa colese[9]. Nel 1952 le frazioni di Ozzola e Metteglia, vennero scorporate dal comune di Coli e aggregate al comune di Corte Brugnatella[18].
Il 19 settembre 1953 si verificò un'ulteriore alluvione che causò a Coli, così come in tutta la val Trebbia dal genovesato al piacentino, distruzioni imponenti e ingenti danni[19][20]. Nel marzo 1957 si verificò la grande frana di Perino, che dalle pendici del monte Belvedere, distruggendo tre edifici e danneggiando la chiesa[21], che venne, poi, sostituita da un nuovo edificio costruito tra il 1958 e il 1969[22]. Altri eventi franosi colpirono le frazioni di Pellegri e Cognasso nel 1964[23] e la frazione di Braschi nel 1977[24].
Nella notte fra il 14 e il 15 settembre 2015, parte del comune di Coli, così come il resto della val Trebbia, fu colpita dall'alluvione del fiume Trebbia, dovuta al maltempo, che causò ingenti danni.
Le parrocchie dipendono dalla diocesi di Piacenza-Bobbio[25] Fino al 1989 la maggior parte delle parrocchie erano nella diocesi di Piacenza, tranne le parrocchie di Coli, insieme all'eremo di San Michele, e di S. Lorenzo di Rossopiana di Rosso che erano nella diocesi di Bobbio.
Abitanti censiti[44]
Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.
Secondo i dati Istat al 1º gennaio 2023[45] i cittadini stranieri residenti a Coli sono 60, pari al 7.17% della popolazione comunale.
Coli, situato a 638 m s.l.m.[46] è il capoluogo del comune nonché principale centro della val Curiasca ed è situato ai piedi del monte S. Agostino (1256 m s.l.m.). Il paese è raggiungibile da Bobbio, da cui dista circa 7 km tramite una strada provinciale che si dirama dalla strada statale 45. Il centro abitato si è sviluppato attorno alla chiesa parrocchiale, posta in piazza Aldo Moro[47], dove si svolgono tutte le manifestazioni principali della località e da dove si dipartono le strade che raggiungono varie frazioni.
La frazione di Perino è la più popolata del territorio comunale ed è posta a 208 m s.l.m.[46] sulla riva destra del fiume Trebbia lungo il percorso della strada statale 45. Il paese è all'estremo nord del territorio comunale, sul confine con il comune di Travo, rappresentato dal corso del torrente Perino da cui deriva il nome della frazione[10]. Il centro è sorto alla fine dell'Ottocento e cresciuto rapidamente grazie al collegamento stradale[5]. Nella piazza del Mercato si tiene il mercato comunale e si trova la sede di un ufficio distaccato del comune. Nella piazza vi sono due chiese; la prima, più antica, è stata abbandonata dopo la frana del 1957 e, in seguito, trasformata in edificio comunale, mentre, di fronte all'edificio storico, è sorta la nuova chiesa parrocchiale, consacrata nel 1970[22].
La frazione di Pozzo sorge a 437 m s.l.m. ed è il primo insediamento che si incontra lungo la vecchia strada di collegamento fra Perino e Coli. L'insediamento presenta testimonianze medievali tra cui il castello di Pozzo[42], un piccolo borgo fortificato con al centro una torre quadrata, ancora in buone condizioni strutturali. Dalla sommità della torre merlata si gode un panorama che abbraccia la val Trebbia fino alla pianura Padana, il torrente Perino dal monte Osero fino alla sua foce nella Trebbia e, tutt'intorno, la corona di monti tra cui la Pietra Parcellara il monte Penice, il monte Armelio e il massiccio montuoso della Concrena.
La frazione di Aglio, posta in val Perino a 612 m s.l.m.[46], fu abitata in antichità da tribù liguri e celtiche che furono, poi, sopraffatte dall'arrivo dei legionari romani che edificarono, nel luogo dell'antico abitato ligure-celtico, un castrum. Un'ipotesi riguardante l'origine del toponimo vuole che il nome Aglio derivi dal termine latino Alium che significa "altro" riferito a un ennesimo accampamento militare presente nella zona. L'abitato venne rifondato nel medioevo dai Longobardi. Un'altra ipotesi riguardante l'origine del toponimo afferma che il nome Aglio venne preso dal nome di un certo Aliano proprietario del territorio e benefattore del monastero di San Colombano di Bobbio, citato nelle pergamene del XII secolo. In seguito Aglio rientrò nel feudo di Pradovera e passò nel 1414 agli Anguissola e nel 1473 ai Caracciolo.
Situata a 546 m s.l.m. all'interno della frazione si trova la torre, ultima parte superstite di un castello alto-medievale di proprietà dei monaci benedettini del monastero di San Paolo di Mezzano Scotti, a cui rimase dal 1026 agli ultimi anni del XIII secolo quando entrò nelle proprietà della famiglia Anguissola che fu, sostituita, a sua volta, dalla famiglia Caracciolo, prima di diventare di proprietà di alcuni agricoltori della zona durante l'Ottocento[41].
La frazione di Faraneto è una piccola località della val Curiasca, centro medioevale della signoria di Faraneto, dominata dalla famiglia ghibellina dei Grassi, a cui si deve la costruzione, nel corso del XIII secolo, di un castello, poi trasformato nel XVI secolo in palazzo signorile, a cui, nel 1649, venne aggiunto l'oratorio di San Rocco. La famiglia Grassi nel XVIII secolo si spostò a Piacenza dando avvio alla decadenza del castello e della località[40].
La frazione di Gavi è posta nelle vicinanze dell'omonimo monte alto 1018 m s.l.m., sulla sponda destra della val Trebbia, di fronte alla frazione bobbiese di Mezzano Scotti. Fino all'Ottocento era un centro fiorente e più popoloso della stessa Coli, come centro agricolo e di allevamenti, decadde rapidamente per l'infelice collocazione stradale e la difficoltà di spostamento.
La frazione di Rosso è un piccolo paese posto sulla sponda destra della val Curiasca, sul versante ovest del Monte Aserei; si tratta della frazione posta più a sud di tutto il territorio comunale. Sorse all'inizio del XVI secolo come dipendenza ecclesiastica della parrocchia di San Michele della Spelonca dell'Eremo della Curiasca, assieme alle vicine località di Barche e Costiere. All'inizio del XVII secolo la chiesa dedicata a San Lorenzo divenne la nuova sede parrocchiale denominata Rossopiana, nonostante la forte opposizione del vescovo di Piacenza, cui dipendeva il restante territorio ecclesiastico del comune di Coli; la causa continuò fino al 1647 quando un processo canonico assegnò definitivamente la parrocchia ed il territorio alla diocesi di Bobbio.
La piccola frazione di Santa Cecilia, posta a 687 m s.l.m.[46] fu una cella monastica del monastero di San Colombano di Bobbio con il toponimo di Porcile, derivato dalla presenza di un allevamento di maiali e compare nell'estimo monastico dell'862[32]. La locale ed antichissima chiesa dedicata a Santa Cecilia diede, in seguito, il nome all'intera località.
La frazione di Scabiazza, posta a 481 m s.l.m.[46] posta nei pressi del corso del fiume Trebbia[48] e raggiungibile dalla statale 45 dalla vicina località di Pradella, fu una fiorente cella monastica del monastero di San Colombano di Bobbio, venendo documentata già nell'862[33] come cella ed oratorio di Sant'Anastasio di Scabiazza. Nel 1319 fu unita alla chiesa di Sant'Ambrogio di Bobbio[33] dalla quale fu distaccata nel 1782 con il ritorno, anche ecclesiasticamente, alle dipendenze di Coli.
La zona di Coli è caratterizzata dalla vocazione turistica come centro di villeggiatura estiva[49], in special modo lungo il corso del fiume Trebbia[50], dove vengono praticati canoa, kayak e rafting[51]. La zona nord del comune, nei pressi di Perino è anche un centro agricolo, vocato alla produzione del vino Trebbianino DOC[52].
Il territorio comunale è attraversato dalla strada statale 45 di Val Trebbia. Dalla essa si dipanano numerose strade provinciali e comunali; da Perino sale la strada provinciale 39 che, attraverso il passo del Cerro, conduce a Bettola in val Nure, mentre a Coli inizia la strada provinciale 57 di Aserei che, attraverso il passo di Santa Barbara e il passo della Cappelletta, conduce a Farini. Coli è collegata a Bobbio dalla strada provinciale 16 di Coli[53].
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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17 giugno 1985 | 26 maggio 1990 | Luigi Bertuzzi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [54] |
26 maggio 1990 | 24 aprile 1995 | Luigi Bertuzzi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [54] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Luigi Bertuzzi | Centro | Sindaco | [54] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Luigi Bertuzzi | Partito Popolare Italiano | Sindaco | [54] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Severino Armani | Lista civica | Sindaco | [54] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Massimo Poggi | Lista civica | Sindaco | [54] |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Luigi Bertuzzi | Lista civica Insieme per la nostra montagna | Sindaco | [54] |
27 maggio 2019 | 9 giugno 2024 | Renato Torre | Lista civica Azione in comune | Sindaco | [54] |
9 giugno 2024 | in carica | Ester Pugni | Lista civica In comune con noi | Sindaco | [54] |
Coli ha fatto parte della comunità montana Appennino Piacentino dal 1971, anno di costituzione dell'ente, fino al suo scioglimento, avvenuto nel 2013. In seguito è entrato a far parte dell'Unione Montana Valli Trebbia e Luretta[55].
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